lunedì 7 dicembre 2009

Un episodio nella vita di Sara Colletti: un X-file

(Quadrilogia di Sara Colletti: Episodio 2)




Abstract
Di quanti episodi è composta una vita e quali sono quelli, che fanno di noi quello che siamo?...

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(questo episodio è collocabile, nel tempo immaginario della finzione, dopo i fatti descritti nel racconto "Trasporti" e, in "qualche modo" anche di "Reality Hunter")
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Sara si aggirava per la sala di quella discoteca, col suo drink, dando occhiate furtive, qua e là, senza una meta apparente, ma la sua mente elaborava rapidamente milioni di precisi fotogrammi e, solo se individuava lo specifico articolo della sua ricerca (inconsapevole?), si soffermava il tempo necessario per ulteriori accertamenti.
Fino a quel momento, nessuno stimolo aveva superato la soglia dell’anonimato, per destare il suo interesse. Ma credette di vedere, fra la folla in movimento sulla pista, una figura, per un attimo, che rispondeva ai suoi “criteri di ricerca”. Provò a muoversi in su, in giù, a destra e a sinistra, ma era sempre coperta … Bisognava fare il giro. Alcune grida troppo acute seguite da risate esagerate, la fecero voltare verso una parete di sedili, dove un gruppo di ragazze parlava animatamente ed in fondo al gruppo, ve n’erano due che identificò come la fonte di quello strepitare … Le due giovani ragazze si parlavano nell’orecchio a vicenda e poi, giù di nuovo a ridere. Sara le trovò interessanti entrambe e stette ad osservarle per un po’ di tempo, mentre sorseggiava distrattamente la sua bevanda …
Un bionda e una rossa, una delle due, doveva essere Dorina, l’altro nome le era sfuggito; comunque Dorina, la rossa, era la più attraente, mentre l’altra era, decisamente, il “motore” del duo. Sara era concentrata su Dorina, con gli occhi di un puma che punta una cerbiatta, i suoi occhi focalizzati in una zona del collo appena dietro l’orecchio di lei, proprio come il felino si concentra sul punto da agguantare. Sorseggiava il suo drink Sara e lentamente iniziò a muoversi al ritmo della musica, confondendosi con quelli che ballavano in pista e rimanendo a girare sempre lì, a pochi passi dal suo “pasto”. Sara fece un paio di sorrisi a quelli che aveva intorno e subito si ritrovò ricambiata e con tutti i “partner” che voleva, ma continuava e “scartarli”, per tornare al punto di partenza e, nel frattempo, lanciava anche lei qualche grido più forte e qualche risata eccessiva. Quando vide uno spazio sufficiente, sul sedile, fra le due che puntava, si lanciò in una “veronica” con finta caduta e simulò di capitare, per caso, seduta proprio in mezzo a Dorina ed alla sua amica …
- Oh, scusami cara … Ti ho fatto male? … Per fortuna che c'era questa panca, sennò finivo per terra. Ciao, sono Sara … Tu? Come ti chiami? Visto che sono seduta qui, tanto vale che ci conosciamo .. e poi, se mi alzo adesso, finisco per terra … Ooooohi, che scema; ma voi stavate parlando ed io vi ho interrotte, mi dispiace … Come mi dispiaaaaaace. Venite con me al bar, vi offro da bere e in cambio voi mi tenete dritta fino al bancone …
Durante tutta quella sceneggiata le due non erano riuscite a fiatare, scambiandosi delle occhiate perplesse tra loro; alla fine della mitragliata di Sara, l’amica di Dorina disse , con la sua stridula risata:
- Perché no? Ciao, sono Lola … - E si avviarono tutte al bar, mentre si scambiavano i rispettivi nomi.

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Gli agenti Fred Miller & Dina Santos furono convocati dal vicedirettore dell’FBI Wayne Spinner, nel suo ufficio:
- Sono sotto pressione, questi delitti irrisolti e senza movente apparente, stanno creando un bel caos politico. Fred, Dina abbiamo bisogno di risultati concreti e subito. Qual è lo stato delle indagini?
- Signore, le indagini svolte fino ad oggi, in tutte le direzioni, non ci hanno portato da nessuna parte. Risulta evidente, ad un esame attento dei cadaveri che le modalità degli omicidi sono molto simili e con una marcata impronta professionale in tutte le esecuzioni. Tuttavia questo è quanto! Non c’è movente, le vittime sono delle più disparate estrazioni, anche i luoghi sono scollegati. La verifica dei tempi ha consentito di dedurre che, assai probabilmente, gli assassini sono almeno due se non più.
- Tutto qui?
- Beh, si, signore. Dina ha esposto la sostanza dei fatti … Tuttavia ….
- Il mio collega, Fred intende dire che vi potrebbe essere la remota possibilità dell’esistenza di tecnologie per il “controllo della mente”. Ma ovviamente siamo nel campo delle ipotesi …
- Piuttosto disperate anche, non crede?
- Beh, vede Signore, nonostante lo scetticismo di Dina, io ritengo che l’ipotesi in oggetto, sia comunque un binario da seguire, senza trascurarne altri, almeno finché non emergerà qualche altro filone più sostanziale
- Come mai, signor Miller, questa volta non c’entrano gli alieni?
- Vede, Vicedirettore Spinner, anche Dio si riposò il settimo giorno …
- Divertente! Comunque, datevi da fare, o presto potreste non avere più un capo così comprensivo e tollerante come me …
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Il paziente di Sara era già in studio, lei, entrò salutando e scusandosi del ritardo. L'uomo era un militare, un Sergente Maggiore dell’esercito, quarantenne, razza bianca, apparentemente in perfetta forma fisica. La sua cartella parlava di disturbi del comportamento e manie di persecuzione ed una serie di tic e fobie invalidanti, nessuna causa fisica apparente. Sara ebbe con lui un breve colloquio, che confermò quanto già indicato in cartella clinica. Trovò delle lastre TAC e le consultò attentamente, nel frattempo teneva d’occhio il suo paziente senza farsi notare. L’uomo aveva una serie completa di tic e rituali, che non lo facevano stare mai fermo. Sara si scusò con l’uomo e uscì per raggiungere lo specialista della TAC, per chiarire un dettaglio che non la convinceva nelle lastre: sembrava che ci fosse un corpo estraneo nella cavità pericardica. Lo specialista fu sorpreso a sua volta e non seppe dapprima identificare la natura dell’oggetto. Ripercorrendo tutte le immagini, infine scoprirono che sembrava trattarsi, per assurdo che potesse apparire, di un embrione! Un embrione di natura non identificata in un corpo maschile e, cosa ancora più strabiliante, l’impianto evidenziava la presenza di un’angioplastica, a collegare il flusso sanguigno al presunto feto. Sara chiese al suo amico e collega di tenere la cosa tra loro due per il momento, anche perché non esistevano precedenti ed in questi casi si rischia l’esautoramento da parte di questo o di quello …
Sara tornò dal suo paziente e riprese la seduta:
- Quali sono i sintomi salienti, quelli che le creano il maggior impedimento?
- Tutti questi tic finiscono per interferire con tutte le mie attività, dal lavoro, alla vita sociale …
- Senz’altro, ma lei, ritiene di essere affetto da qualcosa di più serio?
- Beh … Si e no … Voglio dire … non so se sia il caso di parlarne … - L’uomo era in preda ad un’ansia crescente.
- Lei sa, che quello che dice, rimane in questa stanza …
- Non vorrei passare per pazzo …
- Non può passare per pazzo, più di quanto non possa passare per Vichingo! Si tratta di cose del passato, oggi non ci sono pazzi, ma disturbi e disagi di origine nervosa oppure esiti di patologie organiche con riflessi sul comportamento. Inoltre, non ho l’abitudine di formarmi giudizi di sorta sui miei pazienti; per me conta l’anamnesi in quanto precursore di una diagnosi esatta e quindi a premessa di una possibile terapia. Se lei trattiene le informazioni, in questa branca della medicina, è come se rifiutasse al suo medico generico di prenderle il polso.
- Io ho ricordi di cose, che credo di non aver fatto, ma non capisco come possa ricordarle. Sono sempre cose orribili.
- Con quale frequenza?
- Di quando in quando, direi in media, una volta alla settimana. Ho come l’idea, al risveglio di aver fatto cose, che io non faccio d’abitudine, né farei mai spontaneamente.
- Tipo?
- Uccisioni …
- Provi a parlarmene un po’, ora … Si rilassi, … Si calmi … E … Lasci che i pensieri scorrano liberamente … Adesso sente solo la mia voce e niente può distrarla dal suo suono … Si concentri sulla mia voce e seguiti a rilassarsi sempre di più …
L’uomo cadde in un profondo sonno ipnotico, adagiato sul divanetto e, seguendo la guida della voce di Sara, l’uomo descrisse i fatti che lo opprimevano …
Alla fine della seduta Sara congedò il Sergente e rimase a lungo al suo tavolo, insolitamente assorta nei suoi pensieri …
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Sara era ancora in quello stato di profonda riflessione, quando Ewan (Ewan Sauchs, amico e collega) spuntò dalla porta rimasta socchiusa.
- Sei presa?
- Non particolarmente, entra pure, siediti …
- Ti vedo pensierosa.
- Non farci caso … Che fai stasera?
- Una pollastra …
- Beato te!
- Maddai! E ieri, come è andata poi?
- Una persa, due beccate!
- Sara, ma se c’è qualcosa, posso rimandare …
- Veramente c’è Ewan, ma non mi va di scocciarti …
- Che ne dici, ti basta, un’oretta a fine turno?
- Può darsi, comunque non ho ancora un piano preciso, meglio fare un passo alla volta …
- Sara, no vuoi accennarmi qualcosa?
- Diciamo che ha a che fare con ieri sera e tutte le altre sere …
- Ah! Ho capito, soliti casini?
- Si, ma va peggio Ewan, invece che meglio!
- Senti Sara, queste cose è meglio non rinviarle troppo …
- Dai, vediamoci da te, fra un paio d’ore … Ma scusa Ewan, tu cosa volevi?
- C’ho un paziente rognoso, ma se non è il momento rimandiamo …
- Ok. A stasera.
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- La dottoressa Sara Colletti?
- Si?
- Dina Santos, FBI. Questo è il mio collega Fred Miller. Siamo qui per farle qualche domanda informale su un suo paziente, il Sergente Maggiore Abel Castillio.
- Da quello che ho visto sul suo distintivo, lei è medico, quindi saprà che io non posso dare informazioni su un paziente in cura da me …
- Sono anatomopatologa … Ma comunque, non le chiediamo niente di circostanziato …
- Ci basta che Lei … Esprima un parere professionale … Circa una nostra ipotesi … In termini del tutto generici. – Intervenne l’agente Fred
- Sentiamo … - Sara era ancora sospettosa nel concedere una possibilità ai due.
- Se le dicessi che il suo paziente è un serial killer spietato, che da la “caccia” a persone ignare, per la strada, le fredda con un colpo preciso di calibro 22 silenziata e poi si dilegua per comparire in un’altra città e ricominciare, che mi risponderebbe?
- Che ha sbagliato indirizzo! – Rispose seccamente Sara, fissando l’agente Fred negli occhi a due centimetri dal suo naso.
- Ok. Break! Break! Cerchiamo di stare tutti più calmi; lo scusi, non ha ancora finito il corso di buone maniere … E tu Fred, che diavolo ti prende? – Disse l’agente Dina, mettendosi al posto di Sara.
- Va bene, va bene, chiedo scusa! Non c’è l’ho con lei dottoressa, è che siamo lontani miglia dalla meta e la gente continua a morire intorno a noi …
- Per rispondere alla sua domanda, Agente Fred, in questo momento non escludo nulla. Il paziente è in cura da troppo poco tempo ed ha un quadro clinico assai complesso. Qualsiasi parere in questo momento sarebbe un azzardo. Posso dirle che l’uomo è sofferente e, nello stato in cui si presenta da me, non riuscirebbe a bere un bicchier d’acqua, senza versarsene mezzo addosso, lascio immaginare un omicidio. Tuttavia, non potendosi escludere, allo stato, la possibilità di sdoppiamenti, niente proibisce che vi sia una, o più, personalità stabile, in grado di operare nel senso da lei prospettato.
- E’ un po’ vago … - Osservò ironico l’agente Fred.
- Ma corretto! – Lo rimbrottò Dina.
- Lasciatemi un recapito e, se emerge qualcosa di attinente, cercherò, per quanto possibile, di … Farvi pervenire un “parere” di tipo generale... Posso farvi una domanda io, adesso?- Disse Sara.
- Prego.
- Voi state cercando UN serial killer?
- Non necessariamente, ma non posso dirle di più … - Disse Dina.
- Qual è il vostro reparto, se posso chiedere?
- Repertorio X. Attualmente inserito come distacco FBI dei Servizi Segreti.
- Un po’ eccessivo per un serial killer, o sbaglio?
- Ci sono anomalie … Da spiegare, rientra nella nostra giurisdizione. Fred disse questo, mettendo un dito davanti alla bocca ad indicare che tutto ciò era “riservato”.
- Come siete arrivati al mio paziente?
- E’ stato ripreso, da telecamere, su vari luoghi dei delitti ed in seguito identificato … Ma ora le stiamo dicendo più del lecito!
- Bene, ora scusate, ma ho un paziente che mi aspetta … - Sara si allontanò seguita dallo sguardo incantato di Fred, mentre Dina alzava gli occhi al cielo e lo trascinava via per un braccio …
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Nello studio di Ewan, alla Clinica Universitaria, dove entrambi lavoravano, arriva l’ora dell’appuntamento fissato qualche ora prima:
- Ciao Sara, entra e accomodati.
- Ewan, oggi è venuta l’FBI a cercarmi ,con delle strane domande, sai?
- Che cercavano?
- Un serial killer …
- Te?
- Si … Come no? Ma forse tu alludevi … Eeeeh?
- Ovvio … Chi fa strage di cuori qui in giro? E per giunta senza distinzione di genere …
- Colpo basso …
- Vuoi parlarne, Sara?
- Dovrei, vorrei … O con te o con nessun altro! Credimi, Ewan …
- Dovrei esserne lusingato, ma sembra tanto una minaccia!
- Lo è! Non so, se coinvolgerti nei miei mal di pancia, sia la cosa giusta …
- Se ne hai bisogno, fallo e basta!
- Sai, ieri sera …
- Ci sei stata male, di nuovo?
- Si, come al solito! Non sono io, Ewan. Eppure non posso farne a meno …
- Come mai, ne hai persa una? Era quella che …
- Si, puntavo lei … Poi è stato un caso, ho notato le due, erano lì a tiro e …
- Che è successo poi?
- Solite cose, poi una ha trovato un amico e abbiamo fatto un po’ di cose assieme; poi loro sono andati e io ho visto che la rossa era incuriosita, così è stato facile …
- Veniamo al sodo.
- Non sono io, Ewan, lo faccio, mi piace, ma non sono io … Ci deve essere ancora qualcosa, di quella vecchia faccenda, che mi trascino dietro. Eppure, ci ho lavorato sopra, non so quante volte, non trovo niente, che possa generare questi stati d’animo, mi segui?
- Credo di si, ma è evidente che il tuo comportamento è collegato a qualche elemento “rimosso”; è talmente tipico da saltare agli occhi! Pensaci un attimo …
- Sono d’accordo, se me lo dicesse un paziente, lo rovescerei come un calzino, senza la minima ombra di dubbio. Ma il punto, Ewan, è che nel mio caso non c’è il “movente” …
- Come, scusa?
- Dopo l’”incidente” sul cargo …
- Si?
- Io ci ho messo un bel po’, ma ho analizzato tutti gli aspetti emotivi della faccenda, si tratta di un episodio, traumatico fin che vuoi, ma è durato pochi secondi, tutto quello che puoi provare in quel tempo è pur sempre circoscritto, mi segui …
- Secondo te, il fatto traumatico è stato l’emergere di una omosessualità latente, che solo in quel momento della tua vita, ti si è presentata in modo inequivocabile. Nel tempo hai accettato questo lato della tua personalità, ma …
- Ma perché devo viverla in questo modo esasperato? Perché “dopo” non sono appagata? E per buon peso, non mi sono mai trovata bene quando ho frequentato chi è sempre stato sull’altra sponda … Per questo dico che non sono io!
- Quant’è che non stai con un uomo, Sara?
- Non lo so … Ma mi ci manca pure quello!
- Io … Ho idea che questa storia ruoti intorno alla questione dell’età, l’hai detto anche tu prima … Tu eri orientata su una un po’ più grande di te, poi hai visto le ragazze allegre e ti sei buttata, ma perché questo dualismo?
- Ewan, parola magica! Dualismo … Sdoppiamento … uno sdoppiamento …
- Non ti seguo, Sara ….
- Sdoppiamento, Ewan! Vuol dire due cose! Ci sono due cose, NON una! Ci sei?
- Non credo, Sara …
- Ma si, dai! L’hai capito tu per primo! Ci sono due Sara oggi, vero?
- Ok e quindi?
- L’inconscio gioca con noi, Ewan, per questo ci frega, non è così?
- Si, si, ma dove vuoi arrivare?
- Le due Sara di oggi … Devono essere state due anche allora !!! E qualcosa di quel che era doppio, è rimasto celato, dietro quello che invece è venuto alla coscienza e cioè l’omosessualità latente. Quindi c’è dell’altro che io non ho ANCORA capito di quell’episodio della mia vita, che si porta una carica emotiva immensa … E che quindi agisce su di me, in certe occasioni, fuori da ogni controllo.
- Hai idea di cosa possa trattarsi, Sara?
- No, ma adesso so “quando” cercare, ora è solo questione di tempo, Ewan. Non sai quanto mi sei stato utile …
- Ora possiamo parlare del “tritamaroni”, che non riesco a gestire?
- Certo Ewan caro, qualsiasi cosa per te, a questo punto!
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Fred Miller e Dina Santos erano sul luogo dell’ennesimo delitto, che appariva affine ai precedenti , attribuiti al presunto serial killer. Dina, munita di guanti, stava osservando lo stato del cadavere e diede una prima valutazione dell’ora della morte. Fred girovagava per la scena del delitto, apparentemente senza meta.
- Dina, mi passi una busta per prove?
- Hai trovato qualcosa. - Disse Dina porgendogli un sacchetto contrassegnato.
- C’è qualcosa qui che ha uno strano aspetto …
- Che cosa credi che sia, Fred?
- Sospetto un qualche meta-materiale nano-tecnologico …
- In termini pratici …. ?
- Roba che non si trova facilmente, solo in laboratori altamente specializzati. Come mai sono sulla scena di un crimine, Dina?
- Che ne pensi?
- Qualcuno va in giro con roba che costa un occhio e che ha impieghi molto circoscritti …
- Perché ne fai due buste, Fred?
- Una, va ai nostri laboratori, l’altra voglio farla vedere al gruppo Lonely Gunsmokers …
- Si può sapere Fred , come mai?
- Un parere alternativo … E’ una faccenda delicata, potrebbe dare una svolta a questa storia.
- Andiamo, ho fatto impacchettare il corpo, ora vediamo se l’autopsia ci da qualche spunto.
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Lonely Gunsmokers, un gruppo di cyber geni, alternativi e costantemente in lotta con il “sistema”, pubblicano un rivista che porta il loro nome e soprattutto possiedono un bel po’ di tecnologia altamente sofisticata e degli ottimi cervelli per utilizzarla. Fred ricorreva a loro ogni volta che c’erano rischi sui canali normali di analisi delle prove.
- Ciao Fred, qual buon vento?
- Ola, Fringe, dove sono tutti gli altri?
- Raga, c’è il nostro Fred …
Tutti arrivano dal retro, chi con la pizza in mano, chi con la bocca piena, chi addirittura con l’intero cartone.
- Cosa possiamo fare per te?
- Analizzare questo campione … - Fred consegnò la busta e agguantò l’ultimo pezzo di pizza appena in tempo.
- Huuummmm! Sembra un nano-materiale … Vediamo.
Furono eseguite una serie di prove e controlli microscopici, durante i quali i visi, dei componenti del gruppo, divennero sempre più cupi.
- Niente Fred, questa roba non è fra quelle in circolazione, deve essere roba militare o aliena …
Fred fu costretto ad andare via senza una risposta, non restava che sperare nelle analisi ufficiali.
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Ewan e Sara stavano ancora lavorando sul caso del “tritamaroni”, quando qualcuno bussò alla porta e si affacciò:
- Scusate, Ewan, sono già le otto di sera, non ti sei fatto vivo … - Era Elvira una delle infermiere.
- Accidenti come mi è volato il tempo, scusa Elvi, finiamo qui e ti raggiungo … - disse Ewan, mentre Elvira richiudeva la porta.
- Ma che succede Ewan, devi dirmi qualcosa? – Scherzò Sara.
- E’ il mio impegno di stasera …
- Qui, sul lavoro, Ewan? Hai sempre detto …
- Si, lo so quel che dicevo, ma arriva sempre il momento in cui ci si deve rimangiare qualcosa …
- Se lo dici tu … Comunque ha i capito la mia strategia, credo che così potresti farcela, magari impiegando un po’ più di tempo …
- Non resta che tentare, visto che l’alternativa è mandarlo da un altro terapeuta. Adesso devi proprio scusarmi, Sara …
Sara, sovrappensiero, si diresse verso il suo studio, provando un po’ di disagio, per quell’intesa, tra Ewan e la sua nuova amica infermiera, o forse perfino un po’ di gelosia, per quest’ultima. Lei e Ewan sapevano tutto uno dell’altra … Quella era la prima volta che, su Ewan, Sara era stata colta di sorpresa …
- Professor Sara Colletti … ?
- Prego … ?
- E’ Lei?
- Si, mi dica, non credo di avere il piacere …
- No, infatti, mi permetta di rimandare le presentazioni, per il momento mi può chiamare Andry. Avrei bisogno di consultarla, naturalmente dietro compenso, ma è necessario che io rimanga nell’ombra; sto facendo ricerche per un progetto e mi occorre una consulenza nel suo specifico campo.
- Solitamente io ricevo per appuntamento e questo approccio mi sembra perlomeno improprio …
- Ha ragione, me ne scuso, ma se vorrà dedicarmi qualche minuto del suo tempo, potrà giudicare e prendere una decisione a ragion veduta, vuole?
- Si accomodi nel mio studio …
L’uomo, che nella parlata denunciava un appena percettibile accento Est-Europeo, aveva un aspetto distinto, molto curato: il taglio del vestito sartoriale, gli accessori preziosi, il dopobarba, decisamente raffinato, diedero a Sara una prima impressione di agiatezza, per quell’individuo dai modi educati, ma fermi. Era un uomo decisamente attraente, sui cinquanta, dal fisico atletico per la sua età apparente, denunciata anche da un accenno di stempiatura e dal capello brizzolato. Sara era professionalmente abituata ad una attenta osservazione dell’aspetto e dell’atteggiamento generale delle persone, come parte integrante della successiva anamnesi pre-diagnostica. Notò la sua camminata, mentre si avviava alla poltrona e rilevò la presenza di una probabile lieve scoliosi, che dava alla sua andatura una caratteristica leggera inclinazione …
- Dunque Signor Andry, è così che devo chiamarla? Lei soffre di dolori alla schiena nella zona toracica, vero?
- Prego …
- Ho notato una leggera scoliosi del rachide, ma potrebbe trattarsi di un semplice “atteggiamento scoliotico” di natura idiopatica, ovvero originata da un persistente squilibrio nell’attività muscolare tra lato destro e lato sinistro della muscolatura interessata …
- No, no guardi, io non sono qui per questo! Comunque sono impressionato dalla sua diagnosi, specie considerando che Lei, se non erro, è specializzata in Psichiatria. Io in effetti, da giovane, ho fatto lavori manuali pesanti , che mi hanno lasciato qualche conseguenza fisica. Faccio regolarmente ginnastica correttiva, dietro consiglio del mio personal trainer e medico …
- Uno Psichiatra è sempre un medico, inoltre il mio metodo, spesso , fa ricorso alla diagnosi e terapia della postura …
- Per curare i picchiatelli?
- Il termine da lei usato non è propriamente scientifico. Io mi occupo di un ampio spettro di disagi mentali o, se vuole, psicologici. Molti di questi problemi hanno origini complesse ed altrettanto complesse conseguenze. Il risultato finale è un individuo sofferente: io mi occupo della sofferenza dei miei pazienti e delle sue cause e sono Psichiatra prevalentemente in aula, durante le mie lezioni.
- Mi scusi, sono stato inutilmente ironico.
- La prego! Ed ora, Signor Andry, vogliamo venire allo specifico?
- Non mi chieda come, ma so che Lei ha in cura un certo Sergente Maggiore, di cui non farò il nome …
- Ma che ….
- No, la prego Dottoressa, non mi interrompa … Se preferisco mantenere una certa riservatezza sulla mia identità ed ora anche su tutto quanto le dirò, ci sono ragioni più che valide. Mi sono rivolto a Lei, sapendo che ha anche una buona esperienza militare, e quindi può capire le necessità che non tutto venga alla luce, se vogliamo evitare di gettare il bambino con l’acqua sporca …
- Mi riservo di decidere il da farsi, dopo che avrà esposto le sue ragioni …
- Non chiedo di più!
- Prego …
- Lei, Dottoressa, ha raccolto informazioni sul Maggiore, che non ha comunicato all’FBI, per ragioni deontologiche, ma in questo modo, inconsapevolmente, rischia di danneggiare sia le indagini che il Suo paziente! Il Sergente, a sua volta in modo inconsapevole, è un “killer” ed è l’unica pedina su cui al momento può contare il Bureau. Non potrò dirle molto più di questo, ma le do un suggerimento, nell’interesse comune: faccia pervenire la documentazione, su quello che ha scoperto nel corpo del suo paziente, agli agenti incaricati; essi sono validi e seri investigatori, sapranno comprendere le circostanze di forza maggiore in cui il Sergente è stato costretto. In questo modo eviterà di mettersi, Lei stessa, in una posizione difficile, nei confronti della legge. Io non posso fare di più per evitarle i problemi che dicevo, ma farò altri passi per aiutare chi indaga; le assicuro che siamo in una situazione, che può avere conseguenze sempre più gravi e, in cui Lei, rischia di trovarsi coinvolta in malo modo ... Adesso devo andare. Mi creda non posso dirle altro. Prenda la Sua decisione dopo attenta riflessione. La saluto, Buona serata!
- Buona sera ….
Sara rimase attonita a guardare l’individuo allontanarsi, in uno stato d’animo indefinibile, mentre rifletteva sulle parole udite e si chiedeva come fossero mai uscite, quelle informazioni, dalla stretta cerchia dei pochissimi colleghi, che le conoscevano e poi … chi mai poteva essere quello strano individuo … CIA? NSA? Noooo! Troppo raffinato, elegante … Era tutto così assurdo …
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In un garage sotterraneo, Fred Miller stava cercando la sigla “D11” sulle colonne del parcheggio, quando una voce rauca, con uno strano, anzi comico, accento dell’Est lo apostrofò:
- Da questa parte … Io qui … Lei forse problemi con vista Signor Miller?
- Ma guardi che ha sbagliato colonna … E’ Lei Evgheni?
- Si … Io qualche problema con vostro alfabeto!
- Perché ha voluto vedermi?
- Lei persona incaricata indagini per omicidi di mistero … Io sa e deve dare Lei preziosa informazione, ma mia identità deve rimanere segreta. Lei d’accordo?
- Come ha avuto le informazioni?
- Io non può dire, Lei d’accordo?
- Va bene, quali sono queste informazioni?
- Lei trovato “sostanza” misteriosa su luogo ultimo ucciso, vero questo?
- Come sa queste cose, non sono di dominio pubblico?
- Noi osservato Lei, prima di contatto, Vy menya ponimaete?
- Cosa?
- Tu capisci?
- Va bene, ho trovato qualcosa, sa anche cosa?
- Questo è residuo arma speciale, forse caduto per sbaglio. Lei sa che tutti uccisi colpiti due posti, cuore e testa, ma voi non fatto caso dettagli autopsia, voi deve controllare dettagli tessuto intorno ferita e confronta con residuo … tu capisce?
- Capisco …
- Bene, noi spera tu riceve altro aiuto molto presto. Se no questo, io contatta ancora …
- Come la trovo?
- Tu mette croce di nastro adesivo su vetro di tua auto, io vede e poi trova te … zd`rravstvuite …
- zd`rravstvsvt …tui … te … Quel che sia …
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Alla Clinica Universitaria Dina arrivò con qualche minuto d’anticipo, una volta tanto il traffico era scarso. Entrò nell’ufficio di Sara che non c’era e si mise a guardare le foto ed i titoli appesi alla parete. C’erano diversi prestigiosi attestati e foto con colleghi civili, ma anche una serie con Sara in divisa da Capitano Medico; ne notò una in particolare con un gruppo di aviatrici in divisa e stava proprio guardando quella quando entrò Sara …
- Sono le colleghe di un incarico un po’ particolare sul cargo Bullet Asian …
- Tutte donne?
- Curioso vero …
- Non così tanto, ma si forse un po’ si …
Sara fece accomodare l’Agente Speciale Dina di fronte a sé e le spiegò, tra Medico e Medico, la sua iniziale riluttanza ad esternare circa un suo paziente …
- Tuttavia, vi sono delle ragioni che mi inducono a considerare la necessità di supportare la vostra azione che, evidentemente in difficoltà, potrebbe subire un involontario danno da un atteggiamento eccessivamente prudente da parte mia … -
- Mi rendo conto, Dottoressa Colletti, delle sue perplessità e Le saremo grati di ogni aiuto che potrà fornirci …
- Non potrò fare molto Agente, tuttavia essendo in ritardo al mio prossimo appuntamento, temo che la dovrò lasciare … Lei può fermarsi ancora qualche secondo a guardarsi intorno …
Sara si alzò ed uscì, salutando … Dina rimase un attimo perplessa, ma aveva notato come Sara avesse giocherellato, per tutto il tempo, con una grande busta gialla e poi l’aveva lasciata sulla scrivania. Dina aprì la busta e vi trovò una lastra X e varie stampe TAC, richiuse la busta e si avviò all’uscita.
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Una serie di cadaveri aperti occupavano tutti i tavoli disponibili dell’obitorio, l’agente Dina si aggirava con guanti e camice sporchi di sangue, mentre l’agente Fred se ne stava in disparte, con dei comici baffetti di crema sotto il naso … Dina si rivolse a lui:
- Ora non ci resta che aspettare i risultati delle analisi spettrografiche, Fred … Ma una prima impressione mi dice che siamo di fronte alla stessa sostanza: quello che abbiamo qui, coincide con quello che tu hai trovato sulla scena dell’ultimo omicidio e che verosimilmente le lastre mostrano nel corpo del Sergente Castillio …
- Dina, mi pare che siamo di fronte ad una cospirazione delirante per compiere omicidi senza una ragione apparente …
- Ti correggo Fred, la ragione c’è, questa gente condizionava il comportamento di poveri mal capitati per un tragico “Reality Show”, nel quale loro erano i “giocatori” e i “killer” erano inconsapevoli vittime, tanto quanto questi poveri cadaveri …
- E tu, Dina, pensi che in quello che hai appena detto, ci sia qualcosa di riconducibile alla Ragione?
- Non so che dire, Fred! Non so proprio che dire ….
Dina e Fred Lasciarono l’Ufficio di Medicina legale diretti alla loro sede, dove era in programma il “meeting” con tutte le autorità interessate, in vista di una relazione circa gli ultimi sviluppi del caso.
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A seguito di ulteriori analisi, eseguite sul Sergente Castillio, erano risultati presenti gli “impianti”, che già le lastre fornite da Sara avevano evidenziato. Al Sergente fu prospettata la possibilità di far parte del programma protezione testimoni, se avesse accettato, dopo l’espianto dei “chip”, di sottoporsi ad una serie di test e analisi, al fine di accertare la sua parte nei reati contestati ed eventualmente di testimoniare per la procura.
Sara venne “associata” alle indagini come consulente Psichiatrico e Medico di fiducia del Sergente Castillio; fu Lei a sottoporlo all’ipnosi regressiva, necessaria per ricostruire le sue attività “criminali” inconsapevoli.
Parallelamente, una accurata indagine a tappeto, impostata sui reperti “espiantati”, aveva portato a concentrare l’attenzione su una delle rare aziende del settore, aiutati anche da qualche altra soffiata della gola profonda, dell’agente Fred, Evgheni …
Qualche settimana dopo, una vasta operazione FBI si stava preparando all’esterno della sede centrale della Wolfre Nanospintronics Corporation. Gli agenti avevano preso posto tutto intorno all’edificio, in pieno assetto armato e con la presenza della SWAT a supporto. Al termine del dispiegamento silenzioso di tutte le forze, una macchina, con la sirena accesa, si presenta all’ingresso principale, i due agenti scendono e si dirigono verso l’ingresso, esibendo fra le mani il loro mandato. Senza preoccuparsi d’altro, entrano decisi, superando le guardie di sicurezza, diretti all’ufficio del presidente. Un gran via vai di segretari, guardie e personale vario li precede e quando arrivano in vista dell’ufficio che cercavano, l’interessato è già sulla porta, attirato dal gran trambusto …
- Harold Pinkerton Pall, Lei è in arresto! Ha il diritto di non rispondere, ma se lo fa, quello che dirà potrà essere usato contro di Lei; ha diritto di chiamare un avvocato …
Fred e Dina procedono all’arresto del principale sospettato, mentre una decina di altri federali, provvedono a fare altrettanto con altri sospettati e, un nugolo di poliziotti, consegnati i relativi mandati di perquisizione, si accingono ad effettuare le perquisizioni ordinate, sull’intera proprietà.
Tramite le perquisizioni ed i serrati interrogatori, che configurano i reati di cospirazione per strage ed altre gravi accuse e che vedono diversi interessati dissociarsi ed offrire collaborazione agli agenti, emergono enormi quantità di dati. Tra le informazioni ritrovate, la più importante risulterà essere una lista con i nomi dei soggetti “impiantati”, nonché alcuni dei nomi degli “acquirenti” dei “nanochip” in questione. Per Dina, Fred e gli altri agenti FBI, si prospetta una lunga stagione di lavoro, alla ricerca di una miriade di assassini “inconsapevoli” e dei feroci “mandanti”…
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Alcune sere dopo la grande retata, nell’appartamento della infermiera Elvira Midget, Ewan sta preparandosi a stappare una bottiglia di ottimo Nero d’Avola, quando suona il campanello. Ewan apre la porta e si trova davanti Sara, la sorpresa è tale che rimane sulla porta, balbettando …
- Ma … Ma … T … Tu cosa ci fai qui?
- Sara, carissima … Hai deciso di venire … che bello, entra … Ewan che fai lì? Chiudi la porta e offri da bere all’ospite … - Elvira, nel dire questo, sembrava essere a proprio agio, ma Ewan no!
- Ma voi due cosa state combinando, si può sapere? – Disse, finalmente Ewan, seccato.
- Elvira mi ha invitato a cena, che c’è di strano? – Replicò Sara divertita.
- Mi vuoi spiegare Elvi? – Ewan si tratteneva a stento dall’eplodere.
- Vi ho visti, troppe volte, gigioneggiare insieme, Tu e Sara: questa è l’occasione per chiarirci le idee, tutti quanti, amore. La tua Elvira vuole sapere come stanno le cose, una volta per tutte …
- Sara, ci sei di mezzo tu …? – Ewan fulminò con lo sguardo Sara, nel dirlo.
- Non nasconderti dietro alle sue sottane, guarda me e parlami! Le hai detto di noi, si o no?
- Detto cosa? …
- Già, detto cosa … ? – Fece eco Sara, con un ghigno malefico sul viso.
- Sara, il tuo Ewan, il tuo caro collega, amico, confidente e chissà cos’altro, ti ha detto che aspetto un figlio e che lui ne sa qualcosa?
- Ewan …!
- Che c’è?
- Pensavi che non me ne sarei accorta?
- Sara … la vedi questa bottiglia …
- Ewan, rispondi alla mia domanda? – Elvira braccava Ewan verso il muro di stipetti della cucina, agitando un mestolo di acciaio …
- Già Ewan, perché non rispondi alla domanda … ? – Sara se la rideva, ma dentro di sé era sorpresa da quelle scoperte sul suo amicone.
- Sto aspettando … - Elvira parlava è menava il mestolo sul petto di Ewan …
- Elvira, ti ha mai detto Ewan che, da un po’ di tempo, io mi trovo meglio con le ragazze?
- No, voglio dire … No … Io credevo che voi due … Ma perché non dirmelo … - Elvira quasi balbettava, assorta nei pensieri che andava rincorrendo.
- Io e Ewan siamo amici e colleghi, da lunghi anni e prima ancora da giovani studenti; chi ci vede può farsi strane idee, ma la nostra confidenza nasce dal fatto, che ognuno di noi ha un’antica abitudine all’altro e che molto spesso ci siamo dati una mano per uscire dalle difficoltà più varie. Ma sia io che lui abbiamo sempre avuto storie diverse e non ci è mai capitato di avere una storia nostra … - Sara aveva strofinato, per tutto il tempo, la testa di un Ewan prostrato e intento a menare testate contro tutti gli spigoli che trovava.
- Scusami Sara, ma questo, vigliacco, sta tergiversando da un pezzo, dopo che io gli avevo chiesto di decidersi fra te e me … Ma lui mica mi ha spiegato come stavano le cose … - Elvira si era seduta vicino a Sara e le due si scambiavano occhiate di intesa ...
La serata andò avanti su questa falsariga e molte cose si dissero i tre. C’era ancora un mondo la fuori, scampato all’ennesimo pericolo, un mondo in bilico, ma l’unico in cui ci è dato vivere …
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Nel frattempo in una grande villa con un immenso giardino, l’ennesimo party sta entrando nel vivo. Dal lato opposto, nella dependance, due uomini fumano,a lente boccate, il loro sigaro di gran marca …
- Andry … Tu soddisfatto di nostra impresa?
- Certamente Evgheni, finalmente mi fumo questo dannato sigaro, sapendo che ho fatto qualcosa di cui andare fiero, era tanto che non succedeva …
- Tu pensa che noi eroi adesso, amico mio?
- Non esageriamo, ma potrebbe essere solo l’inizio, non credi?
- Io non sa questo … ma io crede che ora noi un poco meglio che prima …
- Già … come dici tu Evgheni …
- Andry, io adesso voglia divertire con pollastre, tu pensa c’è qualcuna in tua festa si?
- Come no Evgheni, tutte le pollastre che vuoi amico mio e credo che ti farò compagnia …
- YA hochu vseh kur, drug Andryeĭ ... dano mne vseh kur ... menya ... menya ...
- Basta col russo adesso, tovarishch, amico mio … Tutte le pollastre saranno nostre, questa sera … almeno per questa sera …
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