lunedì 18 dicembre 2017

NON ESISTONO "LEGGI DELLA FISICA"!

NON ESISTONO "LEGGI DELLA FISICA"! … 
                             NON ESISTONO "LEGGI"! … 
                                                          IL MITO E’ OVUNQUE! …

E' indubbiamente un'affermazione un po' forte ...

Quello che intendo dire è che tutta la cosiddetta scienza, così come i miti, le religioni, la filosofia e in genere il pensiero sono nient’altro che una “SELEZIONE” di “elementi di realtà”. Non che esista qualcosa che si possa definire “realtà” in quanto tale, NO! …
E’ solo che, prudenzialmente, preferiamo elencare per gradi il senso del nostro discorso; diciamo che ci serva di smantellare il pregresso per gradi, in modo da lasciare il tempo di assimilare una visione tanto sconvolgente perché possa essere colta al balzo … dai più …

Qualunque posizione scientifica richiede una quantità di premesse tali da non poter mai essere definita né oggettiva, né tantomeno assoluta e quindi non c’è verso di considerarla una “legge”.
Noi trascuriamo troppo spesso – nell’affermare i nostri “principi scientifici” – quanta approssimazione essi implichino prima di poter dire che si tratti di qualcosa di “preciso e rigoroso” … in realtà le cose stanno in un modo molto diverso e noi ignoriamo tutto ciò che non ci convenga e valutiamo positivamente solo ciò che ci torni utile (l’utilitarismo è alla base della “nostra” scienza!!!).

Nessuna “legge” può derivare da una “selezione” di premesse: la Meccanica Quantistica - per esempio - funziona solo se fra le premesse indichiamo il “punto di vista” dell’osservatore e quindi anche qui abbiamo un’indicazione importante di come NON ESISTA UNA REALTA’,  bensì tutte le possibili realtà e tutti i possibili osservatori (è normale perciò che chi utilizzi la M.Q. finisca inesorabilmente per credere nei ridicoli “universi paralleli”).

Tutti gli osservatori sono legittimi, ma “noi” siamo speciali e in quanto tali siamo interessati solo alle soluzioni “classiche” … Non ci può bastare un universo plausibile, volgiamo descrivere l’universo che osserviamo nella quotidianità, perché è quello che a suo tempo noi - e prima di noi i nostri antenati – abbiamo scelto di studiare, di capire e di … possedere.

Tuttavia, se andiamo al fondo delle cose, NON ESISTE PROPRIO PER NIENTE QUALCOSA CHE SI POSSA LEGITTIMAMENTE CHIAMARE IL “NOSTRO UNIVERSO” … Nemmeno nelle più recenti visioni del mondo che gli stessi scienziati propongono. Il motivo ne sia, che nessuno può descriverne i confini, né nell’infinitamente grande, né nell’infinitamente piccolo, né nell’infinità complessità - anch’essa del tutto sfuggente – delle nostre menti … Ciò che non ha confini non può nemmeno essere posseduto … né compreso … né – tanto meno – gestito …

E’ proprio per questo che ci sfugge la “comprensione ultima”:
                       NON C’E’ ALCUNCHE' DA COMPRENDERE!  

Noi, solamente, …  “FACCIAMO PARTE”.


In quanto tale, la nostra esistenza ci appare sospesa, incerta, incompresa ... come di chi navighi sperduto in acque infestate dai racconti mitici di chi ci ha preceduto … e la scienza non fa eccezione o … non la farà …



Budda col suo “silenzio” (sul concetto ultimo di nirvana), forse si è avvicinato - a suo modo - a questa stessa idea.

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P.S. E' un work in progress, quindi soggetto ad ulteriori riflessioni, ma il nocciolo è già abbastanza delineato.







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sabato 11 novembre 2017

The ultimate Philosophy / La filosofia ultima



L'universo non ci deve affatto una spiegazione.





The universe owes us no explanation whatsoever.

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Dedicato a tutti quegli ingenui, che ancora cercano il senso delle cose, della vita, della realtà ...


Dedicated to all those naive people, who still seek the meaning of things, of life, of reality ...


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La ricerca del SENSO della vita - come quella di ogni altro ente che ci si possa rappresentare mentalmente – non ha ragion d’essere in sé e per sé … Può averne solo in quanto “misurazione”, cioè ai soli fini pratici … Ineluttabilmente!
Non esiste altro meccanismo nella ricerca del senso, se non quello per cui misuriamo ogni altra cosa con ogni altro metodo. Perché diciamo questo?

Ogni volta che cerchiamo il “senso” di qualcosa noi la stiamo “misurando” in relazione al nostro “metro” di realtà e di tornaconto: non siamo mai capaci di quella che ridicolmente definiamo “oggettività”, per noi, per tutti noi, scienziati compresi, l’unico metro è l’utilità, sia essa pratica/economica, ovvero psicologica/filosofica …
Non abbiamo i mezzi per fare diversamente! … La nostra stessa esistenza è il frutto delle leggi di natura, che sono leggi di conservazione e dunque massimamente utilitaristiche. Tutte le nostre belle filosofie umanitarie non spostano di una virgola quella che è una realtà di fatto, INELUTTABILE! ... Tutto il resto è grancassa e fumo negli occhi e può al massimo servire a metterci la coscienza a posto … ma anche questo ha i suoi esclusivi fini pratici!

Quando aspiriamo a cogliere il “senso” delle cose – le più varie – siamo mossi da un’ansia interiore, dal bisogno di capire il perché delle cose (fini più pratici di così non so immaginarli !!!) e quindi da una necessità puramente egoistica e soggettiva: la nostra tranquillità interiore!

Ma perché proprio la “ricerca del senso”? … Il motivo può avere a che fare con la necessità di comprendere le ragioni del vivere, ma soprattutto quelle del morire … Prima o poi tutti facciamo i conti con questo aspetto ineluttabile dell’esistenza, non ci si può esimere, perché certi eventi ci si parano davanti e si impongono alla nostra attenzione, in un modo o in un altro. Ed ecco che sorgono le varie domande sul perché e sul percome della vita, della noia e della sofferenza umana …

Il senso delle cose, della vita, del destino, della sofferenza e della morte ... E' questo, in ultima analisi, ciò a cui tutti i nostri dubbi vanno ricondotti ed è proprio per questo che ne consideriamo l’aspetto utilitaristico: se a morire fossero solo gli altri, la cosa non stimolerebbe tali ansie … E’ egoismo puro! … Senza dubbi! … Preoccupazione per quello che il mondo può fare anche senza di noi e per il destino delle nostre cose, delle nostre ambizioni  e delle nostre speranze andate deluse … In pratica desiderio inconfessato di controllare il futuro.

Per quanto riguarda l’ipotetico “senso” oggettivo delle cose, esso non esiste, non serve! Non c’è alcun bisogno di “senso” per le cose  del mondo, esse esistono e basta! Esistono in modo caotico ed improvvisato, in modo tale che i destini si incrocino e si compenetrino, finendo per portare a quella che viene chiamata “selezione naturale” (tranne che dagli ego maniaci - che la chiamano “evoluzione”), ovvero alla scomparsa di alcuni ed al successo di altri, senza che vi sia alcun progetto, alcun architetto, alcuno scopo (lo “scopo” altro non è che il paradigma dell’utilitarismo!!) …

La conoscenza attuale del cosmo - se ci dice qualcosa - è che si tratti di puro caos: tutto può avvenire, ma non tutto avviene in un determinato contesto; ma nulla esclude che vi siano altri “contesti”, in cui  gli eventi possano evolvere diversamente e possano portare ad un tipo di “senso” totalmente diverso da quello che noi consideriamo tale, qui ed ora.

L’universo potrebbe manifestarsi in modi infinitamente vari, nello spazio e nel tempo, oppure seguire una linea di sviluppo del tutto arbitraria, per poi collassare nella totale assenza di ogni fenomenologia per l’eternità: può essere che questa nostra sia una parentesi temporale (e del tutto casuale) nell’intera storiografia cosmologica.
La ragione per la quale quindi noi non riusciamo a trovare un “senso” al mondo e alla realtà è che esso non esiste; e non esiste perché in ultima analisi esso non potrebbe che essere soggettivo e quindi irreale, ridicolmente moltiplicato per quanti siamo, e perciò non solo inutile ma addirittura del tutto privo di … “senso”.

Se fossimo interessati al sapere per il sapere, allora varrebbe il motto condiviso da non pochi scienziati:
L’universo non ci deve affatto una spiegazione”.

In conclusione, l’idea della ricerca di un “senso” delle cose è una sorta di sintomo di qualcosa di più profondo, di cui non vogliamo - o possiamo - parlare esplicitamente, di cui sostanzialmente siamo per lo più inconsapevoli: questo qualcosa a sua volta è un residuato psicologico dell’impulso primario per eccellenza, ovvero l’istinto di conservazione. Nel caso specifico la nostra ricerca del senso della vita (così come di tutto quanto il nostro “pantheon”) è plausibilmente l’espressione della volontà di conservarla in eterno; nella misura in cui “capire” possa essere inteso -  almeno in parte - come surrogato di “possedere” … Capire il senso non è quindi che una – seppur patetica – alternativa all’impraticabilità del possesso vero e proprio di ciò che (la vita eterna) con la comprensione diventa almeno in parte di nostra proprietà: io do un “mio” senso alle cose e tramite ciò le possiedo per sempre … Esse sono, in ultima analisi, proprio come “io” le ho capite e non rimangono più quindi un mistero eternamente sfuggente.
Il senso delle cose si presenta a noi come un bisogno interiore, come una necessità alla quale non sia possibile sottrarsi: abbiamo un bisogno interiore che le cose abbiano senso! … Ed è proprio questo “bisogno” a puntare il dito contro il fatto che non si tratti di un interesse “oggettivo”, bensì di una questione personale, psicologica, ovvero appunto egoistica ... nonché: egotistica, egocentrica ed ego maniacale! …

La ricerca della conoscenza … è un’altra cosa. 


P.S. Lavori in corso.
P.S. Le traduzioni ve le potete fare voi stessi, proprio come faccio io x la maggior parte del tempo ... 


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giovedì 5 ottobre 2017

A corollary to: A dummy's guide to: The Meaning of Life ...

(which includes clarifications on the last comic strip)






The seemingly contradictory third panel of the comic strip in the original post (see above) is meant in the following sense.

The "future" is part of the self-image we concoct along our lives, which also includes the "past" and thus defines the "present": the overall CONFIGURATION OF THE TIME - which is indeed what is meant by "carpe diem" (also) - it's truly what gives a full meaning to the unfathomable things of life.

Every single "moment" is made up in such a way (à la  J. Barbour): we are surrounded by reality, which is composed of "all the time" (event), and which can have "meaning" only in this acceptation. The search for "meaning of things" always fails, specifically when you do it on the cheap, hoping to find it without running too many risks, in the belief that it's a kind of "magic recipe", or a "fortune-cookie-pick-up" sort of thing, and so on ...

That's not the way it works ... Don't hope for it! ...
The so-called "meaning of life" is not the "secret of all secrets", it is not the "philosopher's stone", it is not a "mystery of the faith", it is not that big a deal. ... 

As always, the secret in all magics is nothing but trivial trick, a deception, the result of a mischievous complicity between the deceived and the deceiver ... Truths are hidden only for those who make ostrich lives ...
No way! ... Just getting along, one moment after another, as long as it lasts ...

We all, individually, do but one single thing, that will last a lifetime: the future is indeed hidden, but the past also is, and most of all, the present does!

"Learn From The Future" ("LEARN FROM TOMORROW") - As well as from the past, it is about becoming aware of the time in its entirety/eternity:

You are on top of a mountain you have reached for with great effort, and admire a magnificent panorama all around you at 360° ... And you know that beyond the horizon there is still more of the world, and beyond those blue skies there is even more, much more ... It is your own point of view, it's unique, unrepeatable and yours, exclusively yours ...

You mean ... "Is there anything then - in a universe otherwise boundless - which could not otherwise exist, if it weren't for you and for your will to take a stroll in the mountains, in a day like any other?" ...

Nah! … Can't believe it! ...




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As usual / Come al solito:
(Since dummies are dummies all over the world, we supply 'em with a translation)
(Dal momento che i tonti sono tonti in tutto il mondo, meglio fornir loro anche una traduzione)

Il “futuro” fa parte dell’immagine di sé che comprende anche il “passato” e che definisce perciò stesso il “presente”: la CONFIGURAZIONE DEL MOMENTO è ciò che si intende per carpe diem (anche) e che da un “senso compiuto” alle cose.
Ogni singolo “momento” è costituito in questo modo (a la J Barbour): noi siamo circondati dalla realtà che si compone di “tutto il tempo” e che può avere senso solo in questa accezione. La ricerca del “senso” fallisce sempre quando lo si cerca “a risparmio”, sperando di trovarlo senza correre troppi rischi, nella convinzione che sia una ricetta magica, un biscotto della felicità e via dicendo …
Non è così che funziona … Non ci sperate! ...
Il cosiddetto “senso della vita” non è il segreto dei segreti, non è la pietra filosofale, non è un mistero della fede, non è poi chissà che … Come sempre accade, il segreto in tutte le magie non è che un banale trucco, un inganno, il risultato di una malcelata complicità fra ingannato e ingannatore … Le verità sono nascoste solo per chi fa la vita da struzzo …
Non esiste! Tirare avanti, un momento dopo l’altro, tirando a campare finché dura …
Noi tutti, singolarmente, facciamo una sola cosa, che durerà tutta la vita: il futuro è sì nascoto, ma anche il passato lo è e, più di tutti, il presente lo è!
“Imparare dal futuro “ (“LEARN FROM TOMORROW”) – oltre che del passato, significa prendere coscienza del tempo nella sua interezza/eternità:
siete sulla cima di una montagna che avete raggiunt con grande fatica e ammirate un magnifico panorama, tutto intorno a voi a 360° … E sapete che al di là dell’orizzonte c’è ancora altro mondo e che al di là quel cielo azzurro c’è ancora di più, molto di più … E’ il vostro punto d iivsta, è unico, irripetibile e vostro, solo vostro
Vorresti dire forse che ... "Esiste dunque qualcosa in un universo per altro smisurato, che non potrebbe altrimenti esistere, se non fosse per voi e per la vostra volontà di fare una passeggiata in montagna, in un giorno qualunque ?" …

Naah! … Non ci credo! …


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sabato 23 settembre 2017

A dummy's guide to: The Meaning of Life ...




This looks like the oldest mystery of them all, but it ain't! ...
The issue and its solution have been right in front of us - of humanity at large - all the way through ...
As time went by though, things got entangled all the more ... Complications sedimented upon other complications, contorted thoughts sedimented upon other contorted thoughts, and so on and so forth, centuries after centuries, with no "solution of continuity" (the Italians would say, meaning: uninterruptedly) ...
As consequence of all that, we now have to spell out the whole darn mess: it ain't such an easy task as it may seem.
To start with, we must take a sort of surrogate path, humbly and patiently.



We all commonly know - or can easily apprehend in documentaries, web, etc. - that some specific characteristics of our human "vision" have come by through natural selection, along thousands of centuries of fight for survival; i.e.: stereoscopic vision, distance perception, shape identification. etc..
Matter-of-factly, we as apes have had to develope quite e few biolgical skills to be able to survive on top of trees, not only one ...  But let's stick on this one: our stereo sight. What is not so commonly remembered is the property psycholo­gist call "gestalt" (shape): it refers to the specificity by which we - and the monkeys originally - can see thing in a sort of - shall we say - enhanced mode: our sight and the monkeys' do not focus so much on details as on "familiar shapes" (gestalt), that is shapes our memory easily recall can influence recognition, even by overruling details. So what  ... ?
So what ? !! ... Ask yourself what's the "meaning" of that: why is not our sight exploited at its most? ... Why is vision "limited" in such a way? ... This causes the very well known deceits in which we fall, occasionally, looking at objects and shapes (you can look 'em up in books and web sites; think also of mirages and the like ...).
Why aren't we bestowed with eagle eyes? ... Why don't we see in X-Ray like Superman? ... Why our lot involves mental limitations to our vision power? ...
Neither the eagle has X-Ray vision, nor the hawk, nor any other animal has ... Why? ... Why evolution never bestowed any being with unlimited superpowers? ... Because! ..
Suppose they had ... What would then happen of all other beasts? ... Obviously, life would soon be used up ... Don't you agree? ...
Everything in nature - from biology to astronomy - testify this one rule: all things exist insofar as they're somehow ... LIMITED !!
Aamof, scientists count on this very idea - which they name the Anthropic Principle - to "explain" many a curious property Nature seems to mysteriously exhibit.
That's not our intention. We consider the Anthropic Principle as a mere tautology; self-evidence, if you like.
Our idea pertains the nature of "LIMITEDNESS" itself (definition: The state or charactertistic of being limited).
The really astounding question is rather: Why the most common issue in Nature are these apparently unjustified "limits"? ...
The obvious answer cannot be because otherwise Nature would have already destroyed itself, long since; although that's undisputed.



Let's go back to our example: if a hawk - for instance - were to look at the ground with X-Ray vision, it could spot maybe a black hole on the other side of planet earth ... Would that supply rabbit flesh to its hungry kittens? ... No way! ... As simple as that: "limitations" in animal sensors are as necessary as biological specialization is.
Let's go further: if monkeys were to look at the forest to the best of their means, they could probably spot an ant on a leaf far away, but to what advantage if distracted by the ant it should miss the branch and fall to the ground, where a cougar waits with open jaws? ...
Our sensorial system seems most appropriatelly "limited" by Nature in two ways: a) biologically, in that "sensors" don't evolve more than what's precisely needed; b) cognitively,  in that the "sensors" integrate with memory, in a specifically configured shape perception (gestalt); which "limits" the possibilities to the most plausible/probable ones. This very "limit" is the top achievement of evolution / life conservation law.
The concept of "limit" thus becomes a synonym of what "making sense" means; or if you wish the meaning of life dwells in its very "limits".
More generally, the whole of the universe follows this rule, as we said above, because differently it would have collapsed - statistically speaking - much long ago.


The very limits of our vision can be transferred, to explain the limits of our minds and of our knowledge, and ultimately of our phylosophy: we must exist to observe the cosmos, and that's the embodiment of "limitedness" as we intend it.
You can't observe if you are not! ... You cannot "be", if you're one with the universe. You cannot "be" all in one, without destroing all, leaving only "one", which wouldn't exist anyway, in the absence of an "observer": looks like a paradox, because it is such!
There are questions that cannot be answered, notwithstanding that, they are phylosophically correct ... But still unanswerable !!
The concept of understanding is not different from that of vision: the limits of vision are functional to conservation of a species, the limits of our understanding  is functional exactly to the very same conservation of a species ... If historically, we should've been too much concerned with - let's say - astronomy, propbably we would've never survived up to now. The limits we are talking about are inextricably hardwired in our DNA. It's not so easy to get rid of them, as you may think. It's the deep structure of our mind-body system that emerges the way it does, form the history of life on earth itself.
We seem not to understand what's the "meaning" of the world we live in: why?
It's the wrong question posed by the wrong subject.
The meaning lies in "you" plus "all is left" !
If you try to give it a meaning excluding one of the two members of the equation, the meaning drops dead.
The "limits" are the meaning; our meaning is in our "limits"!


The only way to understand reality lies in being detached - in a very specific way - from it: that very specific way is "you", is "me", is "he", is any single being out there, including any single animal, any single plant, any single stone, any single star, galaxy, nebulae, etc.. But also any single liver, heart, foot, root, leaf, moutain, etc.. Are they subjects as well as we are? ... I don't know, so why having preconceived opinions? ...
A particle detached from a whole. Being “aware” makes all that difference for you? ... If so then go on killing, or else turning the other cheek, or else keep on worrying, or else talking to - and paying - your darn therapist.
The "meaning" of life is same as the "purpose" of life, is same as the "conservation" of life, is same as the "natural selection for being fit" for life, is same as the "limits" of life. But what is "life"? ... It's the natural selection at work on categories of elements from the Big Bang onward, that evolved initially into chemistry, later on in organic chemistry, thence into biochemistry and recently into a complex system with information-driven biochemistry ... There is a problem in this last implementation: gestalt!
"Gestalt" doesn't help anymore, rather it's a stumbling block: we want be most precise in governing our thoughts, we want full controll, we want to know the secrets of the universe in the smallest details. Here's the reason of our rage! …
We cannot control the world, we cannot dominate the world, not even with the help of our worn-out gods. No one can! … Nothing can!
Yes, resign yourself to it! ...
If we expand the concept to the content of our universe, we can very well see that all things are that way ... No ruler in the universe, at least none that can provide proof of it.
So "limitedness" is the key: don't hope for "absolutes" anymore, there aren't any.
What would you feel like if each single cell of your body should yearn for full control ... That's cancer, ain't it? ...
What would happen if Black Holes indeed swallowed all there is? ... That's the end of it all ... But they can't ... Why? ... "LIMITEDNESS" !!
"LIMITEDNESS" is ruling the universe as we know it. Why should humans be able to elude it? ...
The only possible universe is one in which things exist in limited clumps. If only one instance should violate this rule, it would bring the universe to an end straightaway. Who are we for changing the system? ...

What do you see when you look into the mirror? ... Yourself, but also the background ... That's all of "you", from a "limited" perspective: there is no other way to see - to exist into - the universe.
Any other way of "seeing" (existing in) the universe brings with it also different limitations (not easily comprehensible): it's not so sure which one perspective would be better than any other. I wouldn't take the risk! ...



The final consideration is: we've got a chance, take it or leave it. Maybe there'll be other ones, maybe not. Concentrate on here and now, that's carpe diem, but not only ...
There's nothing that can hurt you, unless you mistake about yourself, the whole of it.




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(Since dummies are dummies all over the world, we supply 'em with a translation)
(Dal momento che i tonti sono tonti in tutto il mondo, meglio fornir loro anche una traduzione)

Una guida per tonti a: Il Senso della Vita

Questo sembra il mistero più antico di tutti, ma non lo è! ...
Il problema e la sua soluzione sono stati proprio davanti a noi - dell'umanità in generale - da sempre ...
Mentre passava il tempo, le cose si aggravavano sempre più ... Le complicazioni si sedimentavano su altre complicazioni, i pensieri contorti si sedimentavano su altri pensieri contorti, e così via, secoli dopo secoli, senza "soluzione di continuità" (come dicono gli italiani ovvero: ininterrottamente) ...
Come conseguenza di tutto questo, ora dobbiamo spiegare tutto questo disordine: non è un compito così facile come sembra.
Per cominciare, dobbiamo prendere una sorta di percorso surrogato, umilmente e pazientemente.
Tutti noi sappiamo comunemente - oppure possiamo facilmente apprendere in documentari, web, ecc. - che alcune caratteristiche specifiche della nostra "visione" umana sono pervenute attraverso la selezione naturale, lungo migliaia di secoli di lotta per la sopravvivenza; vale a dire la visione stereoscopica, la percezione della distanza, l'identificazione della forma. eccetera..
A proposito, noi come ominidi abbiamo dovuto sviluppare non poche abilità biologiche per essere in grado di sopravvivere in cima agli alberi, anzi ... Ma torniamo a noi: la nostra visione stereo. Quello che non è comunemente ricordato è la proprietà che lo psicologo chiama "gestalt" (forma): si riferisce alla specificità con cui noi - e le scimmie originariamente - possiamo vedere qualcosa in una specie di - diciamo - "modalità avanzata": la nostra vista - e quella delle scimmie - "non si concentrano tanto nei dettagli quanto nelle" forme famigliari "(gestalt), cioè forme che la nostra memoria ricorda facilmente e possono influenzare il riconoscimento, anche a scapito dei dettagli. E allora ... ?
E allora ? !! ... Chiedetevi quale sia il "significato" di ciò: perché mai la nostra vista non è sfruttata al massimo? ... Perché la visione "limitata" in tal modo? ... Questo causa gli inganni molto noti in cui cadiamo, occasionalmente, guardando oggetti e forme (potete cercare nei libri di psicologia e sui siti web, pensate anche a miraggi e simili ...).
Perché non siamo dotati di occhi d'aquila? ... Perché non vediamo in raggi-X come Superman? ... Perché il nostro lotto implica limitazioni mentali alla nostra potenza visiva? ...
Né l'aquila ha visione a raggi-X, né il falco, né qualsiasi altro animale ... Perché? ... Perché l'evoluzione non ha mai permesso alcun essere con superpotenze illimitate? ... Perché! ..
Supponiamo di sì ... Che cosa accadrebbe allora di tutte le altre bestie? ... Ovviamente, la vita sarebbe presto consumata ... Non sareste d'accordo? ...
Tutto nella natura - dalla biologia all'astronomia - testimonia questa regola: tutte le cose esistono nella misura in cui sono in qualche modo ... LIMITATE!
In effetti, gli scienziati contano su questa stessa idea - che definiscono il Principio Antropico - per "spiegare" molte proprietà curiose che la natura sembra mostrare misteriosamente.
Non è questa la nostra intenzione. Riteniamo che il Principio Antropico sia una semplice tautologia; auto-evidenza, se si preferisce.
La nostra idea riguarda la natura della "LIMITATEZZA" stessa (definizione: lo stato o caratteristica dell'essere limitato).
La domanda veramente sorprendente è piuttosto: perché la questione più comune in natura sono questi "limiti" apparentemente ingiustificati? ...
La risposta ovvia non può essere perché altrimenti la Natura avrebbe già distrutto tutto, da molto tempo; anche se ciò è indiscutibile.
Torniamo al nostro esempio: se un falco - per esempio - dovesse guardare il terreno con la visione a raggi-X, potrebbe forse individuare un buco nero dall'altra parte del pianeta terra ... Avrebbe con ciò fornito la carne di coniglio al suo piccoli affamati? ... No di certo! ... Semplicemente ovvio: "LIMITATEZZA" nei sensori animali è una necessità almeno quanto lo è la specializzazione biologica.
Andiamo avanti: se una scimmia dovesse guardare la foresta al meglio dei suoi mezzi, potrebbe probabilmente trovare una formica su una foglia, ma a qual vantaggio, se distratta dalla formica, potrebbe mancare il ramo e cadere a terra, dove un puma l'attende con ganasce aperte?! ...
Il nostro sistema sensoriale sembra essere opportunamente "limitato" dalla Natura in due modi: a) biologicamente, in quanto i "sensori" non si evolvono più di quanto ai proprio necessario; b) cognitivamente, in quanto i "sensori" si integrano con la memoria, in una percezione di forma specificatamente configurata (gestalt); ciò "limita" le possibilità ai casi più plausibili / probabili. Questo "limite" è il massimo risultato dell'evoluzione / legge di conservazione.
Il concetto di "limite" diventa così sinonimo di "avere un senso"; o se si vuole: il senso della vita dimora propriamente nei suoi «limiti».
Più in generale, l'intero universo segue questa regola, come abbiamo detto in precedenza, perché diversamente sarebbe collassato - statisticamente parlando - molto tempo fa.
I limiti della nostra visione possono essere traslati, per spiegare i limiti delle nostre menti e delle nostre conoscenze e, in ultima analisi, della nostra filosofia: dobbiamo esistere per osservare il cosmo e questa è l'incarnazione della "LIMITATEZZA" come noi la intendiamo.
Non puoi osservare se non "esisti"! ... Non puoi essere, se sei tutt'uno con l'universo. Non puoi essere tutto in uno, senza distruggere tutto e tutti, lasciando solo l'uno, che non esisterebbe comunque, in assenza di un osservatore: sembra un paradosso, perché è così!
Ci sono domande che non possono avere risposte, nonostante ciò, sono filosoficamente corrette ... Ma pur sempre prive di risposta !!
Il concetto di comprensione non è qui diverso da quello di visione: i limiti della visione sono funzionali alla conservazione di una specie, i limiti della nostra comprensione sono funzionali esattamente alla stessa conservazione di una specie ... Se storicamente fossimo stati troppo preoccupati - diciamo - dall'astronomia, probabilmente non saremmo mai sopravvissuti fino ad ora. I limiti di cui parliamo sono inestricabilmente legati al nostro DNA. Non è così facile sbarazzarsi di loro, come si potrebbe pensare. È la struttura profonda del nostro sistema mente-corpo che emerge in questo modo e che forma la storia stessa della vita sulla terra.
Noi sembriamo non capire qual è il "significato" del mondo in cui viviamo: perché?
È la domanda sbagliata posta dal soggetto sbagliato.
Il significato sta nel "tu" e in "tutto ciò è rimasto"!
Se si tenta di trovare un significato escludendo uno dei due membri dell'equazione, il significato defunge.
I "limiti" sono il "senso"; il nostro "cercare un senso" trova risposta proprio nella nostra "LIMITATEZZA", in quanto tale!
L'unico modo per capire la realtà sta nell'essere disgiunto - in modo molto specifico - da essa: quel modo molto specifico è "tu", è "io", è "lui", è un singolo essere là fuori, incluso ogni singolo animale, ogni singola pietra, ogni singola pianta, stella, galassia, nebulose, ecc. Ma anche ogni singolo fegato, cuore, piede, radice, foglia, montagna, ecc. Sono soggetti così come siamo noi? ... non lo so, quindi perché avere opinioni preconcette? ...
Una particella staccata dall'insieme. Essere "consapevoli" fa tutta questa differenza per voi? ... Se è così, continuate ad uccidere, oppure porgete l'altra guancia, oppure continuate a preoccuparvi, o parlate - e pagate - con il vostro terapeuta.
Il "significato" della vita è lo stesso che lo "scopo" della vita, è lo stesso che la "conservazione" della vita, è lo stesso che la "selezione naturale per essere in forma" per la vita, è lo stesso che i "limiti" della vita. Ma che cos'è la "vita"? ... È la selezione naturale al lavoro sulle categorie di elementi nati nel Big Bang e che si sono evoluti inizialmente nella chimica, in seguito nella chimica organica, da qui in biochimica e recentemente in un complesso sistema basato sulla biochimica informatizzata ... C'è un problema in questa ultima implementazione: gestalt!
"Gestalt" non aiuta più, piuttosto è un ostacolo: vogliamo essere più precisi nel governare i nostri pensieri, vogliamo il controllo completo, vogliamo conoscere i segreti dell'universo nei minimi dettagli. Ecco il motivo della nostra rabbia! ...
Non possiamo controllare il mondo, non possiamo dominare il mondo, nemmeno con l'aiuto dei nostri dei consunti. Nessuno può! ... Niente può!
Sì, come diceva Totò: Arrangiatevi! ...
Se estendiamo il concetto al contenuto del nostro universo, possiamo ben vedere che tutte le cose si comportano così ... Nessun domina l'universo, almeno nessuno che possa anche dimostrarlo.
Quindi la "LIMITATEZZA" è la chiave: non sperare più negli "assoluti", non ce ne sono.
Che cosa penseresti, se ogni singola cellula del tuo corpo avesse bisogno del pieno controllo ... Questo è il cancro, non è vero? ...
Cosa succederebbe se i "buchi neri" avessero la capacità di inghiottire tutto quello che c'è? ... Quella sarebbe la fine di tutto ... Ma per fortuna non possono ... Perché? ... "LIMITATEZZA" !!
"LIMITATEZZA" domina l'universo come noi lo conosciamo. Perché gli esseri umani dovrebbero eludere la regola? ...
L'unico universo possibile è quello in cui le cose esistono in "blocchi limitati". Se solo una singola istanza dovesse violare questa regola, ciò porterebbe immediatamente alla fine dell'universo. Chi siamo noi per cambiare il sistema? ...
Cosa vedi quando ti guarda allo specchio? ... te medesimo ... ma anche lo sfondo ... È questo insieme a essere "tu", da una prospettiva necessariamente "limitata": non esiste altro modo di vedere - di esistere - nell'universo.
Qualsiasi altro modo di "vedere" (esistere) l'universo porta con sé anche diverse limitazioni (non facilmente comprensibili): non è certo che una prospettiva sarebbe migliore di una qualsiasi altra. Io non vorrei certo prendere il rischio! ...
La considerazione finale è: abbiamo una possibilità, prendere o lasciare. Forse ce ne saranno altre e forse no. Concentrati qui e ora, si può anche dire "carpe diem", ma non solo ...
Non c'è niente che possa farti del male, a meno che non ti sbagli su te stesso, su  tutto  te stesso.




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mercoledì 6 settembre 2017

A proposito di misteri e di lamentele ...




Per circa 14 miliardi di anni sono stato tranquillamente "morto” e, molto probabilmente, dopo questa breve parentesi di circa 70/80 anni, mi ritroverò, verosimilmente, come prima. Non c’è motivo di pensare che sia diverso da come fu! … 
Rimane un'unica lamentela formale, relativa a questo seccante e inutile intervallo, pieno di insensate scemenze … Sinceramente, non me lo spiego! 

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Concerning mysteries and complaints ...

For about 14 billion years I have been quietly "dead" and, most likely, after this brief period of about 70-80 years, I will be, probably, as I was before.  There is no reason to think that it should be different from how it used to be! ... 
There only is one remaining formal complaint concerning this annoying and unnecessary interval, full of foolish nonsense ...  Honestly, I can't figure it out! ...


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martedì 5 settembre 2017

Quale paradiso? ...




Preferisci le vergini, o startene seduto su una nuvoletta a suonare l’arpa per un tizio barbuto; o forse la tua intelligenza superiore ti dice come sia preferibile il nirvana … o magari reincarnarti? … Sì, reincarnarti, di corpo in corpo, vivendo infinite esperienze, nel corso dei secoli, come un highlander? … Per poi veder morire tutto ciò che hai amato e per sempre ti capiterà mai di amare? …

No! Niente di tutto questo, noi siamo aggiornati e alla moda, noi vogliamo un nuovo tipo di immortalità, quella garantita dalla Singolarità prossima ventura! … Quella per cui saremo “upgradati nel cloud”, divenendo realtà cibernetiche, trasferendo la nostra mente in un sistema globale, nel quale tutto sarà diverso, nel quale tutto sarà possibile, nel quale tutti avranno gli stessi superpoteri di Neo/Reeves, nel quale tutti saremo indistruttibili e infallibili, come lui …

E’ forse questo il nuovo sogno del folle scienziato cibernetico, che si nascone in tutti noi? … Forse il loro, non certo il mio! … Più che un sogno ha tutta l’aria di un incubo … E di uno senza fine! …

Quelli che non vedono l’ora di liberarsi di questo corpo limitato e mortale, secondo me, non hanno fatto i conti con la loro “coscienza”. Quella coscienza che emerge proprio dalle sensazioni di un corpo caduco, limitato, in eterno cambiamento, nel bene come nel male. E’ questo, in verità, che ci permette di distinguere fra la realtà e il sogno, tra il dolore e la gioia, tra il presente e il futuro; pur con tutte le limitazioni che ne conseguono.


La Singolarità tecnologica non è che l’ennesimo paradiso illusorio, non è che l’ennesima eternità impossibile, non è che l’ennesimo baratro imprevisto … Ma per fortuna non è così vicino da dovermene preoccupare in prima persona e per quanto riguarda gli altri … Beh! … Arrangiatevi!



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martedì 1 agosto 2017

Che cosa è la vita?


Se ti manca qualcosa che sia per te vitale,
        l'ansia ti divorerà e non potrai fare altro che continuamente cercarla ...

Se hai qualcosa che sia per te vitale,
       l'ansia ti divorerà, certo che presto o tardi non potrai che perderla ...

La vita non è che la perenne ricerca di qualcosa, con l'ansia che ti divora,
       inframmezzato dall'incessante paura di riperderla ...














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Origine: Beh... Ognuno ama citarsi addosso.



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martedì 14 marzo 2017

Beauty is in the eye of the beholder ...



Come sei bella più bella stasera Mariú!
Splende un sorriso di stella negli occhi tuoi blu!
Anche se avverso il destino domani sarà
Oggi ti sono vicino, perché sospirar?
Non pensar!

Parlami d'amore, Mariù!
Tutta la mia vita sei tu!
Gli occhi tuoi belli brillano
Fiamme di sogno scintillano
Dimmi che illusione non e
Dimmi che sei tutta per me!
Qui sul tuo cuor non soffro più
Parlami d'amore, Mariù!

Qui sul tuo cuor non soffro più
Parlami d'amore
Parlami d'amore
Parlami d'amore, Mariù!


























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Origine: Parlami d'amore Mariù - di Cesare Andrea Bixio


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Alla ricerca della verità ...



Le prime stelle in cielo brillano già
Tra i biancospini il vento mormora e va
Sembra un'incanto il bosco sotto la luna
Favole appassionate narra per te

Vieni c'è una strada nel bosco
Il suo nome conosco
Vuoi conoscerlo tu
Vieni c'è una strada nel cuore
Dove nasce l'amore
Che non muore mai più
Laggiu tra gli alberi
Intrecciato coi rami in fior
C'è un nido semplice
Come sogna
Il tuo cuor
Vieni c'è una strada nel bosco
Il suo nome conosco
Vuoi conoscerlo tu.

Vieni c'è una strada nel bosco
Il suo nome conosco
Vuoi conoscerlo tu
Vieni c'è una strada nel cuore
Dove nasce l'amore
Che non muore mai più
Laggiu tra gli alberi
Intrecciato coi rami in fior
C'è un nido semplice
Come sogna
Il tuo cuor
Vieni c'è una strada nel bosco
Il suo nome conosco
Vuoi conoscerlo tu.

























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Origine: La strada nel bosco - di Cesare Andrea Bixio



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