domenica 11 novembre 2012

Trattato di Filosofia Terminale



Abstract:  qual é il vero “Spirito Del Nostro Tempo”: Trascendere o Trasalire … ?

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(incipit)

Percorrendo la Genesee Avenue, provenienti dalla County Highway S21 in direzione dell’oceano, non tutti si rendono conto di costeggiare le siepi della celebre “Neuron Valley”, altrimenti nota come Neurosciences Institute di San Diego, a pochi metri dalle splendide spiagge californiane di La Jolla.

Per molti specialisti del ramo, La Jolla è un po’ “La Mecca” dei più avanzati studi sul cervello umano.

Giancarlo Fendi e Elena Fait erano per l’appunto in procinto di percorrere quel tratto, discutendo animatamente sulla mappa stradale che lui leggeva, mentre lei, impaziente, cercava di portare la loro auto in affitto all’agognata meta …

La meta … già! Dove diavolo era finita questa dannata meta? Da tempo avrebbero dovuto essere lì, ma non se ne vedeva l’ombra … Colpa di Gianca, che non sa leggere le carte stradali, o della frenesia confusionaria di Elena …

 

- Mi vuoi dire per tempo quando devo imboccare un’uscita! … Se me lo dici all’improvviso, e ti do retta finiamo addosso a qualcuno …

- Certo, con tutto questo traffico notturno, il rischio è altissimo …

- Hai un mestiere in mano, bello mio … Il comico da Zelig! …

- Perché non ti fermi un momento, invece che affrettarti verso il nulla? Così possiamo fare il punto con calma e magari ti posso dire per tempo dove svoltare …

- Perché non chiedi informazioni a qualcuno, invece? …

- Sai, con tutta questa folla in giro, ho l’imbarazzo della scelta, non vorrei che gli esclusi si offendessero …

- Va bene, hai vinto, mi fermo … Basta che la smetti con le battute, sono esausta! …

- Ah! Ecco, siamo fortunati! … C’è qualcuno che si avvicina …

- Dove? …

- Lo vedo nello specchietto, è dietro di noi …

- Ma … come cammina, sembra ubriaco! …

- Accidenti! E’ ubriaco … cavolo, si sta avvicinando … vorrà mica dei soldi? …

- Ecco il genovese che riemerge … Gianca! Non facciamoci conoscere, se te li chiede, dagli un paio di dollari, così si leva di torno …

- …

- Buenas Noches, Seňoras y Seňores … Como puedo aiudarles? … Chieren comer? … Chieren bailar? …

- …

- Come cazzo parla, questo? … Siamo ancora in America o siamo già sconfinati in Messico? …

- Qui ci sono molti immigrati e per lo più, voglio immaginare, appartengono alla categoria dei poveri, se non proprio dei disperati …

- Do you speak english? …

- Ma piantala, cretino! … No sai dire due parole di spagnolo? … Per chiedergli una dritta? …

- Io non parlo spagnolo, stronza! …

- Spostati, scemo! … Por favor, Seňor … Escuche, sabe donde estas La Jolla? …

- …

- … Vamos a lahoya, ohho … hoho … oh … Vamonos ermanos, todos a lahoya …

- …

- Che sta dicendo, sto rimbambito? …

- Sei tu la poliglotta! … Non lo sai che La Jolla in spagnolo si pronuncia lahoya, con l’acca aspirata e la nostra “gl” al posto della doppia “l”? … Bella mia bambina …

- Allora lo parli lo spagnolo, brutto vigliacco … E parlaci tu, dai! …

- Ola, amigo! … Nos buscamos La Jolla … ¿Tu sabes donde estas? …

- …

- La Jolla … La Jolla … fuck you bastards! … Estas aquì … Mirala, aquì … Yo no la quiero jamas … Ella no me quiere jamas … La Jolla, La Jolla …  Estas aquì … fuck you bastards! … fuck … ¿Amigo tienes dinero para mi? … Dolares, dolares … para un viejo borracion …

- …

- Sì, sì … Tieni … Eccoti un paio di dollari … Ma non andarteli a bere, piuttosto mangia qualcosa …

- Ma non farci ridere, Gianca! … Cosa vuoi che si compri con due dollari in California? … Magari un pasto all’Hilton? …

- Beh, di che si lamenta non ha neanche saputo rendersi utile! …

- Chiedi a qualcun altro, lascia perdere quel disgraziato …

- Tu sì che hai il senso pratico sviluppato! …

- Ricominci con le battute? …

- E tu? … Ricominci con le cazzate? … Dove lo trovo un altro, c’è solo lui? …

- Guarda là davanti, sta arrivando qualcuno … Dai, scendi e vagli a chiedere! …

- E cosa spingi! … Senti un po’ Elena, ma non ti sembra un po’ rischioso, a quest’ora, avvicinare gente sconosciuta per la strada, in un posto isolato come questo? … Siamo in America, qui ti puntano una pistola come niente, per rubarti l’orologio e il portafoglio …

- Chi vuoi che se lo prenda quel catorcio vecchio di dieci anni e rimediato in via Prè? …

- E la mia vita, non la valuti niente? …

- Ma levati! … Dai, chiamalo, prima che lo perdiamo …

 

Gianca si avvicina titubante al sinistro personaggio, che nel frattempo ha raggiunto il traballate “borrachon”, aiutandolo a rimanere un po’ più dritto … I tre confabulano a lungo, tentando di estromettere il vecchio che continua a balbettare in spagnolo, frasi apparentemente senza senso … Poi, dopo qualche interminabile minuto, Elena lo vede tornare e risalire in auto … Gianca, sorride e le fa segno di avanzare fino al primo angolo e svoltare … Tutto a segni, senza fiatare e con un’espressione vagamente auto commiserante …

 

- Allora? … Mi vuoi dire cosa ci avevate tanto da parlottare? …

- Niente, vai … vai! … E’ qui dietro l’angolo! … Quel vecchio ce lo aveva detto, chiaramente: “esta aqui”, vuol dire “è proprio qui” … Ma tra tutt’e due non l’abbiamo capito … Poi l’ubriaco era lui! …

- Beh! … Che significa! … In fondo parlava spagnolo ….

- Ah! … Adesso non lo parli più lo spagnolo! … Poco fa sembravi un fenomeno, adesso non te lo ricordi più? … Che faccia! ...

- Vabbe, dai! … Meno male che siamo arrivati, faccio appena in tempo a fare il check-in all’ingresso …

- Senti, io non me la sento di sorbirmi tutti quei discorsi, se non ti dispiace, mi farei un giretto e magari mi fermo in un bar, se lo trovo … Così tu ti fai le tue cose con calma e tra un’oretta passo a riprenderti … Per piacere …

- Non mi accompagni? …

- Ho voglia di sgranchirmi le gambe, amore … Sono ore che stiamo ingabbiati … Lasciami andare, tanto io non ti servo e … magari lui è un bell’uomo …

- No, ma per farti dispetto potrei anche farmelo andare bene …

- E io potrei incontrare per strada … Che so, Jessica Chastain …

- E chi è? …

- Una rossa niente male …

- Ok! … Basta che poi me la presenti …

- Ah, ah … Che Spasso! …

- Ciao, amore … Fai il bravo e non metterti nei guai, mentre la mamma lavora! …

- Lavoratrice, me lo dai il collo per un secondo? …

- Ahia! … Mi hai lasciato il segno! .. Guarda qui! … Che figure … Vattene, fuori! …

 

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Elena si era avvicinata al casotto del guardiano e con la coda dell’occhio aveva intravisto Gianca, che svoltava l’angolo, proprio quello dal quale erano appena arrivati e, nella sua mente, per un fugace attimo, si era chiesta dove diavolo stesse andando, ma la voce dell’impiegato, che le chiedeva se avesse appuntamento, la distolse da quel pensiero …
 

 - My name is Elena Fait, professor R. is waiting for me … I hope I’m not too late …

- Oh, yes, ma'am … gotcha! … Straight to the next block then on your left, third floor …

- Thank you …

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 Nello stesso momento Gianca si incamminava lungo il percorso dal quale erano appena arrivati … Non che avesse in mente nulla di particolarmente preciso, ma lo aveva incuriosito il comportamento dell’uomo sopraggiunto in aiuto del “borrachon” … Mentre parlavano, si era fatto l’idea che fosse una persona insolitamente colta per quel ruolo e, senza riflettere troppo, aveva voluto vedere cosa fosse successo dopo che li aveva lasciati … Il pensiero del pericolo che si era affacciato poco prima era svanito, sopraffatto dalla curiosità di quell’incontro insolito …

Pochi passi oltre il punto del primo incontro intravide una rientranza, una specie di vicolo, o un cortiletto … fu attirato dalla tremula luce di un timido fuoco, probabilmente seminascosto dal bordo un vecchio bidone forato … Gianca era combattuto tra curiosità e timore, troppe storie di violenza urbana in America, non potevano non interferire col suo innato spirito di osservazione, ma “lardo, o non lardo”, Gianca decise che anche quella era l’America …

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 Elena nel frattempo combatteva con le bacheche e le linee colorate sul pavimento … Gli uffici erano deserti, data l’ora inusuale e nessuno era lì per darle indicazioni … finalmente però intravide una sagoma da lontano …

- Excuse me, Sir … I’m looking for professor R. … can you help me? …

- It’s me! … Hi, Ms. Fait, I suppose …

- Yes, yes … meno male, non ci speravo più! …

- La speranza è l’ultima a morire … non si dice così, nel vostro paese? …

- Ah! … ma lei parla la mia lingua …

- Solo un poco … mi piacerebbe esercitarmi un po’ con lei se permette, presto mi devo recare ad un incontro con dei suoi connazionali e vorrei fare bella figura, con qualche frase ad effetto, che ne dice? …

- Ne sarò felice, professore … “do ut des”, diciamo noi …

- Questo è un motto universale, direi …

- Ha ragione … Le chiedo scusa per il ritardo, ma siamo rimasti traditi dalle distanze, in questa vostra città immensa, noi poveri abitanti di città in miniatura …

- Non ci pensi! … Posso offrirle un caffè? Ero appena uscito per procuramene uno …

- Si grazie, forse è proprio quello che mi ci vuole …

- Possiamo iniziare l’intervista mentre sorseggiamo il caffè, su queste comode poltrone … che ne pensa? …

- Oh, sì, volentieri … Mi permetta di sottoporle un paio di numeri della nostra rivista, così può farsi un’idea del nostro stile … Siamo una rivista generalista, rivolta alla famiglia, ma ci piace anche affrontare, qualche argomento di alto profilo, mantenendo tuttavia un linguaggio alla portata del grande pubblico … Naturalmente abbiamo anche un nostro sito web, come le dissi a suo tempo … Ma dubito che abbia trovato il tempo di visitarlo …

- Confesso di aver passato la mano ad uno dei miei assistenti, per una semplice verifica di routine …

- Che ne pensa dei numeri che le ho portato? …

- Bella grafica! …

- Touché …

- Mi scusi, Ms. Fait … Non volevo affatto essere ironico! …

- Non c’è problema, è ovvio che le sue letture siano di altro genere …

- Oh, no! … anch’io vado dal dentista, di quando in quando …

- Questa, però lo era! …

- Cosa? …

- Ironica …

- Sì … Non me ne voglia, ho avuto una giornata piuttosto intensa … Ho bisogno di non prendermi troppo sul serio, a quest’ora della sera ..

- E’ stato davvero molto gentile a concedermi quest’incontro in un’ora tanto insolita … Gliene sono grata, anche se mi costerà qualche frecciatina …

- Bene … siamo sulla stessa lunghezza d’onda …

- Posso iniziare? …

- Spari pure …


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... continua ... forse, non so, ho tante cose da fare ... vedremo in futuro


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di prossima pubblicazione? ...


domenica 9 settembre 2012

UNA POESIA

Abstract: questa, come molte altre profonde riflessioni, è stata concepita sul water, mentre con lo sguardo fisso al pavimento, ero in attesa degli eventi ...



formichina, formichina

gira, gira come una cretina,

perché unico scopo della tua miserrima vitina,

altro non è, che procurare del gran cibo

per la tua famelica Regina ...




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mercoledì 8 febbraio 2012

La Guerra Degli Immondi …

[War Of The Foulsty]




Abstract: I nemici dei miei nemici sono gli amici dei miei mici …… o meglio, di quello che ne resta nella sabbiera …





(incipit)

- ... Non se ne può più! ... Mi permetta di dirle, in tutta confidenza, che, dopo qualche giorno, gli ospiti sono come i pesci ... iniziano a puzzare! ...
- A cosa si riferisce, esattamente? ...
- Gli americani ... Eccoli lì, con tutta quella loro dannata prosopopea ... Non li sopporto più ... Oddio! … Mi scusi se la sto mettendo in imbarazzo ... Non mi rendevo quasi conto ...
- Cosa? ... Che sono anch'io uno di loro? ...
- Ehem! ... Naturalmente, ci sono individui e individui, generalizzare è un errore al quale non è sempre facile sottrarsi ...
- A chi lo dice! ...

...


“ … ci comunicano un’ultima ora … ecco qui … la leggo insieme a voi … sembra che siano stati intercettati dei profughi ai confini messicani … apparentemente provenienti dai confini statunitensi … Cosa? … Scusate, sembra ci siano ulteriori dettagli … Quando? … Si, va bene … Chiedo ancora scusa … Ci stanno trasmettendo in tempo reale alcuni dettagli circa lo stato di salute dei sopravissuti … apparentemente sembra non abbiano subito danni gravi, ma ci riserviamo una prossima edizione straordinaria, appena saremo in grado di fornire notizie certe … E con questo è tutto per ora, auguro a voi tutti una buona prosecuzione di giornata. … Un saluto dalla vostra Michela Polvirenti …”



...


- Piove sul bagnato! ...
- E' inutile illudersi ... Questo stillicidio non avrà mai fine! ... siamo destinati alla decimazione, se non troviamo una strategia alternativa ...
- Scusi Dottore, ma questa mi sembra proprio una frase fatta! ... Quando ho presentato la richiesta al vostro ufficio stampa per intervistarla, devo essere sincero, mi aspettavo qualcuno che finalmente mi dicesse qualcosa di onesto su come stanno davvero le cose ...
- Forse, al posto suo, direi le stesse cose ... Ma lei deve capire che noi tutti stiamo maneggiando materiale altamente esplosivo, dal punto di vista degli effetti che possa avere sull'opinione pubblica, sia in termini di morale per le truppe, sia più in generale, sul possibile panico che potremmo ingenerare ... Questo richiede prudenza, non certo reticenza ... e spero che, alla fine della nostra discussione, lei possa essere al contempo soddisfatto delle risposte e, almeno un poco, "complice" nel gestire responsabilmente ciò che verrà a sapere ... A noi serve che certe informazioni arrivino al pubblico nel modo corretto: esso "deve" essere preoccupato, ma ciò affinché si prepari a combattere per la propria sopravvivenza, senza cadere nella disperazione e nel terrore ... Questo non servirebbe a noi e nemmeno a lei ... immagino ...
- Come si è fatto quest'idea della stampa? ...
- Non ho concesso un'intervista alla "stampa" ... l'ho concessa a lei ...
- Touché ...



Il brusio di sottofondo andava rapidamente aumentando, in quel bar stile pub, dove il Dottor Leon Wittein aveva deciso di incontrarmi, e forse solo ora capivo perché ... Guardando l'orologio mi resi conto che si era fatto tardi e cominciavano a sciamare i fuorusciti dagli uffici in centro ... In parte il ritardo era colpa mia e Wittein era stato fin troppo comprensivo ad accettare lo stesso di ricevermi ... poi la corsa in taxi fino a qui, con qualche ulteriore perdita di tempo ed ecco ... ora stavamo in mezzo ad una bolgia di promessi avvinazzati ...
Non mi restava che stringere i tempi e cercare di strappare al mio ospite qualcuno dei suoi segreti ...


- Preferisce dichiarare qualcosa, o passiamo subito alle mie domande? ...
- Facciamo prima una chiacchierata informale ... poi cercheremo insieme di organizzare una forma appropriata per le cose che le consentirò di mettermi in bocca ...
- Questo, in altri tempi, sarebbe stato considerato "complottare" ...
- Posso rilasciarle subito un comunicato "ufficiale" di trenta/quaranta parole e poi raggiungere quella giovane donna lì al banco, quella che ha tutta l'aria di volersi bere i propri dispiaceri ben diluiti in abbondante vodka-martini ... o preferisce sapere molto più di quello che potrà scrivere? ...
- Uhmmm ... mi ci lasci pensare ...
- Davvero? ...
- No, dannazione! ... Ha vinto, facciamo come vuole lei ...




Non sapevo, a quel punto, se avrei effettivamente rispettato i patti, o se mi sarei semplicemente servito di quell’accordo per impossessarmi del maggior numero di informazioni, da spendere in seguito a mio piacimento … Tuttavia un dubbio mi rodeva dentro: era solo un ingenuo … improbabile, o mi stava fregando più di quanto io potessi mai fregare lui? … Proprio mentre mi davo da fare per predisporre un microfono direzionale collegato al mio smart-medium, Wittein sembrò interpretare il mio pensiero meglio di me …



- Ho letto molti dei suoi articoli, Dottor Damasio, naturalmente pre-visionati dai miei collaboratori, insieme a molti altri di tanti suoi colleghi … Abbiamo fatto un’accurata valutazione di tutti gli aspetti che ci interessavano: credibilità, autorevolezza, capacità di indagine indipendente, senso di responsabilità nel rivelare, o meno, notizie potenzialmente prive di fondamento, con le dovute cautele … ecc., ecc. Al termine di tutte queste verifiche, siamo arrivati ad una selezione di nomi, tra i quali il suo … Abbiamo quindi deciso di riservare ad alcuni di questi nominativi la priorità su notizie particolarmente delicate e sulla loro prudente diffusione … Ci siamo detti che qualche rischio era inevitabile, ma che persone che avevano una sana reputazione non si sarebbero giocata la possibilità di avere le nostre primizie, “disobbedendo” alle nostre raccomandazioni … Mi segue? …
- Sarebbe a dire che, se non facessi come pattuito, mi tagliereste i rifornimenti? …
- Questo è il minimo, ma non escluderei che le potessero “tagliare” anche qualcos’altro … Non dimentichi, che ci sono tante persone malintenzionate in circolazione, di questi tempi … Gente che taglierebbe la gola al proprio fratello, per un tozzo di pane …
- Magari per un tozzo di pane no, ma per un inalatore-accumbens ci scommetterei di sì … Però questa minaccia la trovo proprio fuori posto! … Una caduta di stile, per un tipo come lei …
- Non si faccia illusioni, Damasio, siamo in guerra, non lo dimentichi: anche ex-civili come me, passano direttamente ad un livello di sicurezza, in cui la responsabilità verso i superiori ha la priorità su eventuali “perdite collaterali” … Non amo usare questa terminologia, ma per capirci: io porto il peso delle cose che so in prima persona e se rivelo a qualcuno informazioni riservate, ne divento direttamente responsabile nel bene e nel male … mi capisce? … Se la sente di continuare? …
- Mi coglie un po’ di sorpresa e comunque … Non sono già entrato nell’ingranaggio, a questo punto? …
- Lei ha solo iniziato a correre i suoi rischi … da qui in avanti la sua vita potrebbe dipendere da come utilizzerà le sue conoscenze … Ho bisogno che lei accetti formalmente … Non è l’unico ad avere in dotazione uno smart-medium, sa? …
- Ci sentono? … voglio dire, adesso? …
- Io non posso aprire bocca senza essere registrato e catalogato, insieme ai miei interlocutori … cosa credeva? … che si “fidassero di me”? … Nessuno più può essere al di sopra di ogni sospetto ed il modo migliore per prevenire inutili paranoie è quello di evitare tutte le tentazioni …
- Ok! … Vada per il rischio … Accetto le sue condizioni … “à la guerre comme à la guerre” …
- Benvenuto nel club dei dannati …


Wittein si fece scuro in volto … Capivo che stava per cambiare il tono della discussione … Ebbi improvvisamente una vaga sensazione di paura …




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Era stata tutta colpa del mio “capo” … Qualche giorno prima, a colazione, avevamo avuto l’ennesima discussione sulla possibilità di adottare un altro marmocchio … Lei ci teneva, io non tanto, nel senso che già trascurarne una, affidandola alle babysitter per la maggior parte del tempo che non passava all’asilo, mi sembrava sufficiente … E poi, di questi tempi, il nostro lavoro non poteva che essere sempre più frenetico … Lei, sosteneva che stavo violando i patti: niente figli da mettere al mondo, ma ok a quelli adottati … Non se ne veniva a capo … poi improvvisamente aveva cambiato discorso … e si era messa a parlare di lavoro …


- Beh? … ora che ti prende …
- Non voglio più discutere con te! … Ho altre cose per la testa e oggi sarà una giornata pesante … Non ti voglio più tra i piedi … Va pure a preparare la tua intervista … non so proprio cosa ci trovi di speciale in te, quel Wittein, ma se proprio ci tiene ad averti … buon pro gli faccia … Ora devo chiamare Fede, prima che si metta in marcia, mi serve che faccia una deviazione … ma dove ho messo il mio auricolare? …
- Magda, amore mio, parliamone … io ho pianificato diverse cose per oggi … ma visto che siamo in discorso, qualche minuto in più …
- Non mi interessa, sei già sul lavoro, a partire da adesso … Pronto Federica? … Dove sei? … ah! … Meno male … cambio di programma, prima di venire in ufficio, mi devi fare un salto a questo indirizzo, te lo mando col materiale da richiedere, via mail …
- Magda …
- Direttore, John … per il resto della giornata! … E’ chiaro? …
- Maledizione, che testa …
- Mai come la tua … e ti consiglio di fare bene il tuo lavoro … perché non voglio ritrovami con un altro dannato, inutile, comunicato stampa …
- Porco mondo! …
- L’hai detto! …


Dopo quella insensata discussione ero dovuto tornare in ufficio, e dare la caccia a Fede, prima che incontrasse Magda, per cercare di convincerla a mettere una parola buona per me, visti i loro trascorsi …
Avevo già preso due caffè quando Fede si fece viva …


- Ne prendi uno? …
- No, lascia stare, prima di sera mi uscirà dalle orecchie … meglio cominciare più tardi possibile … Che diavolo le hai fatto, John … aveva smesso, ultimamente, di fumare dalle orecchie … Perché non cerchi di assecondarla un po’ … lo sai lo stress a cui è stata sottoposta ultimamente, dannazione” …
- E’ proprio per questo, che non le serve un altro marmocchio, non credi? …
- E invece sì, dannato somaro! … Io la conosco meglio di te! … te lo dico io, che dovresti sostenerla, invece di darle contro …
- Fai presto tu … Intanto l’hai mollata …
- Non me lo perdoni, vero? …
- Che dici …
- Io credo di sì … tu continua pure a negarlo …
- Senti, non mi va di scherzare! … chiaro? … anch’io ho le mie ragioni, non farmi la saputella, cazzo! …
- Io ti ho dato un consiglio spassionato … se non vuoi starmi a sentire, affari tuoi …
- Va bene … ci penserò su! … contenta? …
- Sai che voglio ancora un gran bene a Magda … Ha bisogno di te più che mai … è questo che la rende furiosa … vorrebbe che almeno tu non fossi uno dei tanti ostacoli che si trova a dover affrontare in questo periodo … lo capisci, no? …
- E tu trovi giusto, che io, semplicemente, ceda il passo …
- No, testone … tu devi fare molto di più … molto, ma molto, di più … Io non ce l’ho fatta, sia chiaro … capisco, che anche tu possa fallire …
- Psicologia spicciola, amore … sei stata dal cinese ultimamente e hai beccato il biscottino della felicità? …
- E certo che questa battuta … in quanto ad originalità …
- Merda! … Senti Fede, dammi tregua … non so cosa voglio fare, o cosa potrò fare, ma ti prometto che ci penserò e … magari ne parliamo ancora … ora però mi serve qualcosa con cui presentarmi da quel tal dottore … come si chiama … e poi che razza di dottore sarebbe …
- Wittein, è un biologo … o forse un neurofisiologo, o tutt’eddue .. comunque un gran cervellone, dicono …
- Chi lo dice? …
- Senti, ho un gran da fare, Magda mi ha scaricato una caterva di materiale da supervisionare … quasi che a farla incazzare fossi stata io … Eccoti qui tutto il materiale che ho raccolto fino ad ora, il resto dovrai fartelo da solo, io ufficialmente non ti conosco …
- Non vorrai mica scaricarmi? … non posso lavorare senza un appoggio in ufficio …
- Scordatelo … mi ha ordinato espressamente di non farmela più con te … io sono la “sua” assistente, mentre tu sei solo un dipendente di questa agenzia … e poi …
- Poi? …
- Ha aggiunto … “per ora” …
- Sta a vedere che mi vuole licenziare …
- Fossi in te, non ci scherzerei su troppo …
- Fottiti, Fede! …
- Non certo con te … in ogni caso …


Fede disse quelle ultime parole, sorridendo, con un dito sulle labbra serrate … mentre di sottecchi puntava ad una giovane apprendista lì vicino … per poi accennare una smorfia da ghiottona … e dondolarsi come una bambina in vena di marachelle … Quel suo atteggiarsi mi strappò un sorriso, di cui non avevo la minima voglia … Poi tornai con lo sguardo sulla fanciulla e non potei fare a meno di convenirne, con lo sguardo rivolto a Fede … avevamo gli stessi gusti, le feci capire … mentre si allontanava …
Fu così che iniziai a mettere insieme il lavoro di Fede con quello che già sapevo di Wittein e a farmi l’idea che il tipo fosse un pezzo molto più grosso di quanto mi era parso all’inizio dell’incarico … Che fosse la volta buona? … Avrei finalmente messo le mani su qualcosa di concreto, in grado di sollevare il velo di mistero che da anni copriva i tragici avvenimenti degli ultimi anni? …



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Mentre mi recavo all’appuntamento, mi ero ritrovato a riflettere su quanto fosse cambiato il mondo e su quanto noi facessimo di tutto per comportarci come se niente fosse ... standocene da questa parte dell'oceano, in un'Europa abbastanza al sicuro dalla prima linea … Ma di là dell’Atlantico, da ormai oltre dieci anni, un mostruoso “buco nero” aleggiava su tutti noi … Per molto tempo eravamo stati tenuti all’oscuro della vera natura di quegli avvenimenti e, solo poco alla volta, a causa delle solite fughe di notizie, si era fatta avanti la tragica verità … “Forze nemiche”, così le avevano eufemisticamente battezzate, … avevano invaso il continente nord americano e se ne erano lentamente impossessate … Frotte di profughi provenienti da quei paesi si erano in seguito riversate in Europa, così come nelle altre zone “libere” … In realtà, si seppe poi, l’invasione si era fermata, stranamente, poco più a nord del confine col Messico … Nessuno sembrava capirne il perché … Alieni, si scoprì successivamente, ma il mistero sembrava infittirsi, man mano che singole cose nuove emergevano … Qualcosa … proprio così “qualcosa” sarebbe precipitata dallo spazio … in un tempo non meglio definito … ed era passata del tutto inosservata, se non come reperto di studio per gli scienziati del ramo … Spiegazioni che non solo non hanno mai dissipato i dubbi, ma al contrario, ne creavano continuamente di nuovi … Semmai qualcuno si era immaginato un’invasione aliena reale, l’idea era stata che sarebbero arrivati a bordo di grandi astronavi intergalattiche, pronti a sottometterci coi loro gadget supertecnologici e con le loro menti superiori … Macché! … Nessuno se li era filati per anni … solo un aumento di apparenti anomalie ambientali, di animali e piante deformi … strane forme di inquinamento di origine sconosciuta … e poco più … poi, improvvisamente … una incomprensibile epidemia si diffuse rapidamente in gran parte del Nord America … Sembrava colpire inesorabilmente nelle città sede di organismi governativi e militari, per la gioia comprensibile degli attivisti anti-sistema, lasciando qualche chance in più solo ai centri minori, da cui, in seguito, sarebbe fuggita la maggior parte dei sopravvissuti …



- Senta, vuol scendere e andare a piedi? …
- Prego? …
- Il maledetto traffico … vuol scendere, forse a piedi farebbe prima … io qui sono bloccato! …
- No, guardi, tanto sto risentendo del materiale audio … Non ho voglia di arrivare ansimando e grondante di sudore, opto per la sua magnifica aria condizionata …
- Come vuole, comanda lei …



Anche questo tranquillo tassista, che deve fare se anche di là dal mare è in corso uno sterminio? … Smettere di lavorare e cominciare a preoccuparsi, magari … Sì e poi? … Tutti noi, che dovremmo fare? … Abbiamo accolto amorevolmente i profughi e, chi ci crede, prega quotidianamente per la salvezza delle nostre anime e magari anche dei nostri corpi … Qualcuno si è arruolato volontario per andare a rinforzare le forze presenti ai confini del teatro di guerra … ma che guerra è? … solo se loro decidono di non impegnarci possiamo tenere le posizioni, ma se appena hanno voglia di avanzare, le nostre difese si squagliano …



- Allegro, capo! … Sembra che qualcosa, finalmente, si muova … laggiù, in lontananza …
- Ah, davvero? …
- Beato lei che sa prenderla con filosofia … sapesse quanta gente si danna per questi intoppi e mi mette in croce perché non mi “invento qualcosa” … Pensi lei … dovrei inventarmi una soluzione estemporanea al problema del traffico per compiacere loro! … E io sarei qui a guidare uno stramaledetto taxi, se avessi una soluzione del genere? …
- Scusi, che stava dicendo? …
- Niente, capo … scusi lei, se la disturbo con le mie chiacchiere …



Mi ero reso conto solo in quel momento del ritardo che andavo accumulando, ma non avevo la minima intenzione di fare qualcosa … Per quella giornata, la dose di frustrazioni era già stata abbastanza … che le cose andassero pure come dovevano andare …
Wittein era sicuramente uno dei sopravvissuti … ma sembrava strano … in fondo gran parte dell’intellighenzia era sparita fin dagli albori dell’attacco … I profughi erano per lo più gente comune, proveniente da sobborghi, zone periferiche e campagne … L’esercito era stato decimato ed in seguito parzialmente ricostruito in zone liberate, grazie al reclutamento di volontari … Forse alcune strutture segrete si erano sottratte in tempo all’attacco … ma questo avrebbe dovuto includere il presidente ed il suo staff … come era potuto accadere invece che fossero stati spazzati via? … Perché una cosa è certa: nessuna delle massime cariche militari e civili era più stata vista in pubblico … Certo potevano essere stati mantenuti sotto copertura per motivi di sicurezza … Ma una volta all’estero, la cosa non avrebbe avuto più alcun senso … Anzi, la consapevolezza che la struttura di comando fosse intatta avrebbe potuto costituire un incentivo alla lotta, per quella nazione straziata … No, come al solito ogni tentativo di capirci qualcosa finisce in un vicolo cieco …



- Capo! … Siamo finalmente arrivati … sani e salvi … e … senza costi aggiuntivi, per l’aria condizionata! …
- Ottimo, ho solo un’ora di ritardo … che sarà mai …
- Mi dispiace, ma non c’era nulla che potessi fare …
- Non è colpa sua … tenga pure il resto …
- Grazie, Signore e buona giornata, per quel che ne resta …



Il mio appuntamento era lì ad aspettarmi, nemmeno poi tanto arrabbiato … del resto anche lui era arrivato in ritardo e, non vedendomi, aveva immaginato la situazione e così si era messo a lavorare in una delle sale d’aspetto interconnesse …
L’uomo era un individuo robusto ed atletico, non si sarebbe detto all’apparenza il tipo dello scienziato, sembrava più un militare, un rude, “tuttod’unpezzo”, maledetto sergente dei marines … ma solo finché non ebbe modo di parlare …
L’eloquio era sofisticato, chiaro segno di educazione superiore, ma anche garbato, segno di abitudine alle relazioni pubbliche … tutto il contrario del suo aspetto! … Mi mise subito a mio agio, mentre saliti ancora su un taxi, ci dirigevamo al luogo prescelto per l’intervista …
Ed eccoci, quindi di nuovo, a quel volto improvvisamente cupo ed all’inaspettata ansia che si era impadronita di me …



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- Io capisco il vostro stato d’animo, John … non dico di condividerlo, ovviamente, ma lo capisco … noi siamo qui, abbiamo “invaso” il vostro paese, quasi che l’aver subito un’invasione ci autorizzasse a piombare qui, nel vostro paese, dando ordini a destra e a manca …
- Non deve far caso alla mia osservazione di poco fa, Leon … posso chiamarla Leon, visto che stiamo per diventare complici, vero?... si tratta solo della forza dell’abitudine, il buon vecchio “mugugno”, che riemerge sempre sotto nuove forme … per quanto riguarda i suoi compatrioti, è abbastanza naturale, che ognuno si comporti spontaneamente, anche per “esorcizzare” questa terribile situazione in cui si sono venuti a trovare …
- La prego non giustifichi quei coglioni … hanno dato fastidio anche a me! … Noi siamo un popolo, che per lungo tempo è stato abituato a comportarsi da padrone ovunque andasse … oggi dovremmo almeno avere il buon senso di trattare i nostri ospiti col riguardo che spetta loro, per averci accolti come fratelli …
- Ora mi metto a piangere …
- Ok, Ok, John … Tagliamo corto … penso che ci siamo capiti, meglio passare alle cose serie …
- Allora, faccio prima un salto al bar, per fare il pieno …

Senza rendermene conto, forse, mi avvicinai al bancone proprio dove la “giovane donna” di prima continuava la sua collezione di coppe vuote … mentre ordinavo la sentii chiedere un altro giro e mi voltai verso di lei … Era … stavo per dire molto attraente, ma … quasi subito cambiai il mio pensiero in … molto triste … anche se le due cose non si escludevano a vicenda … Cercavo di trovare le parole per non essere banale e così fui colto di sorpresa dal suo approccio …


- Te la fai con quei fottuti? … Che te ne viene? … Bastardi! …
- Non credo di capire … Ci conosciamo? …
- Ciao, sono Candy …
- John … Cosa dicevi? …
- Odio quella gente … gli americani, intendo … sanno solo prendere quello che gli piace, finché gli serve, per poi gettarlo via … come spazzatura … Ci considerano territorio di conquista …
- Mi spiace di sentire tanta amarezza … immagino quale brutta esperienza tu debba aver patito, ma … non so se sia giusto generalizzare …
- No, immagino di no … ma in questo momento li ucciderei tutti … Alla salute, John … torna pure al tuo impegno …
- Sfortunatamente, devo … ma non so cosa darei per non perdere questa occasione …
- Io non sono un’occasione per nessuno, credimi … l’apparenza inganna …
- In questo caso, spero di essere ingannato ancora … magari uno di questi giorni …
- Se proprio ci tieni … mi trovi sempre qui … a fine giornata …
- Ciao, Candy …
- ‘derci, John …


Wittein aveva notato la scena e fece qualche piccato commento in proposito, subito diluito da qualche battuta sulle possibili reazioni della moglie in caso di sue eventuali scappatelle … Il suo volto si era un po’ rilassato e, mentre rigirava il suo bicchiere di bourbon, ebbi l’impressione che si accingesse a somministrarmi un faticoso preambolo …


- Quello che sto per dirti, John, deve essere inteso “solo per i tuoi occhi” … come diciamo noi, in gergo …
- Mi vengono in mente un serie di battute … ma mi trattengo, perché comincio ad essere terrorizzato! …
- Ne hai senz’altro motivo … Tutti dobbiamo esserlo, perché, per la prima volta, abbiamo perso il controllo sul nostro destino e le forze che ci troviamo di fronte congiurano con quello che noi siamo … e temo che questi due fatti insieme stiano sottoponendo l’umanità alla sua più dura prova di sempre …
- Ecco, ora sono proprio cotto a puntino, Leon … Potresti cercare di venire al dunque? …
- Sto cercando di trovare il modo giusto per farti capire quali siano le mie preoccupazioni, in merito alla sicurezza di noi tutti … prima che tu ti faccia travolgere dal tuo istinto di giornalista a caccia di scoop sensazionalistici … Non è un “Pulitzer” che ti salverà la pelle, se capisci cosa intendo … Prima di vedere la notizia, tu devi cercare di comprendere la gravità del momento in cui siamo e le conseguenze che noi dobbiamo fronteggiare, con il tuo, il vostro … aiuto … Quando avrai capito e solo allora, potremo pensare anche alle tue esigenze professionali …
- Abbiamo già chiarito che non ho scelta, quindi …
- Quindi niente! … Mi serve la tua collaborazione, mi serve una “testa di ponte” …
- Una che? …
- Testa di ponte, dannazione! … Un punto d’appoggio, che sia anche un punto di vista interno, presso la stampa … Non posso affrontare una lotta come questa ogni volta che devo far uscire notizie delicate … Questo genere di cose si è sempre fatto e … come dire … ha sempre significato vantaggi per entrambe le parti …
- Ok …
- Ora, l’intera questione va vista sotto due diverse chiavi di lettura … In prima battuta c’è l’attacco che stiamo subendo e tutto ciò che ad esso si collega … D’altro canto, come avrò modo di spiegarti in seguito, esistono cose che il pubblico non conosce ancora e che sono anche più sconvolgenti dell’esistenza stessa degli alieni … Cose su cui stavamo lavorando, prima dei fatti in oggetto e che oggi si potrebbero rivelare fondamentali per la battaglia in corso … Ma non possiamo certo darle in pasto al pubblico, così, come se niente fosse … Scusateci tanto … abbiamo tenute nascoste le più importanti scoperte scientifiche di sempre ed ora eccovele scodellate in tavola, andate e usatele contro i cattivi …
- Potrebbe essere la soluzione più onesta …
- Ma non necessariamente la più pratica, o la più efficace, o quella che i nostri capi approverebbero, ecc., ecc. …
- Sì, capisco … non sia mai, che la strada diretta venga presa in considerazione da un politico e men che meno da un militare …
- In parte posso condividere il tuo scetticismo, ma vi sono anche considerazioni valide a sostegno di un approccio cauto …
- Immagino che tutti questi discorsi e chissà quanti altri, li abbiate già fatti e rifatti, migliaia di volte, nei vostri bunker segreti …
- Immagini bene, John …
- Ma io, Leon, stavo scherzando …
- In vino veritas …
- Ah, già … sta tranquillo, Leon … questo sarà il primo e l’ultimo …


Lo sguardo, mentre vuotavo il bicchiere, cadde sul sinuoso passo della nostra comune “amica”, che si avvicinava, quasi si dirigesse al nostro tavolo … Invece ci passò a lato e, mentre già si allontanava, girò la testa verso di noi e lasciò partire una velenosa frecciatina, con assoluta nonchalance …


- Attento al portafogli, John …


Wittein rimase a bocca aperta, mentre io feci finta di seguirla con lo sguardo, per nascondere il sogghigno che non riuscivo a trattenere …


- Che diavolo avrà voluto dire? … Tu la conoscevi, John? …
- No, no … ho solo scambiato qualche convenevole con lei, mentre prelevavo i nostri drink … Che volesse mettermi in guardia contro qualche tipaccio che ha visto in giro? …
- Inventatene un’altra … scommetto che avete spettegolato sugli americani e che lei ce l’aveva proprio con me … Vedi, per colpa di qualche stupido ci stiamo rovinando la piazza …
- Qualche? …
- Ora non ti ci mettere pure tu, John! … Mi sarebbe piaciuto conoscerla, maledizione …
- Abbiamo cose più serie, ora … non credi, Leon? …
- Ecco come stanno le cose …



Leon prese il discorso molto alla lontana … non proprio dalla guerra civile americana ma quasi … credevo che mi sarei addormentato da un momento all’altro, mentre la mia mente correva, vagando qua e là, a cavallo tra passaggi storici a carattere scolastico e più mature riflessioni sulle motivazioni, che spingessero Wittein a tracciare continue digressioni e ad allargare sempre più il discorso … dicendo, e non dicendo, cose vagamente inedite … Non so come, il suo tortuoso eloquio, gradatamente, stava volgendo, con sempre più insistenza, da una fase prevalentemente storico-politica ad una con inclinazione più scientifica e mi stupiva il reiterato utilizzo di un nome di origini indiane, che Leon associava continuamente al proprio, e agli incredibili progressi sopraggiunti nei campi della neurofisiologia e neurobiologia … Mi trovai improvvisamente spiazzato, da quel completo cambio di prospettiva … E cercavo disperatamente di riprendere il filo del discorso, che avevo creduto sui binari dell’ovvio fino a pochi momenti prima …


- … e come se non bastasse … Ma, John! … Mi stai seguendo, vero? …
- Naturalmente! … Che diamine! …
- Ah! … Ok … Cosa stavo dicendo? …
- Parlavi di progressi inaspettati, nel campo neurologico …
- Sì, sì, ... ci sono! … Naturalmente, noi non potevamo limitarci ad osservare il lavoro faticoso dei cattedratici in continua lotta fra loro per ottenere finanziamenti … Né potevamo scoprire le nostre carte finanziando pubblicamente esperimenti altamente discutibili dal punto di vista etico …
- Quando dici “noi”, Leon …
- Sì, scusa … E’ ovvio che io ero stato uno dei primi ad essere cooptato nell’agenzia che doveva indagare sulle prospettive di queste scoperte …
- Ma, scusa, Leon … non so se ho proprio capito cosa, esattamente, agitava tanto le “alte sfere”, a proposito di queste scoperte … Temo di non cogliere il punto …
- Ok, John … forse ho parlato troppo e qualche concetto non è stato sottolineato abbastanza … Il punto è che la nostra strutture neurobiologica, quella dell’uomo sapiens, diciamo, è tale da poter “creare” la realtà in cui “noi pensiamo di vivere” … Ma questo ha conseguenze non indifferenti … Difficilmente eventuali forme di vita extraterrestre potrebbero aver sviluppato qualcosa di simile … Noi siamo un caso probabilmente unico nell’intero universo! … Ed in altri pianeti potrebbero certamente esistere forme di vita, le quali però, a loro volta, avrebbero sviluppato percorsi completamente diversi, non condividendo affatto le stesse leggi della fisica che noi “conosciamo” … o meglio, che noi “crediamo” di conoscere …
- Non è che io stia capendo proprio tutto …
- Ok … Non preoccuparti, per ora … siamo solo all’inizio e tu non sei del mestiere … occorrerà un po’ di tempo e pazienza e vedrai che le cose ti appariranno presto sotto una luce diversa …
- Tu mi stai dicendo, che le leggi di natura non sarebbero le stesse qui e in altri possibili mondi? …
- Le leggi di natura sono nostre “interpretazioni” del mondo che ci circonda, vincolate ad un parametro tanto fondamentale, quanto arbitrario …
- E cioè? …
- La struttura biologica del nostro cervello … dalla quale organizzazione “emerge” una “parziale interpretazione” su ciò che si trova al di là dei nostri sensi … Una tale interpretazione può anche avere le proprie leggi, ma esse non descrivono un “mondo là fuori”, bensì una “cosmologia qui dentro” …
- Questa sembra filosofia, anche se non ricordo su due piedi quale …
- Temo che questa sia scienza e della migliore anche! … Le nostre conoscenze sono limitate dal fatto che viviamo in un “sistema di credenze”, basato sulla creatività dei nostri neuroni e sul “consenso” generato attraverso i nostri legami famigliari e sociali … La prova migliore ne sia che nessun individuo, lasciato solo per un tempo sufficiente riesce a mantenere il proprio equilibrio mentale …
- Beh! … come prova. Leon, mi sembra un poco fragile …
- Era solo un modo di dire … Le prove effettive, derivano dagli esperimenti, sia pubblici che riservati, condotti negli anni … Noi sappiamo in conseguenza anche perché i nostri aggressori, non otterranno mai ciò che vogliono e questo ci porta all’altra chiave di lettura di cui ti parlavo poco fa … Se “loro” non riusciranno a risolvere il problema, dovranno continuare con gli esperimenti e quindi riverseranno all’esterno sempre più diseredati incapaci di combatterli, ma bisognosi di cure e sostentamento da parte nostra … e in questo sono emuli perfetti dei nativi americani, i quali ferivano volutamente i nemici catturati, senza però ucciderli, per poi rilasciarli, costringendo i loro compagni a spendere preziose risorse per prestare loro aiuto …
- Conoscono la storia i maledetti … Ma, con tutto ciò, Leon, esiste una denominazione ed una qualche idea precisa circa la natura di questi esseri? …
- Non sono mai stati osservati, se è questo che intendi … Si sa che sono in qualche modo associati ai ratti … e … ai loro escrementi e, per la verità, ad ogni tipo di feci … Ogni volta che abbiamo potuto raccogliere descrizioni intellegibili dai sopravvissuti … gli escrementi entravano nel discorso, insieme descrizioni colme di disgusto, repellenza, fetore, ecc.
- Sembra più una malattia, che un’aggressione …
- Sei più vicino alla realtà di quanto pensi, John …
- Cioè? …
- Alcuni ritengono che proprio questa caratteristica, che li associa a tutto ciò che per noi sia disgustoso abbia fatto sì che questi “alieni” si siano insediati fra noi indisturbati, fino ad aver posto solide basi per poi sferrare il loro attacco … Questa stessa ipotesi, prosegue supponendo che i ratti potrebbero essere stati il veicolo per la diffusione di quello che si configura come un vero e proprio contagio, un’epidemia … Ma con caratteristiche tutte speciali, perché una volta conquistati una serie di punti chiave, gli attacchi si sono manifestati come un vero e proprio assalto militare … con aggressioni feroci e devastanti …
- Nessuno del pubblico ha mai saputo esattamente in che cosa consistano questa tipologia di assalti …
- Non che noi si abbiano dati precisi, John … Posso solo dire che essi hanno un sistema d’arma estremamente sofisticato, pensiamo ad un qualche tipo di microonde, potentissimo ed al contempo estremamente selettivo …
- Selettivo? …
- Hai presente il forno a microonde delle nostre cucine? …
- Sì, e allora?
- Il principio è lo stesso … le microonde possono essere focalizzate per agire sulla molecola dell’acqua, per esempio, ed ecco perché vanno molto bene per scongelare i cibi … ma è possibile selezionare altre molecole su cui agire, se si hanno le opportune tecnologie …
- Significa che possono colpire specifici tipi di tessuto all'interno del nostro organismo, risparmiandone altri? …
- E’ quello che fanno, John … Ecco perché la maggior parte dei feriti, non mostrano segni di sorta, ma sono irrimediabilmente invalidi dal punto di vista cerebrale … Abbiamo la certezza che subiscano danni mirati a parti del cervello diverse, differenze anche minime e combinate variamente fra differenti parti del cervello …
- E che senso può avere una cose simile? …
- Temiamo di saperlo …
- Cosa? …
- Ci stanno studiando … Per loro i nostri concittadini non sono altro che esperimenti scientifici di qualche sorta …
- Che mi racconti, Leon …
- Ci sono ben pochi dubbi in proposito, John! …



Non riuscivo a trovare altre parole in quel momento … troppe erano le cose che avevo sentito e troppo spropositate, per poterle digerire così in fretta … Noi non siamo noi, loro non sono loro … e tutto quanto non sarebbe quello che ho sempre creduto fosse … Va bene la fantascienza, ma a tutto c’è un limite … dovevano informarmi prima e … un poco per volta … che accidenti! …
Leon mi guardava con quell’espressione tipo “ci sono già passato anch’io, perciò ti capisco”, che mi faceva anche indispettire: come se non bastasse il terrore e quell’altro sentimento, che ancora non esiste, ma che nel caso ci starebbe benissimo a questo punto …
Leon mi fece segno, senza fiatare, che a quel punto ci sarebbe stato bene un altro drink e che mi rilassassi un attimo mentre lui andava al banco …
Io ero in cerca di Candy, con lo sguardo di chi non si ricorda che lei è appena uscita e comunque non gli resta che aspettare la fine alla grande … E pensare che qualche ora prima ero convinto di aver avuto già abbastanza rogne per quel giorno …
Mi era anche passato per la mente di scappare, lasciando Wittein coi suoi guai … Magari al caldo, o al freddo … ci sarà pure un clima che non sopportano …


- Eccoti il tuo drink … Che stai pensando? …
- Accidenti se lo so … Sembra uno di quei giochi, da serate piovose … Cosa faresti come ultima cosa, se sapessi quando morirai …
- Ora capisci la mia preoccupazione? … Tu ti senti perso, eppure io ho cercato di presentarti le cose con tutte le cautele possibili … Cosa potrebbe succedere se certe notizie venissero rese pubbliche in modo incontrollato e senza un qualche piano per organizzare almeno una qualche difesa anche solo palliativa …
- Sarebbe il caos … ma dubito che ci sia un modo di presentare le cose alternativo …
- Io credo che sia nostro dovere tentare, comunque … ed avrei anche una mezza idea su come fare … certo non ci sono né garanzie, né ricette facili … ma è possibile presentare le notizie in modo da evidenziare che abbiamo almeno una chance di sfangarla …
- Esiste questa chance? …
- Se è vero che noi non conosciamo loro, è altrettanto vero che loro non sono ancora riusciti a capire noi … E’ evidente che stanno cercando qualcosa, che noi gli serviamo per qualche ignota ragione … Dobbiamo darci una prospettiva strategica ed essere consapevoli che siamo in guerra non per la sopravvivenza di questa o di quell’altra nazione, ma che ci stiamo giocando la sopravvivenza come specie dominante su questo pianeta … E questo il motivo per cui occorre anche il lavoro di uno come te, John … sia in ciò che pubblicherai, come in ciò che lascerai solo intravvedere … La nostra collaborazione potrebbe essere il primo passo per la salvezza, o uno degli ultimi sul pianeta …
- Tutto sommato, Leon, non sarebbe male emettere quel famoso comunicato stampa di trenta/quaranta parole … domani in mattinata … e nel pomeriggio, io uscirò con un commento, arricchito di qualche supposizione personale, qualche soffiata di persone informate, il solito intuito da vecchio giornalista, ecc. …
- Posso considerare come siglato il nostro accordo, John? …
- Ho forse mai avuto scelta, Leon? …



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Tornato a casa, non ebbi nemmeno la forza di accendere le luci … sapevo che avrei dovuto fare qualcosa ma mi serviva un istante di pausa … Passandoci vicino pescai una bottiglia dal carrello dei liquori e mi diressi verso la stanza … Sull’uscio presi una lunga sorsata di quello che si rivelò essere whisky di malto … e proprio allora fui sorpreso da una voce non del tutto estranea …


- Bevi per dimenticare me, John? …
- Chi diavolo …
- Non mi riconosci per via del lenzuolo? … Se preferisci lo tolgo subito di mezzo …
- Candy? … ma come sei entrata? … Dannazione! … potrebbe entrare mia moglie! … ma sei fuori? …
- Che deludente accoglienza, John …
- Mi vuoi spiegare come sei entrata e che ci fai nel mio letto? … Tra un po’ devo riprendere la bambina … come ti è venuta in mente una trovata del genere? …
- Quante domande, John … Speravo, invece, che avresti avuto tutte le risposte, che una donna si aspetta da un uomo …


Mentre diceva queste ultime parole, Candy scostò le lenzuola, mostrandosi completamente vestita, tranne per un singolo particolare … Al suo fianco c’era una fondina e dentro la fondina una pistola …


- Ho voluto farti uno scherzo, John … L’illusione é alla fine, scendi dalle nuvole … La tua immacolata fedina matrimoniale non corre rischi, ma le tue chiappe sì! …
- Co … co …
- Mi scodellerai mica un ovetto? … John …..
- Cosa significa questa storia? … Non si entra in casa della gente in questo modo … sbandierando pistole e scherzi da prete …
- Nessuno ti avrebbe disturbato, se tu non avessi ficcato il naso dove non dovevi …
- Che significa? … Ho avuto una giornata di merda, vedi di parlare terra terra …
- Guarda bene la pistola, prima che la rimetta al suo posto … Dovresti riconoscere il modello in dotazione al nostro esercito … Il “nostro” esercito, John … Non quello americano … Anche tu dovresti lavorare per noi, invece che per loro; non ti pare? …
- Si può sapere che stai dicendo? … Tu saresti un militare, di qualche genere? … e dov’è allora il tesserino?...
- Non c’è niente di più facile che falsificare tesserini … Non devi sapere più di quello che ti dico: stai intralciando il mio lavoro! … Sarei tentata di farti un buco in fronte e scaricarti in qualche vicolo fottuto …
- Io sono un giornalista … Non si spara ai giornalisti! …
- Ti farò aver una lista quanto prima, così ti si rinfrescherà la memoria … Ma nel frattempo mi servi, visto che ci sei, per raddrizzare le cose …
- Per chi mi hai preso? …
- Per uno che ha le palle in un morsa e sta per perderle … Il tuo amico Wittein è il mio “lavoro”, tu ti sei messo in mezzo e mi stai complicando le cose … Sarà un caso, ma dopo mesi di pedinamento, sono stata individuata proprio al tuo appuntamento di oggi …
- Tu eri lì per lavoro? …
- E che altro sennò? … Non penserai davvero di aver fatto colpo, povero piccolo? …
- Non c’entro per niente nel salto della tua copertura … Leon ti aveva notata per i fatti suoi, non so se in quell’occasione, o anche prima … A me ha detto che gli piacevi e ci voleva provare, forse … Ma niente di più … poi io ti ho incrociata per caso e mi sei sembrata passabile …
- Tu che sei abituato a ben altra selvaggina, è questo che intendi? … Comunque … se questa storia è vera, possiamo rimediarla facilmente … Tu dirai che mi hai cuccata e che però non voglio mettere a rischio il mio matrimonio, quindi niente mettersi in mostra … Questo dovrebbe consentirmi di lavorare intorno a voi due senza destare i sospetti del tuo nuovo amico Leon …
- Chi ti dice che sia disposto a fare il doppio gioco? …
- Il fatto che sia l’unico tipo gioco che potrai fare da vivo …
- Che giornata! …
- E … non è ancora finita … Ora vado, prima che arrivi tua moglie … Sarò io a mettermi in contatto, al momento opportuno … e tu dovrai relazionarmi su tutto! …
- Coooosa? … Ehi, un momento, non si era parlato di questo …
- Ne sto parlando adesso! … Tu lavori per questo paese e non, ripeto NON, per gli americani … Ti lascio continuare il tuo giochetto con Leon a patto che tu ne risponda a me! … E’ tutto abbastanza chiaro? …
- Ma che sta succedendo? … Non posso trasformarmi in James Bond dall’oggi al domani! … prima o poi, finirò per tradirmi …
- Se mi combini altri guai, non sarà Bond il tuo nome, ma più facilmente Mata Hari … esecuzione compresa! … A presto … John! …



Candy, o come diavolo si chiamasse, si avviò verso la porta e, mentre mi incrociava, fece volare verso di me il mio portafoglio, poi uscì appena in tempo per mancare il rientro di Magda … Io, invece, feci appena in tempo a sdraiarmi sul divano all’ingresso, con ancora la bottiglia in mano ed un mal di testa, che nessuna sbronza avrebbe potuto procurare … Poi Magda entrò dalla porta … rimase ferma qualche istante borbottando per il buio e poi accese la luce … Fui infastidito la quel flash accecante e borbottai qualcosa in proposito, agitando la bottiglia e raddrizzandomi seduto …



- Che bella sorpresa … Ci siamo dati all’alcol, vedo …
- Uh … Che succede, ancora? … Non ne posso più di questa giornata di merda! …
- Sono tua moglie, John … Mi riconosci? … Sono tornata a casa, hai riportato Arianna? …
- Ah! … ecco cosa dovevo fare …
- Ci penso io, ma tu vedi di darti una svegliata e preparare la sua cena …


Poco dopo ci ritrovammo a tavola con nostra figlia e la peggiore delle giornate sembrò finalmente rientrare sui binari della normalità … Magda scherzava con la bambina lanciandomi occhiate apparentemente benevole … ed io volevo, disperatamente, crederci …




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La mattina seguente ero andato in ufficio molto presto, uscendo di casa assai prima di Magda, nella speranza di riuscire a vedere Fede e a convincerla a dedicarmi un po’ del suo tempo, all’insaputa di mia moglie, per sbrigare un po’ del lavoro di ricerca, in cui lei era di gran lunga più smaliziata di me … Purtroppo non era ancora in vista, quando la mia cara Direttrice si affacciò all’uscio, per salutare e conoscere i miei piani per la giornata …



- Rimarrò qui a fare gli approfondimenti necessari, in preparazione dell’articolo da associare all’intervista con Wittein … Ci sono cose, emerse nel colloquio, che non mi aspettavo e necessitano qualche approfondimento …
- Se trovo il tempo per una pausa, magari ci sentiamo e me ne parli brevemente … Eh? …
- Sì, forse … ma può darsi che debba uscire per un’altra intervista, più tardi …
- Chi è il soggetto? …
- Un certo Bose Mahabarata, eminente neurologo, voglio capire alcune cose, anche da un punto di vista alternativo … Sto aspettando conferma …
- Ok, John … Vuoi dirmi niente? …
- Potrebbe saltar fuori qualcosa di inaspettato da questa storia, ma devo fare tutte le verifiche del caso …
- Va bene, attenderò che tu sia pronto … Nel frattempo ti scarico di qualche incarico minore … Ma fai in modo che ne sia valsa la pena …
- A buon rendere! …



Magda era appena sparita dietro la porta del suo ufficio, quando giunse la chiamata della segreteria del Dottor Mahabarata … L’intervista era confermata e dovevo recarmi alla facoltà di Medicina subito dopo la pausa pranzo … Avevo giusto il tempo di buttare giù le domande, che potevano chiarirmi i dubbi a suo tempo seminati da Leon …
Pochi minuti dopo spuntò Fede e mi fece segno di raggiungerla al distributore del piano inferiore … Mentre prendevamo un caffè, le spiegai per sommi capi la situazione, chiedendole di mettere in moto amici e ammiratori per trovarmi notizie su Candy, o chiunque diavolo fosse … La cosa non era semplice, visto che le uniche tracce che potevo fornirle erano le sue impronte digitali, che, in un improvviso lampo di genio, avevo accuratamente conservato dal giorno prima, sul mio portafoglio … Fede ne parve particolarmente impressionata e mi promise di fare del suo meglio …
Tornai davanti al mio multi-terminale, dove avevo sistemato una quantità di schermate, ognuna delle quali faceva riferimento ad uno dei tanti collegamenti, che stavano emergendo dalle mie verifiche … Leon mi aveva parlato di molte cose ognuna delle quali andava verificata e collocata nel giusto contesto, per essere certi della loro congruenza … Fino a quel momento, non avevo incontrato niente di irregolare, al contrario ero stupito dalla quantità di indizi, che avrebbero potuto guidare, chiunque avesse posto la dovuta attenzione, ad individuare le ipotetiche “trame”, che si muovevano all’insaputa del pubblico e purtroppo, si doveva constatare, anche della stampa … Con la sola eccezione, in verità, di uno fra i tanti siti complottisti che avevo scorso … Si trattava del blog di uno sciroccato, che una volta al mese faceva dei brevi filmati, per raccontare storie di ogni genere, sulle minacce a cui l’umanità andava incontro … In uno di questi filmati, parlava appunto di presunti esperimenti, ai quali andavano soggetti diversi individui, i quali “ovviamente” venivano subito fatti sparire, da qualche segretissimo e malvagio “ente governativo” … La cosa strana, di questo particolare resoconto, era la curiosa coincidenza con uno dei casi esposti da Leon … Lo sciroccato riferiva dettagliatamente di particolari “lesioni selettive” al cervello, che denotavano un “precisa intenzione” sperimentale … Ripercorsi più volte la registrazione fatta con Leon e fui stupito dalle notevoli coincidenze anche terminologiche … Quel tizio, a tempo perso, aveva fatto il mio lavoro meglio e prima di me … dannazione! …
Era ormai abbastanza evidente, che già diversi mesi prima che venisse dichiarata l’emergenza negli Stati Uniti, qualcuno aveva notato i primi sintomi del successivo “assalto alla Terra” … Ora, dopo essermi fatto sfuggire la primogenitura, per dar senso al mio mestiere, dovevo almeno scavare a fondo, per trovare un punto di vista che non fosse appiattito sulle manipolazioni di Leon e Candy … Il mio appuntamento di mezzogiorno speravo potesse servirmi in questo senso …



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- Da questa parte Dottor Damasio, la prego di seguirmi, sto prendendomi solo adesso una pausa … Purtroppo ho accumulato un notevole e imprevisto ritardo … e se volesse farmi compagnia … approfitterei del nostro incontro per fare un po’ di colazione … che ne dice? …
- Eccomi … va benissimo, professore …
- Via, stiamo per pranzare insieme … chiamami Bose …
- Ok, Bose … io sono John …
- Che posso fare per te, John? … Per telefono mi è parso che tu volessi una controprova su materiale che proviene da altre fonti … posso sapere quale? …
- Vuoi davvero saperlo? …
- Ah! … Immaginavo qualcosa del genere … ma speravo di sbagliarmi … Comunque dato che non voglio dover gestire le risposte, mi guarderò bene dal porre le domande … Lascerò che sia tu a chiedere …
- Che tipo di rapporti ci sono fra la tua università, Bose, e le varie agenzie della sicurezza nazionale? …
- Come regola, John, ci chiedono qualche consulenza su argomenti specifici e può anche capitare che vogliano qualche nominativo di neolaureati eccellenti … Cose così … uhmmm, mi passi il sale, prego …
- Ecco qui …
- Grazie, John … uhmmm … questa roba oggi è particolarmente insipida …
- Qualche richiesta particolare? …
- No, grazie, niente ketchup per me ….
- Veramente, Bose, mi riferivo …
- Oh … scusa … ma certo! … Non succede spesso, ma c’è stato un periodo qualche tempo fa che ha visto diverse teleconferenze organizzate tra noi e alcuni rappresentanti istituzionali …
- Ricordi quali erano gli argomenti all’ordine del giorno? …
- Devo ammettere che sia io che alcuni miei colleghi ci siamo chiesti perché mai quelle conferenze siano state organizzate … Per lo più si sarebbe potuta definire aria fritta, se non per alcuni passaggi, apparentemente accidentali …
- Sarebbe a dire? …
- Si tratta di pure supposizioni … Ma le poche cose di un qualche interesse, avrebbero potuto comunicarcele con un paio di mail … Ovviamente, essendo finanziati anche dai loro soldi, alla prima occasione, avremmo esaminato anche le loro richieste …
- Scusa ma non ti seguo, Bose …
- Quello che intendo è che non serviva fare riunioni fiume in cui si parlasse della rava e della fava, per poi scoprire che il loro scopo era sottoporci alcuni esperimenti di loro interesse e chiederci un parere indipendente …
- Di che tipo di esperimenti si trattava, Bose? …
- Non meglio identificati “casi sperimentali” emersi durante l’attività investigativa, ancora protetta dal segreto istruttorio …
- Che guizzo di fantasia! …
- Beh, che vuoi, John … noi si era lì per dare rispose e non per fare domande …
- Ovviamente, Bose, non intendo minimamente contestare il vostro atteggiamento … e … chi poneva queste domande … ricordi qualche nome? … qualcosa …
- Sul momento no … uhmm … aspetta! … c’era uno bravo con loro … uno che non si faceva vedere, ma quando parlava emergevano chiaramente le sue elevatissime competenze …
- Siete mai riusciti a capire chi potesse essere? … lui, o altri? …
- Abbiamo fatto, tanto per ridere, qualche toto-nomi …
- E allora? …
- … uhmmm …
- Tranquillo, non andrò in giro a raccontarlo, Bose! …
- Io, in realtà, non ci avrei mai pensato … ma … qualcuno ha fatto un nome che … pensandoci bene, sarebbe abbastanza calzante …
- E il nome? … Coraggio, Bose …
- Beh, vedi John … si tratta di concorrenza di indizi, non di certezze … c’è un neuro-scienziato di grande prestigio, che all’improvviso una decina di anni fa ha smesso, improvvisamente di pubblicare … si è parlato di trasferimento, poi di problemi di salute … insomma, da allora non se ne è saputo più niente … ed è normale che ci si pongano domande: per uno scienziato le pubblicazioni sono come l’aria che respira … non so se mi spiego …
- Capisco benissimo, Bose … ma … il dannato nome, si può sapere? …
- Ah, certo, scusa … si tratta di un certo Dr. Leon Wittein …
- Leon Wittein … Ok … e cosa sai dirmi degli esperimenti? … cosa avevano di speciale? …
- Scherzi? …
- Perché? …
- Roba da finire in galera col corriere espresso! …
- In che senso, Bose? …
- Friggere il cervello alla gente sana è ancora vietato in questo, proprio come nel nostro ex-paese …
- E loro si giustificavano con la storiella che qualche pazzo ci aveva provato? …
- Devi considerare, John, che all’epoca, noi non potevamo nemmeno immaginare un buon motivo per cui ci mentissero …
- E oggi, Bose? …
- S’era deciso di non parlare di cose pericolose, o sbaglio? …
- Vuoi dire che oggi non sei più convinto che le cose stessero come vi raccontavano? …
- Alla luce dell’invasione, posso solo immaginare che loro fossero già in possesso di qualche vittima degli alieni …
- In seguito, avete avuto modo di visitare effettivamente qualche vittima? …
- Nelle cliniche universitarie, ad un certo punto, ci arrivarono valanghe di questi infelici … ma ci volle molto tempo prima che ci rendessimo conto di cosa avevamo per le mani … Poi purtroppo, quando avremmo potuto studiare il fenomeno … in poche settimane … lo sai, John … la minaccia si diffuse rapidamente e l’intero sistema andò rapidamente collassando … Noi fummo fatti espatriare, grazie alla preveggenza dei nostri manager …
- Sì, sì … ho saputo la storia … un vero colpo di fortuna! …
- Il destino imprevedibile, caro John … che ci pone fuori dalla traiettoria della morte oggi, e perfettamente in linea domani …
- Ora dovresti parlarmi degli esperimenti … cosa c’era di speciale? … perché avrebbero voluto pareri indipendenti? … rischiare di coinvolgere degli esterni in questioni così delicate … a che scopo, Bose? …
- Non è facile rispondere … nel senso che … si tratta di questioni scientifiche un po’ particolari … per un profano …
- Non pretendo di entrare nel merito … mi serve un’idea su cosa poteva motivare uno scienziato esperto a confrontarsi con altri, mentre ha in mano una potenziale scoperta …
- Capisco, John … nel nostro campo sono stati fatti passi avanti inimmaginabili in un lasso di tempo relativamente breve … e questo ha fatto sì che vi sia stato poco tempo per riflettere sulle conseguenze delle scoperte … come risultato si sono create scuole di pensiero molto divergenti e programmi di ricerca del tutto scoordinati …
- Cosa traspariva dalle richieste che vi venivano sottoposte, Bose? …
- Beh! … ripensandoci oggi … anche alla luce di questo tuo strano interesse … cosa sai del funzionamento del cervello, John? …
- Emisfero destro e sinistro, lobo frontale, occipitale … quella roba lì? …
- Quella roba lì … sarebbe solo l’anatomia … ma poi ci sono gli aspetti fisiologici e neurobiologici … quelli biochimici … genetici, forse anche quantistici …
- Capisco, Bose … ti sto chiedendo l’impossibile! …
- Non è tanto questo, John, è che … anch’io devo cercare di distillare quello che può servirti da un mare di conoscenze che per me sono scontate, ma che, mettendomi nei tuoi panni, non posso certo sottintendere …
- Provo a venirti incontro … Cosa stanno cercando gli alieni coi loro esperimenti e cosa potrebbe esserci in comune con quanto richiesto in quelle teleconferenze? …
- Ora sì che comincio a preoccuparmi … Comunque sì, ci sono alcuni aspetti convergenti, ai quali avevo già pensato, proprio per le curiose coincidenze … Per quel poco che sappiamo delle vittime degli alieni, emerge un’ossessiva insistenza a produrre lesioni in alcuni circuiti cerebrali … come se stessero tentando di individuare qualche specifica funzione o insieme di funzioni …
- Sarebbe a dire? …
- Beh … se non temessi di sottovalutarli … direi che cercano di limitare la nostra capacità decisionale, senza danneggiare il funzionamento generale del nostro cervello …
- Che intendi con “paura di sottovalutarli“, Bose? …
- Non possono essere così stupidi! … Per entità minimamente intelligenti, dovrebbe essere evidente che non c’è modo, di poter ottenere un tale risultato …
- Perché no? …
- Non esiste un “centro del libero arbitrio”, o cose del genere …
- Ah! … davvero? … mi hai appena archiviato tra gli idioti …
- Stavo parlando di presunte menti avanzate, come di solito si inquadrano i cosiddetti “alieni” … semmai, in tema di idioti … potremmo dubitare di “loro” …
- Sarebbe a dire? …
- C’è qualcosa di strano nella loro apparentemente inconcludente strategia … A quest’ora noi poveri scienziati “terrestri” avremmo capito da un pezzo che non ci potrerebbe portare a niente …
- E’ come dire che sono meno intelligenti di noi? … o che altro? …
- Non so … non ho abbastanza elementi e … non è il mio campo … ma se dovessi scommettere …
- Ebbene? …
- Direi che sono al livello delle api … o, forse, di alcune specie di formiche … non sono gran cosa, rispetto a noi, ma ciononostante ci stanno facendo un culo tanto …
- Torniamo a noi, noi come specie …
- Noi stiamo da tempo considerando le conseguenze delle nostre scoperte da un punto di vista che in passato sarebbe stato riservato ai filosofi … tuttavia, già i nostri colleghi fisici avevano dovuto fare di necessità virtù e, in mancanza di filosofi preparati specificamente, si erano avventurati in quegli aspetti della scienza che coinvolgano le fondamenta stesse del perché facciamo ricerca e del come costituire nuove basi, per la medesima, in grado di superare l’empasse in cui ci si viene a trovare …
- A causa di cosa? …
- La ricerca scientifica, in tutti gli ambiti, prima, o poi, arriva al punto in cui le sue stesse premesse vengono ad essere messe, in qualche misura, in discussione … Nel campo della fisica il caso più noto riguarda l’impossibilità di distinguere, per esempio tra il comportamento ondulatorio e comportamento discreto della materia/energia … e ci si deve rassegnare ad introdurre nuovi concetti fondamentali, e persino sconvolgenti rispetto al passato, come la natura duale della materia: il fatto che possa essere contemporaneamente un’onda e una particella …
- Se ricordo un po’ della mia preparazione scolastica … è quello che conosciamo sotto il nome di meccanica quantistica …
- Questo è solo un esempio, anche per i neurofisiologi si sono presentati problemi simili, quando abbiamo dovuto decidere cosa fosse il “libero arbitrio”, tanto per riprendere l’argomento di poco fa …
- In che senso? …
- Se io ti collego ad un encefalogramma e, contemporaneamente, ti chiedo di rispondere ad alcuni semplici quesiti tramite uno dei miei monitor … Sarò in grado di prevedere in anticipo, per esempio, ogni volta che “liberamente” tu deciderai di alzare un dito …
- Stai scherzando? …
- Niente affatto! … Questo è anche uno degli esperimenti più vecchi … ed è proprio da esperimenti come questo che abbiamo dovuto iniziare a porci nuove domande … del tipo di cui ti dicevo prima …
- Come puoi prevedere le risposte? …
- La natura della nostra “mente”, o meglio, del nostro cervello è un problema non ancora risolto … noi non capiamo ancora del tutto il perché di certi risultati sperimentali … e dobbiamo prenderli per quello che sono: dati sperimentali … e questi dati ci dicono che una frazione di secondo “prima” che tu sollevi “liberamente”, per esempio, il tuo dito … la tua corteccia lancia un segnale di pronto, detto potenziale di “readyness” al tuo corpo e questo segnale è rilevabile attraverso un comunissimo EEG, che raccolga l’attività elettrica del tuo cervello …
- Quindi è come se noi fossimo degli “zombie” in balia di un livello cerebrale di cui non sappiamo nulla e che determina i nostri comportamenti a prescindere da ciò che percepiamo coscientemente …
- Ripeto … non dobbiamo trarre conclusioni! … questo è un errore comune tra i non scienziati, ma non è ammissibile tra di noi! … occorre raccogliere molti dati e sottoporli a molte verifiche … poi bisogna valutare tali risultati all’interno di una cornice teorica coerente … ed è quello che si cerca ancora oggi di fare … e solo dopo sarà, eventualmente possibile tirare le conclusioni …
- Tuttavia, resta il fatto …
- Tuttavia, resta il fatto … che siamo in presenza di contraddizioni nel nostro modo di concepire il mondo fisico e, ultimamente, anche il mondo neurofisiologico, da cui in qualche modo giungiamo alla cosiddetta “mente” … Ma guai a saltare alle conclusioni: la scienza è un processo, lungo e faticoso … le scorciatoie lasciamole agli stregoni! …
- Sì, ma nel frattempo che siamo noi? … Esseri pensanti, o zombie deambulanti? …
- Forse un fisico direbbe … una sovrapposizione di entrambe le cose …
- Stai prendendo in giro qualche tuo collega, o me? …
- Una sovrapposizione di entrambe le cose …
- Bose! …
- Ok, John … il punto è che senza una teoria coerente in grado di contestualizzare un dato sperimentale, quel dato è perfettamente inutile, o persino fuorviante … si possono fare più progressi a partire da una teoria parziale ma coerente, piuttosto che elucubrare all’infinito su teorie omnicomprensive ma troppo azzardate … quindi, finché non possiamo fondare le nostre scoperte su un terreno solido …
- Ok, diciamo che non prenderò le tue risposte per oro colato … Cosa siamo, esattamente, allo stato attuale delle conoscenze? …
- Organismi complessi, in grado di rappresentaci l’ambiente circostante in modo molto sofisticato … molto più di qualsiasi essere a noi noto … ed in conseguenza di ciò, alcuni di noi giungono alla conclusione che tale “rappresentazione” del mondo esterno abbia una sua ontologia specifica e perfino prevalente su quella che invece ad altri appare esserne la fonte …
- Oddio! …
- Scusa, John … Qualcuno pensa che il mondo sia reale e la mente serva a rappresentarselo; mentre per altri la nostra mente è una pura invenzione, frutto dell’enorme interconnessione neurale nel nostro cervello … ma che per quanto complesso possa mai essere il nostro cervello non potrà mai andare oltre alla sua funzione originaria di organo “sensoriale” speciale, atto a farci sopravvivere evolutivamente … in competizione con altre specie … Esistono ovviamente molte altre varianti, più o meno riconducibili alle suddette ipotesi …
- In parole povere, Bose? …
- Nel campo neurologico, ci stiamo ponendo la domanda se vi sia un aspetto mentale distinto da un aspetto meramente fisiologico, o se la mente sia solo un’illusione, per quanto complessa ed elaborata, che emerga dalla vita sociale degli umani e si esaurisca in essa … Qualcuno ritiene che la nostra intera vita psichica, individuale e di specie, non possa essere solo un’illusione … e che ciò sia talmente vero, che non si possa assolutamente correre il rischio di perderla, tale complessa costruzione, in caso di estinzione della nostra specie …
- E come? …
- Si chiama “singolarità” … E’ l’idea per cui in un futuro si dovrebbe arrivare a costruire un supporto per la nostra conoscenza tale da sopravvivere alla nostra ipotetica estinzione come specie … Molti gruppi lavorano alla costruzione di un tale tipo di congegno da qualche parte … ma non ti so dire di più a riguardo …
- Tu come la vedi, Bose, questa cosa? …
- Io sono scettico, John, da buon vecchio scienziato … mi considero agnostico in materie che esulano dalla mia specializzazione …
- Questa non è una risposta, Bose …
- Ti dirò, in confidenza John … che tutta questa faccenda mi sa di stronzata, per usare un termine tecnico … Nel senso che, se la nostra specie dovesse estinguersi, e presto o tardi questo avverrà ineluttabilmente, non vedo proprio a chi possa mai interessare il nostro retaggio culturale …
- Perché no? … Molti di noi vorrebbero che gli antichi avessero lasciato maggiori documentazioni storiche dei fatti del passato, per dirne una …
- Tu sei in buona fede, ma non valuti appieno le conseguenze dei tuoi ragionamenti …
- Grazie, Bose …
- Niente di che, John … sei nella media! … L’unica vera documentazione storica di un fatto e il fatto stesso! … Noi ci divertiamo a giocare con la storia, ma non ci rendiamo conto che la storia, in ultima analisi, costituisce il terreno su cui si costruisce il presente e questo è sempre stato vero e sempre lo sarà, quindi ne consegue che non vi sarebbe l’oggi se persistessero i fatti storici … e per avere tutta la documentazione del passato, occorrerebbe impedire il presente e di conseguenza il futuro … “Mors tua vita mea” non è solo un motto crudele, è l’essenza stessa della vita, a prescindere dalla nostra volontà … La materia di cui siamo fatti è costituita da atomi che originano dalla morte di antiche stelle … la nostra carne, un giorno forse, sarà il concime per nuove specie vegetali, che nutriranno nuove specie animali … e così via … Ma come convivere con un tale orribile pensiero? …
- Come, Bose? …
- E’ a questo che servono le religioni, la politica, la cultura, le passioni, ecc., John … a farci tirare avanti, con una buona scusa, su misura per ciascuno di noi …
- All’anima del pessimismo! …
- Per i primi sette piani, uno che si è buttato giù dall’ottavo, ha tutti i diritti di essere ottimista, John … Ma … non prendermi troppo sul serio … è la pausa pranzo ed io digerisco meglio se lascio libera la mente mentre mangio …
- Quale parte è buona, Bose? …
- Se fossi ad una conferenza, dovrei affermare che mente e corpo sono due manifestazioni dello stesso fenomeno … se può aiutarti, è come per la fisica: la materia a volte ci appare sotto forma di particelle, a volte sotto forma ondulatoria … porsi il problema di quale delle due sia vera non ha senso, lo sono entrambe! … Tuttavia noi tendiamo a vedere questo come un dualismo insoluto … In verità ad essere insoluto è solo l’osservatore … insoluti siamo noi, caro il mio John …



La discussione con Bose, si protrasse anche mentre lo riaccompagnavo al suo ufficio … Avevo ancora un taccuino pieno di domande …




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La giornata terminata con l’intervista a Bose, se possibile, si era rivelata ancora più pesante della precedente … sebbene le confessioni di Leon fossero state assai preoccupanti, la serena ma abissale descrizione del mondo emersa dalle parole del pacifico professore mi avevano provocato la seconda prostrazione mentale consecutiva … Arrivato a casa ebbi per un momento il terrore di trovarmi Candy di nuovo nel letto … ma che sto dicendo? … Il terrore di trovarmi una gran donna nel letto? … ecco come sono ridotto! … Quasi istintivamente comunque, telefonai a casa, per sincerarmi che mia moglie fosse già rientrata … Ormai non sapevo più bene cosa facessi …
Un’altra preoccupazione era relativa alla sicurezza della mia famiglia ed in particolare di quanto fosse prudente aggiornare Magda sulle identità segrete dei personaggi fin lì incontrati … ma come sarebbe possibile non farlo? … Mentre così riflettevo, un segnale di messaggio in entrata mi fece trasalire … era la dannata Candy … lupus in confabula!! … era registrato … mi chiedeva un incontro appena possibile, per aggiornamenti … fu proprio allora che, dall’elenco, mi accorsi di aver perso un altro messaggio … era di Leon, che voleva anche lui incontrarmi … Ora sì, che avevo la risposta a tutti i miei dubbi! …
Magda per fortuna era già a casa, con Arianna, e questo mi diede qualche ora di tregua, per pensare … per trovare il modo di dirle, che la nostra vita stava cambiando per sempre … che tutti i nostri problemi erano ormai superati, perché ne avevamo di nuovi di zecca, di cui preoccuparci … ma per tutta la serata non dissi niente … volevo godermi quei momenti … quegli ultimi momenti della nostra buona, felice, vecchia vita … e non dissi niente nemmeno quando Magda ed io ci coricammo … ma la cercai e … per fortuna, la trovai …



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Il giorno più lungo era appena iniziato, io ero già, volutamente, in ufficio, quando Magda entrò da me senza fiatare … conoscevo bene quello sguardo, come tutto il resto della collezione, per capire che si aspettava un chiarimento … non lo disse, ma aveva immaginato, che sotto il mio approccio della sera prima c’era il bisogno di “rivelarle” qualche inconfessabile verità … ci eravamo passati tante volte … ma lei, in questa occasione, era fuori strada, quanto non lo era mai stata … e ben presto, anch’io avrei avuto una sorpresina extra …


- … Ok, John … adesso puoi dirmelo … chi ti sei fatto questa volta? …
- Non me lo merito, amore … non me lo merito! …
- Di quale amore stai parlando? … Forse sei soltanto andato in bianco ed hai pensato, che sono comunque meglio di niente, una volta che ti eri fatto la bocca … Di chi si tratta? … Non sarà quella lì, nella foto di fronte a te? …
- No …
- Chi è? … Coraggio, fammela vedere … Che fai, ti consoli guardando le foto …
- Ti ho detto di no! … Questo è lavoro … ti sbagli su tutta la linea … questa foto è appena arrivata …
- Dai, dai … fammela vedere! …
- Ecchemmodi! … Hai perso le buone maniere? …
- Dove hai preso questa foto? … scusa, ma tu come … come la conosci questa qui? …
- Ti ho detto che è lavoro … stavo per parlartene, ma mi serviva una conferma indipendente … quella foto viene da uno dei nostri informatori … la tipa è un fottuto zero-zero …
- Ma che stai dicendo? … Non .. non può essere … cosa … cosa intenderesti farmi credere? …
- Dai, non ti ricordi i vecchi film di spie che ti portavo a vedere? … quando gli assegnavano il doppio zero significava che avevano la licenza di uccidere … beh, questa … non mi stupirebbe se avesse addirittura il triplo zero! …
- Non stai scherzando, vero, John? … cazzo! … tu non stai scherzando! … merda! … che scema! …
- Beh! … ma che ti prende ora? … sono io quello che deve aggiornarti, o tu a me? …
- Che sta succedendo, John? … Questa è una delle tue puttanelle? … dimmi la verità! … giuro che non ti spacco la testa, ma dimmi la verità! …
- Ehi, amica … non ho ancora iniziato a sconvolgere la tua vita! … datti una calmata, però! … e fammi capire chi di noi sta sorprendendo chi …
- Questa me la sto facendo da un paio di mesi … e ora spunta fuori che ha dei rapporti di un qualche genere anche con te … che cazzo di cazzo sta succedendo, John? …
- Cosa, cosa, cosa? … Voi due puttane ve la facevate alle mie spalle e tu avevi il coraggio, poco fa, di dare del puttaniere a me? … Stronza d’una stronza … che faccia come il culo! … e io che ieri sera mi sentivo talmente disperato da volerti proteggere e tenere fra le braccia come l’unica ragione di vita … troia! …
- Abbassa quella cazzo di voce … ci stanno sentendo in tutta la dannata redazione … Si può sapere da quando ti senti in diritto di fare il moralista? … Avanti, parla! … cos’è questo delirio del cazzo, di cui farnetichi? ..
- (sussurrato) Sei una grandissima e schifosissima puttana …
- Sono d’accordo, faccio il paio con te … Ora torniamo ai temi di lavoro … e spero per te, che non siano fottute invenzioni, per farla franca per qualcosa … o giuro, che stavolta, ti caccio a pedate dal mio giornale …
- Candy è una fottuta assassina di stato, dell’SSEU … Wittein è una emanazione super segreta del governo USA in esilio ed è entrato in contatto con me, per qualcosa che vuole anche la tua piccioncina … e se non avranno quello che vogliono, amore mio del cazzo! … nel migliore dei casi, io sono fottuto, ma se sono appena un millesimo furbi quanto penso … nel mirino ci siete tu e Arianna! … di te non mi frega più un cazzo, puoi giurarci, ma sto pensando a nostra figlia e al rischio che sta correndo, in questa maledetta faccenda …
- Dimmi che te lo stai inventando … ti prego! … dillo! …
- No, amore … non posso dirlo …



Magda era proprio in un stato indescrivibile, me la ritrovai fra le braccia non so nemmeno come … Non stava piangendo, ma si stringeva a me così forte da far male … Sapevo che la situazione l’avrebbe messa a dura prova, ma solo in quel momento mi rendevo conto quanto Arianna significasse per lei … Aveva perso completamente il controllo di sé e si stringeva a me per non cadere … La conoscevo come una donna d’acciaio da sempre … solo un’altra volta, prima di quel momento, si era sciolta come neve al sole … il giorno che ci avevano permesso di prendere in braccio, per la prima volta, Arianna …

Ora le sussurravo all’orecchio che nessuno avrebbe fatto male alla nostra piccina, non fino a quando avessi avuto fiato in gola … Glielo giurai, una, due …. dieci volte … e lei mi chiese di ripeterlo ancora … ed io le sussurrai all’orecchio, quello che voleva sentire … finché volle sentirlo … finché si sentì tranquillizzata, finché sentii che non tremava più … finché, finalmente, disse di star bene … finché disse …



- Ora sto bene, John … grazie, amore … scusa se mi sono lasciata andare … Ora cerchiamo di dare una parvenza di normalità al personale … Ti prego vai a dire che è stata solo una lite famigliare … dì loro, che mi fermo nel tuo ufficio, per fare delle telefonate e di prepararsi, per la riunione di redazione …
- Ok …
- John …
- Sì? …
- Guardami …
- Sei bellissima … ma è meglio se ti dai una ritoccatina, prima di uscire …
- Grazie, amore …
- Sono ancora il tuo amore? …
- Sì, lo sei … in questo momento, più che mai! …



Di quelle parole, avrei potuto benissimo farne a meno … gli occhi di Magda avevano detto tutto, nell’unico modo, che contasse, da sempre, per noi …
La gente si era accodata a me, mentre uscivo, tirandomi dietro la porta … Calma, calma … continuavo a ripetere … State tranquilli, sono solo “beghette” di famiglia, ripetevo … non trovate scuse, per cazzeggiare … la direttrice vi raggiungerà, tra pochi minuti, in sala riunioni e se non avrete fatto i compiti, vi spellerà vivi … continuavo a ribadire, trascinandomeli dietro …
Avevo anch’io il mio dramma in arrivo … era l’ora del mio primo appuntamento, in quella che si preannunciava come la peggiore delle giornate tremende, che qualcuno lassù, aveva programmato per me …


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Wittein, questa volta, volle incontrarmi sul suo terreno, ma ovviamente senza rivelarmi i suoi dintorni … Fu così che venne a prelevarmi con un vecchio furgone per sorveglianza … e mentre l’autista si avviava, io e lui stavamo dietro, in mezzo a ogni genere di attrezzature radio, cavi, monitor, ecc., a cominciare, qualunque cosa fosse, quello che dovevamo fare …
Leon sembrava conoscere il mio lavoro di ricerca ed i contatti avuti da me, in particolare con Bose … Mi confermò che si trattava di uno dei migliori esperti e come questo confermasse la mia professionalità e la sua scelta di puntare su di me … ma io avevo in serbo qualcosa di cui non era informato: Candy …
La mia idea era quella di giocarmi la partita con quei due, in modo da togliermi di mezzo, sperando che si colpissero a vicenda … o qualcosa del genere … me di certo non volevo portarmi il peso del segreto, col rischio doppio di essere scoperto ad ogni passo … Leon sembrò apprezzare l’informazione … ora bisognava vedere come avrebbe reagito Candy … ma per il momento avevo altre rogne da grattare …

- Allora, John, cosa hai saputo da Bose? …
- Ho cominciato a farmi un quadro di quello che la scienza ufficiale ha in mano … è necessario se voglio capire in cosa, voi militari, siate speciali …
- Spero di chiarirti le idee, oggi stesso … non abbiamo molto tempo da perdere …
- Dove siamo diretti? …
- Si tratta del nostro centro comunicazioni … il posto non è molto lontano, ma faremo diversi giri a vuoto per confonderti le idee …
- Come se ce ne fosse bisogno …


Leon iniziò a spiegare come già da molto tempo prima, alcune delle agenzie governative avessero istituito gruppi di lavoro, in aggiunta a quelli già esistenti per altre scienze, anche per l’approfondimento dei nuovi sviluppi in neurobiologia …


- Cosa vi spinse, Leon, ad attivare questo gruppo? … fu una scoperta specifica, o un insieme di fatti? …
- All’epoca io lavoravo, come molti altri, in una clinica universitaria … era un periodo di grande fioritura della ricerca, sai … nuove tecnologie per l’imaging del cervello, nuovi risultati dai pazienti con lesioni cerebrali localizzate, interessantissime nuove ipotesi di lavoro su cui concentrare la ricerca … insomma, tutto questo ci aveva portato, in pochi anni, a fare passi inimmaginabili, rispetto ai tempi passati … Molti di noi, inoltre, riscuotevano un gran successo nelle conferenze pubbliche e la popolarità del nostro lavoro crebbe rapidamente ed esponenzialmente … ci chiamavano dappertutto … i libri sull’argomento spopolavano: la neurologia e le sue consorelle erano quasi una moda e … come sempre accade, qualcuno finì per accorgersi delle cose che andavamo dicendo …
- Del tipo? …
- Vedi, John … quando parli in un’istituzione pubblica, devi mantenere una certa cautela, stare coi piedi per terra … non spingerti troppo avanti per non mettere a rischio la tua carriera, ma … se ti trovi in una conferenza pubblica per presentare un tuo libro, o se ti invitano a dare una lezione introduttiva per la gente comune, sul tuo lavoro … può succedere che, utilizzando un linguaggio corrente, ricco di metafore … ti puoi permettere anche qualche puntatina, per così dire, fuori spartito … specialmente quando la gente ti pone domande insolite, al confine magari tra scienza e filosofia … mi segui? …
- Va avanti, Leon …
- Ecco, probabilmente è stato in qualcuna di queste occasioni, che poi sono finite sul web … che qualcuno di noi ha, più o meno volontariamente, prospettato la possibilità che noi umani si possa non avere del tutto il controllo di ciò che chiamiamo “mente” … e persino di ciò che comunemente chiamiamo “io”, oppure “sé” e che la maggior parte di noi associa al proprio corpo …
- Spiega meglio, per favore …
- Quello che ti sto descrivendo, riguarda un periodo confuso e frenetico … io stesso non so esattamente come sono andati i fatti … cerco solo di fornirti un possibile scenario dei fatti, John …
- Sì, ho capito … vuoi dire che non era tanto importante quello che veniva effettivamente detto, quanto quello che poi si diffondeva nel post conferenza, fra quelli che poi postavano sul web commenti e interpretazioni …
- Qualcosa del genere, John … diciamo che qualcuno finì per interessarsi a quel chiacchiericcio e a volere dei chiarimenti, per così dire, “ufficiali” … quello che so è che, un bel giorno, un tale in divisa si presentò da me e mi chiese di seguirlo … Fu così che ebbe inizio tutta la faccenda … io uscii da quel colloquio con un nuovo incarico e con l’impegno di chiudere il quadrimestre regolarmente e poi lasciare l’università per trasferirmi in un non meglio identificato “altro Stato” …
- E cosa c’era di vero, effettivamente, in quelle idee circa il concetto di “mente” umana? …
- La faccenda ci era sfuggita di mano, qualcuno aveva fatto ipotesi avventate, ma le premesse erano giuste, erano frutto di lavoro sperimentale, di vera ricerca scientifica … quindi se non tutto, almeno qualcosa risultò azzeccato …
- Stai dicendo che noi, non solo non siamo al centro dell’universo, non solo non siamo figli di Dio, ma ex scimmie, non solo non abbiamo tutta la nostra mente a disposizione, ma solo una piccola parte … ma che anche questa ultima, piccola isola di controllo che chiamiamo “io”, in qualche modo, non ci appartiene del tutto? …
- Se fosse solo questo! … Io credo che questo potrebbe avertelo spiegato già il mio ex collega Bose, quello che noi abbiamo verificato, in seguito ad ulteriori ricerche, non proprio etiche, è che siamo sempre sotto il controllo di un qualche “segnale” di specie, che si manifesta come un sincronismo biologico e che determina ogni nostro atto, per quanto ci appaia “volontario” … Nessuno di noi agisce in base al “libero arbitrio” … al contrario, siamo “agiti” sistematicamente … solo a posteriori la nostra coscienza opera quella che si chiama “razionalizzazione a posteriori”, per darci la convinzione di aver agito di nostra volontà …
- Non posso crederci, Leon … questa non me la vendi così facilmente! …
- Non mi serve, John … goditi pure gli ultimi momenti di beata felicità … stiamo per sbarcare a San Salvador! … il mondo non sarà più piatto, anche per te …


Ci misi qualche secondo a capire la stramba metafora … forse più per paura, che per stupidità … Nel frattempo, il furgone si era fermato, per poco, e poi era ripartito, lentamente, causando uno strano rimbombo … era chiaro che stavamo percorrendo un ambiente chiuso … Leon sorrideva … io, per la prima volta, mi sentivo un topo in casa di gatti …
Il mezzo si era finalmente fermato e noi due, all’apertura delle porte, potevamo vedere un ampio parcheggio, pieno di mezzi di ogni genere … C’era un gran via vai, come se non disponessero dei mezzi sufficienti per sprecare spazio .. del resto, i tempi della CIA, dell’NSA e via dicendo erano un ricordo … era facile immaginare, che in esilio, si dovesse fare di necessità virtù …
Si stava in silenzio, mentre l’ascensore, nella miglior tradizione americana, ci portava in basso … difficile dire di quanti piani, ma ci volle un po’ per arrivare … Infine, eccoci in un altro ambiente, altrettanto spartano … pieno di attrezzature, con l’aria di essere più sofisticate di quelle nel furgone … accidenti! … ben, ben più sofisticate …
A colpirmi più di tutto erano le persone che incontravo, tutta con strani sguardi … anzi, che dico … strani occhi … per la miseria … occhi impressionanti … Leon se la rideva, al notare il mio stupore …


- Tranquillo, John … un po’ per volta ti spiego tutto, ma non devi impressionarti … si tratta solo di tecnologia appena, appena più sofisticata di quella che circola per strada …
- Mai visti sguardi così freddi! …
- Intanto, accomodati nel mio ufficio, staremo più tranquilli … Quelle che hai intravisto sono lenti ottiche di nuova concezione che stiamo collaudando qui, proprio per motivi di riservatezza …
- Lentia contatto? …
- Sì, ma di un tipo speciale … per ora sembrano strane, ecco perché le collaudiamo qui sotto … ma quando saranno pronte all’uso esterno, verranno dotate di un dissimulatore, in grado di riprodurre l’iride originale del soggetto che le indossa … saranno quasi invisibili …
- Ma che vantaggi danno? … non sono da vista, ovviamente? …
- Ovviamente … questi che hai visto passare, poco fa , John … in realtà erano della sicurezza! … ti hanno appena sottoposto ad una PET-scan completa e, mentre noi parliamo, loro elaboreranno i dati … ti faremo avere una copia, opportunamente corretta, da consegnare al tuo mendico … la nostra copia, invece, ci fornisce una serie di dati utili ad una identificazione univoca, nonché ci fornisce la certezza che non porti armi, ma soprattutto che non sei un’arma ….
- Cioè, Leon … voi temete, che si possano introdurre armi, tramite le cavità corporali … o cose del genere? …
- Anche, ma non solo, ci sono sistemi ben più sofisticati … sistemi che trasformano le persone in … vari tipi di armi, o magari congegni di rilevamento/trasmissione …
- E che centrano quelle strane lenti a contatto, Leon? …
- Quelle strane lenti, come le chiami tu, sono il più avanzato sistema di comunicazione multimediale, con aggiornamento/controllo ottico, esistente, tutt’ora in via di perfezionamento … Esso consente anche di produrre diverse tipologie di emissioni elettromagnetiche e persino la quantità di antimateria necessaria per una scansione PET … oltre a ciò, fornisce, a chi le indossa, una visione potenziata dell’ambiente, arricchita anche di tutte le informazioni disponibili sulle reti, alle quali si abbia il permesso di accedere …
- E non si impazzisce? …
- In verità, all’inizio, può succedere … il rischio maggiore e quello di andare a sbattere contro i muri … Occorre fare l’abitudine alla messa a fuoco e soprattutto a non concentrarsi troppo sulle informazioni, mentre ci si muove, o peggio mentre si guida …
- Ma voi siete matti! …
- Mi trovo d’accordo; non credo che questa tecnologia possa essere utilizzata durante la guida, almeno fino a quando non sarà perfettamente integrata con i computer di bordo delle auto …
- E’ previsto? …
- Non finché decideremo di tenerci la tecnologia per usi esclusivamente militari … Ovviamente, nella situazione attuale abbiamo priorità ben definite … se un giorno ne verremo a capo, le cose certamente cambieranno …
- Mentalità del cazzo! …
- Farò finta di non aver sentito, John …


Mi guardavo intorno, quasi fossi alla ricerca di qualche altra diavoleria … ma, nello stesso tempo, riflettevo sul fatto che Leon stesse conducendo il suo gioco, ben organizzato per farmi sapere solo quello che voleva farmi sapere …
Stavamo lì a guardarci, sorseggiando il caffè, generosamente offerto dalla ditta … e Leon sorrideva, dannato lui … come prima … ed io avevo in mente quel suo alludere alla scoperta dell’America ed all’impatto culturale che comportò a suo tempo per i nativi … e in quel momento, in quell’attesa, mi sentivo, perdutamente, … “nativo” …

- John …
- Speravo, che non l’avresti detto …
- Mi fa piacere che tu abbia mantenuto intatto il tipico distacco giornalistico … non possiamo sempre stare a guardare, viene sempre il momento in cui ognuno di noi, si ritrova ad essere chiamato in causa in prima persona …
- Speravo, che non l’avresti detto …
- Ok! … se ti fa sentire più tuo agio fare domande, spara …
- Magari potessi! … okay, Leon … dimmi come devo interpretare, da semplice mortale, da lettore di giornali, il tuo discorso di prima …
- Non so come tu potrai rendere questi concetti per i tuoi lettori, ma comunque è giunto il tempo che queste cose si sappiano … Non potremo mai spiegare la strategia, che secondo noi potrebbe sconfiggere gli alieni, senza prima spiegare perché essi non possono vincere, dal loro punto di vista, ma noi potremmo lo stesso perdere …
- Un passo alla volta, prego … già faccio fatica a capirti … non ti dico poi se ci mettiamo pure a fare gli indovinelli …
- I nostri nemici hanno una loro strategia, secondo noi, che probabilmente tenta di sfruttarci come noi si sfruttava il cavallo … noi usavamo la tecnica dell’addomesticamento, per ottenere lo scopo … loro, per motivi che non conosciamo, stanno cercando il modo di danneggiare i nostri cervelli selettivamente, in modo da privarci della volontà e di conseguenza, ottenere dei soggetti controllabili, totalmente assoggettati …
- Ma secondo voi … ma voi chi, Leon? …
- Lascia stare, per ora …
- E sia! … Come fanno a danneggiare i cervelli senza lasciare tracce evidenti e poi come mai devono fare tante prove praticamente identiche …
- Calma, calma … Non abbiamo risposte dettagliate, ma dati lacunosi … ci basiamo su modelli che ragionevolmente inquadrano le informazioni di cui disponiamo e … quello che verosimilmente risulta è che si tratta di entità scarsamente mobili, biologicamente sofisticate, ma probabilmente sviluppate lungo un ramo evolutivo che, a differenza del nostro, non ha mai attinto all’intelligenza razionale …
- Cooosa? … sarebbero dei fottuti idioti, quelli che ci stanno sterminando? …
- Ecco un altro pregiudizio, che devi vincere assolutamente in te stesso, in modo da farlo capire al pubblico … Chi te lo dice, che la nostra intelligenza sia poi tutta questa cosa? … eh! … Quanto credi che sia durata la vita su questo pianeta? … e quanto credi che rischi di durare la storia della nostra preziosa intelligenza, alieni, o non alieni? … La storia della vita sulla Terra si misura in centinaia di milioni di anni, se non miliardi … mentre la nostra storia è stata a rischio, proprio a causa della nostra “intelligenza”, più e più volte, nel corso dei pochi secoli, che l‘anno vista trionfare! …
- Ma chi sei, Leon? … Il signor Greenpeace in persona? …
- Beh … sono stato giovane anch’io …
- Questa sì, che mi sorprende …



Leon, per un breve istante, sembrò estraniarsi … i suoi occhi sembravano persi in qualche incerto ricordo … Stetti lì a guardarlo, in silenzio, per non distruggere l’incantesimo … Lui, sorseggiava assorto il suo caffè … Io ne approfittai per controllare la batteria del mio smart-medium, sarebbe stato il colmo, se avessi toppato proprio sul più bello … prudentemente mi ero portato dietro il caricabatterie e ne approfittai per collegarlo alla presa … Leon continuava a fissare i monitor sulla parete, ma i suoi occhi apparivano a fuoco su tutt’altro …


- E’ tutto a posto, John? …
- Procedi pure … Cosa stavi dicendo dei nostri amichetti deficienti? …
- Sono esseri primitivi e potenti … siamo quasi sicuri che dispongano di un qualche generatore di micro-frequenze …
- Ma allora hanno una tecnologia? …
- Non credo proprio … si tratta invece, probabilmente, di una qualche specie di bioluminescenza, simile a quella di insetti come le lucciole, o alcuni pesci, o anche come il calamaro vampiro, ecc. … Ma in questo caso l’organo produrrebbe energia nella banda delle microonde …
- Sarebbe? …
- Hai presente il forno a microonde, no ? …
- E allora? …
- Saprai, John, che, a differenza dei forni normali che riscaldano ad ampio spettro e cucinano uniformemente, quando utilizzi un forno microonde, l’energia viene concentrata principalmente sulle molecole d‘acqua ed è per questo che sono ottimi per scongelare …
- D’accordo, Leon …
- Ebbene, un metodo simile potrebbe permettere ai nostri amici di “friggere” strutture specifiche del nostro cervello, focalizzando il loro “raggio” e modulandone la frequenza opportunamente, per colpire un tipo di tessuto ed un’area del cervello, piuttosto che un’altra … Questo tipo di segnale potrebbe essere generato da un organo interno simile a quello che produce la bioluminescenza nelle nostre specie … Ma tale azione non sarebbe guidata da una conoscenza specifica dei nostri cervelli, ma da un’azione casuale e per questo ridondante … che produce effetti più o meno vincenti per gli individui di questa specie aliena, in una specie di processo di selezione naturale che, nel tempo, farà sopravvivere il gruppo che otterrà il miglior adattamento evolutivo su questo nostro pianeta … Oggi potremmo essere nella fase in cui un gruppo di questi alieni abbia identificato nella nostra specie un possibile ospite per il loro simbionte …
- E ora cosa diavolo è questo simbionte, Leon? …
- Una parassita che si annida nella specie aggredita, in una relazione simbiotica, non mutualistica …
- Aaaah … ecco …
- Ci sono diverse specie che si associano in vario modo, per trarre reciproci vantaggi, nel qual caso si parla di simbiosi mutualistica … viceversa se in un rapporto qualcuno guadagna più dell’altro, o lo sfrutta, si parla amensalismo, o parassitismo … quest’ultimo termine, almeno, ti dovrebbe essere noto per ragioni professionali …
- Touché …
- Comunque sia, John, il simbionte, in genere, è l’individuo che grazie al suo ospite può ottenere benefici logistici, o nutritivi, o altro ancora … in poche parole può andare alla conquista di un pianeta, pur non avendo arti … oppure può sconfiggere nemici altrimenti mortali, sempre grazie ai mezzi forniti dall’ ospite …
- E’ questo il nostro caso, Leon? …
- Non possiamo dirlo ancora … per il momento sappiamo di essere sotto attacco, sappiamo che non abbiamo difese in grado di scovare e neutralizzare questa specie … e tuttavia sappiamo anche che le loro armi non li faranno mai vincere, ma potrebbero distruggere, inutilmente, noi …
- Ma forse, Leon, noi non possiamo perdere questa guerra, perché ne abbiamo già persa un’altra molto, molto tempo fa … in chissà quale notte dei tempi …
- In certo senso, quel che dici è corretto, John … Ma tu sai ancora poco … troppo poco … per poterti fare un quadro chiaro e completo …
- Speravo, proprio, che non l’avresti detto …


A quel punto mi lasciai cadere sulla poltrona, fissando i monitor che coprivano l’intera parete … sorseggiavo il mio caffè e ritornavo col pensiero al passato … un passato improbabile, fatto di prati verdi, acque chete, vento nei capelli … quanto tempo che non andavo in vacanza … quanto vorrei invece averlo fatto … chissà se ci sarà mai la possibilità di rifarmi, con Magda e Arianna, delle tante occasioni perse … come invidio quelli che non si accorgeranno di niente … e saranno sorpresi nel sonno, da qualunque cosa ci stia aspettando … là fuori …


- Che cosa ancora ci può essere di peggio, Leon? …
- Non so più dire da tempo, cosa sia peggio e cosa sia meglio, John … Troppo tempo passato in cima alla piramide par capire cosa può piacere, o non piacere a ci sta in fondo e cammina sulla terra ferma …
- Non vorrai farmi piangere? …
- Credo che ognuno abbia la propria scorta di lacrime e che, prima, o poi finisca per piangerle, amico mio … Non serve prenderne in prestito … Io vorrei poter tornare ad insegnare e a fare il tipo di ricerca di una volta … Forse c’erano meno successi, ma migliori soddisfazioni … So di non essere moto credibile, ma non molti di noi possono dire di aver avuto scelta … non solo tu …
- Ok, Leon … Non voglio trasformarmi in un perenne piagnisteo … Tu hai certamente di meglio da fare ed io tra non molto ho quel famoso appuntamento … Perciò colpisci duro, abbatti senza pietà lo scalda sedie che è in me …
- Poco fa ti spiegavo come le nostre ricerche “poco ortodosse”, ci avessero portati molto avanti sulla strada della comprensione neurofisiologica e neurobiologica del cervello umano … nessuna di queste scoperte poteva essere comunicata all’esterno direttamente, ma consigliammo alle istituzioni a noi vicine di effettuare ricerche sperimentali “legali” che inducessero gli scienziati a contro verificare i nostri risultati, almeno in parte …
- Bose mi ha parlato, infatti, di queste strane richieste che ricevevano …
- Non c’era perfetto accordo al nostro interno , circa l’utilità di tali scambi, tuttavia alcuni di noi scienziati forzarono la mano dei militari perché qualcosa fosse condiviso coi civili e per avere un minimo di confronto scientifico … Era un modo per non sentirsi persi su una strada, che diventava sempre più pericolosa …
- E quando vi sareste ribellati? … dopo le prime sterilizzazioni di massa, o magari quando fosse cominciata la caccia a qualche nuova “razza inferiore”? … o forse, a un certo punto vi andava tutto bene …
- Non essere melodrammatico, John … Gli errori ci sono stati, ma non ci hanno mai costretti a fare cose contro la nostra volontà … avevamo di fronte problemi impossibili da affrontare in un talk show politico, o peggio, salottiero … non senza sapere quali conseguenze ci si paravano davanti …
- In democrazia, la scelta e un diritto di tutti e di ognuno …
- Non essere infantile , John … non è più così da tanto, tanto tempo ormai … se mai lo è stato … Quando la scienza apre un vaso di Pandora … il primo che ci guarda dentro, e si rende conto di cosa si tratta, ha il dovere di richiuderlo subito, capisci? … Sarà additato come un tiranno, perché impedisce agli altri di farsi un’opinione, questo è certo, ma potrebbe essere il tiranno che salva tutti gli altri dai mali del mondo …
- Dove vuoi arrivare, Leon? …
- Il fatto è che, la scoperta che non siamo esseri dotati di libero arbitrio, non sarebbe di alcuna utilità, ma potrebbe scatenare ogni genere di tragedia … Noi, ed in questo caso intendo tutti noi qui, non avevamo alcuna intenzione di nascondere questa verità … l’idea era di prendere tutti i provvedimenti possibili per salvaguardare la nostra identità culturale, valutare ogni conseguenza che potessero derivare da una scoperta che noi avevamo acquisito per primi, ma che, presto o tardi, altri scienziati avrebbero intravisto … Era un lotta contro il tempo per delineare una o più strategie per il futuro, ma non per un solo futuro, ma per tutti i futuri possibili …
- Credo di non seguirti più, Leon …
- Mi spiego … C’erano diversi possibili scenari, prima di questa crisi, che si prospettavano a tutti noi, una volta che si fosse diffusa la visione dell’uomo di cui ti ho appena parlato … per lo più, eravamo convinti, scenari catastrofici … come imporre la legge in assenza del concetto stesso che ne è alla base … come ottenere una qualsiasi modalità di ordine? … Il rischio del collasso di ogni struttura sociale era concreto nelle nostre menti e quindi l’unica strada percorribile era proteggere la nostra storia e la nostra cultura, per quanto possibile sul nostro pianeta, ma … non solo …
- Come sarebbe, Leon … che stai cercando di dirmi? …
- Aspetta, John … questo è un punto delicato, procediamo per gradi …
- Ti ascolto …
- Sei d’accordo che il tratto caratteristico della nostra specie sia la nostra cultura, la nostra scienza, la nostra storia, ecc.? …
- Fondamentalmente sì, ma molti osserverebbero che la componente emotiva e le relazioni umane non siano da meno …
- Ma queste componenti, noi sappiamo da oggi, sono quelle già dominanti, sono proprio quelle che caratterizzano le origini della nostra specie e, in un certa misura, il limite che impedisce proprio al nostro io razionale di decidere del proprio destino, cioè lo priva del libero arbitrio … è questo il nocciolo delle nostre scoperte: noi veniamo dal mondo dell’istinto, dell’emozione, delle sensazioni corporee e, nel corso della nostra evoluzione abbiamo sviluppato le cosiddette funzioni superiori del cervello, che oggi indichiamo come la razionalità, l’intelligenza, l’autoconsapevolezza critica e, soprattutto, aspirazione irrefrenabile ad essere qualcosa di più di ciò che già siamo …
- Sarebbe a dire, che le due cose sono arrivate ad un punto in cui non possono più convivere? … E’ qualcosa che ho già sentito, in un contesto diverso … ma come è possibile …
- E invece è più che possibile, John … è ovvio, è conseguenza logica … La nostra mente si è evoluta come una funzione avanzata del nostro grande cervello, in grado di farci adattare meglio di altre specie all’ambiente terrestre … questo nostro adattamento evolutivo ha ottenuto il più clamoroso dei successi mai visti … il contrappasso di tutto ciò è una mente talmente complessa e sofisticata che non sta più nel cervello! … Questo è un paradosso voluto e mi spiego: la nostra specie ha già dovuto affrontare il problema di un cervello troppo sviluppato per passare dal canale pelvico della donna e, per superare il problema noi nasciamo con le ossa craniche separate e deformabili, in modo da poter passare senza danni e solo crescendo il nostro cranio riacquista la sua rigidità … oggi siamo giunti ad un altro limite evolutivo , quello che suggerivo prima …
- Secondo te, Leon, oggi è la mente che non starebbe più nel nostro cervello? … in che senso? …
- Era solo un paradosso … il punto vero è che le nostre conoscenze, tutto ciò che la nostra specie ha costruito in questi ultimi secoli di sfrenato “progresso”, che piaccia o meno, è un patrimonio talmente vasto da non consentire più ad alcun singolo individuo, per quanto geniale, per quanto “savant”, di poter gestire tali e tante informazioni …
- Beh, ma chi lo dice che tutto lo scibile debba stare in testa ad un singolo individuo … per questo ci sono i gruppi di lavoro, le comunità scientifiche, e quant’altro …
- Non è questo il punto … quando si crea un “nuovo ambiente” è l’evoluzione stessa che trova il modo di sfruttare quella nicchia e non è detto che lo faccia a beneficio di chi quell’ambiente lo ha “intagliato” …
- Provaci di nuovo …
- Ok … milioni di anni fa la terra è popolata dai dinosauri che sembrano padroni incontrastati del pianeta, ma una cometa oscura il cielo, cambiando il clima e alterando l’equilibrio dei gas atmosferici … i dinosauri si estinguono e la Terra diventa un “nuovo ambiente” emergono nuove specie che prima sopravvivevano a stento e conquistano il pianeta, fra tutte queste specie non trionferanno le più grosse, come era stato in passato, ma le più “elastiche” … le dimensioni hanno fallito, ora la natura vuole mettere alla prova una nuova soluzione: l’intelligenza … ecco che si fa strada l’uomo …
- Ok, va avanti …
- Oggi siamo in una situazione simile …
- Ma perché? … dove sta l’ambiente nuovo di cui qualcuno potrebbe impadronirsi? …
- La mente, John … la mente è un ambiente, come qualsiasi altro ed è cresciuto più di noi … prima o poi, in un modo o in un altro, la natura vorrà esplorarlo più di quanto un essere limitato come l’uomo possa fare …
- Non ti pare di sconfinare nel fantascientifico? …
- La fantascienza è uno strumento utile per assaggiare il futuro, John … Non coglie quasi mai nel segno, ma permette di aprire una gran quantità di porte altrimenti chiuse, se non per vedere, almeno per intravvedere …
- Che cosa avete dunque ricavato da queste riflessioni? …
- Noi siamo scienziati, abbiamo quindi puntato sulle soluzioni più sostenibili, quelle più robuste ed alcune altamente improbabili … I nostri “messaggi nella bottiglia” si chiamavano “scatole del tempo” ed erano suddivisi in serie successive di prototipi, destinati a seconda dei casi ad essere collocati in zone segrete e presumibilmente sicure del pianeta ovvero ad essere inviate su alcuni dei pianeti del nostro sistema ed anche in missioni interstellari …
- In cosa consistevano queste “scatole”?
- Concentrati di informazioni su supporti tecnologici o biologici con sorgenti energetiche ad altissimo rendimento ed auto rigeneranti … Fondamentalmente abbiamo sviluppato forme di vita nuove sua basi diverse da quella che ci compete ..
- In parole povere? …
- Noi siamo organismi, notoriamente, a base carbonio … la nostra tecnologia più diffusa è ancora quella a base silicio, germanio e via dicendo e con un progressivo emergere della tecnologia del grafene … su tutte queste opzioni abbiamo costruito dei progetti …
- Ma da dove viene tutta la produzione? …
- La nostra industria, per lo più con parallele operazioni di coverup e debunking associate, per mantenere il livello di riservatezza richiesto …
- E non ci sono state fughe di notizie? …
- Ovviamente, sì … ma era facile rimediare … tutta l’operazione era talmente fuori dal comune che nessuno sarebbe riuscito a risalire a quello che c’era dietro …
- Cioè ogni balla che raccontavate risultava più credibile di una verità inimmaginabile … piuttosto ovvio …
- E comunque, lo sai bene, John … in mancanza di meglio, c’era sempre la madre di tutti i salvagente …
- Sarebbe, Leon? …
- Ironia della sorte … gli alieni …
- Quel Tragédie! …


Leon fu chiamato al suo smart-medium ed io mi servii di altro caffè, una vera schifezza, ma caldo … avevo bisogno di qualcosa di rassicurante nel mio tiratissimo stomaco … e quella broda dolce faceva comunque al caso mio … Mi sembrava di non capire più chi fossi; altro che raccontare agli altri, senza creare panico, quell’abisso di folli verità, che mi stavano fondendo il cervello … Ma prima ancora che ai lettori, continuavo a pensare alla mia piccola cerchia, al mio minuscolo mondo che andava in pezzi … con che occhi avrei guardato mia moglie e cosa mi avrebbe impedito di piangere di disperazione abbracciando la mia bambina … Come si può vivere e farsi una famiglia senza essere messi al corrente che tutto è in mano al caso, che tutto ciò che abbiamo sempre saputo non è legato al lavoro, al sacrificio, al coraggio, ma a un chissà cosa e chissà dove che può tenerti in sospeso per cinquanta, o cento anni, ma magari no … e tu che scelta hai? … restare ad aspettare, o comunque giocarti le tue carte … ma con che occhi guarderai chi ami? …


- Scusa, John … lavoro …
- Posso chiederti che fate qui, adesso? … siete ancora dietro ai vecchi progetti, o seguite la crisi? …
- Entrambe le cose … abbiamo rinunciato ad alcuni progetti minori, per allestire un’unità di crisi e se serve spostiamo altro personale … di volta in volta …
- Che puoi dirmi del tuo paese, Leon? …
- Non molto, purtroppo … facciamo regolari tentativi di rientrare nel nostro territorio, ma veniamo respinti regolarmente, dall’enorme numero di feriti, o dovrei correttamente dire invalidi, che ci infliggono … ed è troppo doloroso insistere … così si rinuncia e si rimane ad attendere, sperando che non decidano di avanzare …
- Ok, torniamo a noi …
- Sì è meglio … voglio portarti a vedere alcune delle nostre attività dal vivo, in modo che tu possa farti un quadro chiaro del nostro piccolo mondo … Quello che vedrai è “solo per i tuoi occhi” … Ma stiamo valutando la possibilità di una maggior apertura coi nostri amici del Servizio Segreto Europeo Unificato … spero presto di darti qualcosa da spendere con Candy, ma per ora dovrai barcamenarti col minimo che abbiamo pattuito, giusto per non farti accoppare … comunque i primi contatti ad alto livello dovrebbero garantire una moratoria, nella quale rientrano anche gli informatori delle due parti …
- Speriamo che l’abbiano già informata …
- Andiamo, John … facciamo questo rapido giro …



Mentre mi avviavo con Leon mi fu consegnato un plico … era la mia PET … a consegnarmela era stato un paramedico, che mi raccomandò di mettermi a dieta perché, dalle analisi collegate, risultavo sovrappeso e di fare un test per le allergie, perché il mio fegato appariva un po’ ingrossato … Ne fui, in certo modo, felice … finalmente, un problema che potevo risolvere …




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La parte difficile della giornata doveva ancora arrivare … Il posto dove Candy mi aspettava era già di per sé un motivo di preoccupazione, ma non era stato possibile ottenere un cambiamento … Ripassavo mentalmente il piano, anzi … pregavo silenziosamente, che funzionasse …
Arrivato in zona, iniziai a passeggiare nervosamente, guardandomi intorno per individuare la donna … era in ritardo, mi dicevo … sta vedere che mi tiene qui sulle spine per innervosirmi, più di quanto già non sia … è capace che mi stia osservando da qualche punto sopraelevato, per vedere se sono solo … probabilmente sospetta che io possa farle un tiro … accidenti! … Io non sono nato per queste cose … cazzo! Come mi sudano le mani …



- Che cosa mi hai combinato, John? …


Candy mi era spuntata alle spalle, non so da quale vicolo, o portone … il cuore mi era balzato in gola, bloccando le mie corde vocali … non riuscivo ad emettere altro, che un ridicolo stridio … ci volle un bel po’ perché mi riprendessi dalla sorpresa e potessi rispondere alla sua seconda domanda retorica …


- Che … hehummmm … che cosa avrei fatto, secondo te? …
- John, John …. John … Mi sembrava di averti spiegato, il genere di rischi che potevi correre, a fare il furbo con me …
- Non … non capisco a … a cosa tu ti riferisca … sono qui per relazionarti sull’incontro che ho appena avuto, proprio come d’accordo …
- Nan … nan …. nan … tu dici le bugie, John … ora dovrò cambiare sistema, con te …



Nel pronunciare quelle parole, Candy aveva estratto la pistola e si stava avvicinando a me … già cominciavano a tremarmi le ginocchia … quando una voce risuonò da lontano …



- E tu, puttana schifosa … tu non le dici mai le bugie? …



Mentre io ricominciavo a respirare … Candy si voltava a guadare sopra la propria spalla, nella direzione della voce, che aveva appena rotto il silenzio … quella della mia salvatrice: Magda …



- Che fai tu qui? … Non dovevi, farlo, amore … tu non sai, in che guai ti stai cacciando …
- L’unica che non sa cosa succeda qui, sei tu, dannata troia … non ti bastava portarmi a letto solo per potermi usare, adesso vorresti anche fare fuori mio marito, maledetta stronza … Comunque, prima che tu ti giochi la carriera e forse anche la vita, è meglio che controlli a ore undici e a ore sei, in corrispondenza dei primi piani … vedrai che sei su “Candid Camera” … benvenuta in quel mondo, che pensavi di poter far fuori tanto facilmente …
- Che cazzo? …
- Quello che ti stai prendendo di dietro, Candy … Hai creduto di poterti servire di me e di mio marito, per i tuoi sporchi affari , ma adesso ti sto per ripagare con la stessa moneta …
- Attenta a quello che fai, Magda … noi stiamo dalla stessa parte, io sono un pubblico ufficiale … stai interferendo con un’azione della Sicurezza Nazionale …
- Me ne fotto! … Se per giustizia tu intendi poter ammazzare chi ti ostacola … allora io e te non apparteniamo alla stessa Nazione … John! … stai bene? …
- Sì, grazie, Magda … per un pelo …
- Ok, … adesso ti consiglio di mettere via il tuo inutile cannone e sparire, mia cara “sicurezza nazionale” del cazzo … prima che ordini ai miei cameraman di zoomare sul tuo volto … è tutto chiaro, Candy? …
- Non finisce qui, Magda … tu e il tuo ometto non potrete farla franca …
- E invece sì, puttanella! … se dovessi sentire ancora il tuo rancido profumo da supermercato, anche solo in lontananza … questo filmato finirà dritto, dritto nel notiziario, in “prime time” … e sta tranquilla, che per l’occasione ricostruiremmo anche un’immagine del volto sufficientemente precisa … E per quanto riguarda le tue impronte … ci ha già pensato il mio “ometto” … E se non bastasse, potrei anche decidere di ricostruire quel famoso “elenco”, di cui hai parlato con John, per poi sguinzagliarti contro la polizia, quella che applica la legge … Se anche così, pensi che ti convenga sparare … fallo pure … tu ormai dovresti sapere quali sono i miei nuovi gusti …
- Ok, Magda … questa partita la vinci tu, ma non illuderti che sia detta l’ultima parola …
- Addio, Candy … avevi un buon sapore, devo riconoscerlo … ma sono sicura e felice di averti persa per sempre …



Non potevo credere alle mie orecchie … l’aveva, davvero, sfidata a spararmi … la madre di mia figlia! … Il mondo che era già sotto sopra, ora cominciava a sembrarmi un dannato frullatore … Sbatacchiato di qua e di là, sottosopra e di nuovo al contrario … ci sarà pure un limite a ciò che può succedere ad un pover’uomo …


- Era proprio il caso di fare quell’ultima “sparata”, Magda? …
- Meglio io che lei, non credi? …
- Ti sei divertita, vero? … di’ la verità! …
- Dai, sciocchino, l’avevamo in pugno … non poteva spararti davanti a tre telecamere …
- Come tre? … avevi detto due …
- Ho mentito, ovviamente … è sempre stata in primo piano, sulla webcam che porto negli occhiali … Che credevi, che dopo lo sgarbo che mi ha fatto … sarei stata tenera, e magari onesta, con lei? …
- Che vuoi che ne sappia un … ometto, come me? …
- Non sei riuscito a fartela, vero … ma avresti voluto e non hai potuto … ed il fatto che io, almeno da questo lato, qualcosa abbia portato a casa, ti da fastidio … eh? …
- Di chi è stata l’idea della doppia trappola, eh? …
- Tua, “omone” mio … cosa farei senza di te …



Non so perché, Magda volle concludere quelle riprese video, con noi due che ci scambiavamo un bacio … non era stato eccessivamente appassionato, ma nemmeno vagamente indifferente, come troppe volte era successo, negli ultimi tempi … Non so nemmeno, come dovesse apparire ai cameraman, su, al primo piano, ma a me, finalmente, era piaciuto di nuovo … il sapore di mia moglie …




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Molte cose erano cambiate dopo quegli avvenimenti … Magda non si era fermata alle minacce nei confronti di Candice “Candy” Rovelli, ma, appena rientrata in ufficio, aveva messo al lavoro un gruppo di lavoro per montare un servizio bomba sul caso e su tutti i suoi possibili addentellati, intanto, astutamente, aveva contattato i PR della SSEU, segnalando che un servizio giornalistico riguardante un presunto “agente deviato” del Servizio Segreto Europeo Unificato, di cui erano addetti stampa, sarebbe stato messo in onda a breve e che la nostra testata avrebbe gradito un loro commento ufficiale … Naturalmente in via ufficiosa si faceva loro sapere il nomignolo con cui l’agente era noto e si fornivano alcune immagini forti, tra quelle girate qualche giorno prima …
Non erano trascorse che poche ore, quando Magda era stata convocata dal vicedirettore SSEU in persona, per un colloquio definito “riservatissimo” … Per farla breve, ci chiedevano di soprassedere, per motivi di sicurezza nazionale … ovviamente Magda si era fatta una risata, lì per lì, ma … prima di andarsene, aveva concesso una … “dilazione” per … senso di responsabilità … Quello che Magda rivelò, in seguito, solo a me … era il patto stretto coi capi di Candy: in cambio del ritiro del servizio, Candy sarebbe stata scaricata dai servizi, sottoposta a procedimento interno, trasferita ad altro impiego e formalmente “diffidata” ad avvicinarsi, per qualsivoglia ragione, ad alcuno di noi, cioè a coloro che aveva minacciato …
Non so quante volte in quei giorni, un pensiero ricorrente su Magda, mi era passato per la mente … “Speriamo di non dover mai divorziare da questa donna …”

Mentre si svolgevano questi fatti, io avevo iniziato a pubblicare una serie di articoli, apparentemente di carattere scientifico-culturale, in cui presentavo le idee suggerite da Leon Wittein, a suo tempo, e quelle che di volta in volta, egli mi indicava … Naturalmente, gli articoli contenevano, parallelamente i miei commenti e valutazioni, più che altro sulla dubbia eticità di determinati comportamenti, di cui in realtà si dava conto in maniera piuttosto vaga … questo per evitare che si potesse individuare la fonte vuoi delle informazioni, vuoi dei comportamenti in oggetto … Nonostante questo escamotage, Leon non gradiva molto alcune delle mie critiche, ma gli avevo fatto capire, che non poteva farci niente, se voleva ancora la mia collaborazione …
In un certo senso, la mia politica pagava, perché proprio quell’atteggiamento critico degli articoli aveva attirato l’attenzione dei lettori ed anche di alcune figure di intellettuali … lo scopo di Leon era stato raggiunto: nel paese si era acceso, in breve tempo, un dibattito vivace sui nuovi concetti …

Durante uno degli incontri con Wittein, avevo proposto di fare un passo avanti e coinvolgere in qualche modo un’importante di scienziato, quale secondo me era Bose Mahabarata, in un livello privilegiato di confronto su questi argomenti, per avere un effetto più marcato dei successivi articoli … Leon era sembrato, inizialmente, contrario, ma le mie argomentazioni, poco a poco, avevano fatto breccia e, dopo diverse ipotesi, si decise che la strada migliore poteva essere una specie di intervista a tre: Bose ed io, da una parte, in studio, mentre Leon, sarebbe apparso in forma anonima, collegato da una non meglio definita località anonima … In questo modo si doveva rinvigorire il dibattito, ammantandolo di un alone di mistero e nello stesso tempo di autorevolezza … tutti gli ingredienti di uno show di richiamo, per una importante fetta di audience … Alla fine, Leon si era dimostrato entusiasta dell’idea …



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Il bacio immortalato in quelle famose immagini aveva fatto il giro di tutta la redazione, in un apposito fermo immagine, di cui Magda aveva autorizzato l’uscita dal segretissimo ambito, in cui tratteneva invece il resto delle riprese … Nessuno era autorizzato a vederle ed il materiale era custodito nel caveau del giornale … Quelli coinvolti, sapevano che si trattava della loro assicurazione sulla vita e perciò stavano al gioco di Magda ben volentieri …
Tornando a quel famoso bacio, mia moglie aveva curiosamente lasciato che tutta la redazione si divertisse, per settimane, ad appenderlo qua e là e che le battute e le allusioni si sprecassero … Ma non solo, da allora mi ero trovato, come non mai, coccolato in casa e in ufficio … e ovviamente, ne ero felice, sennonché, con tutto il da fare per gli articoli di Leon, la cosa sarebbe passata quasi inosservata … ma l’immancabile, Fede ad un certo punto, era scoppiata come una caldaia e, spingendomi in un bagno per “Gentlemen”, aveva dato il via ad una delle sue prediche incomprensibili … Dal locale c’era stato il solito fuggi, fuggi dei comuni “avventori”, mentre lei si lanciava in ogni genere di improperi … Ero abituato alle sue sfuriate, ma regolarmente non capivo di che stesse parlando, finché non sbolliva …


- Di che si tratta questa volta, Fede? …
- Ma che parlo a fare, con te? … Cosa deve fare quella donna per spiegarsi? …
- Quale donna? …
- Tua moglie, dannato idiota! … Tua moglie …
- Senti, Fede, io avrei parecchio da fare … non potremmo saltare gli indovinelli e stringere sui fatti del giorno? …
- Ti odio, John … Non stai mai ai patti, io ti vengo incontro, ogni volta che posso, ma tu non fai mai quello che ti dico …
- E perché dovrei? …
- Scendi da lassù, per un minuto, John … ascoltami …
- Ok, Fede … ci sono, dai, spara! …
- Magda …
- Stiamo alla grande, ultimamente, perché? …
- Tu, stai bene! …
- Che ti ha detto? …
- E’ peggio di così, John! … Non parla, va in bagno …
- Voi due mi state proprio mettendo in croce … Accidenti a te, Fede! …
- Dimmi, che le parlerai … stavolta non mi basta più, che “ci pensi” … prometti! …
- Siamo sull’orlo di una catastrofe planetaria, che potrebbe coinvolgerci in qualunque momento; pochi giorni fa abbiamo rischiato di essere ammazzati entrambi … e voi due volete convincermi ad adottare un’altro figlio! … è una cosa folle, lo capisci, o no? …
- Par chi saresti disposto a fare una cosa folle, John? …


Poco dopo io e Fede uscivamo dal cesso, in mezzo alle veementi proteste del personale interessato … Fede mi spingeva, mentre io, rassegnato, mi trascinavo verso il bagno delle “Ladies” …

Ma le cose non stavano come io “temevo”, andavano ben al di là, della mia pur vasta immaginazione … I giochi erano fatti, a mia insaputa: ero stato tradito su tutta la linea … Magda, la sera dello scampato pericolo, aveva voluto stare con me, in senso biblico e, volutamente, non aveva rispettato i patti … ora “sapeva” di essere incinta … Anche la sua “amica” lo sapeva, per tutto il tempo! …
Il bagno delle signore restò fuori servizio per parecchio tempo, quel pomeriggio … il personale dovette salire ai piani superiori … io e Magda non volevamo dividere quel momento con nessuno … e non avremmo voluto che quel momento finisse, non so dire per quanto …



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continua 
(abbiate pazienza ... spero di  terminarlo, prima o poi. E' un po' come per i Tex Willer dei miei tempi, ad ogni fine episodio ne iniziava uno nuovo e bisognava aspettare sempre il numero successivo, per conoscere la fine della storia e ... l'inizio della successiva!)

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