mercoledì 19 marzo 2014

Come mai non ci sono pesci nel deserto ? ...

?Abstracts?:


Principio Antropico: i grandi “scienziati" del nostro tempo si stanno scervellando sul problema del cosiddetto “fine tuning” del nostro universo: si tratta dell’improbabile “perfetto adattamento” dei parametri delle leggi fisiche dell’intero cosmo alle condizioni richieste per l’esistenza della vita sul nostro insignificante pianeta.
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* Tutti gli universi possibili sono “fine tuned” per quello che contengono!!!!! Non può essere diversamente da così: altrimenti cosa dovremmo pensare? che possa esistere un universo con i “pesci nel deserto” ? … oppure con gli uomini che vivono nelle profondità marine? … O magari un universo in cui tutte le leggi fisiche vengano sistematicamente violate da “esseri magici” che non vi si assoggettino? … Che senso mai potrebbe avere l’universo in assenza del principio antropico? Esso non è che tautologia! … I pesci non si trovano nel deserto perché stanno in mare ed è quello il loro posto, perché il mare è “finely tuned” per loro … ma anche il reciproco: i pesci sono “finemente adattati al mare” perché ne sono parte integrante, componente associata e non semplici comparse occasionali … Noi non siamo qui per caso e nemmeno i padroni: l’universo è composto da tante “cose”, fra le quali ci siamo anche noi! Non è detto che il tempo “fluisca” nella direzione che crediamo!!! … forse va al contrario e forse la nostra evoluzione ci porterà a divenire prima Dèi, per poi confluire in un Dio creatore; al quale potrà ricondursi, “come un ricordo”, tutta la storia del “nostro” universo, appena “trascorso” ...
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* i pesci si trovano nel mare, perché solo lì ci sono le condizioni sufficienti e necessarie a permetterlo e, di contro, non ci sono pesci nel deserto, per le stesse e opposte ragioni.
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* l’uomo appartiene a questo universo (e al relativo “inspiegabile fine tuning”) e non ad un altro, per lo stesso motivo per cui i pesci appartengono al mare e non al deserto …
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* … e questo non è ancora niente! ...

"Ci sono più cose in cielo e  per  terra, Oronzo, di quante ne sogni la tua filosofia" … [S?]
 
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(incipit - materiale grezzo)

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Troppa scienza fa scemenza!!!
Una delle regole da tener presente in questo mondo dalle “conoscenze scientifiche diffuse” è che un conto sono le scoperte scientifiche ed il loro linguaggio matematico, altra cosa sono le “metafore esplicative” e le giustapposizioni misticheggianti, altro ancora è il “culturume” di bassa lega che aleggia nel “popolino dei qualunquisti ad ogni costo”; ma il peggiore di tutti i pericoli è, come diceva il W., il tentativo di usare la “lingua corrente” per “ragionare” di filosofia e/o scienza. La lingua parlata è troppo primitiva per essere usata in tali contesti: si creerebbero “paradossi d’osso” inconcludenti e privi di qualsiasi logica intrinseca … Meglio lasciar perdere e limitarsi a mantenere i concetti circoscritti ai loro specifici ambiti di appartenenza. Non è detto che sia sempre la religione a danneggiare la scienza, esiste anche il rischio opposto!! Meglio niente Ying e Yang in fisica e niente materia e anti-materia in religione.
Tutti sono capaci di fare l’insalata mista, il problema, semmai, è saper mantenere separate le cose, per assaporarne meglio le specificità e saper “accostare” i sapori, per ampliare i propri orizzonti, ma con “gusto” …

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Riflessioni sulle dimensioni
Considerando ad esempio un foglio A4, per costruire la terza dimensione, occorre “alzare” un numero infinito di punti in direzioni ortogonali contrapposte per ogni punto sul foglio; se ci limitiamo alla costruzione del solido, basterà alzare del corrispondente lato.
Se si prende in considerazione un quadrato e si aumenta il numero dei lati, via via, si passa al penta­gono, esagono, ecc., e si finisce per arrivare all’N-edro ed infine al “cerchio”!!!
Ma non è vero!!!!
Perché, esistendo una lun­ghez­za di Planck, essa ci blocca prima!!!!
Perciò non esiste il cerchio perfetto, ma solo una approssimazione, che ne fa be­ne le veci.
Detto questo, anche nel costruire le dimensioni su cerchio e sfera si segue lo stesso criterio e, per ogni punto della sfera (o cerchio) occorre “costruire” la figura corrispondente e adiacente, con il residuo finale, che può collegarsi solo in presenza della nuova dimensione, che si sta predisponendo, altrimenti resta “aperto” come per l’ipercubo!!

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Configurazioni 4
Noi potremmo essere “emersi”, come sistemi biologici, all’alba del nostro “raffreddato” pianeta, come uno dei tanti metodi di “ossidazione” presenti in natura: un modo, semplicemente molto elaborato, per ossidare determinate molecole, allora presenti nel “ciclo atmosferico terrestre” … Tutto il resto non è che “sovrastruttura” …

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Configurazioni 7
Il limite principale di qualsiasi “configurazione” (ovvero di qualsiasi individualità umana) è proprio ciò che “sa” !!!!!
Quello che “conosce” è esattamente la “configurazione” che gli fa da “orizzonte” e quindi da “confine” e quindi da “limite”!!
Non potrà mai superare quel limite. Non potrà mai essere diverso da quell’ “insieme”, da quella “configurazione” !!!
Il “contenuto” è esattamente ciò che da “forma e sostanza” ai nostri limiti !!!
Per essere quello che siamo è dunque necessario “escludere” ciò che “non siamo” e quindi costituire quel “limite” oltre il quale non siamo in grado di andare !!!!!!
Non siamo “limitati” da qualche volontà esterna, ma dalla “necessità di essere quel che siamo, per poter essere ciò che siamo” !!!!!

Non saremmo nulla, se non fossimo “limitati”  !!!!

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Configurazioni 16

La “moda” degli Universi Paralleli:
Quanti universi ci sono? ....
                                                          (Kōan, non di “questo” mondo!)

Persevera fervido il dibattito sui possibili destini della Meccanica Quantistica e sulla sua “classica” plausibilità; in faccia ai suoi innegabili successi ed al cambio di paradigma, che essa ha imposto alla scienza tutta.

Grandi menti hanno concluso, che la “soluzione a molti mondi” sia l’unica “sensatamente” praticabile e che, di conseguenza, ad ogni “stormir” di fotone, il “nostro” universo si diparta, verso un proprio nuovo futuro; privato di tutte le possibilità fino a quel punto alternative e portando con sé una quota parte di quell’energia, che noi sempre pensammo inevitabilmente conservata …

E’ dunque vero, che vi siano tante copie di ognuno di noi (e dei nostri “dintorni”) quante sono le possibili scelte, che ci si pongano innanzi, ma con la piccola postilla, che “essi non siano accessibili”, in alcun modo, né, tantomeno, testabili scientificamente … ma questo non sarebbe che un dettaglio …?

Tutti gli universi immaginabili sono anche possibili … ma ve n’è uno, e uno solo, testabile scientificamente: a tutt’oggi questa è l’unica “certezza”.
Tutto il resto è … “boria”!
(Hýbris, con la debita licenza poetica)


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Configurazioni 17

Dal momento che nasce, una stella è destinata a morire …” … Con questa “metafora” inizia la descrizione della “vita” di una stella nel documentario, che sto seguendo … A parte il non sapere bene cosa sia “in metafora” e cosa no, c’è l’idea stessa di “inizio/fine” ad essere “in ballo” !!

Niente ha veramente “inizio/fine” se non lo si preceda con la premessa, di solito arbitraria, che ne costituisca il “soggetto”.
Perché mai dovremmo parlare di una stella? … O di una persona? … O di un elettrone? … O di una diga? …
In poche parole, perché descrivere un “episodio/evento” particolare nella storia del tutto? …
Ecco dove sta l’arbitrio, che poi si ripercuoterà su tutto il discorso successivo: le cose sono in continua trasformazione (badate bene: “trasformazione” E NON “evoluzione” !!!) e in ciò non si può introdurre, proditoriamente, un “inizio” del tutto soggettivo, senza sconvolgere la logica di tutto il processo!!!!
Come si può pretendere di spiegare la natura di qualsiasi cosa, se la si “estirpa” arbitrariamente dal suo contesto? …
Poniamo, per esempio, di sradicare una pianta dal suolo, portarla in un “laboratorio”, metterla in una camera asettica, surgelarla e, solo a questo punto, far entrare degli studenti e chiedergli di scoprire come possa essere “spiegata”! … Perché debba “nascere e morire”, ecc. …

“Nascita e morte” fanno parte del contesto, cui un evento appartiene: non possono essere spiegati “per sé”.
Niente nasce per "un motivo", semmai per “milioni di motivi”: tanti quante siano le circostanze che lo hanno preceduto; così come la morte è la conseguenza dei milioni di eventi, che si sviluppano in conseguenza di quella nascita e di tutte le circostanze, che costituiscano il suo ambiente, lungo il tempo della sua durata …
Il “fatto apparente” dell’individualità, che “la vive” e quello di “chi la osservi”, non può coglierne il significato completo!
Entrambi questi “fatti apparenti” sono da considerare “estratti dalla vita di …”. Come dire … Punti di vista “artistici”, che poco, o nulla, dicono della complessa realtà nel suo insieme (anche solo nella prospettiva delle migliaia di altri punti di vista parziali, che potrebbero essere presi in considerazione).
Chi, meglio di “noi” potrebbe dire di conoscere il nostro Sole? … Eppure infiniti punti di vista, presi a caso nell’immensità del cosmo, potrebbero dare una “idea” altrettanto legittima di esso … Chi può decidere quale, o quali, di esse rientrerebbero “legittimamente” nella “storia” della vita del Sole, per l’enciclopedia universale? …
Allo stesso modo, chi può dire che la nostra vita individuale sia “correttamente” descritta dal nostro (per quanto privilegiato) “punto di vista”? …
Forse, la nostra “individuale” esistenza appartiene ad un contesto più generale (prima ancora che al contesto globale dell’intero cosmo!!!) e questo, già di per sé, le assegna un significato più comprensibile, anche per i “non credenti”, di quanto solitamente ci venga di pensare … Ed è proprio quello che i “credenti” (di tutti i tipi!!) tentano di fare: essi “inscrivono” la loro esistenza in una fede, sia essa religiosa, politica, sociale, familiare, filosofica, ecc., in modo tale da contestualizzarla e con ciò attribuirle quel “senso”, che altrimenti “non avrebbe” …

... Ma non sarebbe possibile che tale “senso” fosse, naturalmente, conseguenza del suo essere in un contesto, più semplicemente, “diretto”: il cosmo là fuori !? …
Noi vogliamo i figli per lasciar loro un’eredità, economica/culturale, che sia esclusivamente loro!!! … Con ciò, escludendo coloro, che della famiglia non siano … E di questa “famiglia”, ci dobbiamo poi convincere, che sia “parte di noi” ed è questo, che ci da, attraverso l’illusione della continuità, un forma di consolazione a fronte dell’ineluttabilità della morte.

Nessuno sembra affrontare la “perdita delle proprietà” (materiale e biologica), conseguente alla morte individuale, come semplice “restituzione” di quanto abbiamo ricevuto “in prestito”, al momento della nascita ..
Forse, anche, in ossequio alla massima di  Anassimandro da Mileto:

“Tutte le cose hanno origine l’una dall’altra e periscono l’una nell’altra, secondo la necessità. Esse si rendono l’un l‘altra giustizia, e si ricompensano per l’ingiustizia, in conformità con l’ordine del tempo.”


- Aaaahhhh! ... Accidenti, l'acqua bolle ... Vado a buttare la pasta. ... Anassimandrooooo .... Che ti pago afffare ... Se neanche stai dietro al mangiare! ...

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-  Anassimandro! ... Anassimandrooooo ... Dove cazzo si e è cacciato il fottuto scansafatiche? ...

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- Ooops!... Spegni il microfono ... sbrigati ... e spegniiii ...



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Configurazioni 23

Quello che si può evidenziare di notevole, in un’onda, secondo il mio punto di vista, è il fatto, che la cosiddetta “cresta” possa essere, non solo molto alta, bensì altissima, persino oltremodo alta e anche di più …
Su altri pianeti, e forse anche nel nostro remoto passato (o futuro? …), è possibile vi siano onde di altezza nell’ordine dei tremila metri, tanto per dare un’idea … Non credo si possa neppure stabilire un tetto massimo a tali misure … Potremmo immaginare onde ben più alte, per esempio nel plasma stellare; e allora parleremmo di cifre anche ben maggiori …

Quello che, tuttavia, ne consegue, in questo mio ragionamento, è il fatto che, ad ogni “cresta”, debba necessariamente seguire il relativo “ventre”, il quale non sarebbe affatto un fenomeno “da meno” …
Cosa sia più spaventoso trovarsi davanti: un muraglia, diciamo pure, di tremila metri … o un precipizio equivalente …
Non è, in fondo, che la stessa cosa vista da due prospettive opposte e, ciononostante, per noi tale vetta sarebbe uno spettacolo ed un’ambizione, mentre la fossa ci risulterebbe orrida …
Ed ecco: sono una cosa sola! … Insieme costituiscono una “singola onda”; necessaria a se stessa, necessaria al “senso”, che essa porti con sé …

La metafora della vita: con i suoi “alti”, ma “in cambio” degli altrettanto ineluttabili “bassi” …
Se non capiamo un’onda, non capiremo noi stessi.
Se non capiamo un’onda, non troveremo la “completezza” in noi e nelle nostre vite.
Se non capiamo un’onda, non vedremo mai “tutto il mondo”.
Se non capiamo un’onda, non sapremo distinguere alcun inizio ed alcuna fine.
Se non capiamo un’onda, non ci sarà alcun senso nel nostro futuro.
Se non capiamo un’onda, non riusciremo a risalire … al “termine” delle nostre creste.
Se non capiamo un’onda, non arriveremo al “fondo” delle cose.
Se non capiamo un’onda, non coglieremo mai la “particella”, che è in noi …
Se non capiamo un’onda, non ci accorgeremo, che, ad ognuna di esse, ne segua un'altra!
E che dietro all’onda si nasconde il ciclo, la ripetizione, il ritorno …

- Oh, porca puttana! … Non un altro, fottuto, pistolotto sulla reincarnazione!? …

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Configurazioni 44




Viene prima l’amore o l’interesse? … !! …

Sapremo mai cosa sia la causa di cosa? …

Non puoi avere quello che vuoi, perché “non esiste” … Esiste invece quello che “credi di volere”, perché te lo sventolano sotto il “naso” e nessuno sa resistere al profumo che “non sente”… e proprio questo è “il” problema!

Mente e cervello non sono che una “configurazione”; ordita dalla natura e tessuta dall’ambiente: la risultante è “necessariamente” del tutto casuale; non ha a che fare con alcuna “volontà”, non è affatto teleologica,  non ci appartiene, non comporta alcuna “evoluzione”, non è altro, infine, che un accrocchio, come un altro … Tutto quello che vediamo (l’intero universo) è accrocchiato e, forse, lo è anche tutto ciò che non vediamo!

Non c’è, tuttavia, motivo di affliggersi, forse è perfino meglio così …


PS. Non dite che sono nichilista, pessimista, o stirneriano … non è questo il punto: chi vi parla dell’esistenza di un essere supremo, non importa il nome, chi vi dice che v’è “una” spiegazione per tutto, chi vi fa credere di essere solo un umile adoratore del “creatore supremo” … non sa di che parla (ammesso pure, che sia in buona “fede”) … E’ un surrogato di empietà da mercato rionale … Non fateci caso … Nessuno può capire il mondo, tranne i bugiardi! …


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Configurazioni 53



Leggevo un recente articolo sull’estinzione dei Neanderthal: oltre ai motivi già da tempo noti, può aver influito il fatto, che i N. (che vissero sul nostro pianeta per più di 300 mila anni!!!!), avessero già completato il loro ciclo, come molte altre specie, ma quando è subentrato l’homo S. (che pure, mi si dice, non era più intelligente di loro), hanno capito che “razza di specie” erano i nuovi arrivati, la loro voracità e aggressività, e non hanno avuto la “forza” (né, forse, la volontà) di opporsi, i loro epigoni hanno assistito al predominio di quella nuova specie, la più feroce, che la terra abbia mai visto: feroce non solo verso tutte le altre specie e verso se sessi, ma feroci nei confronti del pianeta, che non per nulla chiamiamo "nostro", al quale hanno sottratto ogni risorsa, per pura ingordigia e continueranno a farlo, finché non rimarrà null'altro, che la loro stessa carne, da predare !! ….
Mentre mi veniva alla mente l’antico motto “Homo homini lupus”? …
E valutavo l'ovvia variante “Homo omnium lupus”; mi accorgevo, che anche altri, sul web, avevano avuto, probabilmente per altre vie, lo stesso pensiero; così che ne voglio fornire, a mia volta, una personalizzazione:

Homo "S." Omnium Rerum Rapax

Dove, l'inserto tra virgolette vuole alludere alla presunta "sapienza", che ben poco si accosta alla rapacità, per conto mio ...

Non mi considero, strettamente parlando, un ecologista, ma ho gli occhi anch'io ... e spero di non doverli usare, primo o poi, solo per piangere.


Il motivo, più lampante, per il quale i Neanderthal non erano affatto più "primitivi" di noi è, a mio avviso, il fatto che loro siano "durati" tanto e che "noi" in questi "nostri brevi" ultimi 40-mila anni, ci siamo già quasi "fumati" il pianeta. Dureremo quanto loro? ... e a quel punto, ci sarà ancora qualcuno, in giro, per assegnare la coccarda al vincitore? ...

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Configurazioni 6BX7R-D7



Kōan sulla natura ultima dell’amore:

“Ossitocina”.

                           (dal I° sacro testo del Budino Zen)

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Kōan sulla natura ultima della scienza nel XXI secolo:

“Riccioli d’oro e i tre orsi”.

                           (dal  II° sacro testo del Budino Zen)



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Kōan sulla natura ultima dell’essere umano :

“ La mente mente ! ”


                           (dal  IV° sacro testo del Budino Zen)


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Kōan sulla natura ultima della “verità” :

“”

                           (dal  IV° sacro testo del Budino Zen; appendice B)


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Kōan sulla natura ultima della “individuazione” :

 

“ Le caratteristiche del passero solitario sono cinque:

la prima:           si porta più in alto possibile;

la seconda:      non sopporta la compagnia di altri uccelli,  neppure della stessa specie;

la terza:            tende il becco verso il vento;

la quarta:          non ha un colore determinato;

la quinta:          canta soavemente” …

 
                        ([Juan de Yepes y Álvarez] - dall’epitaffio sul  sacro testo del Budino Zen)
 



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alla prossima occasione, al prossimo post, se ci sarà ...

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