domenica 26 aprile 2015

L’universo NON E’ QUALCOSA IN PIU’, bensì “QUALCOSA IN MENO” ...

[A special - though immodest - dedication to Ms. Emmy Noether]



  
Abstract: la più profonda riflessione mai concepita da mente umana? ... più o meno ...



- Ho capito come funziona l’universo, mentre mangiavo una fetta di groviera ... No! ... Non sto scherzando ...
- Ma che rapporto ci può essere tra il cosmo e il formaggio? ...
- Nessuna, sia chiaro ... Questo tipo di similitudine serve solo a richiamare alla mente qualcosa di famigliare, al fine di costruirvi sopra una descrizione più completa; ma non c’è modo di spiegare la scienza solo attraverso le metafore, ad un certo punto occorre arricchire il proprio lessico con i termini giusti, per poter ampliare i propri orizzonti ...
- E tu, come sei passato dal formaggio al cosmo? ...
- Ho capito che, rimanendo in metafora, l’universo (o gli universi, se sono molti)  non è il formaggio, ma i suoi buchi; di conseguenza resta da spiegare, che cosa stia a rappresentare il formaggio ...
- Ho già perso il filo ...
- Dobbiamo fare qualche passo indietro, come dicevo prima, ci servono dei termini nuovi prima di poter procedere con le spiegazioni vere e proprie ... Sei disposto a seguirmi? ...
- Sono molto interessato, dico sul serio ...
- Bene! ... Cominciamo con un domanda, semplice, semplice ... Secondo te, quale potrebbe essere il concetto più avanzato, che l’umanità abbia prodotto nell’intera sua storia scientifica? ...
- E’ questa la domanda semplice? ...
- Ti do una mano: qualcuno potrebbe dire, per esempio, la Teoria della Relatività; oppure la Meccanica Quantistica; o magari la scoperta del calcolo infinitesimale; per altri potrebbero essere le equazioni di Maxwell sull’elettromagnetismo o, perché no, il teorema di Pitagora ... uale di questeqqqqq
Quale di queste sceglieresti, o anche altro? ...
- Non ho preferenze, mi piacciono tutte ...
- OK, diciamo che sono tutte scoperte mirabolanti e che ce ne sono altre al pari, o anche meglio, ma che la scoperta che più ci rappresenta oggi come oggi è un'altra e precisamente il concetto di “simmetria” ... Lo avresti detto? ...
- Santo cielo! ... E cosa sarebbe? ...
- Vedrai che ci arriviamo rapidamente e ti stupirai di quanto sia semplice ...
- Non vedo l’ora ...

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- Ti farò delle domande in rapida successione, niente di misterioso; devi solo rispondere e seguire il mio ragionamento, alla fine capirai di essere arrivato alla meta ...
- Spara ...
- Prendi una matita ...
- Mi dispiace non ce l’ho ...
- Aspetta, aspetta ... Non ti ho chiesto la matita, devi solo pensarci ...
- Ok, ci sono ...
- Se ti chiedessi di posarla sul tavolo, che faresti ...
- La metterei giù ... Che altro? ...
- Come? ...
- Giù ... Delicatamente ...
- Intendo in che verso? ... Di lato, di punta, sul lato opposto ... Come? ...
- Di punta mai, se cade, sbatte e s’incrina la mina ...
- Perché? ...
- Non so perché, ma so che succede ...
- Siamo a un punto importante: la matita messa giù di punta cade perché il suo baricentro “fa fatica” a rimanere in un posizione così lontana dell’equilibrio, mentre se l’appoggi di lato il suo baricentro si trova al punto più basso e di maggior stabilità possibile ... Mi segui? ...
- Credo di sì ... Lasciata sola la matita cerca la posizione più comoda ...
- In un certo senso diciamo di sì: la posizione più comoda, ovvero quella che richiede meno sforzo per essere mantenuta ... Per chiarezza la chiameremo la posizione di minima energia: l’equivalente, in fisica, è detta “energia di punto zero”, o “energia del vuoto” ... Questo concetto sarà il nostro punto di partenza.
- Strano, se è vuoto, dovrebbe non esserci niente, nemmeno energia ... O sbaglio? ...
- A meno che non sia un “falso vuoto” ... O un falsopiano, in una scala di possibili valori dell’energia ...
- O un “falso dio”, come direbbe il mio nonno torinese ...
- Esatto! ... Ma passiamo oltre. Poniamo che tu riesca a posare, per una combinazione fortunata, la tua matita sul tavolo di punta ... Cosa ti aspetti che possa succedere dopo? ...
- Basta che non si tocchi il tavolo e potrebbe anche rimanere ferma lì ...
- Sarebbe sufficiente un respiro più forte, o persino la vibrazione della tua voce, per farla cadere ...E’ quello che si chiama un l’equilibrio instabile ... E questa è un'altra delle parole importanti per noi: INSTABILE! ...
- E’ quello che dicevano di me ...
- E’ quello che caratterizza l’intero universo fin dalle sue fondamenta ... E’ la proprietà che caratterizza l’energia in genere e che si incarna in un principio fondamentale, per quanto è importante ... Ma torniamo alla matita: se qualcosa anche minima la influenza, essa tenderà a “prendere una posizione di maggior equilibrio”, ovvero cadere su uno qualsiasi dei suoi lati e in questo modo raggiunge il suo stato di “falso vuoto”, l’equilibrio stabile ...
- Perché, in questo caso, sarebbe un “falso vuoto”? ...
- Metti che si trovasse sul bordo del tavolo ... Avrebbe la possibilità, rotolando per qualche ragione, di cadere ancora più in basso, sul pavimento, raggiungendo un altro falso vuoto, ma un po’  più in basso ...  E così via, fino a raggiungere il centro della terra e magri oltre ...
- Oltre? ...
- Potrebbe cadere insieme a tutta la terra verso il centro del sole ... E magari oltre ...
- Ancora? ...
- Potrebbe cadere con tutto il sole verso il super buco nero al cento della galassia e via dicendo ... Noi, allo stato delle cose, conosciamo solo “falsi vuoti” e non sappiamo, se fra essi ve ne sia uno “speciale” ...
- No? ...
- No! ... Ma andiamo avanti ... La conclusione è che ogni “stato” sia relativo agli oggetti, che all’energia, tenderà alla configurazione di massimo equilibrio, ovvero a quella che richieda la minima quantità di energia per essere mantenuta ...
- Massimo equilibrio, minima energia ... Capito ...
- Vuoi un pezzo di formaggio? ...
- Groviera? ...
- No, veramente questi sono quadratini di grana, ne porto sempre un po’ con me, fa da integratore salino ...
- Ah! ... Credevo fosse una domanda ... Non mi hai ancora spiegato come c’entri il formaggio ...
- Beh, volevo arrivarci per gradi, ma forse ti sto annoiando ... Facciamo così ... Io ti dico subito le conclusioni a cui sono giunto e tu mi fai le domande che ti interessano ...
- Va bene ...
- Fino ad oggi io, come penso la maggior parte della gente, fra gli scienziati intendo, ho pensato che ogni possibile spiegazione del funzionamento dell’universo dovesse procedere, spiegando, passo per passo, ogni fenomeno che osserviamo in esso ... Ma il groviera ci dice, che non è così ...
- Il groviera parla? ...
- E non mente ...

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- Meglio che mi dai un pezzo di grana ... Sento che sto per aver bisogno di tutte le mie energie ed anche qualche aiuto extra ...
- Serviti pure dal sacchetto ... E’ il cibo più sano e più completo ...
- Ouukuuueii ,,, uhmm ,,, chhuu ... tui auscoulto ... Parlua daui ...
- Attento, non ti strozzare ... Come dicevo, ero abituato a riflettere sui fenomeni fisici a partire dalla miriade di manifestazioni che l’universo contiene oggi giorno; tuttavia chiunque si interessi di cosmologia sa bene che è possibile ridurre tutto ai pochi istanti intorno al BigBang, dato che tutto ciò che segue è abbastanza bene inquadrato delle teorie correnti ... Ma quando arriviamo a chiederci cosa possa aver scatenato quel primo atto da cui tutto ha avuto inizio, allora anche le teorie più potenti create dell’uomo iniziano a vacillare e finiscono per cozzare le une contro le altre e noi rimaniamo con un pugno di mosche in mano ...
- Io credevo che la Teoria del BigBang fosse ormai pacifica ...
- Ci da molte risposte, ma non tutte ed anch’essa si scontra con alcune osservazioni sperimentali; in conseguenza di ciò la si è abbinata con la Teoria dell’Inflazione, per correggerne i difetti, ma anche così permangono dei problemi, il primo dei quali ed il più importante nella nostra discussione è di spiegare come si sia prodotto il BigBang stesso ...
- Già, e cosa c’era prima ...
- Il groviera ...
- Non mi canzonare ... Ti prego ...
- No, non è questo ... Il fatto è che la domanda non ha senso ... O per meglio dire è “priva di senso” ... E come chiedere che numero c’è prima dello zero, o che età ha un bambino prima di nascere, e via farneticando ...
- Come sarebbe? ...
- Non esiste un “prima del BigBang”, in quanto il tempo stesso, insieme allo spazio, è un prodotto di quel processo ed è solo dopo il BigBang che il tempo inizia a scorrere: il tempo misura SOLO i processi interni al nostro universo (o forse anche ad altri, ipotetici, innumerevoli, cosmi) ...
- Ma allora, da dove saltano fuori questi universi? ...
- E’ a questo punto, che ci servono le due parole che ti spiegavo prima: INSTABILITA’ e FALSO VUOTO ed anche una nuova, di cui ho fatto solo un accenno e che deve sostituire il “groviera” ...
- Quale? ...
- IPER-SIMMETRIA * ... E’ un ampliamento di quanto dicevamo essere il più importante concetto in fisica ... Tale importanza deriva dal modo in cui oggi sappiamo spiegare la nature dell’energia nelle sue molteplici manifestazioni. Possiamo affermare che “a monte” di tutto esiste uno stato in cui ogni forma di energia converge in un unità che chiameremo “stato iper-simmetrico” e che proprio per questa sua specificità è anche uno stato iper-instabile (come la nostra matita poggiata di punta) e che quindi tenderà a destabilizzarsi costantemente: questo stato risulterà quindi totalmente caotico e infinitamente turbolento. La sua stessa natura lo porterà a generare “bolle” (o cisti) localizzate in cui la simmetria risulterà alterata, o rotta secondo l’uso corrente, producendo in tal modo i cosiddetti “falsi vuoti” al’interno dei quali ogni genere di universo avrà la possibilità di manifestarsi e di evolversi. Di questi universi, il nostro è solo un esempio; alcune di queste bolle potrebbero essere assai più effimere e nascere e morire in pochi istanti, altre potranno durare molto più del nostro o meno del nostro, ma ognuno avrà le sue leggi che potranno essere simili, o dissimili dalle leggi della fisica in vigore nel nostro ... Non possiamo, allo stato delle nostre conoscenze, essere certi di tutte le possibili forme che tali universi potranno assumere, perché molto dipende da quanto ancora dobbiamo capire a proposito di Energia Oscura e Materia Oscura ... Quello che è certo è che ognuno di questi ipotetici universi dovrà in ultima analisi convergere verso un ritorno di tutti i suoi contenuti nell’ambito dello stato iper-simmetrico che ne originò l’avvio.
- Tanta carne al fuoco ... No? ...
- Ehhh, sì ...
- Tu dici che il “groviera” è lo stato iper-simmetrico dell’energia primordiale e che il nostro universo e tutti  i possibili altri universi non sono che i buchi nel formaggio ... Ma perché? ...
- Dentro ai “buchi” potrebbe esserci di tutto: ci sono sicuramente dei gas prodotti dalla fermentazione, ma potrebbero esserci residui di qualche granello di polvere o di residui vari della lavorazione, o magari altre sostanze non ben filtrate e via dicendo ... Questi ipotetici “scarti” formerebbero le bolle, che noi chiamiamo universi, all’interno dell’impasto originario, il quale è la fonte di tutto, ma in quanto tale non è in sé parte di alcuno ... Fuor di metafora, diciamo che lo stato iper-simmetrico  non può esistere senza violare il Principio di Indeterminazione di Heisenberg e di conseguenza, per quanto improbabili e squilibrati possano essere gli stati alternativi, essi si rendono necessari e vengono generati per “raffreddare” diciamo così, lo stato iper-simmetrico: abbiamo delle bolle-universo in cui parte dell’energia decade in stati dalla simmetria rotta, ovvero stati in cui parte dell’energia è destinata a generare lo spazio vuoto, con conseguente abbassamento della temperatura localizzato ... Il risultato globale è che all’interno del “groviera” ci siano bolle di raffreddamento ... In questo modo possiamo spiegare ciò che sta a monte del BigBang, non in senso temporale, ma in senso logico: LO STATO IPER-SIMMETRICO RIBOLLE CAOTICAMENTE, PRODUCENDO INCISTAMENTI DI ENER­GIA SEMI-SIMMETRICA, O PARZIALEMENTE-SIMMETRICA, O ANCHE SCARSAMENTE-SIMMETRICA, TALI DA GARANTIRE LA MANIFESTAZIONE DI OCCASIONALI LOTTI DI SPAZIO-TEMPO E QUINDI DI UN EVENTUALE TIPO DI PROCESSO DI RAFFREDDA­MEN­TO CIRCOSCRITTO E TEMPORALIZZATO. Questa ipotesi spiegherebbe anche in modo semplice perché il BigBang, sia, in realtà tutt’altro che “un’esplosione”, ma più verosimilmente “un’implosione”, ovvero una forma di rigonfiamento interno, di qualcosa di altrimenti compatto e che non preveda, in alcun modo, alcun tipo di espansione ulteriore, né tantomeno un qualsiasi tipo di “ambito esterno” ...
- In parole povere ... Forse è meglio che riparliamo di groviera ...
- In poche e semplici parole, è come se il groviera fosse la matrice, scavando la quale – le bolle di cui dicevamo -  si possano ricavare delle sculture, che rappresentino, dinamicamente, all’interno delle bolle, i nostri universi: il formaggio sarebbe così perfettamente compatto, mentre nelle bolle ci potrebbero essere delle sagome di formaggio o suoi derivati, ma la maggior parte sarebbe spazio vuoto ... Mi segui? ... In modo tale, che l’universo non risulti essere composto da QUALCOSA IN PIU’, bensì da “QUALCOSA IN MENO” (paradossalmente) rispetto a quella, che potremmo definire anche, come la “matrice energetica del tutto” ...
- Puoi farmi un esempio terra-terra di cosa sia la simmetria, tanto per capire ...
- Uno dei più grandi fra gli scienziati moderni è stato James Clerk Maxwell, che nel 1864 circa fece uno dei più importanti passi nell’unificazione delle forze della natura, comprendendo che l’elettricità ed il magnetismo, fino ad allora intesi come fenomeni del tutto indipendenti, non erano che due aspetti della stessa manifestazione energetica, da quel momento in poi denominata elettromagnetismo e che stava alla base del comportamento della più eclatante delle esperienze umane: la luce. Molti anni dopo, altri scienziati, illuminati da quell’esempio compresero che altre forme di energia possono apparirci diverse, pur appartenendo in ultima analisi alla stessa sottostante “simmetria di unificazione”: l’energia che governa il decadimento del neutrone e che originariamente aveva preso il nome di “energia nucleare debole” è stata così, infine, ricondotta nell’alveo di un nuova simmetria detta, oggi “elettro-debole”. Si è capito che questo principio può essere valido anche per le altre forze presenti in natura ed esiste la possibilità concreta che anche la “forza nucleare forte” possa essere parte di una simmetria ancora più ampia, la quale prenderebbe il nome di GUT, o teoria di grande unificazione. Se in futuro, scherzi di scarpe a parte, riusciremo a compiere anche l’ultimo passo, unificando anche la forza di gravità a tutte le precedenti, allora raggiungeremo il sogno di tutti gli scienziati; che è quello di ottenere una cosiddetta ToE: la auspicata “teoria del tutto” ... Non sarà una cosa rapida, ma le premesse dicono che sia una strada da percorrere pervicacemente ... Ma bisogna dire che potrebbe non bastare, se tale teoria non dovesse includere anche ogni altro tipo di energia ancora non scoperta, o solo parzialmente scoperta ad oggi ...
- Quindi, la tua idea di iper-simmetria è proprio di questa possibilità che parla ...
- Esatto! ... L’ iper-simmetria, allo stato attuale, è solo un termine arbitrario per indicare un possibile stato della totalità della materia-energia “concepibile”: questo include non solo tutte le possibili forme di materia ed energia di tutti gli universi, noti o meno che siano, ma anche di tutto quanto noi dobbiamo ancora scoprire e persino di quello che non potremo mai scoprire ... Se un tale “stato iper-globale” è ciò che sostiene le manifestazioni fisiche da noi conosciute e quelle che mai potremo conoscere, allora potremo affermare che la “simmetria” sta alla base di tutto e che la sua intrinseca INSTABILITÀ è alla base di ciò che porta al manifestarsi di tutti gli universi: la cosa meravigliosa di un tale stato di cose sarebbe, secondo me, la possibilità di ricavare una tale comprensione a partire dai fenomeni, che noi abbiamo esplorato, stando su questo minuscolo e insignificante pianeta, disperso fra le galassie di un universo altrettanto fragile e transeunte rispetto alle migliaia di altre bolle, o buchi, di una gigantesca forma di groviera ...
- Mi piace la scienza, come la racconti tu ... Forse, ho anche capito di cosa parli ... Ma ... posso dirti le mie storie, adesso? ...
- Naturalmente, non vedo l’ora di farmi due sane risate ... Cosa ti sei inventato, questa volta? ...
- Immagina una coppia di Stegosauri, un maschio e una femmina ...
- Si, certo ...
- I due si corteggiano e ad un tratto lui le fa una domanda a bruciapelo ...

“Lo sai cosa mi piace da impazzire di te? ...” – dice lui
“No, cosa? ..”. – dice lei
“I tuoi magnifici e rigogliosi seni, la tua dorsale maestosa e sobriamente colorata; in poche parole: la tua inconfondibile TETTONICA A PLACCHE ...

- Ha ... Ha ... Ah ... Ha ... Ha ... Ah ...Ha ... Ha ... Ha ... Hu ... Hu ... Hu ... Ah ...Ha ... Ha ...
- E senti quest’altra: lo sai cosa succede a uno scalino quando muore?
- No, ti prego sto ancora ridendo della prima ... Ok, dimmi, cosa? ...
- E dove vuoi che vada, come al solito ... finisce nella TOMBA DELLE SCALE ...
- Ha ... Ha ... Ah ... Ha ... Ha ... Ah ...Ha ... Ha ... Ha ... Hu ... Hu ... Hu ... Ah ...Ha ... Ha ...
- He ... He ... He ... He ... He ... He ... He ... He ... He ... He ... He ... He ... Eeeh ... He ... He ... He ... He ...


L’eco delle risate dei due personaggi risuona ancora, mentre, lentamente, la camera esegue un’ampia carrellata indietro, scoprendo l’ampio giardino; una solenne costruzione si va stagliando, sempre più incombente, su tutta la scena e quindi lascia spazio alla solida cancellata di recinzione e ad una scritta, in alto, a forma di mezzaluna, su cui campeggia l’intestazione: “Real Casa dei Matti di Palermo – Fondata nel 1824” ... Poi, la zoomata indietro continua, recedendo verso l’alto, fino a visualizzare la città, poi la costa e di seguito l’intera Sicilia, e ancora, tutta l’Italia, l’Europa, l’emisfero, il pianeta ... Procedendo oltre, nello spazio, vediamo scorrere, uno ad uno tutti i pianeti esterni, fino ai recessi di Plutone ... E poi ancora, verso la perpendicolare al piano dell’eclittica, scorgiamo una strana sagoma in avvicinamento ... E, rapidamente, al fine l’oltrepassiamo, lasciandoci dietro un piccolo satellite, su cui spiccano solo alcune lettere del nome "V Y GER  " e notando anche un grandissimo telo-batteria solare, con una scritta gigante: “STATE LASCIANDO IL SISTAMA SOLARE – TORNATE PRESTO A TROVARCI – SARETE SEMPRE I BENVENUTI” ... Ma la zoomata continua, sempre più veloce, portandoci dritti nel  sistema di Orione e iniziando a convergere sulla coppia di  stelle di Zeta Reticuli ... Poi la camera si concentra su Z2-Reticuli e inizia la sua discesa verso l’unico pianeta roccioso di quel mondo ... Passando il denso strato di nubi, arriviamo a vedere le immense cupole trasparenti e foto-dinamiche, in cui ferve la vita di quelle popolazioni ... Avvicinandosi ancora, la camera riprende una fila di individui, che vanno sciamando, fuori da un locale scintillante di luci e poi, si ferma proprio di fronte a due di essi e, con un bel piano americano, ne capta anche il dialogo:

- Bel documentario, non credi? ...
- Un po’ stucchevole, questa moda alienofila; ma a parte questo, direi che c’è del buono nel notare, come questi esseri così primitivi per la maggior parte, riescano tuttavia ad esprimere alcuni soggetti decisamente sopra la media, in grado di attingere al significato più profondo della natura del cosmo ... Peccato, che nessuno degli altri li stia a sentire ...
- Sì, sono d’accordo ... E’ da non credere, come la maggior parte di questi esseri consideri noi indistintamente come “gli alieni”, mentre fra di loro fanno una miriade di distinzioni speciose e inconcludenti, che li portano a disperdere le loro energie mentali, nelle più inutili direzioni, mantenendoli in quell’arretratezza, che tanto ci ha fatto comodo, fino ad oggi ...
- Già ... Già ... Possiamo stare tranquilli ancora per molti secoli a venire ... Forse non saranno veramente mai allo stesso livello di noialtri mostri ...



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*  [NdA]   Il termine “Iper-Simmetria” è utilizzato, in via del tutto arbitraria dall’autore, per indicare un concetto personale e del tutto ipotetico, che non va confuso, nel bene e nel male, con altre idee ben più “sensate” presenti nella fisica moderna; la possibilità, anche vaga, che esso richiami, alla mente di qualcuno, le idee del grande pensatore Georges Lemaître (1894–1966), mi onorerebbe più del necessario, in quanto, nel mio delirio, si tratta bensì di una correzione di tali idee ... Nel senso specifico, per cui non sia, nella mia suggestione, l’atomo primigenio (condizione “iper-densa” della materia/energia originaria di un solo universo) a generare il nostro particolare cosmo, IN UN DATO MOMENTO, bensì una LEGGE PERENNE DI “NATURA”, per la quale ogni forma di energia nota, o ignota, CONVERGA CAOTICAMENTE e, nel corso delle sue indeterministiche fluttuazioni, SI DEBBA MENIFESTARE SOTTO FORME, o STATI, di OGNI GENERE (fra quelli ammissibili): un sistema “iper-simmetrico” siffatto, non solo non conosce tempo e spazio, ma ha una sola proprietà riconoscibile, la sua INSTABILITA’; essa fa sì che le conseguenti trasformazioni caotiche intrinseche tendano a “sedare” tale, per così dire, “condizione estrema” e dato che non PUO’ ESISTERE ALCUNA DIREZIONE “ESTERNA”, VERSO CUI “ESPANDERSI”, PER RIDURRE TALE DENSITA’ CRITICA, possiamo ipotizzare, che si verifichino fenomeni come quelli tipici di condizioni simili: il RIBOLLIRE CAOTICO, la creazione di “BOLLE”, o “CISTI”, all’interno delle quali, localmente e brevemente, la densità ridotta possa portare ad una rottura “parziale” di iper-simmetria e alla conseguente nascita di “universi”, più o meno effimeri, ma che al loro “interno” possono anche, occasionalmente, esperire condizioni come quelle, che noi conosciamo, qui ed ora ... Queste condizioni, appena descritte, non sono diverse da quelle che, nella nostra esperienza corrente, chiameremmo fluttuazioni quantistiche e che consentono, per brevi intervalli di tempo, la comparsa di particelle effimere, o virtuali, che dir si voglia ... Siamo noi forse meno effimeri? ...


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mercoledì 8 aprile 2015

Una critica al racconto: Libero arbitrio e altri disturbi intestinali



Abstract: ho ricevuto un’analisi critica del mio racconto sul libero arbitrio e ho deciso di pubblicarla; in conseguenza del suo indubbio interesse e della sua perfetta attinenza, con l’idea dell’autore alla base del medesimo.


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Una delle sensazioni più forti che si provino, in quanto esseri pensanti, è la sensazione di oppressione, o più precisamente, l’idea di essere in una prigione, senza vie d’uscita; una possibile prova di quanto spiegato nel racconto: noi “non possiamo uscire dalla gabbia” in cui ci sentiamo relegati proprio perché l’ipotetico “contatto” tra noi e la natura che osserviamo "là fuori" è piuttosto aleatorio e ci lascia con la bocca asciutta ogni volta ... ogni volta che ci illudiamo di “agire sul mondo” ... il "mondo", invece, è inesorabilmente e provocatoriamente "là fuori" e si fa beffe di noi, continuamente. Perché? ...

Forse perché non è veramente "là fuori", o magari perché “noi” non siamo veramente “qua dentro” ...  
I due apparenti mondi sembrano, una volta, distinti ed un'altra, fusi insieme, ma, di caso in caso, sembrano cambiare tra l’una e l’altra possibilità ... (viene in mente il dualismo onda/particella e simili).
Ci domandiamo, occasionalmente, se il “mondo-là-fuori” sia rea­le, o se non sia un’invenzione della nostra mente; altre volte abbiamo il dubbio contrario: è la realtà strabordante a farci temere, che la nostra mente sia solo un ammasso di inutili fantasie, che si dissolvono alla prima occasione, sia essa un'improvvisa morte, o una qualsiasi disillusione, o fallimento ...

Noi diveniamo gradualmente consapevoli di non essere in grado di agi­re efficacemente sul “mondo-là-fuori” e con orrore finiamo per dover accettare tale ineluttabilità “sconvolgente”. Questa con­vinzione crescente ci provoca un sempre maggior disagio e finisce per “obbligarci” a prendere coscienza dell’apparen­te “dualismo” di cui sopra: solo apparente, in quanto non è “oggettivamente” tale.
Il senso di “separazione” è conseguen­za del nostro “sistema di credenze”, più di quanto non sia reale: siamo abituati a credere di essere i “soggetti” in tutta la nostra situazione esistenziale, ma non è così; noi “veniamo vissuti”, apparteniamo alla vita, non ne siamo veramente i protago­nisti; tuttavia siamo nella condizione di credere il contrario ... almeno per un “variabile” lasso (diffe­rente da persona a per­sona) di quella vita.

Quando prendiamo coscienza della nostra “impotenza” rispetto ai fatti della vita, andiamo gradual­men­te incontro al senso di paura da perdita di controllo e cominciamo a dubitare dell’una o dell’altra cosa. Questo è solo il punto di vista della “nostra” mente (diverso da persona a persona e da momento a momento); la spiegazione oggettiva è invece, che il processo mentale è “solo” l’espressione emergente del sottostante processo neuro-fisiologico, il quale produce le condizioni indispensabili al manifestarsi del “fenomeno” (ovvero il processo) più noto come “pensiero”. Esso ha una funzione pratica (in termini evolutivi), che consiste nell’elaborazione di “scenari” atti a migliorare l’efficienza operativa degli organismi che ne siano dotati: un “danno collaterale” di tale efficienza è quella che noi esaltiamo e onoriamo e mitizziamo col nome di “immaginazione”.
L’immaginazione è la gran cosa, che ci appare essere, solo nel contesto della nostra “costruzione mentale” (espressione del condizionamento storico sociale/culturale), mentre “oggettivamente” è proprio quella collezione di inutili fantasie, che molto spesso temiamo essere.
In contrasto con quanto detto, si potrebbe osservare, che quelle presunte “inutili fantasie” hanno cambiato il mondo e conquistato la più vasta conoscenza dell’universo di sempre, tramite soprattutto la “nostra” scienza ... ma sarà proprio vero? ...

Che ne sarebbe di tutta la “nostra scienza” se, improvvisamente, un asteroide (o cometa, o altro) piombasse sulla terra, estinguendo del tutto, o quasi, la vita su di essa, come è già accaduto, in più occasioni, nella storia del nostro pianeta? ...
Saremmo ancora tanto sicuri delle “grandi conquiste”, di cui tanto ci vantiamo oggi, dopo solo qualche migliaia di anni di vita della nostra cultura? ... Cosa avrebbero dovuto “dire” i dinosauri, che hanno resistito e dominato il pianeta ben più a lungo di noi? ...
E’ troppo presto per noi, per poter affermare che il mondo ci appartenga e che lo abbiamo conquistato grazie alle nostre “menti super-evolute” ...  Le cose non stanno così: questa è solo una delle tante “rappresentazioni mentali” auto-compiaciute, che caratterizzano la struttura della mente umana: non è solo l’individuo a formarsi tali complessi psicologici razionalizzanti, anche i gruppi sociali, i popoli, l’intera umanità possono, anzi necessitano di farlo.

Il fine di tali “strutture psicologiche” è sempre lo stesso: convincerci della realtà di ciò che ci spinge ad agire e della nostra stessa “mente”: ma è un’illusione, individuale, collettiva, di massa, o persino globale ... Proprio come suggerisce il racconto. La mente è una funzione del cervello, come la visione è una funzione dell’occhio, o l’udito è una funzione dell’orecchio: assai più sofisticata, all’apparenza, ma se il vostro cibo non fosse sempre disponibile sugli scaffali del supermercato locale, forse vi verrebbe in mente che per procacciarlo occorrono proprio queste “funzioni” e perdereste meno tempo ad “immaginare” come farvi del male, inventando nuovi, inutili problemi ... La natura ce ne fornisce e ce ne fornirà sempre ... quanti ne vogliamo ...

Attenzione!! ... Tutto ciò non è inteso a ridicolizzare alcunché: né i sogni e le speranze individuali, né la cultura in genere, né la scienza e i suoi successi, né le filosofie e la saggezza che portano, o le religioni e la consolazione che esse possano elargire, né altro che dir si voglia ... Si può ugualmente, dare il valore che si desideri ai frutti del pensiero umano, ma è più corretto farlo nel giusto contesto e nei limiti che, presto o tardi, ci troveremo a dover affrontare. Non solo come individui, o come famiglie, o come nazioni ... un giorno toccherà all’intera umanità fare i conti con le proprie illusioni ...




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martedì 7 aprile 2015

Libero arbitrio e altri disturbi intestinali


Abstract:  Siamo noi liberi d’involarci alla volta di un vago domani, o inutili buratti, sospesi a lenze d’altrui pensieri?


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Dopo secoli di dibattito su questo argomento, siamo punto e a capo: perché?
Il punto di vista scientifico ripropone il tema sotto una nuova inquietante luce, ma è proprio una novità questa, o ce la raccontavamo soltanto?
Tutto nasce dagli esperimenti, ormai classici, sebbene recentissimi, ma assolutamente confermati e riconfermati, in seguito ai quali è possibile dimostrare, come la nostra mente cosciente prenda decisioni “scontate e prevedibili”, con semplici metodi sperimentalmente predisposti, sulla base di un metodo puramente scientifico: siamo apparentemente etero diretti  in ogni aspetto della nostra vita. Scientificamente parlando, non è possibile attribuire alla mente umana cosciente alcunché di anche solo vagamente riconducibile al cosiddetto “libero arbitrio” e questo è un fatto! ... Ma è proprio così che stanno le cose? ...
Se pensiamo, ai risultati suddetti, per il loro puro valore apparente, sembrerebbe di sì: molto tempo prima che la nostra coscienza prenda una decisione, qualunque essa sia, dal più banale sollevamento di un braccio, all’azione più complessa, un preciso segnale elettro-chimico segnala all’elettroencefalografo, o altro strumento affine, un cosiddetto “potenziale di allerta” e da questo è possibile ricavare “in anticipo” l’informazione che la coscienza del soggetto per un tempo incredibilmente lungo, in termini neurologici, ancora non conosce ...  Come si può affermare la veridicità di un qualunque tipo di libero arbitrio in queste condizioni? ... Beh, decisamente, non si può! ...
Siamo dunque burattini, in balia di chissà quali impulsi inconsci, oppure abbiamo ancora la capacità di scegliere come comportarci e, in ultima analisi, la responsabilità delle nostre azioni? ...
Alcuni tentano un salvataggio in extremis della situazione proponendo che l’io cosciente abbia l’ultima parola grazie al suo potere di veto finale, ma sarebbe solo un accrocchio; c’è chi ipotizza un vantaggio evolutivo innegabile nella presenza della coscienza nel processo decisionale, la quale non avrebbe altrimenti alcuna giustificazione evolutiva, appunto, se non fosse in qualche modo determinante per il risultato finale ... Anche questa soluzione sembra un accrocchio ad hoc, più che una proposta valida. Cosa ci resta, allora? ...
Forse, cambiando interamente paradigma, possiamo intravvedere uno spiraglio ...
Da cosa nasce la nostra convinzione della centralità dell’io cosciente e del conseguente processo decisionale volontario? ...  Alcuni intravvedono in esso l’eredità storica, che ha sempre visto l’uomo al centro della “creazione” e di conseguenza al “comando” delle risorse planetarie, soggetto solo ad una divinità personale da cui deriva anche il potere dell’uomo sull’uomo e la gerarchia dei sudditi, più o meno privilegiati. La necessità di mantenere l’ordine globale poggia le sue basi su capisaldi imprescindibili e la responsabilità delle proprie azioni è uno dei più importanti fra questi: ne consegue che il libero arbitrio “deve esistere”, così come la colpa e la punizione di conseguenza. L’alternativa sarebbe l’irresponsabilità, che non a caso, in alcuni ordinamenti, è privilegio solo del Presidente, o comunque dell’autorità suprema ... I poveracci , invece, pagheranno sempre per i propri errori ...
Tuttavia le cose non stanno così in natura: l’evoluzione è un falso modo di interpretare la “selezione naturale”. Il motivo è che la selezione naturale è un processo indiscriminato, violento, privo di qualsiasi morale, in poche parole, selvaggio; mentre noi umani desideriamo essere “civilizzati” (tutte le volte che sento questa parola mi viene da ridere, o da piangere, mai da essere serio).
Dove ci porta tutto questo?  Alla necessità di smettere, una buona volta, di “raccontarcela” ...
Se fossimo abbastanza svegli, ci renderemmo conto che il libero arbitrio è solo uno dei tanti miti, costruiti nel corso della storia, per giustificare il controllo da parte dei pochi sui molti, di volta in volta, possono cambiare i protagonisti, ma l’ingranaggio è ormai quello da secoli e continuerà ancora, fino a quando si auto-destabilizzerà. Per quale motivo, nel caso particolare, sappiamo questo? ...
L’individuo è un elemento secondario di un processo noto come selezione naturale, alla base del quale risiede la specie e che procede, dalla notte dei tempi, con l’unico scopo di sopravvivere, proteggersi dalle specie concorrenti e riprodursi. In quanto parte di un processo, l’individuo segue lo schema principale, adattandosi alle circostanze ambientali e temporali che si trova ad affrontare: il suo “parco” decisionale genetico è predisposto a questo scopo e nessuna “educazione al mondo” cambierà mai questa impostazione, salvo un possibile futuro “step” evoluzionistico (quanto detesto questa parola, ma è ormai nel linguaggio corrente ... e sia ...), che però non ha niente a che vedere con i desiderata dell’uomo, inteso individualmente. Se questo “step” ci sarà, non saremo noi a deciderlo, bensì la “specie-homo” che ci governa da sempre e sempre lo farà: se siamo quello che siamo è perché apparteniamo ad essa e da essa “siamo decisi”;    quello che ci accade, pensateci, il più delle volte ci coglie di sorpresa, ci travolge, ci spaventa ... E più cerchiamo di pianificare il futuro, più ne siamo spiazzati ... Perché? ... La partita si gioca altrove, non è tanto una questione di secondi che intercorrano tra il potenziale di attenzione e la nostra consapevolezza di aver deciso: è ben altro! ... Noi non solo non decidiamo affatto, ma addirittura “veniamo decisi altrove”, sempre! ... Se le cose stanno così, allora tutto ciò che pensiamo che senso ha? ... Ha senso proprio in quanto fornisce ad ogni individuo il vantaggio selettivo tipico della nostra specie, è come il sensore termico delle vipere e relativo universo percettivo; è come il sonar dei pipistrelli e il relativo universo percettivo; è come l’uomo e la sua immaginazione e il relativo universo percettivo: una fantasia al servizio della sua sopravvivenza in un ambiente ostile, con tutte le gratificazioni utili a spingerlo avanti verso la meta originale della nostra specie; verso la conservazione della propria salute, del proprio territorio e della possibilità di riprodursi ad esclusivo vantaggio della “specie”.
E’ dunque la “specie-homo” il fulcro di tutto? ... No di certo, anch’essa, a sua volta, non è altro che un processo, in mezzo ad altri, sulla superficie di questo pianeta, il quale offre specifiche condizioni, atte alla sopravvivenza funzionale di quelle specie che vi si adattino. A sua volta il pianeta è il prodotto di una nube di gas in contrazione che nel corso del tempo ha generato la stella che ci ospita e che nel corso della sua esistenza ha permesso la formazione di un disco di polveri dal quale si sono nel tempo formati i pianeti e che, presto o tardi, terminerà il suo ciclo per confluire nel cosmo che lo ha generato e, in ultima analisi, riformerà quel tutto, del quale, in debita proporzione, anche noi facciamo parte ... Nessuno è a capo di tutto; nessuno dispone, ma tutti possono partecipare ... Ecco perché il libero arbitrio è soltanto arbitrio a ruota libera ...


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- Naturalmente non scriverò mai questo articolo, sarebbe subito cestinato e forse farebbero anche bene ... Chi sono io, in fondo, per pontificare sull’argomento? ...
- Per me sei un dio ... Specie se torni a letto ancora per un po’ e ci dai dentro come poco fa ...
- Ma non ti è bastato? ... Ne vorresti ancora? ... Sei proprio incontentabile! ...
- Lo sai che quando facciamo il fine settimana è una tortura infinita ... Si sta in piedi tutto il tempo, si corre di qua e di là per quasi dieci ore ... Ti rendi conto? ...
- E va bene, ti accontento, ma poi basta, eh? ...
- D’accordo, va bene ... Concentratati  sui talloni, bisogna che li massaggi a fondo ... Guarda lì che pelle spessa che si è formata, sembra la suola di uno scarpone ...
- Devi tenerli a bagno a lungo, così si ammorbidiscono bene e puoi raschiare via bene la pelle secca ...
- Ho troppo sonno per stare delle ore coi piedi a mollo e poi chi fa le faccende ... Eh ... Chi le fa? ... Tu sei sempre lì a scrivere articoli che nessuno legge ... E per cosa? ... Per il giornale parrocchiale ... Quelli neanche li leggono i tuoi articoli ... Quanti te ne hanno già respinti? ... Dai quanti? ...
- Fino ad oggi? ...
- Sì, fino ad oggi ... Perché, domani cambierebbe tutto? ...
- Beh, non credo ... Comunque fino ad oggi compreso ... Li hanno cestinati tutti ... Credo ... Sì, sì, proprio tutti ...
- E che li scrivi a fare, allora? ...
- Dove c’è una volontà, c’è una via ...
- Di chi è questa? ...
- Samuel Smiles, uno scozzese ...
- Quindi, pensi di continuare a scrivere? ...
- No, penso che in futuro andrò al circolo delle bocce, a farmi degli amici e magari a parlare solo del più e del meno ...
- E faresti bene, nonno ... Hai la tua pensione, hai una nipote, che ti fa tutti i lavori e ti cucina meglio che al ristorante ... Che vuoi di più dalla vita? ...
- Vorrei che ti lavassi i piedi, prima di farti fare i massaggi ...
- Scusa nonno;  tu sei la mia salvezza ... La prossima volta me lo ricorderò ... Ora non ce la farei proprio; neanche volendo ...



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