martedì 7 aprile 2015

Libero arbitrio e altri disturbi intestinali


Abstract:  Siamo noi liberi d’involarci alla volta di un vago domani, o inutili buratti, sospesi a lenze d’altrui pensieri?


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Dopo secoli di dibattito su questo argomento, siamo punto e a capo: perché?
Il punto di vista scientifico ripropone il tema sotto una nuova inquietante luce, ma è proprio una novità questa, o ce la raccontavamo soltanto?
Tutto nasce dagli esperimenti, ormai classici, sebbene recentissimi, ma assolutamente confermati e riconfermati, in seguito ai quali è possibile dimostrare, come la nostra mente cosciente prenda decisioni “scontate e prevedibili”, con semplici metodi sperimentalmente predisposti, sulla base di un metodo puramente scientifico: siamo apparentemente etero diretti  in ogni aspetto della nostra vita. Scientificamente parlando, non è possibile attribuire alla mente umana cosciente alcunché di anche solo vagamente riconducibile al cosiddetto “libero arbitrio” e questo è un fatto! ... Ma è proprio così che stanno le cose? ...
Se pensiamo, ai risultati suddetti, per il loro puro valore apparente, sembrerebbe di sì: molto tempo prima che la nostra coscienza prenda una decisione, qualunque essa sia, dal più banale sollevamento di un braccio, all’azione più complessa, un preciso segnale elettro-chimico segnala all’elettroencefalografo, o altro strumento affine, un cosiddetto “potenziale di allerta” e da questo è possibile ricavare “in anticipo” l’informazione che la coscienza del soggetto per un tempo incredibilmente lungo, in termini neurologici, ancora non conosce ...  Come si può affermare la veridicità di un qualunque tipo di libero arbitrio in queste condizioni? ... Beh, decisamente, non si può! ...
Siamo dunque burattini, in balia di chissà quali impulsi inconsci, oppure abbiamo ancora la capacità di scegliere come comportarci e, in ultima analisi, la responsabilità delle nostre azioni? ...
Alcuni tentano un salvataggio in extremis della situazione proponendo che l’io cosciente abbia l’ultima parola grazie al suo potere di veto finale, ma sarebbe solo un accrocchio; c’è chi ipotizza un vantaggio evolutivo innegabile nella presenza della coscienza nel processo decisionale, la quale non avrebbe altrimenti alcuna giustificazione evolutiva, appunto, se non fosse in qualche modo determinante per il risultato finale ... Anche questa soluzione sembra un accrocchio ad hoc, più che una proposta valida. Cosa ci resta, allora? ...
Forse, cambiando interamente paradigma, possiamo intravvedere uno spiraglio ...
Da cosa nasce la nostra convinzione della centralità dell’io cosciente e del conseguente processo decisionale volontario? ...  Alcuni intravvedono in esso l’eredità storica, che ha sempre visto l’uomo al centro della “creazione” e di conseguenza al “comando” delle risorse planetarie, soggetto solo ad una divinità personale da cui deriva anche il potere dell’uomo sull’uomo e la gerarchia dei sudditi, più o meno privilegiati. La necessità di mantenere l’ordine globale poggia le sue basi su capisaldi imprescindibili e la responsabilità delle proprie azioni è uno dei più importanti fra questi: ne consegue che il libero arbitrio “deve esistere”, così come la colpa e la punizione di conseguenza. L’alternativa sarebbe l’irresponsabilità, che non a caso, in alcuni ordinamenti, è privilegio solo del Presidente, o comunque dell’autorità suprema ... I poveracci , invece, pagheranno sempre per i propri errori ...
Tuttavia le cose non stanno così in natura: l’evoluzione è un falso modo di interpretare la “selezione naturale”. Il motivo è che la selezione naturale è un processo indiscriminato, violento, privo di qualsiasi morale, in poche parole, selvaggio; mentre noi umani desideriamo essere “civilizzati” (tutte le volte che sento questa parola mi viene da ridere, o da piangere, mai da essere serio).
Dove ci porta tutto questo?  Alla necessità di smettere, una buona volta, di “raccontarcela” ...
Se fossimo abbastanza svegli, ci renderemmo conto che il libero arbitrio è solo uno dei tanti miti, costruiti nel corso della storia, per giustificare il controllo da parte dei pochi sui molti, di volta in volta, possono cambiare i protagonisti, ma l’ingranaggio è ormai quello da secoli e continuerà ancora, fino a quando si auto-destabilizzerà. Per quale motivo, nel caso particolare, sappiamo questo? ...
L’individuo è un elemento secondario di un processo noto come selezione naturale, alla base del quale risiede la specie e che procede, dalla notte dei tempi, con l’unico scopo di sopravvivere, proteggersi dalle specie concorrenti e riprodursi. In quanto parte di un processo, l’individuo segue lo schema principale, adattandosi alle circostanze ambientali e temporali che si trova ad affrontare: il suo “parco” decisionale genetico è predisposto a questo scopo e nessuna “educazione al mondo” cambierà mai questa impostazione, salvo un possibile futuro “step” evoluzionistico (quanto detesto questa parola, ma è ormai nel linguaggio corrente ... e sia ...), che però non ha niente a che vedere con i desiderata dell’uomo, inteso individualmente. Se questo “step” ci sarà, non saremo noi a deciderlo, bensì la “specie-homo” che ci governa da sempre e sempre lo farà: se siamo quello che siamo è perché apparteniamo ad essa e da essa “siamo decisi”;    quello che ci accade, pensateci, il più delle volte ci coglie di sorpresa, ci travolge, ci spaventa ... E più cerchiamo di pianificare il futuro, più ne siamo spiazzati ... Perché? ... La partita si gioca altrove, non è tanto una questione di secondi che intercorrano tra il potenziale di attenzione e la nostra consapevolezza di aver deciso: è ben altro! ... Noi non solo non decidiamo affatto, ma addirittura “veniamo decisi altrove”, sempre! ... Se le cose stanno così, allora tutto ciò che pensiamo che senso ha? ... Ha senso proprio in quanto fornisce ad ogni individuo il vantaggio selettivo tipico della nostra specie, è come il sensore termico delle vipere e relativo universo percettivo; è come il sonar dei pipistrelli e il relativo universo percettivo; è come l’uomo e la sua immaginazione e il relativo universo percettivo: una fantasia al servizio della sua sopravvivenza in un ambiente ostile, con tutte le gratificazioni utili a spingerlo avanti verso la meta originale della nostra specie; verso la conservazione della propria salute, del proprio territorio e della possibilità di riprodursi ad esclusivo vantaggio della “specie”.
E’ dunque la “specie-homo” il fulcro di tutto? ... No di certo, anch’essa, a sua volta, non è altro che un processo, in mezzo ad altri, sulla superficie di questo pianeta, il quale offre specifiche condizioni, atte alla sopravvivenza funzionale di quelle specie che vi si adattino. A sua volta il pianeta è il prodotto di una nube di gas in contrazione che nel corso del tempo ha generato la stella che ci ospita e che nel corso della sua esistenza ha permesso la formazione di un disco di polveri dal quale si sono nel tempo formati i pianeti e che, presto o tardi, terminerà il suo ciclo per confluire nel cosmo che lo ha generato e, in ultima analisi, riformerà quel tutto, del quale, in debita proporzione, anche noi facciamo parte ... Nessuno è a capo di tutto; nessuno dispone, ma tutti possono partecipare ... Ecco perché il libero arbitrio è soltanto arbitrio a ruota libera ...


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- Naturalmente non scriverò mai questo articolo, sarebbe subito cestinato e forse farebbero anche bene ... Chi sono io, in fondo, per pontificare sull’argomento? ...
- Per me sei un dio ... Specie se torni a letto ancora per un po’ e ci dai dentro come poco fa ...
- Ma non ti è bastato? ... Ne vorresti ancora? ... Sei proprio incontentabile! ...
- Lo sai che quando facciamo il fine settimana è una tortura infinita ... Si sta in piedi tutto il tempo, si corre di qua e di là per quasi dieci ore ... Ti rendi conto? ...
- E va bene, ti accontento, ma poi basta, eh? ...
- D’accordo, va bene ... Concentratati  sui talloni, bisogna che li massaggi a fondo ... Guarda lì che pelle spessa che si è formata, sembra la suola di uno scarpone ...
- Devi tenerli a bagno a lungo, così si ammorbidiscono bene e puoi raschiare via bene la pelle secca ...
- Ho troppo sonno per stare delle ore coi piedi a mollo e poi chi fa le faccende ... Eh ... Chi le fa? ... Tu sei sempre lì a scrivere articoli che nessuno legge ... E per cosa? ... Per il giornale parrocchiale ... Quelli neanche li leggono i tuoi articoli ... Quanti te ne hanno già respinti? ... Dai quanti? ...
- Fino ad oggi? ...
- Sì, fino ad oggi ... Perché, domani cambierebbe tutto? ...
- Beh, non credo ... Comunque fino ad oggi compreso ... Li hanno cestinati tutti ... Credo ... Sì, sì, proprio tutti ...
- E che li scrivi a fare, allora? ...
- Dove c’è una volontà, c’è una via ...
- Di chi è questa? ...
- Samuel Smiles, uno scozzese ...
- Quindi, pensi di continuare a scrivere? ...
- No, penso che in futuro andrò al circolo delle bocce, a farmi degli amici e magari a parlare solo del più e del meno ...
- E faresti bene, nonno ... Hai la tua pensione, hai una nipote, che ti fa tutti i lavori e ti cucina meglio che al ristorante ... Che vuoi di più dalla vita? ...
- Vorrei che ti lavassi i piedi, prima di farti fare i massaggi ...
- Scusa nonno;  tu sei la mia salvezza ... La prossima volta me lo ricorderò ... Ora non ce la farei proprio; neanche volendo ...



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