lunedì 18 dicembre 2017

NON ESISTONO "LEGGI DELLA FISICA"!

NON ESISTONO "LEGGI DELLA FISICA"! … 
                             NON ESISTONO "LEGGI"! … 
                                                          IL MITO E’ OVUNQUE! …

E' indubbiamente un'affermazione un po' forte ...

Quello che intendo dire è che tutta la cosiddetta scienza, così come i miti, le religioni, la filosofia e in genere il pensiero sono nient’altro che una “SELEZIONE” di “elementi di realtà”. Non che esista qualcosa che si possa definire “realtà” in quanto tale, NO! …
E’ solo che, prudenzialmente, preferiamo elencare per gradi il senso del nostro discorso; diciamo che ci serva di smantellare il pregresso per gradi, in modo da lasciare il tempo di assimilare una visione tanto sconvolgente perché possa essere colta al balzo … dai più …

Qualunque posizione scientifica richiede una quantità di premesse tali da non poter mai essere definita né oggettiva, né tantomeno assoluta e quindi non c’è verso di considerarla una “legge”.
Noi trascuriamo troppo spesso – nell’affermare i nostri “principi scientifici” – quanta approssimazione essi implichino prima di poter dire che si tratti di qualcosa di “preciso e rigoroso” … in realtà le cose stanno in un modo molto diverso e noi ignoriamo tutto ciò che non ci convenga e valutiamo positivamente solo ciò che ci torni utile (l’utilitarismo è alla base della “nostra” scienza!!!).

Nessuna “legge” può derivare da una “selezione” di premesse: la Meccanica Quantistica - per esempio - funziona solo se fra le premesse indichiamo il “punto di vista” dell’osservatore e quindi anche qui abbiamo un’indicazione importante di come NON ESISTA UNA REALTA’,  bensì tutte le possibili realtà e tutti i possibili osservatori (è normale perciò che chi utilizzi la M.Q. finisca inesorabilmente per credere nei ridicoli “universi paralleli”).

Tutti gli osservatori sono legittimi, ma “noi” siamo speciali e in quanto tali siamo interessati solo alle soluzioni “classiche” … Non ci può bastare un universo plausibile, volgiamo descrivere l’universo che osserviamo nella quotidianità, perché è quello che a suo tempo noi - e prima di noi i nostri antenati – abbiamo scelto di studiare, di capire e di … possedere.

Tuttavia, se andiamo al fondo delle cose, NON ESISTE PROPRIO PER NIENTE QUALCOSA CHE SI POSSA LEGITTIMAMENTE CHIAMARE IL “NOSTRO UNIVERSO” … Nemmeno nelle più recenti visioni del mondo che gli stessi scienziati propongono. Il motivo ne sia, che nessuno può descriverne i confini, né nell’infinitamente grande, né nell’infinitamente piccolo, né nell’infinità complessità - anch’essa del tutto sfuggente – delle nostre menti … Ciò che non ha confini non può nemmeno essere posseduto … né compreso … né – tanto meno – gestito …

E’ proprio per questo che ci sfugge la “comprensione ultima”:
                       NON C’E’ ALCUNCHE' DA COMPRENDERE!  

Noi, solamente, …  “FACCIAMO PARTE”.


In quanto tale, la nostra esistenza ci appare sospesa, incerta, incompresa ... come di chi navighi sperduto in acque infestate dai racconti mitici di chi ci ha preceduto … e la scienza non fa eccezione o … non la farà …



Budda col suo “silenzio” (sul concetto ultimo di nirvana), forse si è avvicinato - a suo modo - a questa stessa idea.

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P.S. E' un work in progress, quindi soggetto ad ulteriori riflessioni, ma il nocciolo è già abbastanza delineato.







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