sabato 28 settembre 2013

A tutto c’é rimedio … Anche alla morte!

[After your death you will be what you were before your birth. -AS-]

Abstract: Il mio vecchio professore di fisica soleva dire, che tutto ciò che può succedere, DEVE succedere, prima o poi. Questa è una legge di natura e da essa ne deriva, come conseguenza, che tutto, nel “Multiverso”, succede, in tutti i modi possibili. E forse, allora, non ha troppo senso contare sul valore dei singoli eventi: niente è talmente importante, da non potersi verificare infinite volte. Anche la morte è, perciò, un fatto di routine: per quante volte essa si possa ripresentare; altrettante volte, se non di più, le cose andranno diversamente … Io, d’altra parte, gli ho sempre risposto, che sono tutte “storie” …


==

(incipit)
 

A differenza di altre città, una per tutte Las Vegas, l’immensa, vecchia, New York tiene molto, non solo ai suoi nuovi, scintillanti grattacieli in vetro e acciaio, ma altrettanto venera e cura, con amore, i vecchi giganti in acciaio e muratura; quei solidi, imperturbabili, monumenti di volta in volta Art Deco, oppure vagamente gotici, ovvero nel cosiddetto “Commercial style”: palazzoni  pieni di forme ridondanti, di angoli e di cornicioni, figli della contorta visione estetica di chi, a suo tempo, li progettò.
Sia detto per inciso, anch’io trovo, che la storia della città sia solo arricchita dall’accurata preservazione di queste opere; per quanto orribili al mio personale gusto, esse sono ormai patrimonio storico e come tali degne del massimo rispetto. Basti solo pensare al richiamo delle sue origini: la Chicago School of Architecture, per non parlare del Barocco Secondo Impero e via enumerando …
Tutto questo forse è molto interessante, ma ci porterebbe fuori strada, visto che a noi, di uno questi vecchi grattaceli, interessa un aspetto molto triviale; nella fattispecie un particolare cornicione, al trentesimo piano, in un condominio per soli uffici, affittati alle più diverse attività professionali e commerciali. Sembra, che qualcosa di insolito si stia verificando, proprio in un tratto, privo di finestre, di quel freddo cemento … Sì, ecco, proprio vicino ad uno degli angoli retti della sporgenza, c’è un uomo seduto con le gambe penzoloni e, poco più in là, in piedi un altro signore si sta avvicinando, lentamente, spalle e braccia appoggiate al muro. Sembra che si stiano parlando, forse, sì, certo deve essere un tentativo di salvataggio; altrimenti di cosa mai potrebbe trattarsi …
 

NED: - E’ inutile, non vale la pena che lei affronti altri rischi, tanto non cambio idea. E’ deciso, ormai, la faccio finita …
TED: - Cosa sta facendo? … Come mai si trova qui? … Nessuno sapeva cosa stessi per fare … Chi l’ha avvertita? …
NED: - Ma di che parla? … Sono arrivato io, per primo e lei dovrà aspettare il suo turno, se veramente ha deciso di buttarsi …
TED: - Ma com’è possibile? … Ma perché sta lì seduto, allora? …
NED: - Non sono affari suoi; se proprio ha tanta fretta si butti pure, io mi prendo i miei tempi … Non è una cosa da fare in fretta e furia, questa …
TED: - Questa sì, che è bella! … Ma guarda che situazione, stai a vedere, che ora devo suicidarmi a comando …
NED: - Siamo d’accordo, a quanto pare; nemmeno io voglio farlo …
TED: - Forse è il caso che mi presenti, io sono Ted …
NED: - Non posso dirmi esattamente felice di conoscerla, ma comunque sono Ned, salve …
TED: - Ora non sono più tanto sicuro di farcela … Quando sono uscito dalla finestra ero determinato, infatti stavo cercando un lato del palazzo poco in vista, per evitare che qualche buon samaritano si mettesse in mezzo e guarda cosa va a capitare …
NED: - Potrei dire lo stesso e forse userei anche le stesse parole … Perché non si siede?... E' curioso, però, che lei se ne stia lì, appiccicato al muro … Come se avesse paura di cadere … Non so se mi spiego …
TED: - Sì, temo che abbia ragione, non so più quello che faccio … Meglio davvero, che mi sieda, tanto ormai ho perso lo slancio …
NED: - Ecco la parola giusta, forse è proprio quello che ci è mancato ad entrambi …
TED: - Non mi faccia ridere, la prego … Manca solo questo …
NED: - Ora che mi ci fa pensare, finisce che sarò io, quello che andrà di sotto dalle risate …
TED: - Pensare a cosa? …
NED: - Un vecchio film con Mattahu …
TED: - Mi piace un sacco Matthau … Che film era? …
NED: - Credo fosse: “Little Miss Marker” …
TED: - Sì, è vero, quello dove un padre si gioca la bambina alle corse dei cavalli e poi viene ammazzato, così lo strozzino se la ritrova in pegno per sempre … Sono quasi morto dalle risate, quando ho visto quel film …
NED: - Peccato, quasi, quasi, poteva essere una soluzione indolore …
NED: -  Già, già … E’ proprio pazzesco … Ma, dica, qual’era la battuta a cui pensava …
TED: - A un certo punto Tony Curtis, il cattivone, gli fa una proposta assurda e Walter gli risponde serafico: “Non farmi ridere, ho le labbra screpolate” …
TED: - Sì, sì, anch’io ci ho riso per tutta la sera … E’ incredibile, sembra proprio, che oggi noi due non riusciamo a vedere il lato tragico di questa situazione …

NED: - Ancora una volta, le sue sono state parole profetiche … Guardi laggiù …
TED: - Dannazione! … Non credo ai miei occhi … E quello, chi è? …
ROD: - Chi siete voi due? … Che ci fate qua fuori? …


==

To be continued ... NON PIU' !!!

==

Purtroppo, mentre sviluppavo la mia storia, qualcuno mi ha "rubato" lo spunto narrativo, per fare un filmetto del cazzo ... Quindi ritiro l'intera storia ed è già la terza volta, che rinuncio a sviluppare questo tema di fondo: sembra che un "destino beffardo" non voglia che ne parli ... Devo aver "scoperto un nervo" ...
Il problema è che ho troppo materiale in ballo, per poter associare una "storia" ad ogni tema; sono solo ed il lavoro richiesto è troppo, per la mia natura "sudamericana" ...

E' possibile che, in futuro, trasferisca il materiale su cui sto lavorando direttamente, in forma grezza, su questo blog. Tuttavia, questo potrà creare qualche disorientamento in chi non ha "assorbito" tutte le storie già in archivio, le quali, sole, possono dare la giusta "profondità" a tale "materiale" ...

Ma, come detto, non ho tempo di "trasferire" tutto il materiale, che si sta rapidamente accumulando, in una ordinata e corretta forma di racconto e la cosa dispiace, prima di tutto a me, perché era piacevole ... tuttavia troppo dispersivo.

a presto.
j.a.p.

==