mercoledì 16 dicembre 2009

Nall’antro di Amanda …

Abstract:
Arti antiche, arti di sempre … Dubbi antichi, dubbi di sempre ...

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Quell’appartamento gli era famigliare, gli bastava entrare ad occhi chiusi, per riconoscere quel profumo così leggero, quasi inavvertibile, quel profumo, che tante volte gli aveva preannunciato qualche ora di pace e pochi minuti di piacere, con la sua amica di giochi e di sballi … Quell’Amanda, che ora doveva guardare, per lavoro, incatenata ad uno dei suoi attrezzi da “tortura” e appesa per il collo, con una delle sue fruste modello sado-maso … C’era tanta gente intorno, intenta in tutte quelle varie attività, che questi casi richiedono e forse solo questo, lo trattenne dal versare quelle lacrime, che Amanda certamente meritava e che lui avrebbe intensamente desiderato versare …
Tim Thomas era uno di quelli che Amanda usava chiamare un “governativo”: con quel nome l’aveva battezzato, già il primo giorno che l’aveva visto, mentre lui spadroneggiava nel suo appartamento durante un “sopralluogo”.
- Siete tutti uguali voi “governativi”. Io mi sono liberata dal mio pappone, scappando in un’altra città, ma da voialtri non si scappa; prima o poi uno di quelli come te, bisogna accontentarlo e … Perché non tu? … Se riesci a togliermi dal groppone gli altri tuoi colleghi, posso farti passare qualche bella serata, ogni tanto …
- E pensi di cavartela con così poco, puttanella?
- Sì, appena mi conoscerai meglio, sì! … E non chiamarmi in quel modo, ti prego! Io sono Amanda, mio bel “governativo” …
Amanda aveva detto quelle poche parole, con gli occhi fissi nei suoi ed aveva continuato a fissarlo così, a lungo, e Tim non aveva saputo o voluto risponderle. Tim pensava, che lei gli avrebbe fatto un servizio gratis e già aveva le mani sulla cintura, quando lei si rivestì e, dirigendosi verso la cucina …
- Vieni, ti faccio un buon caffè. Tu mi sembri uno, che non ne ha mai bevuto … di decente …
- Ci vuole ben altro … !
- L’avrai, non avere fretta, l’avrai! Ora goditi il mio buon caffè e rilassati … Verrà il momento anche per il resto, non temere, con me si sta bene, con me, tutti stanno bene e tu non dovrai nemmeno pagare …
Tim sapeva bene, cosa intendesse Amanda, le sue tariffe, notoriamente, erano a dir poco astronomiche, specie per quei tempi, di disordini e guerriglia strisciante, nelle città, e continue schermaglie fra stati. Per passare una nottata con lei, ci voleva lo stipendio di un mese, di uno come lui. Pensò che a tenersela buona avrebbe fatto un buon affare, si sarebbe procurato lo stesso divertimento, a sbafo, che un medio politico, o un buon divo di sport o tv, pagavano invece profumatamente. Sì, ci poteva stare, aveva pensato allora, facendo i suoi conti e non gli era mai passato per la testa, che Amanda sarebbe stata per lui, come per quasi tutti gli altri che la frequentavano, qualcosa di diverso, di speciale, di insostituibile …
Tim si aggirava per la scena del delitto con un senso di vuoto, ma anche di rabbia, chiedendosi chi mai, la potesse odiare e fino a quel punto! … Lei riusciva sempre a rigirare le cose in positivo; era curioso che l’avessero uccisa in quel modo, a meno che, non fosse conseguenza dell’”amore” deluso di uno dei suoi clienti. Certo la gelosia poteva motivare ognuno dei suoi frequentatori, che l’avrebbero voluta tutti in esclusiva, compreso Tim stesso, non aveva alcuna difficoltà ad ammetterlo.
La famosa sera del caffè, l’aveva poi mandato via senza il premio, che lui si aspettava. Avevano chiacchierato a lungo, sorseggiando varie tazze del suo ottimo espresso e lei lo aveva intrattenuto senza difficoltà a parlare per ore. Ad un certo punto gli aveva chiesto di andare, perché aspettava un cliente, e che si sarebbero rivisti con più calma, nel week-end, se lui desiderava, ed allora avrebbe condotto lui il gioco, se voleva … Non si era mai più dimenticato, da allora, come lei, avesse pronunciato quel ... “se voleva” …
Tim era stato interrotto, nei suoi pensieri, varie volte dai colleghi, che gli riferivano o gli chiedevano qualcosa ed ogni volta con fastidio e per poi rituffarsi subito in quel flusso di ricordi, quasi fosse un omaggio dovuto … ad Amanda.
I paramedici stavano calando il cadavere sulla barella, quando Tim li fermò, attirato da un dettaglio, all’apparenza insignificante: Amanda aveva il pugno chiuso in modo anomalo e una delle unghie finte appariva volutamente piegata e spezzata. Tim cercò di aprirle la mano e ci riuscì, faticosamente, dopo vari tentativi. In una busta per prove, Tim raccolse l’unghia spezzata e quello che Amanda aveva nel palmo e che, a prima vista, poteva sembrare un’altra unghia finta … Ma non lo era!
Tim rimuginava su quei due oggetti, che rigirava, dentro la busta, fra le sue mani … Amanda, che si spezzava un’unghia finta, morendo, ma che prima aveva afferrato una cosa, inutile come quella, e la stringeva fra le mani, quasi fosse un ché di prezioso. Erano due scaglie in qualche modo simili, tuttavia diverse, ma Amanda, lui ricordava, una volta aveva fatto quel curioso paragone: tra un’unghia finta ed una scaglia di pelle di serpente e gli aveva poi parlato degli spettacoli, che usava fare, con un anaconda impagliata. Tim si ricordava anche, come lei gli avesse detto che il serpente, lo aveva battezzato col suo nome, ma che poi, un bel giorno, era finito in soffitta, anzi no! Lo aveva infilato in un vano del muro, a suo tempo predisposto per una cassaforte, che lei non aveva mai effettivamente installato … Tim non ricordava altro di quella faccenda del serpente, che si erano detti per caso, mentre lui aspettava, che lei si truccasse, prima di uscire, una sera, tanto tempo prima … Ma ricordava la felicità di Amanda, quella sera, che Tim gli aveva proposto di uscire insieme a cena, come una coppia normale, come due amici, come due amanti … Sì, quello se lo ricordava bene, perché dalla felicità di Amanda, era stato contagiato e quella sera il suo atteggiamento verso di lei era cambiato, definitivamente: da quella volta in poi, lui non si era più sentito il “governativo” che si approfitta della prostituta, ma aveva cominciato a capire quel che intendeva Amanda al loro primo incontro, dicendogli quel “… con me si sta bene, con me, tutti stanno bene …”.
In quel momento, tutti sentirono l’allarme, c’era il rischio di un attacco aereo, bisognava subito cercare un luogo protetto. Tim avrebbe voluto cercare Amanda, l’anaconda di Amanda, ma non poteva correre il rischio di stare lì, avrebbe dovuto tornare in seguito … Tutti ormai erano usciti e Tim si accodò ai paramedici che si affrettavano col cadavere di Amanda, chiuso in quel sacco nero; i momenti più belli che potesse ricordare, chiusi in quel sacco, per sempre …
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Per le strade si era scatenata un vera guerriglia, chissà per cosa questa volta. Da lontano si sentivano gli spari traccianti di un elicottero d’assalto, mentre un altro elicottero tentava di sfuggirgli. Tim non riuscì a capire chi fosse chi; come il più delle volte quegli attacchi avevano le cause più varie e coinvolgevano i più disparati gruppi di potere. Qualche volta avevano subito anche attacchi aerei, da oltreconfine, ed erano anche stati colpiti, a terra, dai loro missili. Si era ormai instaurata una instabilità cronica sia fra gli stati vicini che all’interno di ogni stato tra le fazioni avverse. Da tempo la politica si faceva con le armi e Tim, per quello che ricordava, non sapeva dire se, prima di allora, le cose fossero state migliori di adesso.
- Capitano, che facciamo, tentiamo di portarla all’obitorio, o ce ne stiamo qui in attesa?
- Sergente, non vorrai farti ammazzare, mentre porti un cadavere, che ormai non ha più nessuna fretta, in un posto in cui nessuno ha fretta di riceverlo?
- No, Signore! Va bene, ci accampiamo qui e cercheremo di metterci in contatto con la centrale per conoscere gli sviluppi della situazione …
- Bene, io andrò a cercare qualcuno dei suoi clienti; per qualsiasi cosa, mi trovate sul cercapersone.
Dopo alcune ore di attesa, in cui Tim aveva continuato a ripensare ai suoi trascorsi con Amanda e sempre più era montata in lui la volontà di venire a capo di quella storia, gli spari cessarono, la sirena segnalò la fine dei combattimenti aerei ed i suoi colleghi si allontanarono, scortando l’ambulanza verso l’obitorio. Tim ritornò nell’appartamento di Amanda e cominciò la sua ricerca. La casa era già stata perquisita e quindi niente era più al suo posto, per lui era più facile cercare un anaconda di diversi metri, ma non c’era. Chissà cosa cercavano quelli che l’avevano preceduto, dato che avevano messo tutto sottosopra era probabile che, di qualunque cosa si trattasse, non l’avessero trovata. Lui doveva fare meglio, lui doveva immaginare dove poteva trovarsi un vano per cassaforte in disuso, escludendo il classico posizionamento dietro un quadro, in quanto tutti i quadri erano stati buttati in terra. Cosa ci rimaneva?
Tim girava per le stanze, ormai con poche speranze, perché tutti i muri erano esposti ed un vano per cassaforte non si vedeva da nessuna parte … Si soffermò qualche istante a guardare la paratia con le catene a cui mai avrebbe pensato di farsi incatenare, quando per la prima volta era entrato in quella casa, ma che invece Amanda, senza quasi che se ne rendesse conto, lo convinse a provare, quello come tante altre cose, per lui inimmaginabili, fino a quando non gliele aveva proposte Amanda … La croce a “X” era fissata ad una paratia imbottita … Quindi, lì, non ci avevano guardato!
Tim trovò un po’ di attrezzi da lavoro, in mezzo a tutte le ferraglie di quella sala attrezzata per il divertimento estremo, e,con una certa difficoltà, alla fine, riuscì a smantellare la tavola imbottita. Ebbe un sobbalzo quando, d’improvviso la luce illuminò la testa del serpente, attorcigliato su se stesso e spinto in fondo a quel vano oscuro. Eccolo! Il serpente Amanda, che gli era stato indicato dalla sua Amanda con quell’ultimo gesto disperato … Ma cosa poteva significare, ora, quell’oggetto da museo, quel coso disgustoso ed inutile, che si ritrovava per le mani … ?
Al capitano venne in mente, che se qualcuno aveva ucciso, poteva aver ucciso per cercare quello che lui aveva appena trovato e se così era, lì in quel posto e con quella cosa in mano, stava esponendosi al medesimo pericolo, che era costata la vita ad Amanda; decise perciò di impacchettare il tutto e sparire di lì, al più presto.
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Nel locale, pieno di gente, che andava e veniva, c’era un terminale di rete col notiziario, il segnale era pessimo, spesso “freezato” e interrotto dalla caduta di connessione, ma si capiva che le notizie riferivano con allarme l’aumento degli scontri armati in città, ma, ancor più grave, erano gli scontri al confine sia a sud che a nord … L’instabilità politica crescente, destava allarme in ogni settore della società: diverse interviste, riportavano pareri autorevoli, ma anche l’opinione del cittadino, per lo più terrorizzato, da quegli incontrollati, improvvisi, imprevedibili scoppi di violenza e vera e propria guerra civile …
- Qui Edward R. Edward, dal Ministero della Difesa. Abbiamo potuto intervistare brevemente il viceministro che ci ha assicurato che il Governo sta facendo tutto quanto è in suo potere, ma le risorse sono sempre più scarse ed il futuro desta serie preoccupazioni, se non si raggiungerà una tregua sul fronte esterno.
- Patatine! Di chi sono queste patatine, volete portarle prima che si freddino? … Allora, dannazione, di chi sono queste patatine … Oh, ciao Tim, che ti posso preparare?
- Ciao Bill! … Ma sì, già che sono qui, dammi un po’ del tuo Billy-chilly e caffè. Mi serve sapere dove bazzica Vince oggi, è importante Bill …
- Ha fatto colazione qui, poi ha levato le tende, forse è in laboratorio …
- No, ci sono già passato, lì non c’è, ma io ho bisogno di lui e anche subito …
- Ok! Tieni il tuo chilly, mangia che io intanto chiedo in giro …
Il Billy-chilly di Bill era, in qualche modo, anche un alimento, ma si poteva, inoltre, considerare una cura contro tutte la malattie conosciute e, se riuscivi a digerirlo, poteva anche trasformarsi in un’arma non convenzionale nell’atmosfera, ma Tim ci si era abituato e, quasi, quasi, gli piaceva … Bill arrivò con la notizia che Vince sarebbe tornato al laboratorio di lì ad un’ora, c’era tempo di finire il pasto con calma e prendere anche il dolce … Tim si spostò, col suo ingombrate pacco e la sua scodella di chilly, al tavolo che si era appena liberato e fu raggiunto da una giovane cameriera con la sua tazza di caffè …
- Vuole il dolce?
- Tu sei la ragazza di Vince, non è così?
- Si, lo conosce?
- Lo sto cercando da un bel pezzo …
- E’ in giro per me! Per noi anzi, stiamo cercando un mezzo per farci una vacanza insieme …
- Vacanze? Voi pensate alle vacanze, mentre siamo in mezzo alla guerra civile …
- Ci siamo da anni ormai … Che si deve fare? Rinunciare a vivere? … Io non faccio una vacanza da anni e Vince … Beh, Vince non l’ha mai fatta in vita sua, Lui, starebbe nel suo laboratorio notte e giorno se non ce lo strappassi io, ogni tanto …
- Lasciamelo solo per qualche ora ancora e poi potete andare e pure con la mia benedizione!
- Arrivo subito col suo dolce …
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Il laboratorio di Vince era un vecchio magazzino riadattato, pieno di strumentazione scientifica e computer di ogni genere, Tim si era servito di lui tutte le volte che le sue indagini dovevano seguire percorsi poco ortodossi per gli standard della polizia, per quanto la polizia ormai di ortodosso avesse ben poco.
- Di che si tratta Tim?
- Vince, mi ritrovo col cadavere di un’amica e senza la minima traccia, l’unica cosa che ho è un serpente finto e l’intuizione che la vittima volesse dirmi di cercare qualcosa di importante correlato a questo coso.
- Vuoi dire nel ripieno?
- Non lo so, non ho ancora potuto controllare, c’è la possibilità di avere qualcuno alle calcagna che uccide per qualcosa che ignoro …
- Grazie per aver coinvolto anche me, adesso!
- Prego, non c’è di ché! …
- Vediamo, dunque, questo articolo …
I due aprirono l‘involucro e Vince, dopo qualche altro commento ironico, decise di procedere all’autopsia … Ogni millimetro del “ripieno” fu passato al setaccio, ma senza risultato: si trattava di un normalissimo silicone da imbalsamazione in vendita in tutti i negozi del settore. Vince sezionò anche la testa accuratamente, ma senza trovare nulla di significativo …
- Seguimi Vince; la vittima non ha avuto molte possibilità per predisporre il suo “messaggio”, quindi dobbiamo insistere su quel poco che ci ha detto: all’unghia per richiamarmi al pugno chiuso e alla scaglia di serpente come segno per ricordarmi il suo vecchio strumento di lavoro. Pochi potevano sapere del serpente, essendo una cosa non più in uso, ma è anche strano che lei lo conservasse ancora e per giunta in una specie nascondiglio segreto: l’antro del serpente …
- Tim, tu dici che questo possa essere un altro segno indicatore per la soluzione dell’enigma?
- Potrebbe, anche se è un po’ arzigogolato per una puttana, parlandone da viva …
- Beh, se lei era una puttana, tu sei un puttaniere, non mi monterei troppo la testa al posto tuo …
- Non perdiamoci in cazzate, per piacere, volevo dire che tutto mi sembra un po’ troppo sofisticato per il genere di affari, solitamente trattato da Amanda, a meno che non sia proprio questo il punto …

Fine prima parte

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Seconda parte

Tim prese la pelle di serpente ed osservò da vicino le scaglie una per una lungo una sezione …
- Vince, se Amanda ci dice che il punto sono le scaglie, dovremmo concentrarci su quelle, ma volendo essere puntigliosi su questa strada, consideriamo anche il colore particolare di questa scaglia che compone il motivo caratteristico di questa pelle di serpente e … Guarda qui … Sembra che ne manchi una, proprio del colore di quella che ho in mano …
- Fa vedere Tim … Per Santa Tecla! Hai proprio ragione! Fammi fare una prova …
Vince prese degli attrezzi da un cassetto e li provò in vari modi, con molta cautela, infine riuscì ad estrarre una delle scaglie e la guardò controluce con l’aria soddisfatta di un bambino … Tim lo guardò con aria perplessa e Vince di rimando …
- Ora stai a guardare! …
- Di che si tratta, Vince? … Non è un dannato gioco a premi, è una inchiesta di polizia, lo capisci? …
- Dammi tempo, sono sicuro di essere sulla pista giusta, lasciami lavorare e non te ne pentirai …
Vince si mise al nanoscopio quantistico, i laser brillarono con i loro fasci monocromi, facendo il giro di mezza stanza, mentre Tim, confuso, osservavo tutto quel trafficare frenetico.
- Le mie attrezzature in questo particolare settore della fisica sono molto rozze e primitive a causa dei costi elevatissimi di questa roba: ho dovuto adattare vecchi pezzi scartati dai laboratori professionali ed assemblarli alla casalinga per ottenere quello che in un buona università occupa un tavolino semovente, comunque oggi questa ferraglia ci farà gioco e forse ti farà risolvere il tuo mistero.
- Spero che tu sappia quello che fai, io non avevo mai visto nulla del genere.
Vince estrasse una seconda scaglia, questa volta di colore diverso dalla prima e la mise accanto all’altra, osservò di nuovo dentro il suo mirino e con un gesto di trionfo alzò i pugni al cielo …
- Ecco ci siamo!
- Cosa …?
- Ora guarda il monitor, ti mando le immagini …
Vince aprì una nuova finestra sul suo terminale ed indicò a Tim l’immagine che vi si trovava. Tim osservò per alcuni secondi, con una crescente espressione dubbiosa …
- Ma io non vedo niente …
- Guarda bene, quel che vedi è una analisi digitale di due tipi di scaglie, noti la differenza?
- Che sono diverse lo vedo … Credo … Ma che significa? Che me ne faccio di questo?
- Calma, anch’io come te devo procedere per gradi, indizio dopo indizio … Capisci? Non trovo le soluzioni già pronte sullo scaffale …
- Ok, ma che cosa hai scoperto, spiegamelo!
- Una scaglia è solo una scaglia …
- E l’altra?
- L’altra è un MP9!
- Che? Che sarebbe MP9 …
- Una registrazione multimediale ad alta definizione, in codifica criptata-quantistica.
- Ora sì, che non capisco più niente …
- Non ti preoccupare, si tratta di termini tecnici, per indicare nient’altro che un film criptato.
- Un film? Tutto qui?
- E’ probabile che tutte le scaglie di questo colore siano dei filmati e questo tipo di codifica non è cosa da gadget per ragazzetti: è roba da adulti, di quelli che possono!
- Ah! …. Pensi di riuscire a decodificarla?
- Si tratta di criptografia quantistica, per principio è intrinsecamente inviolabile …
- Beh … Siamo al capolinea …
- Sì, sennonché, per me, una sfida è sempre una sfida …
- Adesso che significa quest’altra stronzata … ?
- Amanda come faceva a lavorarci e cosa ti avrebbe consegnato a fare questa roba illeggibile?
- Uhmmm ….
- Io dico che se cerco accuratamente potrei trovare sia la chiave pubblica che quella privata …
- Perché, ce ne sono due?
- Sì, e non dovrebbero mai viaggiare insieme, come il tuo PIN e la tua carta di credito …
- E allora? ….
- Io penso che Amanda fosse una puttana molto più intelligente del suo affezionato puttaniere, qualcosa avrà escogitato, devo solo cercalo, nel modo giusto. Lasciami lavorare questa notte e domani vieni qui, ti preparerò il sistema di lettura, te ne spiegherò l’uso e poi andrò via, perché ho degli impegni; il tutto sempreché riesca a risolvere il problema …
- Ok. A domani …

Fine seconda parte
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Terza parte

Il mattino successivo Tim arrivò presto nel laboratorio di Vince, mentre questi era ancora la lavoro …
- Notte in bianco?
- Si, ma grandi soddisfazioni! Il sistema è stato violato …
- Dove hai trovato le chiavi ? …
- Una, quella pubblica è presente in tutte le scaglie che devono essere lette, ovviamente, l’altra, quella privata, Amanda l’aveva nascosta nella sua unghia finta ed è lì che l’ho trovata …
- E adesso, Vince, è possibile vedere i film finalmente?
- Tu puoi guardarti tutto il materiale da questa semplice console su schermo, devi prima posizionare la scaglia che vuoi visionare, prelevandola dal contenitore qui sul tavolo, dove ho sistemato tutte quelle registrate. Ti ci vorrà del tempo se le vuoi passare tutte: si tratta di una quantità di dati imponente e … tutta roba piccantissima! Divertiti, ma … non troppo, ne va della tua salute …
- Divertente, fammi fare una prova, prima di andare … Mi serve anche di capire come, secondo te, era possibile per Amanda mettere in moto un sistema così complesso …
- Io, forse, ho un’idea … Tu cerca le telecamerine e qualche telecomando che non corrisponde a nessuno dei gadget mediali che si trovano in vista, da qualche parte ci deve essere anche la centralina di controllo del sistema e può darsi che le registrazioni avvengano direttamente sul supporto finale, cioè le scaglie. In questo caso Amanda non doveva fare altro che riposizionare le scaglie nella loro sede sul rettile, come abbiamo fatto noi. Se questo non ti riesce, al mio ristorno ti aiuterò a fare altri tipi di verifiche in loco …
- D’accordo, adesso mi dedicherò a esplorare tutto questo materiale video, sperando di ricavarne qualche spunto .
- A presto Tim, augurami buone vacanze …
- Stammi bene Vince e stai a sentire la tua donna, ha del buon senso! …
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C’erano diverse decine di quelle scaglie, di colore scuro, nel contenitore, lasciato vicino allo strumento, da Vince, ma erano sparse, senza un ordine e quindi Tim avrebbe dovuto passarle più o meno tutte, per capire se poteva esserci un nesso con l’omicidio.
La prima che capitò sul display, oltre a stupirlo per la nitidezza sia delle immagini che del suono, gli diede l’idea della sofisticazione di tutto il sistema: era proprio un sistema di registrazione complessivo di quello che succedeva nell’intero appartamento. Ogni locale, compresi bagno e cucina, erano coperti da una o più telecamere, con le angolazioni più significative coperte in funzione della dimensione della stanza. Tutti i video erano raccolti in una serie di riquadri sullo schermo contemporaneamente e la cosa che stupì maggiormente Tim fu vedere proprio nelle prime immagini l’effetto magico del sistema che “switchava” in primo piano, automaticamente la schermata dove c’era l’azione prevalente. La ripresa iniziava alla porta di ingresso, con Amanda che apriva la porta e faceva accomodare il cliente e, senza che Tim dovesse fare alcunché, la ripresa seguiva i due lungo le varie stanze, fino alla camera dei “giochi”, mettendo in primo piano la schermata della telecamera interessata alla scena e spostando nei piccoli riquadri laterali la scena della stanza che veniva abbandonata … Tim rimase incredulo per un bel pezzo: quella tecnologia non l’aveva mai vista, nemmeno fra le attrezzature della polizia … qualunque cosa ciò volesse dire …
Comunque, osservando la scena che procedeva, Amanda aveva offerto qualcosa al cliente e dopo alcuni vaghi convenevoli erano passati alle vie di fatto … L’uomo era un tipo basso, calvo e lievemente obeso, Amanda era addobbata con poca lingerie, in tipico stile sado-maso e con uno dei suoi frustini, che faceva schioccare ritmicamente … Tim segui la scena per un po’ e la sua attenzione andava principalmente ad Amanda, nel vederla così, in tutta la sua vitalità gli tornarono alla mente i momenti passati insieme … Effettivamente alcune delle cose che stava vedendo in quel momento le aveva provate anche lui, con riluttanza, all’inizio e poi … Ma chissà se c’era finito anche lui in quei video, il dubbio lo disturbava non poco! Intanto il video procedeva su un binario di “estrema” normalità e Tim decise di accelerare la visione in modo da passare in rassegna il materiale più rapidamente …
Su ogni singola scheggia sembravano starci decine e decine di ore di registrazione e Tim ne scorse diverse in modo accelerato, questo gli consentì di cominciare a farsi una prima idea delle differenti tipologie di clienti: c’erano quelli da “toccata e fuga” che stavano una o due ore, facevano le loro cose e poi sparivano e invece c’erano quelli che arrivavano e si soffermavano per l’intera serata e magari fino al mattino … La velocità di quella prima passata di immagini però non gli aveva dato alcuno spunto, decise pertanto di concentrarsi su una delle scene di lunga durata … Amanda con quei clienti si dedicava con tutta calma a mettere a proprio agio il soggetto, si prendevano un drink e conversavano a lungo, spesso Amanda offriva loro da fumare e Tim riconobbe i caratteristici spinelli preconfezionati, che anche lui aveva fumato spesso e che erano fatti su misura per Amanda da un suo fornitore di fiducia; fatti con una miscela ben precisa che dava un “blando” sballo, particolarmente adatto per il seguito delle sue prestazioni. Mentre scorreva velocemente proprio uno di questi casi, per errore Tim lo mise a velocità normale e notò,casualmente che dopo la “fumatina” il tipo se ne stava sul letto con Amanda a fianco che gli parlava, tenendo in mano un oggetto non chiaramente inquadrato … Incuriosito Tim, riavvolse quella scena e l’analizzò dettagliatamente, seguendo anche i dialoghi.
Dovette passarne molti di simili, ma poco alla volta trovò diverse ricorrenze dello stesso schema di incontri, nei quali non succedeva quasi niente e Amanda si limitava a parlare con il cliente in questione, poi a seconda dei casi, eseguiva qualche prestazione senza apparente coinvolgimento del partner: tutto molto strano.
La cosa che lo incuriosì fu il fatto che tutti i soggetti coinvolti in queste pratiche atipiche gli erano noti e gli ricordavano qualcuno che poteva essere un personaggio pubblico. Per sincerarsene fece alcune ricerche sul terminale web di Vince, collegandosi alla banca dati della polizia … Ed ebbe la conferma: tutti quelli verificati erano personaggi in vista, o nella politica, o nell’esercito, oppure nell’industria ed in vari ambiti di quest’ultima … C’era qualcosa di troppo contorto in quelle apparenti coincidenze … Tim ripercorse ancora una volta alcune di quelle registrazioni, introducendo un filtro sonoro, per esaltare il parlato, che era troppo sussurrato e fino a quel momento gli era sfuggito. Amanda parlava in modo suadente, lento, ripetitivo per qualche tempo e poi … Poi “interrogava” il cliente! Gli faceva domande precise, in funzione del ruolo sociale del soggetto, circa attività critiche per la politica, la difesa, l’economia ed altro … Tim faceva fatica a mettere insieme quel comportamento di Amanda e quello che lui sapeva di lei … Come era possibile una cosa del genere? Amanda era … Una spia! Raccoglieva informazioni, tramite l’ipnosi potenziata da droghe, durante incontri erotici con clienti provenienti da tutti i centri chiave della nazione in cui agiva …
Tim diede una rapida ripassata a tutte le scaglie del contenitore ed ebbe la conferma che quella era la tecnica presente in tutto il materiale, l’unico aspetto positivo fu che non trovò nulla sulle sue presenze in casa di Amanda, qualunque cosa ciò significasse. Ma bisognava fare un sopralluogo e verificare le attrezzature in loco.
Tim arrivò nell’appartamento, aveva con sè una serie di stampe, con la riproduzione delle varie inquadrature e della postazione che veniva usata per le ipnosi … Alcune telecamere furono individuate facilmente da Tim, altre erano così ben nascoste che ci passò davanti molte volte prima di individuarle. Nel frattempo gli era venuto in mente che gli assassini che avevano perquisito la casa non ne avevano trovata nemmeno una … E questo era davvero curioso, a meno che … Beh! Una spiegazione plausibile sarebbe che NON le stavano cercando! Ma, anzi, siccome sapevano dov’erano le avevano accuratamente evitate … Troppo tempo ci sarebbe voluto per disinstallare il sistema con un cadavere come compagnia e la necessità di trovare il loro principale obiettivo! Poteva starci come spiegazione si disse Tim.
Continuando a cercare le varie telecamere Tim arrivò nella stanza dove i clienti venivano ipnotizzati e trovò il microfono supplementare che Amanda usava per le sue “interviste”, era rovesciato per terra e sembrava un semplice sveglia da comodino … Quel “sembrava” gli fece venire in mente che qualcos’altro poteva sembrare ciò che non era … Andando a recuperarli dal pavimento, dove erano finiti, Tim analizzò tutti i moduli dell’Home Theater di Amanda e … Bingo!
C’era un lettore multistandard per musica e cinema, analizzando tutte le bocchette di collegamento riconobbe le varie sigle, alcune delle quali erano note anche a lui … C’era persino il vecchio BlueRay che aveva avuto da ragazzino quando già era agli sgoccioli e c’era l’MP6, che ora gli faceva venire in mente quanto fosse avanti un sistema con la sigla MP9 … Poi rigirando per le mani l’apparecchio finì per trovare uno sportellino che faceva uscire un carrello: il vano del carrellino aveva la sagoma precisa delle scaglie, ve ne inserì una che si era portato dietro ed il sistema andò automaticamente in riproduzione sul display vide il contenuto che già conosceva di quella scheggia. Il cerchio si stava chiudendo …
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Tim , tornato al laboratorio, si era messo a rivedere alcune scene di Amanda, durante le prestazioni che forniva ai clienti, strada facendo aveva acquistato una bottiglia di vecchio Bourbon, perché aveva in mente di sbronzarsi quella sera e farlo guardando la sua Amanda, che l’aveva preso in giro per tutto quel tempo senza che lui sospettasse lontanamente alcunché e addirittura lo aveva spinto a commuoversi per il tragico destino di quella donna, ma ora … Ora cosa doveva pensare … Doveva odiarla? … Poteva odiarla? … L’unica idea che gli venisse in mente era quella bottiglia, bere, non potendo odiare, non potendo essere indifferente, non potendo fare altro non rimaneva che bere …
Tim giocherellava con la scatola dove Vince gli aveva lasciato le scaglie e ripensava all’immenso valore che quel mucchietto di cheratina poteva avere per chi lo stava cercando e di quanto poco valesse per lui, quanto poco valesse per lui qualsiasi cosa in realtà. Lui non si era visto in quei filmati, ma vedere quegli altri con Amanda lo aveva messo a disagio … Lui quelle cose le sapeva, ma vederle era stato diverso, molto diverso … E poi però perché non c’era anche lui in quei film … C’era qualcosa di strano in questo … Possibile che Amanda avesse fatto solo quell’unica cosa per puro caso, dopo aver dimostrato di saper inviare messaggi sofisticati come quelli che li avevano guidati fin lì?
Tim guardava le scaglie e si chiedeva cosa mancasse, cosa gli stava sfuggendo …
Dannazione! Ma certo! Ecco cosa mancava, la maledetta unghia che fine aveva fatto, l’unghia con la chiave privata, era importantissima … Vince non poteva averla persa, ma dov’era e … dov’era l’altra scaglia, quella che Amanda chiudeva nel pugno … anche quella … dov’era?
Tim guardò e riguardò nella scatola, come se potesse trovarsi lì, dove aveva guardato e riguardato decine di volte eppure non poteva pensare ad un altro posto dove cercare! Era tutto lì! Vince gli aveva preparato la scatola con tutte le scaglie da verificare … Tranne l’unghia che gli era servita per identificare la chiave privata e … dove aveva rilevato la chiave pubblica? … Su una qualunque delle altre scaglie … una qualunque poteva ben essere la prima, della quale Vince forse non considerava il contenuto MP9 … Accidenti pensò Tim, dev’essere così, non c’è altra spiegazione, ma … Dove diavolo le ha messe … ? Ma certo! Non le ha messe da nessuna parte sono rimaste dove le ha analizzate, per la fretta di andarsene … Sotto il nasoscopio quantistico … Ecco dove!
Infatti Tim trovò i due pezzi che cercava sotto il vetrino dell’apparecchio e recuperò la scaglia che aveva trovato nella mano di Amanda, quella scaglia di cui non si era separata neanche morendo … Forse in quella scaglia avrebbe trovato le risposte … E le trovò.
I filmati contenuti in quella scaglia erano due. Il primo conteneva le riprese dei loro incontri, più o meno tutte le volte che avevano fatto qualche cosa di “speciale”. Tim riprovò tutte quelle sensazioni, mentre le immagini scorrevano sul display e le avrebbe scorse d’accapo sorseggiando il suo bourbon se non avesse, a quel punto, sentito l'urgenza di vedere anche l’altro filmato … Cosa poteva ancora esserci … Tim lo avviò …
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Tim era a casa di Amanda davanti al foro nel muro in cui aveva trovato il serpente, aveva già riposto il tutto così come lo aveva trovato e adesso non gli rimaneva che sigillare il vano con una schiuma meta-cementizia comprata allo scopo. Appena si fosse solidificata, avrebbe assunto la stessa consistenza del muro circostante ed in breve tempo anche il colore avrebbe riprodotto quello del resto del muro, era il materiale che usava sempre per riparare le crepe in casa sua …
Amanda avrebbe capito quel gesto, sicuramente, nel messaggio che gli aveva registrato lasciava a lui decidere cosa fare di quei dati rubati. Gli diceva anche che non lo aveva mai tradito e che proprio per quel motivo non aveva ancora consegnato alcuna di quelle scaglie, sperava di confessargli tutto e trovare insieme un luogo in cui le guerre e la follia dei governi non impedisse loro di vivere liberamente, ma temeva che non glielo avrebbero consentito e in quel dubbio, forse, aveva aspettato troppo prima di agire …
Tim rinunciò a giudicare Amanda, perché da lei proprio questo aveva imparato … Si limitò a camminare verso casa, assorto nei suoi pensieri, stringendo qualcosa, nella mano, chiusa in un pugno …

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