lunedì 14 dicembre 2009

Lontano, lontano … Molto lontano …

(questo racconto richiama il precedente "giù, al bar dei falliti... ")
==

Abstract:
Potrà mai il Cosmo essere a “portata di mano” ?

==

Nell’aula, dalle ampie finestre, penetrava il primo caldo di primavera e l’argomento trattato, dal Prof. Enrico Sermi, contribuiva di suo ad esercitare un potente effetto gravitazionale aggiuntivo sulle palpebre di alcuni studenti …
- Non possiamo pensare che, nella realtà, si possa esplorare l’universo portandosi a spasso astronavi gigantesche, piene di inutili corridoi, di “ponti ologrammi”, di cuochi deficienti, di depositi di rifiuti con acque stagnanti, di baristi bari e di fattucchiere telepatiche. Non si può nemmeno cominciare a parlare di esplorazioni extrasolari con queste premesse. Quello che dobbiamo mettere al primo posto della nostra pianificazione sono le risorse di cui disponiamo e di cui potremo disporre da qui a quando il progetto si auto-sostenterà economicamente. E io penso che mai potrà auto-sostentarsi alcun progetto al punto di sprecare le risorse sconsideratamente …
- Quindi, Professore, scusi l’interruzione, Lei, non vede un futuro possibile, in stile Star Trek ?
- Ma nemmeno un passato … Lei ha mai visto un sottomarino lussuoso, col campo da golf, la cantina dei vini, con le feste danzanti …? Per quanto le risorse siano abbondanti, un sistema chiuso, che deve auto-sostenersi per lunghi periodi (e nello spazio lo sono, ben più che in mare!), avrà sempre un problema di risorse da gestire …
- Professore, come viene vista, ai giorni nostri, questa problematica, presso l’Agenzia Spaziale Internazione? Ho letto che l’ASI sta appunto pianificando una prima serie di possibili scenari di esplorazione interstellare, nel nostro braccio della Galassia?
- Al centro di ogni progetto, passato, presente e futuro, c’è il problema delle risorse, energetiche ed umane, presenti e a venire per tutta la durata del progetto. Per quanto riguarda l’ASI, sembra che l’orientamento prevalente sia di concentrare il massimo dello sforzo economico nell’implementazione dell’ascensore orbitale, che, tra le altre cose, come saprete, è anch’esso un progetto sponsorizzato da un grande autore di fantascienza del secolo scorso e precursore del concetto di “orbita geostazionaria” (detta appunto Fascia di Clarke) per le telecomunicazioni. Le risorse dedicate all’esplorazione, pertanto, risultano limitate e soggette a variazioni, che potrebbero emergere da eventuali difficoltà del progetto primario. Quello che si può fare concretamente è pensare a sistemi di navigazione che richiedano quantità minime di energia, al punto estremo di poterle attingere da fenomeni ambientali minimali nel cosmo e, perché no, finanche quantistici. Più sono minuti i nostri strumenti di esplorazione, più cosmo potremo esplorare e badate, ho detto “esplorare”, NON “conquistare”. La distinzione è fondamentale: l’esplorazione non richiede, necessariamente, la nostra presenza sui luoghi, la conquista sì!
==
Ogada N’Boghu era uno dei più capaci e giovani ingegneri dell’ASI Africa (con sede a cavallo tra Repubblica Democratica del Congo e Uganda). Quel giorno tornava da una breve vacanza presso la sua famiglia, in Uganda, ed era già in vista delle colossali strutture, che la “sua” Agenzia stava predisponendo e dell’incredibile vista della parte inferiore di un meta-nanocavo a nastro, lungo più di 40.000 kilometri e in grado di portare, in orbita geostazionaria, carichi preziosi a ciclo continuo.
Ogada ripensava a quanto era stato difficile, per lui, spiegare, alla sua gente, quello che stavano facendo lì; anche le fotografie che si era portato dietro, non erano servite a gran che. Figurarsi poi, se avesse mai tentato di scendere nei dettagli dei progetti, su cui era personalmente impegnato e che, in ogni caso, erano “top secret”.
Le sue ricerche! Presto si sarebbe rituffato nel lavoro e gran parte del resto del mondo avrebbe perso di importanza. L’unico momento di “ritorno su questo pianeta”, se lo sarebbe ritagliato, e già ne pregustava il piacere, con Elena, la sua “nordica” compagna, che tanto gli era mancata, in quei pochi giorni trascorsi al paesello. Elena, a proposito, chissà dove stava la “cabina”: Lei era sicuramente al lavoro, a quell’ora, sulla cabina-container lungo il tragitto di prova dell’ascensore, che attualmente scorreva lungo il cavo solo per “brevi” tratti, eseguendo, unicamente, dei test preliminari. Se avesse intravisto la cabina, avrebbe potuto immaginare Elena alle prese con le attrezzature di bordo, tutta bardata nella sua ingombrante tenuta di sopravvivenza.
Ogada si stava avvicinando alla prima barriera di sicurezza a diverse decine di chilometri dalla base vera e propria: stava cominciando a lasciarsi dietro il mondo dei “comuni” …
==
A 45.000 piedi di altezza la cabina-container dell’ascensore orbitale, stava ritornando verso la base a terra quando Elena Fait, astronauta e pilota collaudatore, incaricato dei test preliminari, ricevette l’ordine di ispezionare “de visu” la situazione all’esterno. Con tutti i sensori ed i rivelatori di ogni genere installati e collegati in telemetria, sembrava paradossale andare all’esterno per rendersi conto, tuttavia Elena aprì l’apposito portello e si portò all’esterno, dove la temperatura e la rarefazione dell’ossigeno rendevano necessario indossare il sistema di sopravvivenza di cui era dotata e che, peraltro, comprendeva una sicurezza aggiuntiva, la quale, nel caso di incidenti al mezzo, poteva riportarla a terra dolcemente. Elena provò una meravigliosa sensazione nel vedere il mondo ai suoi piedi, all’aperto e alla stessa quota degli aerei di linea. Non sembravano esserci vibrazioni di alcun tipo, per effetto della velocità di discesa, mentre la forza del vento dava una blanda oscillazione laterale al tutto. La velocità di discesa era limitata solo dagli attriti e dal carico di rottura del meta-materiale impiegato per il “cavo”, approssimativamente stava scendendo a 355 miglia all’ora, ma già si stava rallentando, gradatamente, per arrivare dolcemente agli strati più densi dell’atmosfera ed infine fermarsi senza scossoni alla stazione d’arrivo.
==
L’Ingegner Ori-Ann Seedling, la capo progetto e responsabile dell’intera struttura ASI, osservava, con l’apposito tele-oculare motorizzato, la discesa della cabina di prova: quella cabina era un concentrato tecnologico dal costo proibitivo, per quanto era stipata di attrezzature e sensori di ogni genere e la presenza anche di una pilota (anche se garantito da una serie di sicurezze attive), costituivano una assai ansiogena preoccupazione. La cabina stava rallentando rapidamente, prima di incontrare gli strati più densi dell’atmosfera e da quel momento in poi i tempi si sarebbero dilatati, prima che il sistema raggiungesse il livello di attracco.
- Abbiamo dei riscontri negativi su qualche parametro, Sam?
- Tutto perfetto, nessuno scostamento dalle tolleranze previste, possiamo considerarci soddisfatti fin qui …
- Non cantiamo vittoria ancora, Sam! Queste sono quisquiglie … Non abbiamo ancora portato la dannata cabina che ad un terzo della distanza complessiva. Mi tremano le gambe al pensiero di quello che potrebbe accadere se qualcosa bloccasse la cabina o, Dio ne scampi, dovesse rompersi il cavo …
- Ann! … Non ti riconosco! C’è qualcosa che ti fa tremare le gambe? … E poi lo sai bene che, con tutte le “ridondanze” implementate, non esiste una possibilità del genere …
- Lo so Sam, ma tu hai mai paure ingiustificate razionalmente …?
- Ogni volta che vedo mia moglie …
- A proposito come sta?
- Te l’ho detto che mi sfornerà una bella coppia di marmocchi, un maschio e una femmina?
- No, Sam, complimenti di cuore ad entrambe.
- E tu Ann, quando ti decidi …
- Sam, mi ci vedi a fare questo lavoro, con in più anche la preoccupazione dei figli e di un marito?
- No, a dire il vero no …
- Sam, io vado in ufficio, se riscontri la minima anomalia, avvertimi …
- Faccio rientrare Elena?
- No Sam, non questa volta, falla arrivare in fondo, riportandoci anche le sue impressioni dirette …
- OK, Boss.
- Ah! Sam, dì a tua moglie che la voglio vedere coi piccoli, appena si sistema. Te invece no! Finché mi chiami Boss …
==
Ogada era ormai arrivato all’ultimo check-point, diretto alle installazioni principali, nella speranza di recuperare Elena. Proprio in quel momento, dalla corsia opposta, stavano uscendo alcune sue conoscenze. Ogada seppe da loro che Elena aveva un turno settimanale in corso e che, perciò, non avrebbe potuto uscire dall’”isolamento”. Ogada era parecchio seccato da quell’intoppo: i turni erano organizzati su base settimanale per evitare, per quanto possibile, che un collaudatore si ammalasse od avesse qualche incidente proprio nel mezzo di una serie pianificata di attività per le quali era stato a lungo addestrato. Quando Ogada raggiunse la sala colloqui, Elena lo stava aspettando e, da dietro l’ampia lastra di vetro isolante, subito allargò le braccia, scuotendo la testa e facendo finta di asciugarsi le lacrime …
- Mi hanno incastrata … Una serie aggiuntiva di test non programmati, da ripetere. L’altro in grado di seguirli si è ammalato, mi dispiace amore …
- A chi lo dici! Com’è andata la “discesa”?
- Meravigliosa e terrificante … Mi hanno tenuta all’aria per tutta l’ultima parte, questa volta!
- Problemi?
- Nessuno! Siamo pronti per lo “step” successivo, andremo a metà percorso … Sarà la cosa più eccitante della mia vita!
- Elena, significa che io non ti basto più … ?
- Dovrai impegnarti molto, ma hai ancora qualche chance ... A proposito! Dovresti fare alcune cose per me, a casa mia, dato che non prevedevo questa sosta forzata …
==
Ogada si accingeva a lasciare l’edificio, quando incrociò la capintesta Seedling; le fece un saluto di circostanza, ma lei, gli fece cenno di avvicinarsi …
- N’Boghu venga qui! Volevo scusarmi, Elena mi ha detto che avevate tutto un vostro programmino in occasione del suo rientro dalla sua breve vacanza … E’ tutta colpa mia, ho voluto ripetere dei test che non erano del tutto convincenti e non mi sono resa conto, che Elena sarebbe stata l’unica disponibile per il compito.
- Mancherebbe! Lei ha ben altre preoccupazioni che le nostre serate … Ora sono alla ricerca di una cena …
- La voglio mia ospite! E’ il minimo che possa fare, se la cosa non la mette in imbarazzo, ovviamente.
- Ma, veramente, non saprei …
- Anch’io cenerei da sola stasera, possiamo approfittare per parlare un po’ anche del suo lavoro …
- D’accordo, se le fa piacere, accetto volentieri.
L’appartamento del dirigente a capo di tutta la struttura era volutamente predisposto all’interno delle strutture di sicurezza del complesso, ma Ogada rimase stupito di quale vista mozzafiato ci fosse dal terrazzo dell’abitazione della Seedling. In precedenza era stato in altri alloggi su quel piano, in occasione di party privati organizzati per compleanni e anniversari, ma mai orientati verso il panorama dell’ascensore orbitale.
- Mentre ti aspettavo mi sono dedicata al mio hobby: la cucina. Spero che la mia cena sia all’altezza, specialmente dopo che hai goduto di quella casalinga delle tue parti …
- Veramente non ci tengo, è stata una sofferenza quel cibo … non ci sono più abituato … Lei si è disturbata troppo per me questa sera …
- Chiamami Ann, per questa sera, bando alle formalità, vuoi Ogada … ? … Posso chiamarti così? …
- D’accordo Ann …
- Ogada, parlami un po’ del tuo lavoro, voglio dire, la tua opinione … I resoconti ufficiali li leggo già regolarmente …
- I rapporti ufficiali sono, come sempre, frutto di mediazioni, a volte lunghe ed estenuanti …
- Perciò mi piace approfittare di questa occasione per sapere che aria si respira nei vostri circoli, io purtroppo ho poche occasioni di venirvi a trovare, specie in questo momento di “kick-off” del nostro progetto primario.
- Beh, sarei un ipocrita se dicessi che concordo con quei rapporti, sono stato uno dei più accaniti nel sostenere una tesi di minoranza …
- Non sapevo ve ne fossero …
- Siamo stati tutti d’accordo a mantenere i dissidi all’interno delle nostre riunioni, del resto non avrebbe alcuno scopo pratico farli trapelare, trattandosi di richieste di fondi …
- Si, si, capisco, tuttavia proporrò che si alleghino, in appendice, i pareri di minoranza, mi sembra un scelta di utilità, oltre che di rispetto per chi si impegna nel produrre idee innovative. Ma ti prego, sentiamo i dettagli …
- Io, a differenza di altri, ritenevo e ritengo, che questo progetto per l’esplorazione del nostro braccio di Galassia, sia un’occasione troppo rara per perderla, puntando tutto su un unico concetto di esplorazione: cioè quello di individuare e sondare pianeti simili al nostro … Noi non avremo nuovi finanziamenti su questo versante per decenni a venire e quei pochi, dovranno giocoforza essere tutti concentrati sul supporto delle missioni correnti, ci stiamo giocando un ampio spettro di possibilità ...
- Frena, frena … di cosa stiamo parlando? A quali possibilità alludi?
- Noi diamo troppa importanza ai pianeti simili al nostro, è un atteggiamento più sentimentale che razionale. La possibilità che un pianeta, per quanto simile alla terra, possa ospitare la vita, oltre ad essere statisticamente remota oltre misura, non può giustificare l’impiego di tutte le risorse disponibili per un periodo così lungo: se avessimo le risorse che avete voi sul vostro progetto sarebbe diverso, ma le cose purtroppo non stanno così …
- Ma sentiamo quale era la tua idea …
- Una rete globale di sonde equidistanti su tutta la volta celeste, in costante allontanamento attivo a partire da una distanza dal nostro pianeta equivalente a circa due volte l'estensione del diametro del sistema solare. Da lì in poi, essendo questa la distanza maggiore raggiunta da sonde terrestri fino ad oggi, tutto quello che si trova ci è sconosciuto, quindi le nostre sonde dovrebbero iniziare a lavorare alla verifica di tutti i parametri incontrati sulla loro strada, anche a prezzo di arrivare alla loro meta finale con decenni di ritardo. Noi però nel frattempo, avremmo una messe di risultati a flusso costante in grado di far lavorare generazioni di scienziati ed inoltre, ma non da meno, avremmo un sistema di posizionamento globale su scala sempre crescente, che ci darebbe modo di sottoporre a verifica una miriade di teorie cosmologiche oggi destinate a rimanere sulla carta …
- Quanto ci costa?...
- Almeno il doppio del limite di budget …
- Hai già la risposta, dunque …
- Ma calcola il rapporto costi benefici … E’ immensurabile …
- Capisco il tuo punto, per quello che conta; comunque non sarebbe passata lo stesso … Ma forse io, avrei proposto una strada alternativa …
- ….
- Si, voglio dire che, in questa tua ottica, potrebbe convenire rimandare il tutto per il tempo necessario alla maturazione della quantità di finanziamenti richiesti …
- Una proposta che farebbe saltare, chi so io, sulla sedia …
- Si … lo so anch’io chi …
La cena andò avanti con una serie di astruse discussioni su aspetti tecnici e dettagli del progetto di “global positioning” immaginato da Ogada. Ad Ann piaceva l’idea, in linea di principio, ma contestava diversi dettagli relativi agli esperimenti da associare …
Verso la fine della cena Ann propose a Ogada di fare due passi insieme prima di andar via, lo avrebbe portato sul piazzale di attracco dell’ascensore …
- Ci sei mai stato?
- Di persona mai, solo da qualche parte sotto …
- Bene sarò felice di farti da guida.
I due uscirono dall’edificio avviandosi verso il piazzale in cui si ergeva la struttura, la discussione sul lavoro di Ogada si protrasse per buona parte del tragitto. Una volta sulla grande piattaforma, Ogada notò alla luce della luna piena la famosa cabina-container che costituiva l’incredibile “ascensore per le stelle”, come veniva chiamato eufemisticamente dai media. Ann lo aveva preso sottobraccio, mentre salivano la lunga scalinata, sostenendo che la brezza notturna le aveva procurato un brivido improvviso ... Ogada era in forte difficoltà, non si aspettava una tale confidenza, da una persona che, fino a poche ore prima e sicuramente dopo quella serata, aveva rappresentato, per lui, solo il centro del potere ASI. Ann doveva di certo aver passato da un pezzo la quarantina, forse era già in corsa per i cinquanta, spesso l’aveva vista andare in giro coi capelli dritti in testa come quelli di una astronauta in assenza di peso. Il suo aspetto trascurato, le loro età così lontane, il fatto che Ogada avesse un legame con Elena, anche se recente: tutte queste cose avevano contribuito a non fargli mai venire in mente nulla che non fosse attinente al lavoro … Ma quella sera Ann lo aveva stupito già all’esordio, presentandosi con un vestito da sera elegante e pericolosamente scollato, i capelli raccolti ed un velo impercettibile di trucco; ora questo affettuoso accostarsi con la scusa del freddo … Ogada aveva fatto finta di niente fino a quel punto, ma con crescente imbarazzo …
Intanto erano giunti a pochi metri dalla cabina e Ann, indicando con il dito …
- Di giorno è ancora più evidente, ma anche così questa meraviglia toglie il fiato e fa paura, non credi?
- Non ero mai stato così vicino … è davvero impressionante ed ancora di più lo è il pensiero che questo mostro è lungo approssimativamente come l’intera circonferenza terrestre, avete calcolato il peso complessivo se fosse a livello del terreno ed il suo volume ?
- Beh, col fatto che la densità specifica è variabile lungo tutto lo sviluppo, non è un calcolo immediato, ma in quanto a volume dovremmo essere intorno ai due milioni di metri cubi, circa le dimensioni del monte Everest …
- Quando pensi che lo percorrerete tutto per la prima volta?
- La fasi attuali sono le più delicate, io spero di accelerare i collaudi nei prossimi mesi, quando avremo una base dati completa dei comportamenti del sistema … A naso, ci vorrà un anno per arrivare al capo opposto e ritorno un prima volta, poi dovremo sostituire la cabina di verifica sperimentale col cargo definitivo, che a sua volta andrà collaudato … forse un anno e mezzo per andare a regime …
- Non riesco ad immaginarmi a viaggiare su questo fuscello, non dico per quarantamila, ma neanche per quattro chilometri …
- Anch’io avrei paura ben presto, anche al chiuso della cabina, solo l’idea di quello che sapessi esserci fuori mi farebbe morire, mi terrorizzerebbe, oltre che di vertigini soffro anche di claustrofobia …
Ann si era avvicinata ancor di più a Ogada e lo stava fissando negli occhi, tanto vicina che lui percepiva il tepore del suo respiro. C’era qualcosa di incomprensibile in quel comportamento, pensava, cosa spingeva il supermanager ad interessarsi ad un impiegato qualunque come lui …
- Scusami se lo faccio Ogada, ma in questo momento mi sento di farlo e non so se potrei fermarmi. – Così dicendo Ann appoggiò appena le sue labbra su quelle di lui e poi le ritrasse e lo rifece daccapo, diverse volte …
- Ti prego non farlo … - Ripeteva lui ad ogni tocco di Ann, ma ogni volta con meno convinzione. Non capiva come potesse sentirsi attratto da quella donna, così diversa, così lontana da Elena … Ma lo era …
Ann, infine, percepì che Ogada stava cedendo e continuò ad approfondire il contatto, fino a che entrambi furono coinvolti, con trasporto, in quel gesto …
==
Nella sede Ricerche ed Esplorazioni Spazio Profondo, il RESP, la giornata era estremamente convulsa. Il vicedirettore e l’addetto stampa si erano presi, a causa di alcune dichiarazioni avventate di quest’ultimo. C’era un gran via vai di tecnici fra la sala riunione ed i vari settori del laboratorio, quando Ogada entrò, avviandosi alla sua postazione, ma fu intercettato dal vicedirettore che ancora smoccolava per il fatto di prima …
- Giusto te cercavo, anche tu sei un bel farabutto, ci siamo detti e ripetuti sul tenerci i nostri casini in casa e tu vai a spifferare tutto al Boss …?
- Di che parli?
- Lo sai …? Mi ha telefonato la Seedling, inca…ta per non essere stata avvertita che c’erano posizioni divergenti sui finanziamenti …
- No, no, aspetta, fermati di che c…o stai parlando?
- Cos’è, non ci senti?
- Lei, ti ha chiamato?
- E tu? Caschi dal pero …
- Il tutto si riduce a cosa, in pratica … ?
- Mi ha detto che è d’accordo con te, su tutta la linea, e come avrebbe fatto lei a gestire il problema delle risorse, ma che ormai la frittata è fatta e che l’ho fatta io … Ha inoltre stabilito, che da ora in poi, insieme al rapporto principale, vi siano, se richiesto, uno o più rapporti di minoranza. - Tutto qui, mi hai solo scavalcato!... Scusa, se è poco!
- No per niente, non era nelle mie intenzioni, si trattava solo di uno scambio di opinioni privato, durante una cena, non avrei mai pensato che avrebbe avuto un seguito, anzi credevo mi avesse dato ragione per una forma di cortesia ad un ospite …
- Ah, che bello! Andiamo a cena col Boss, abbiamo “scambi di opinioni” privati con lei e siamo arrivati pure allo scambio di cortesie …
- Ti chiedo scusa per le conseguenze indesiderate e spiacevoli per te; dubito che avrò occasione di vedere di nuovo il Boss e puntualizzarle il mio disappunto, comunque … Con chi vado a cena, o faccio scambi di qualsiasi genere non ti riguarda!
- Ma almeno non prendere impegni che non sai mantenere …
- Non mi aspettavo una convocazione a questo livello, lo capisci o no, che sono stato colto di sorpresa, da domande precise, fattemi da una persona, a cui non puoi semplicemente raccontare la prima balla che ti viene in mente … E non credere, che i guai non aspettino pure me!
- Va beh! … Ora mettiti al lavoro, riprendi i rapporti di questi giorni e fatti trovare in pari per la riunione delle 10, capito?
- Roger, vice …
==
La riunione delle 10 era incentrata sulla scelta dei modelli di nano e micro automi da impiegare nelle missioni , in un ampia gamma di proposte sul tavolo: vi erano centocinquanta varietà, frutto di una selezione che ne aveva già scremato un migliaio. Il numero da mandare in produzione non poteva superare la dozzina, per rispettare i limiti di budget.
Ogada si era presentato alla riunione con le idee già chiare, avendo letto tutti i rapporti prodotti in sua assenza. Non aveva obiezioni sulla scelta su cui era orientata la maggioranza, in quanto lo scopo circoscritto alla ricerca di caratteristiche “terrestri” nei pianeti visitati e poco più, era di per sé dirimente .
Ogada si sedette in disparte e seguì la discussione con lo sguardo fisso sul megaschermo, all’apparenza, estremamente concentrato sull’argomento in discussione, ma i suoi pensieri …
Ann non lo aveva avvertito della telefonata che avrebbe fatto a Damien Sanetti, vicedirettore RESP e suo capo diretto: gli aveva fatto fare un pessima figura. Non tanto perché gli importasse del suo boss, quanto perché non gli andava di essere manovrato … Era pur vero che, nel momento in cui si era lasciato trascinare da lei, il rischio era insito. Ogada era consapevole che si giocava una partita di cui non era stato cosciente fino a quel momento, tra Ann e qualcuno nel suo ufficio che voleva controllare i flusso dei finanziamenti. Di certo Damien era solo una figura di mezzo … Chi poteva essere il vero bersaglio di Ann? … Ma intanto lui, aveva il problema ben più urgente di Elena, cosa le avrebbe raccontato? Di sicuro, prima o poi, avrebbe saputo della cena e forse qualcuno poteva aver visto qualcosa, durante la loro uscita e quando erano rientrati, tardi nell’appartamento di lei. Ogada si chiedeva ancora cosa l’avesse spinto verso Ann e cosa mai di quest’ultima potesse aver prevalso sul suo legame, che pur permaneva, con Elena … Ora, si chiedeva, se avesse dovuto scegliere, che avrebbe fatto …? …
- Ogada tu che ne pensi? … Ogada, ci sei …
- Si, si, eccomi stavo riflettendoci … Ma in fondo, diciamo che mantengo la mia posizione e sostengo il punto di vista di Damien.
- Grazie, bene signori, la riunione si chiude qui, liberi tutti …
=
Pochi giorni dopo, quando Elena usciva dall’isolamento a fine turno, Ogada era lì ad aspettarla. I due si abbracciarono e tutto il resto, ma Elena notò la differenza subito e dall’occhiata che gli diede, Ogada capì di essersi già tradito … Andarono a cena fuori e tutta la serata la trascorsero a parlare del più e del meno in relazione a quanto fatto durante la loro forzata separazione bisettimanale. Poi decisero di recuperare qualcuno dei loro amici nei posti solitamente frequentati in comune … la serata continuò sulla stessa falsariga fino a tardi, poi si avviarono sulla via del ritorno … Il silenzio era sceso tra i due e Ogada non sapeva come interromperlo, nonostante cominciasse a pesargli …
La macchina di Ogada era ferma in un piazzale ristoro e lui ed Elena seduti su un panca, ancora in silenzio, poi lei parlò …
- Tanto vale che me lo dica …
- Se lo sapessi io, almeno …
- Proprio la sera del tuo ritorno?
- Si …
- Che è successo?
- Non lo so … E’ la cosa migliore che possa pensare.
- Perché non accampi almeno una scusa, come fanno tutti di solito … La conosco?
- Tragicamente!
- Ann …
- Come lo sai?
- L’ha fatto anche con me! …
- Che cosaaaaaaaa?
- Non posso certo criticarti …
- Ma che dici?
- Sai come ho ottenuto il posto di capo collaudatore?
- Non posso crederci!
- Fai male … E a te, cosa ha promesso?
- Niente, accidenti! Ma come hai potuto, Elena?...
- Io volevo e voglio questo lavoro, Ogada e mi sono prostituita per averlo; mi dispiace solo di avertelo nascosto fino ad ora, anche se ho provato varie volte a parlarne, senza riuscirci. Con questo non tento di assolvermi, capisco che tu possa avercela con me … Ma tu? Cosa ti ha spinto, se non volevi ottenere qualcosa …
- Se lo sapessi … Credo che mi piaccia quella donna … E’ tutto qui, per quel che ne so.
- Più di me ? …
- Scusami … Ora sì … No, non volevo dire questo … Non mi sono dimostrato meglio di te, comunque.
- Prendiamoci un po’ di tempo, vuoi? Lasciamo le cose come stanno, non credo che, decidere qualcosa adesso, sia una buona idea …
==
Ann era sotto la doccia della palestra, quando Elena entrò e chiuse la porta a chiave …
- Dobbiamo parlare, Ann.
- Di cosa, Elena?
- Lo sai, Ann …
- Tu hai avuto quello che volevi, Elena, se non sbaglio?
- Anche tu, mi pare …
- Si, ma io, in seguito, ho rivalutato il peso di un posto da capo collaudatore, è un gradino che vale nel tempo e porta sempre più in alto. Ho pensato che valesse qualcosa di più di un singolo passaggio e … Beh, quel tuo ragazzo mi interessava parecchio …
- Vuoi farla sembrare una cosa normale …
- No! Capiscimi bene, Elena! Ho voluto che, tu, afferrassi bene il messaggio: non puoi usarmi, senza pagare pegno.
- Ora Ann, cosa vuoi fare?
- E’ terreno di libera caccia, amore, chi saprà fare meglio, vincerà il primo premio …
- Per te è solo un gioco, vero?
- Si, ma bisogna che tu sia meno ipocrita, Elena. E’ lo stesso anche per te, io ti conosco bene, per esperienza, quindi niente fuffa, tra noi …
- Non sapevo ci fosse ancora un “noi” …
- Il tempo è tanto Elena! Tu non lo sai ancora quanto sia … tanto!
==
Il progetto definitivo della mini-astronave e dei sottomoduli per l’esplorazione micro/nano-automi ,era stato mandato in produzione e nell’ufficio di Ogada si attendevano i prototipi da testare. Prima di effettuare i collaudi, si voleva sottoporre a prove virtuali il software di guida e, successivamente, inviare alcuni prototipi in voli suborbitali ed anche in escursioni più realistiche sul nostro territorio. Tutto questo avrebbe richiesto parecchi mesi, durante i quali le mini-astronavi a loro volta avrebbero dovuto dimostrare la capacità di percorrere distanze planetarie con consumi compatibili al progetto. Ogni mini-astronave doveva trasportare al proprio interno un numero variabile di micro-automi con una autonomia di volo intermedia che, a loro volta, al proprio interno trasportavano una serie di nano-automi per le rilevazioni chimico-fisiche dei “terreni” e delle “atmosfere” di volta in volta sotto esame. Tutto questo occorreva che funzionasse sul nostro pianeta, prima di spedirlo ad anni luce di distanza su altri mondi.
Negli uffici del RESP, in quel periodo, era venuta a galla una strana storia, in cui risultò coinvolto il Direttore, un certo Adam Hart, che Ogada aveva si e no visto un paio di volte e che non si era mai interessato del lavoro che andava sviluppandosi nei loro uffici; mentre apparentemente, quel posto, gli serviva da trampolino per tentare di scalzare la Seedling … Proprio il vicedirettore Damien, che era invece il sospetto numero uno della Seedling, gli raccontò come lei fece trasferire altrove Hart e come in seguito pianificava di promuovere Damien direttore e Ogada suo vice … l’unico dubbio di Damien era come Ogada avesse ottenuto l’incarico, pur essendo così giovane …
==
Elena aveva con sé una bottiglia mignon di champagne e gli toccò aprirsela e bere in un bicchierino di plastica, perché, a 40.000 kilometri dalla terra, non le avevano consentito di portare un calice di cristallo, tuttavia l’operazione, a causa della microgravità, non ebbe una grande riuscita. Festeggiarono ovviamente anche giù al centro di controllo, dove le bottiglie erano molte ed i bicchieri di ogni tipo: il brindisi per il primo arrivo all’altro approdo in orbita era d’obbligo. Subito dopo era prevista la cerimonia, tutta simbolica, della messa in orbita geostazionaria del primo oggetto trasportato dall’ascensore orbitale, nei limitatissimi spazi consentiti dalle strumentazioni che affollavano la cabina attuale: un piccolo satellite in grado di segnalare gli scostamenti nel posizionamento del “cavo”. A Elena sarebbero occorsi alcuni giorni per effettuare tutte le verifiche ed infine tornare a terra.
==
Ogada quella sera sentì bussare alla porta … Era Ann …
- Ho sentito che l’unica persona con cui dividere questo momento fossi tu … Mi fai entrare?
- Accomodati, ma non so cosa aspettarmi da te …
- Come va con Elena?
- Come volevi tu …
- Mi hai fatto entrare tu ricordi? Questo è il tuo appartamento se vuoi puoi cacciarmi …
- Così potrei scordarmi la promozione … Sai sono venuto a saperlo da Damien …
- Ho capito me ne vado … Forse tutto questo me lo merito, nella vita non sono in gamba come nel lavoro.
- Resta! Vedi, io invece, avevo tutto chiaro ed in ordine nella mia vita, finché non sei arrivata tu, poi … non ho più capito niente. Non mi è piaciuto essere manovrato in quel modo, per le tue beghe di lavoro … E come se non bastasse tu … prima con Elena poi con me! Ora cosa stai tramando?
- Perché non lo scopriamo insieme …
==
Era stata un’ottima idea fare i test preventivi, perché avevano rivelato diversi punti critici sui sistemi di volo delle micro-astronavi, non solo, si arrivò con dei problemi presenti anche ai test sul terreno: molti dei primi modelli operativi si persero durante le esercitazioni di volo per mai più essere ritrovati. Nessuno voleva che si sapesse il destino di quei preziosissimi e segretissimi piccoli gioielli, così la tesi dei giornali li indicava come veicoli alieni, almeno fino all’annuncio ufficiale del primo lancio di questi automi in miniatura per l’esplorazione del cosmo:
- Qui è Daniel Svalbard per la KNN, oggi è il grande giorno del lancio della prima di una serie di missioni di esplorazione del cosmo profondo, lungo l’asse del nostro braccio galattico. Questo sarà il primo ed uno dei pochi lanci che verranno effettuati tramite razzo vettore da terra, in seguito si provvederà ad effettuare le partenze direttamente dall’orbita, dopo avervi trasportato le mini-astronavi-madre, col quasi pronto ascensore orbitale dell’ASI. Le suddette mini-astronavi-madre, essendo dotate di propulsione ionica, provvederanno a spingere il loro prezioso contenuto di micro/nano-automi alle loro destinazioni, raggiunte le quali questi ultimi si disperderanno alla ricerca dei pianeti abitabili e forse della prima vita fuori dal sistema solare … Quello che molti si chiedono è quando potrà arrivare il primo segnale di ritorno da una di queste “sonde”, in quanto tra il viaggio di andata dei robot ed il tempo necessario per l’arrivo del segnale radio di ritorno, noi non sapremo nulla per almeno dieci anni … Ricordatevelo la prossima volta che andrete a pagare le tasse! Qui Daniel Svalbard per la KNN, dal poligono di lancio dell’ASI, ci vediamo dopo la pubblicità.
==
Presso la piattaforma di attracco a terra dell’ascensore orbitale, che in quel momento non era presente, due figure si aggirano, nella notte senza luna …
- Domani è il giorno della ridiscesa dall’orbita, Elena sarà di nuovo qui …
- Già …
- Pensi che dovremmo lasciarle un messaggio, qualcosa?
- Lei ha già avuto il suo “settimo cielo”, potremmo lasciarle una vera bottiglia di champagne, visto che l’ultimo che ha tentato di bere, sta ancora vagando per la cabina …
- Si, forse dovremmo fare proprio così … Sento come un brivido di freddo, ti prego stammi vicino, vicino … Molto vicino ...

==

Nessun commento: