sabato 5 dicembre 2009

Il vecchio e il pozzo (dedicato a Rod)

(Rod Serling, Syracuse, 25 dicembre 1924 – Rochester, 28 giugno 1975)
Non potevo esimermi dallo scrivere un racconto ispirato a un mito, per molti della mia generazione, come Rod, nato in una città che mi è, curiosamente, familiare.
Rod fumava e forse questo è l'unico difetto che ricordo in lui...


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Il vecchio e il pozzo (dedicato a Rod)

Abstract:
Un uomo, in un completo scuro e con la sigaretta in mano, si avvicina lentamente alla telecamera, fermandosi in un punto preciso, poi aspira una lunga boccata di fumo ed alza lo sguardo verso l'obiettivo:
- “La storia che racconteremo questa sera, parla di un vecchio e del tramonto solitario di una vita, nella quiete di un giardino, con poche figure di contorno ed un pozzo .... Un pozzo profondo!"

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Il vecchio era seduto sulla sua sedia a rotelle, lo sguardo perso, fra le palme ed i cespugli incolti del suo ampio giardino ed oltre l'arido pozzo, fino al cigolante cancello, che la sua colf rumena stava richiudendo. I ricordi scorrevano lenti nella vacillante memoria, velando i suoi occhi appena ...
Mentre la donna si avvicinava, soffermandosi a tratti per annusare qualche fiore e chinandosi per coglierne qualcuno, per un attimo il vecchio ebbe un sussulto e sembrò trasalire:
- Che bel culo, che magnifico panettone!
Viorica, che il vecchio, spesso alterava, non senza una qualche ragione, in Viola, era una donna di mezza età, ancora piacente, con una famiglia sulle spalle: due figli da tirare su e un marito un po’ svogliato e spesso sbronzo; doveva lavorare, nel poco tempo che le incombenze di famiglia le lasciavano, per integrare i magri guadagni del marito. Spesso avevano liti a causa di quel vizio, senza il quale anche lui avrebbe potuto contribuire di più al bilancio famigliare.
- Buongiorno Signor Carlo, come sta oggi?
- Bene mio bel fiorellino, sono pronto per te! Non vedo l’ora di assaporare il frutto proibito …
- Ma lei scherzare sempre, Signor Carlo, io donna sposata, mio marito ammazza se sa che lei dice queste cose, lui molto geloso marito rumeno ,molto …
- Che importa, mio dolce fiore, dopo l’amore non c’è che la morte per fissare l’attimo perfetto …
- Lei scherza sempre, Signor Carlo, io deve lavorare, poco tempo, ho altro impegno, prego …
- Io non scherzo per niente Viorica, sono pronto a tutto per assaporare il tuo corpo profumato!
- Ora, basta, Signor Carlo, questo fa male Lei; deve stare tranquillo e bisogno riposo, Lei anziano signore gentile, Lei lascia me lavorare adesso, prego …
- Viola, lascia che ti tocchi, solo una volta, sii generosa con un povero vecchio senza affetti e che ha un disperato bisogno di contatti umani, specialmente femminili …
- Mia amica italiana dice che Lei “vecchio sporcaccione”, vuole che penso questo, anche io?
- Pensi che alla mia età, mi possa preoccupare della mia reputazione? Se sarai mia, ti lascerò ogni mio avere …
- Ora, Lei offende me, signor Carlo …
- Ti sbagli cara, è quello che succede normalmente tra persone che si amano, o no? Non sto cercando di comprarti, ti sto facendo la “proposta” …
- Io non capire te e non volere sapere altro di questo, prego, lascia me lavorare, adesso. Prego …
Così dicendo, Viorica si avviò verso la cucina ed iniziò ad armeggiare, ormai si era abituata al linguaggio provocatorio ma inoffensivo del vecchio, del resto a quello si limitava e poco più; si era infatti accorta di come gli piacesse avvicinarsi a lei e prendere profondi respiri, quasi ad assaporare il profumo di un frutto e se appena aveva l’occasione di sfiorarla, o nel prendere qualcosa che lei gli porgeva le prendeva insieme anche la mano. Viorica si era chiesta spesso se, come diceva la sua amica, che aveva fatto qualche lavoretto per il vecchio in passato, egli fosse solo un vecchio sporcaccione o magari solo un poveretto troppo solo che pativa la mancanza di un contatto fisico e che lo cercava come poteva, ad ogni occasione.
Mentre sbrigava le faccende, aggirandosi per l’ampia villetta, Viorica ripensò sorridendo alle parole, che quella mattina il signor Carlo le aveva detto, simili peraltro a quelle con cui esordiva ad ogni sua visita, e ci ritornò su diverse volte, in cuor suo, perché il suo italiano era un po’ stentato e se pure riusciva a farsi capire, molte cose che le dicevano non le capiva, non subito … Si era sentita offesa, sul momento, quando il vecchio aveva, insolitamente, accennato alle sue proprietà, aveva capito male quello che intendeva forse e pensò a quante sue amiche, in tempi ormai andati, avevano accettato matrimoni di convenienza, quel signor Carlo non era poi molto diverso dagli altri uomini, tutti sporcaccioni, perché la sua amica italiana pensava che questo fosse peggio degli altri? Lei forse avrebbe potuto sentire in giro, se a qualche sua conoscenza, diretta o indiretta, poteva interessare un eventuale matrimonio col vecchio, per dargli un conforto, un po’ di compagnia … Ma forse era meglio non pensarci.
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Il vecchio passava gran parte del suo tempo a leggere sui libri o sul suo terminale, ma spesso molto spesso, Viorica lo trovava vicino al vetro della veranda che dava sul giardino, assorto nei suoi pensieri. Quel giorno era arrivata vicino a lui proprio in uno di quei momenti, ma era come se il vecchio non se ne fosse accorto …
- Dispiace, signor Carlo se disturbo, ma oggi giorno di pulire vetri, vuole che faccio altra cosa?
- No, no! Accomodati pure, se non ti dispiace io rimango qui e magari parliamo un po’, Viola …
- Io piacere parlare con Lei, se Lei fa bravo, si?
- Farò il bravo, te lo prometto, Viola … Perché non mi parli un po’ di te, come stanno i tuoi figli?
- Loro stanno bene … io non bene, mal di schiena uccide me!
- Mi dispiace sentirlo, perché sei venuta, i vetri possono aspettare …
- Io non può riposare, se no miei figli smette di stare bene …
La conversazione andò avanti tranquillamente, tra confidenze reciproche finché il vecchio non accennò ancora una volta alla sua attrazione per Viorica e lei lo sgridò bonariamente, ricordandogli la sua promessa di poco prima e fu a quel punto che la donna si decise a proporgli di interessarsi per trovargli una compagna che potesse affiancarlo, fra le proprie conoscenze …
- Nemmeno per sogno, cosa me ne faccio di una vecchiaccia come me! Allora meglio star solo! Io mi trovo bene con te, ma questo non vuol dire che mi accontenterei di un premio di consolazione …
- Non capisce cosa tu dire, Signor Carlo …
- Non importa Viola, è colpa mia, ma ti prego non dire niente in giro, io sto bene come sto …
- Ma tu perché cerca me allora?
- Per chiudere in bellezza!
- Tu molto strano Signor Carlo, tu non vuole fare pazzia, vero?
- Neanche per sogno! Ora vai pure e non cercare nessuno per me, solo tu, se cambi idea …
- Sempre solito, tu non cambia mai …
La donna aveva finito la sua giornata dal vecchio e se ne andò ancora interrogandosi su quell’uomo un po’ matto, ma gentile e sui suoi strani discorsi.
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La notte era scesa ed il vecchio era ancora sveglio perché, da un po’ di tempo a questa parte aveva notato del movimento nel suo giardino. Non ne era sicuro e soprattutto non capiva quando, nell’arco della settimana si verificassero i fenomeni, ma presumeva che quella potesse essere la notte giusta …
Era ormai quasi al tramonto la luna, quando, dalla sua veranda, scorse una curiosa luminosità salire dal suo arido pozzo; la luce si fece via, via più intensa, fino a quasi abbagliarlo. Un serie di flash e movimenti di luci fece emergere dal pozzo una specie di doppio arco luminoso che sembrava muoversi ritmicamente; la cosa andò avanti per un tempo indefinito e in quel buio per un po’ impedì al vecchio di guardare. Quando i suoi occhi si furono adattati alla luce, fu colto da un soprassalto nel vedere che c’erano delle persone nel suo giardino, che sembravano sfilare in fila indiana verso il pozzo e salire poi verso quel doppio arco in continuo movimento … Ci mise un poco a mettere a fuoco tutta la scena ed infine realizzò che c’erano delle figure, con l’aspetto da età avanzata, che entravano il quell’arco di luce e dopo un po’ altra serie di figure con aspetto giovanile ne uscivano. La cosa andò avanti per un pezzo, poi le persone arrivate si allontanarono e l’arco di luce, come era apparso si dissolse, lentamente, per poi scomparire del tutto. Lo shock lasciò interdetto il vecchio lì dov’era e, unito alla stanchezza accumulata, poco dopo lo vide addormentarsi sulla sua sedia.
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La mattina dopo Viorica, doveva passare per consegnare della biancheria che aveva portato e ritirato dalla lavanderia ed entrò, come al solito con la sua chiave dal cancello. Mentre si avvicinava dal giardino intravide la sagoma del vecchio attraverso i vetri della veranda lì accasciato sulla sua sedia ebbe paura del peggio. In preda alla preoccupazione corse verso la veranda e busso freneticamente sul vetro, ma non vedeva reazione alcuna, continuò a bussare e a bussare … Quando ormai disperava e già aveva in mente di chiamare qualcuno, di soppiatto il vecchio si svegliò e vedendola le fece un sorriso smagliante e la salutò allegramente con la mano, poi tranquillo come una pasqua si avviò verso la porta per farla entrare.
L’uomo raccontò tutta la storia successa quella notte ad una incredula Viorica, che continuava a scuotere la testa e ripetere:
- Signor Carlo tu ha sognato, ascolta me, è sogno, no possibile questa cosa …
- Viorica, vieni con me in quel mondo dove riavrò la mia gioventù e saremo felici …
- Prego, Signor Carlo, no dire questo, io preoccupa per lei …
Ma il vecchio le disse che doveva decidere se andare con lui o altrimenti lui sarebbe andato da solo.
Passarono i giorni e venne la notte in cui si sarebbe verificato probabilmente il fenomeno. Il vecchio era già in trepida attesa e rimuginava di cose lette in quei giorni sul web; aveva voluto cercare notizie su fatti simili a quelli accaduti a lui e fra le molte cose trovate una l’aveva colpito maggiormente e sembrava spiegare l’accaduto.
Secondo alcune recenti teorie il nostro è solo uno dei mondi esistenti e la sua esistenza è parallela a quella di altri universi, simili o del tutto diversi. Può succedere che questi “universi paralleli” si possano scontrare, avvicinare e ogni altra combinazione di queste cose. Uno scontro può causare la distruzione di entrambi, oppure di parti di essi, ma c’è anche la possibilità che due mondi dello stesso tipo si sfiorino appena … E allora nel punto di incontro, è impossibile distinguere uno dall’altro ed è possibile anche che qualcosa passi da un universo all’altro …
Il vecchio stava riflettendo su queste cose, quando fu richiamato dalla leggera luminosità che saliva dal pozzo e che presto si trasformò nel caleidoscopio di colori che già conosceva. Egli era già pronto all’evento e in men che non si dica era già vicino al pozzo dove si sarebbe formata la fila. Quando fu il momento si alzò, a fatica e tremolante salì verso l’arco luminoso, attese il suo a turno ed entrò …
Una miriade di sensazioni lo sommersero e gli sembrò di vivere mille vite tutte insieme e di conoscere mille verità inarrivabili, ebbe l’impressione di volare, di essere più leggero dell’aria, ma anche forte e saldo sulle sue gambe. I suoi occhi erano accecati da tutta quella luce e tutto intorno era impossibile distinguere alcunché, poi, lentamente quel turbinio luminoso si andò affievolendo ed egli sentì aria fresca sul suo viso ed il calore del sole, aprì gli occhi e si ritrovò appena fuori dell’arco luminoso, in pieno giorno ed in mezzo ad altri come lui che si allontanavano verso un ruscello. Imitando gli altri si tuffò nel rio e nuotò deliziandosi del tepore del sole unito alla freschezza di quell’acqua ed infine uscì per orientarsi in quel nuovo ambiente.
C’erano varie persone, alcuni uomini altre donne, ma tutti in buona forma e con un aspetto giovanile; si accorse che anche il suo corpo lo era. Poi istintivamente, andò vicino ad ognuna delle figure femminili e volle vederle in volto, senza un motivo che potesse pensare. Dopo averle viste tutte, notando quanto fossero invariabilmente di bell’aspetto, non trovò quel che cercava, ma senza la minima idea di cosa cercasse. Una di loro gli si avvicinò, come del resto anche fra gli altri avveniva, si guardarono e gli sembrò che qualcosa fosse stato detto, poi si diressero insieme verso gli alberi e gli sembrò di sapere tutto quello che c’era da sapere …
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Quando Viorica tornò alla casa del vecchio, trovò solo la sedia a rotelle e temette che si fosse gettato nel pozzo e fu colta dal panico, ma subito si ricordò le tante cose strane che le diceva il vecchio e dei momenti in cui le sue parole la avevano quasi convinta che da quel pozzo si potesse attraversare verso un mondo simile ma migliore, dove lui sarebbe stato giovane e nel quale avrebbe voluto, più di qualsiasi cosa, ritrovare lei, Viola e vivere quell’esperienza impossibile che il mondo reale gli aveva negato. E Viorica, anzi Viola, ebbe un attimo di esitazione, pensando al pozzo, a se stessa, al Signor Carlo e ad un’infinità di altre cose, che albergavano nel suo cuore e che Lei, a differenza di quel vecchio sporcaccione, non osava dire, che non confessava nemmeno a se stessa, ma che in quell’attimo pensò, ma era davvero un attimo e quel pozzo così profondo e quella paura che ne provava, troppa paura e così si fermò e stette a lungo ferma lì in piedi, vicino al pozzo ed alla vecchia sedia a rotelle …
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L’uomo, nel suo completo scuro e ancora con l’inseparabile sigaretta in mano, fuma alcune boccate, mentre si avvicina nuovamente alla telecamera, trova il solito punto preciso, che lo centra perfettamente a fuoco sull’obiettivo, e continuando ad assaporare il fumo del suo tabacco preferito, si rivolge al suo fedele pubblico:
- Quella donna, come avete visto, è rimasta in silenzio, a riflettere, ricordando quanto gli aveva detto il suo vecchio sulle proprietà del pozzo e non ebbe il coraggio di guardarvi dentro, rimanendo con ciò sempre nel dubbio, se in fondo al pozzo non ci fosse altro che il corpo del povero vecchio, oppure una misteriosa strada, che l’aveva portato incontro ai suoi ritrovati sogni …


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