venerdì 12 febbraio 2010

Entangled ...

(Dilogia di Ester Linquist: Episodio 2)
(questo racconto è, idealmente, successivo alla storia: “Chi ha paura dei pigmei ...”)


Abstract:
1. Entangled (passato di "To Entangle" –verbo): da en- + tangle, versione nasale di tagilen "coinvolgere in una situazione difficile, intricare, intrigare," da un'origine Scandinava (cf. dialettale Svedese "taggla" = "disordine", O.N. þongull "alghe marine"). In rif. a cose materiali, dal c.1500. Nel significato di "combattere con ..." è Amer./Ingl., prima apparizione registrata nel 1928. Il nome è registrato per la prima volta nel 1615, "una condizione ...".
2. L'entanglement quantistico o correlazione quantistica è un fenomeno quantistico, privo di analogo classico, in cui ogni stato quantico di un insieme di due o più sistemi fisici dipende dagli stati di ciascuno dei sistemi che compongono l'insieme, anche se questi sistemi sono separati spazialmente. Il termine viene a volte reso in italiano con 'non-separabilità', in quanto uno stato entangled implica la presenza di correlazioni tra le quantità fisiche osservabili dei sistemi coinvolti.

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Ester guidava nervosamente, a causa del ritardo, era un appuntamento a cui odiava dover arrivare così fuori tempo: dopo tanta fatica per ottenere l'intervista, presentarsi più di mezz'ora dopo l'orario previsto, non le avrebbe certo facilitato il lavoro ...
Non c’era solo il ritardo già accumulato da considerare, già tremava al pensiero di cercare un posteggio … Misericordia! L’area di sosta più vicina al luogo dell’appuntamento l’avrebbe costretta a fare un bel pezzo di strada a piedi … “Quello, va a finire che se ne va …” Pensò Ester, mandando a quel paese un pedone spuntato all’improvviso in mezzo alla strada …
Ripensando all’inizio della mattinata non c’era che mandare i soliti accidenti a Veranio … “Sempre la stessa storia! ... “ Pensò … “Se non è una cosa, è l’altra … Cosa gli doveva venire in mente stavolta … Te l’ho detto già ieri sera … Ho un appuntamento con uno che viene dall’America, accidenti! … Ci vuole così tanto a capirlo? … No! E’ semplice, eppure … Cazzo! …” …

- E’ datti una mossa anche tu, belina! …” …

Finalmente Ester riuscì a depositare l’auto nel parcheggio sotterraneo e a correre verso il suo ormai incerto appuntamento …
Piazzetta delle Erbe non è poi molto lontana dal posteggio a pagamento, ma se te la devi fare di corsa, nonostante le bellezze che incontri per strada, ansimare e smoccolare è la regola … Ester, tra le altre cose, passava in rassegna il repertorio delle scuse plausibili, nel caso il suo ospite fosse ancor lì ad aspettarla; ce ne doveva pur essere qualcuna adatta alla circostanza … “Vediamo … Cosa tocca di più i sentimenti di un americano, di cultura superiore, maschio, bianco, di mezz’età, Bostoniano … La mamma? … I figli? … Un fratello in missione in Afganistan? … Ci sono! Un fidanzato stronzo! Ecco, non c’è che la verità, qualche volta … Ma no, che sto dicendo! Accidenti … Speriamo solo che sia ancora lì, magari basterà il mio miglior sorriso alle erbe …”
Ester, da lontano, allungava il collo cercando di scorgere il Professor Rimad Lezca, al quale aveva dato appuntamento in quel particolare posto, sperando che avrebbe apprezzato il tipico scorcio del centro storico genovese, ma non era facile. C’era troppa gente in piazza, la giornata di sole faceva la sua parte, chissà dove s’era cacciato, se mai c’era ancora …

- Excuse me, please … Are you looking for me? …
- Professor Lezca? … Ooooh, I’m so sorry! Please forgive me, will you? …
- Never mind, Miss Linquist … Questou postou … Is so beautiful … I’m amazed … Sono stupefatto! …
- Lei parla un po’ di italiano vedo …
- Just a little … Ma vorrei fare pratica con Lei, se possibile ...
- Ma certo, vedo che ho fatto bene a darle appuntamento qui … Le piace il posto? …
- Meraviglioso, questa città! … Io non conoscevo, solo sentuto dire da mio amico italiano … Si dice sentuto, sì? …
- Ho capito lo stesso, noi preferiamo dire “sentito”, ma Lei si fa capire benissimo …
- Sorry … Tutto bene, Lei avuto problemi, forse?...
- No, niente problemi, ma mi dispiace per il ritardo, tutto sembra andare per il verso sbagliato, quando la giornata comincia male …
- Noi in States diciamo “Murphy’s Law” … Conoscete anche qui?
- Sì, la legge della tartina imburrata … Naturalmente …
- Oppure anche: “quando una cosa può andare storta … andrà storta!” …
- Allora mi perdona? …
- Le costerà uno dei vostri magnifici “espresso” …
- Okey! … Prendiamo posto ad un bel tavolo soleggiato …

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Ester aveva saputo, del viaggio di Rimad Lezca in Italia, da amici e poi sul web aveva trovato le tappe delle sue conferenze, organizzate per presentare un libro divulgativo su varie materie scientifiche; fra queste tappe c’era anche la sua città e lei si era organizzata per poterlo intervistare. Era riuscita a farsi assegnare il lavoro da una delle riviste per cui scriveva come free lance, ma uno scopo non secondario era quello di parlare col professore di alcuni temi presenti nei suoi libri, che le avevano suscitato dubbi e curiosità. Da qualche anno ormai, Ester lavorava come assistente presso la cattedra di Geografia dell’Università, ma nonostante la sua passione ed il suo lavoro convergessero sull’Etnologia, l’attività secondaria di giornalista scientifica, la portava spesso a confrontarsi quotidianamente con tutte le altre scienze.
Ultimamente le sue letture erano tuttavia andate concentrandosi sulla Teoria dei Quanti, ma nonostante tutti gli sforzi, continuava ad avere dubbi e difficoltà a capirne a fondo i concetti, quindi per Lei questa era un’occasione, in un confronto diretto con un collega, di provare a dissipare un po’ di quella nebbia …

- Miss Linquist? … Non è un nome italiano tipico, vero? …
- No, i miei genitori sono americani del Maine, ma hanno sempre lavorato nelle basi militari USA in Italia, si sono innamorati di questo paese ed hanno voluto che nascessi qui …
- Molto romantico … E’ mai tornata negli States? …
- Varie volte, a trovare i nonni, ma il mio mondo è qui …
- Love …? …
- Non solo, ma anche sì, anche …
- Italiano, I suppose …
- Italo-americano, come me …
- How odd … Curiosa coincidenza …
- Sì, ma il giro di amici dei miei genitori è quello … E’ capitato così, senza quasi rendercene conto …
- Come si chiama? …
- Dwight … Ma per me è rimasto Veranio … Come ai tempi della scuola …
- Siete cresciuti insieme? …
- Sì, all’epoca qui c’era ancora il Consolato e lui è figlio di un dipendente di allora sposatosi qui …
- I understand that … La capisco, questa città è affascinante …
- Se avrà un po’ di tempo le mostrerò qualcosa che pochi turisti scoprono …
- Let’s get started then … Meglio allora concentrarci sulla sua intervista …
- Bene … Io ho molte curiosità sui suoi libri divulgativi, anche se non sono sicura di aver capito fino in fondo alcuni dei concetti presentati, ma temo che questo sia un mio limite personale …
- Non direi, molti mi esprimono questo tipo di dubbi, forse, nel presentare alcune questioni molto complesse, il timore di dire cose imprecise, ci impedisce di fare chiarezza fino in fondo. Tuttavia parlandone forse si possono dire le cose in modo più … Come dite … Down to earth …
- Terra a terra …
- Sì esatto, non è possibile mettere per iscritto certe affermazioni, ma se è per chiarirle le idee, possiamo discutere come due amici al bar e magari potrò esserle di aiuto …
- Entanglement …
- Ah, ha, ha … Il mistero di misteri … Non è per niente sola in questo … Ma l’unico modo per capirlo è farsi tutta la strada della teoria … Altrimenti si può solo accennare a qualche parallelismo, a qualche similitudine … Senza illudersi tuttavia più di tanto …
- Per noi è difficile perfino tradurlo in italiano … Voglio dire veicolando in una parola tutti i contenuti … Di solito si usano eufemismi o perifrasi … Mi piacerebbe coglierne il senso, al di là delle tecnicità, per così dire …
- Miss Linquist … Ehm … Posso chiamarla Ester? … Io sono Mad …
- Ma certo, diamoci pure del tu se vuoi, ma … Mad? Why's that so? …
- Ok, Ester … Il mio none in States è troppo difficile, loro tagliano sempre i nomi: il mio è Rimad e loro una volta hanno tagliato prima parte e rimasto mad, come dite qui … Matto? …
- Sì … E’ proprio una cattiveria … Vuoi davvero che ti chiami così? …
- Io sono abituato a questo, ormai … Non faccio più caso.
- Ok, Mad …
- Quello che tu vuoi sapere è una cosa difficile solo perché appartiene ad un contesto molto complesso, che non può essere riassunto in termini classici …
- Vuoi dire che l’unico modo è conoscere l’intera fisica dei quanti? …
- In realtà, sì! Quello che si può fare di utile, secondo me, è mettere nella giusta prospettiva le cose e arrivare a cogliere alcune delle conseguenze di certi fatti … Fatti che sono incontrovertibili e dovrebbero pesare di più sul nostro modo di osservare il mondo, a prescindere da quanta matematica mastichiamo …
- Ho colto questa idea nei tuoi libri, alla fine tuttavia si rimane a bocca asciutta, non so perché, sembra che manchi qualche elemento a noi profani …
- Tu sei una giornalista ed anch’io mi considero tale, anche se ho una specializzazione che non ho mai sfruttato … Posso spiegarti alcune cose in modo non ortodosso, ma tu devi dimenticarti che queste cose te le ho dette io … Sai come diciamo noi, in questi casi …
- Dai, proviamo, Mad …
- La prima cosa sono i “quanti”, pensi di aver capito il concetto?
- Potrei dire di sì e, senza mentire, anche di no! …
- Questa è l’essenza della Teoria! … In realtà i misteri della teoria dei quanti sono più relativi ai principi scientifici che a quelli comuni …
- A parte gli scherzi, ti prego, dammi qualche delucidazione sul concetto di “quanto” …
- Hai mai versato dell’acqua? …
- Scherzi? …
- Prova, versane un poco, lentamente dal bicchiere nella tazzina … Molto lentamente.
- Ecco …
- Osserva … Hai notato, come l’acqua è scesa in un fiotto continuo, fino a quasi la fine e poi, invece che arrestarsi di colpo, ha formato delle gocce ed infine l’ultima goccia non è caduta, bensì è ritornata indietro e si è depositata sul bordo …
- Sì, l’avrò visto migliaia di volte, succede sempre, anche versando il vino, si forma sempre quella goccia, che non cade, ma poi ti macchia regolarmente le tovaglie …
- Ecco, quello che hai appena visto, è un bell’esempio di come può nascere il concetto di quanto. Se l’acqua scende dalla bottiglia, lo dobbiamo alla gravità, che la attira verso il basso e per la natura stessa dell’acqua, questa scende fluidamente, finché la quantità è tale da non subire alcun altra forza; ma quando questa quantità si riduce ed arriva ad un valore minimo critico, l’acqua assume un “comportamento al limite”, cioè per la natura del legame chimico debole dei liquidi, non riesce a rimanere compatta ed una piccola parte di essa viene trattenuta dalle forze che la legano al vetro del contenitore … Si tratta di forze di superficie debolissime, che tuttavia sono in grado di agire su quelle poche molecole d’acqua …
- Fin qui, credo di seguirti …
- Ti faccio notare che, non si vede mai in giro l’acqua in molecole, per quanto poca sia, la si trova solo in gocce: più grandi o più piccole, ma pur sempre gocce, altrimenti aderisce in pellicole sottilissime alle superfici, per poi, eventualmente, formare altre gocce. Possiamo considerare la quantità minima di acqua necessaria a formare una goccia, come il “quanto” d’acqua, ovvero la quantità che caratterizza un certo tipo di goccia, a fronte di una particolare serie di circostanze, per esempio quelle che abbiamo visto ora col tuo bicchiere …
- Quindi, il quanto è una convenzione, legata ad un contesto, non necessariamente una cosa a sé, voglio dire … La goccia è una forma che assume l’acqua, ma è alla fine è … Acqua!
- La goccia è acqua soggetta a particolari condizioni; come sempre, l’acqua assume la forma del suo contenitore, che deve circondarla di sotto e di lato, ma quando non è completamente “dentro”, o per niente, entrano in gioco le “forze” che le stanno intorno e che coinvolgono quasi sempre la gravità, più altre forze minori.
- Ok, procediamo …
- Anche la luce può essere immaginata in questo modo, con cautela ovviamente e con buon senso. Se la luce, o qualsiasi altra radiazione elettromagnetica, come i Raggi X, o gli Ultravioletti, ecc. Se la luce, dicevo, viene osservata nelle condizioni normali, non fa che “fluire”, cioè illuminare le cose, potremmo dire che le “bagna” … Ma, per tornare a noi, se portiamo la luce in particolari condizioni critiche, come abbiamo fatto col tuo bicchiere per l’acqua, anche la luce manifesta dei “comportamenti al limite” …
- Ti riferisci al "test delle due fessure"? …
- Anche, ma prima ancora, è utile ricordare che un semplice ostacolo, per la luce è già una “situazione critica” …
- In che senso? …
- Mettiamola così: finché è in volo non ci sono problemi, ma svanisce appena tocca qualcosa ed apparentemente cambia natura in modi che ci sfuggono, l’energia che trasporta si trasferisce, ma nel farlo si “deve” comportare, similmente alla goccia, in un certo modo. La luce non può “dividersi” in parti più piccole di una quantità prefissata, date certe condizioni deve formare delle “gocce” o, tecnicamente, dei “quanti” per poter essere assorbita dalle superfici che colpisce e questi “quanti” hanno un nome, sono i “fotoni”…
- Quindi chiamarli gocce di luce non sarebbe sbagliato …
- Potremmo anche dire “gocce di radiazione elettromagnetica”, perché tutta la radiazione si comporta così: dalle onde radio, alle radiazioni infrarosse; dalle microonde, all’ultravioletto; dai raggi X, ai raggi Gamma …
- Cosa le distingue?
- La quantità di energia che trasportano ed il tipo di danno che possono arrecarci nel colpirci …
- Tutte queste forme di radiazione, sono quindi riconducibili ai fotoni …
- Esatto, ecco perché il fotone è il “quanto di radiazione elettromagnetica”, cioè l’entità minima in cui essa può essere assorbita o emessa …
- Questa sarebbe la misteriosa “doppia natura” della luce, se capisco bene: mentre è in volo si comporta come un’onda, ma se incontra un ostacolo, si converte in energia in quantità ben precise, come quando l’acqua forma le gocce, per poter cadere dal bordo del bicchiere, ma … che succede ai residui …
- Ecco l’errore … Non ci sono residui, qui non vale più l’esempio delle gocce! L’acqua non riesce a dividersi più di tanto, in certe condizioni, ma in realtà è composta di molecole, mentre la luce non può esistere altro che in “quanti”: essa viene, non solo assorbita, ma anche emessa, dal Sole o da altra fonte, sempre e soltanto in quantità precise e cioè minimo un fotone alla volta. Quindi niente residui …
- Che cos’è, in sostanza, la Fisica dei Quanti?
- Un sistema di regole e leggi del tutto “arbitrarie” che descrivono la “Twilight Zone” … Come dite qui? …
- “Ai confini della realtà”, la serie televisiva, ma è una traduzione che non rende bene, diciamo pure una “zona crepuscolare” …
- Ecco sì, per capirci, una zona di confine, in cui non valgono le regole del vivere comune, in cui si verificano fenomeni, che non sappiamo “descrivere”. Questo però non deve impedirci di sfruttare le nostre conoscenze in altro modo …
- Che vuoi dire? …
- Partiamo dal fatto che, per adesso, non capiamo assolutamente cosa sia ciò che abbiamo di fronte: c’è una nebbia che nasconde alla nostra vista i dettagli, ma possiamo intravvedere delle cose … Partendo da ciò che possiamo vedere costruiamo delle regole empiriche e facciamo delle statistiche per seguire il fenomeno …
- Per esempio …
- In certi casi, nel “mondo classico”, nella vita quotidiana, si sceglie volutamente di vedere le cose … Let’s say form afar … Da lontano …
- Sì, sì …
- Vedi quel passante …
- Sì …
- Di lui possiamo dire un’infinità di cose … Che è un maschio, di razza bianca, alto circa 5 piedi e 5 inch … E così via … Ma potremmo dire anche, con buona approssimazione che ha un fegato, due polmoni, due gambe, due braccia, ecc. Ma se diciamo troppe cose ne viene fuori solo una gran confusione, un generico pour parler, senza costrutto, senza scopo … Se invece noi fossimo degli esperti, che so, di marketing, piuttosto che di gestione del personale, allora avremmo una prospettiva precisa nel valutarlo e a quel punto non ci interesserebbe la maggior parte delle cose che dicevo prima, mentre, per esempio, l’esperto di marketing noterebbe il suo vestiario per calcolare il suo status economico e la sua capacità di spesa, per proporgli l’eventuale prodotto che gli interessasse vendergli … Mi sto spiegando? …
- Tu vuoi dire che si può studiare qualcosa, non conoscendo o non volendo conoscere molte delle cose che la riguardano …
- Esatto! Che mi importa della sua milza? Quella interesserà al suo medico curante, a “me” interessa il suo portafoglio, ma quello non fa parte, in realtà, dell’individuo … E’ solo una delle sue “proprietà” … In tutti i sensi … Quindi io posso studiare l’individuo umano, anche senza sapere come e perché è fatto in un certo modo, sulla base dei suoi comportamenti e per scopi diversi dalla pura comprensione della sua natura …
- Sbaglio o stiamo parlando di statistica …
- Sicuro … L’individuo, io, te, ognuno di noi, può essere visto come un “quanto” di popolazione e studiato da diversi punti di vista e con diversi propositi …
- Se capisco bene, mi stai dicendo che la natura scientifica dei fotoni ci sfugge ancora, ma questo non ci impedisce di costruire una statistica dei suoi comportamenti …
- Very well … Ma nel fare questo, e con grandissimo successo, ci siamo tuttavia venuti a trovare nei guai … La natura statistica dei “quanti di luce”, nel corso del tempo, con ogni nuova scoperta, ha messo in crisi, tante, troppe nostre convinzioni scientifiche e non, che prima erano solide certezze …
- Dimmi quella che consideri più significativa …
- Se ti dicessi che, nel mondo dei quanti, un gatto può essere vivo e morto allo stesso tempo, finché qualcuno non va a vedere … Sarebbe abbastanza?
- Mi viene in mente il Poker … Ma ho capito a cosa fai riferimento, l’esperimento di Schroedinger … Ma in che modo va inteso, questo fatto per cui le cose dipendono da chi le osserva? … Può davvero essere esteso e generalizzato, un concetto del genere? …
- Non farmi domande troppo difficili … Sappiamo che nel microcosmo questa situazione è data, cosa rappresenti per noi è qualcosa che non mi sento descrivere …
- Torniamo alle cose più concrete … Eravamo alla statistica sui fatti del microcosmo …
- Assomiglia, in qualche misura, a quelle del nostro mondo quotidiano … Nel senso che, se vogliamo studiare gli individui come “quanti” di popolazione, occorre decidere a quale scopo lo facciamo, in modo da poter tralasciare tutti quegli aspetti che non sono funzionali ad esso … Per esempio, il responsabile del personale, può essere interessato ad una popolazione di dipendenti come fonte di costi e quindi studiare solo quegli aspetti, dei singoli individui (o quanti), che entrano in quest’ottica, tralasciando volutamente tutto il resto. In questo senso, passando alla “teoria dei quanti”, quello che noi non sappiamo, non ci impedisce di percorrere certe strade, piuttosto che altre …
- Quindi, per quanto complessa possa essere questa teoria, dall'esterno siamo in grado di cogliere alcuni degli aspetti generali; anche se difficilmente, ne potremo afferrare i singoli dettagli …
- Temo di sì, la Teoria dei quanti ci sta portano verso un nuovo mondo, ma non necessariamente verso una miglior comprensione del mondo …
- Non te la senti proprio di spiegarmi cos’è l’Entanglement?....
- I can try … Vediamo se questo esempio un po’ strampalato ti può chiarire le cose … Hai presenti i gemelli omozigoti?...
- Sì?
- Si diceva o si dice, che abbiano delle sensazioni in comune … Che, a volte, quello che succede ad uno venga percepito dall’altro nello stesso momento … Ne hai mai sentito parlare …
- Sì, vagamente …
- Diciamo che sia vero, 100% …
- Diciamo …
- Prendiamo due gemelli e facciamo una piccola prova, non troppo dolorosa, se sono d’accordo, naturalmente … Adulti e consenzienti …
- Naturalmente …
- Proviamo a pungere un dito del primo e controlliamo la reazione dell’altro che si trova in un'altra stanza … Se verifichiamo che entrambi sentono male la cosa è accertata e possiamo procedere col ragionamento … Got me?
- Gotcha! …
- Se questo comportamento è vero a breve distanza, non resta che provarlo a distanza maggiore, supponiamo in due edifici di due diversi isolati … E se ancora si verifica lo stesso comportamento, allora ripeteremo l’esperimento, mettendo i gemelli in due città diverse e se ancora funziona, passiamo a metterli in due nazioni diverse e poi in due continenti diversi … Diciamo che l’esperimento, un esperimento ideale ovviamente, abbia successo in tutte queste condizioni …
- Sto seguendo …
- Non ci resta che spostare uno dei due gemelli, diciamo su una navetta in orbita intorno alla Luna … Sappiamo che la luna dista abbastanza dalla terra, perché la luce impieghi circa un secondo per arrivarci e quindi due secondi per fare avanti e indietro …
- Ci sono …
- Diciamo che anche così l’esperimento funzioni perfettamente … Mi pare che qualcosa di pericoloso per la fisica cominci a manifestarsi, non ti sembra?
- Cioè, se i due gemelli sentono dolore nello stesso momento, come nel primo dei tentativi, è questo il punto vero …
- Good! Here’s indeed the point … Come può il secondo gemello ricevere il segnale di dolore istantaneamente, trovandosi sulla Luna, se il segnale più veloce che la nostra scienza Fisica può ammettere, impiegherebbe un secondo per raggiungerlo?
- Dovremmo ammettere che esiste una velocità del pensiero, o qualcosa di simile, che trascende ogni altra cosa … Ma saremmo abbondantemente fuori dalla fisica e dalla scienza …
- Good girl! Il nostro esperimento ideale ha i suoi limiti, perché noi non stiamo parlando di gemelli umani, bensì di una coppia di “fotoni entangled”, o se vuoi di due “quanti di luce” prodotti “in condizioni particolari”, che li rendono “gemelli”, per alcuni ben precisi loro aspetti o proprietà.
- Quindi, se ho capito bene, questo fenomeno, che in italiano chiamiamo “correlazione quantistica”, è una specie di “natura gemellare”, che rende “telepatici” alcuni comportamenti delle particelle di luce, o in genere di radiazione …
- Hai detto bene, la sostanza è questa e le implicazioni sono devastanti … Per la Fisica … Ma noi dobbiamo considerare che non stiamo studiando la cosa in sé, ci abbiamo rinunciato, per costruire una statistica da applicare a problemi pratici. Forse non stiamo usando lo strumento giusto per tirare certe conclusioni, forse i “fotoni entangled” non violano nessuna legge fisica, ma “attingono” a qualcosa che la nostra statistica, la nostra Teoria dei Quanti, non tratta … Così come la statistica di marketing non tratta di milze, di cuori o di cervelli; ma è tuttavia soggetta, per esempio, a comportamenti causati da “connessioni” da essa non identificate (o non ancora identificate) … Penso ai passaparola, che qualche volta, possono alterare previsioni statistiche, basate sul condizionamento mediatico e così via …
- Se capisco bene, per studiare le popolazioni occorre la sociologia, mentre per studiare l’individuo ci serve la psicologia e allo stesso modo per studiare i “quanti” ci serve la statistica della teoria dei quanti e della fisica quantistica, invece, per capire quel mondo ed il suo significato, forse ci servirà una nuova scienza …
- Molti ci stanno già provando, come sai, anche dai miei libri, ma è una strada piena di insidie e di tentazioni …
- Insidie ok, ma perché tentazioni? …
- Perché chi arriverà per primo sarà il nuovo Einstein, o Newton, o Galilei … E questa è una tentazione che può spingere a fare il meglio o … anche il peggio …
- Ti riferisci, se ricordo bene … Sì, a quelli che percorrono come forsennati le strade della pura teoria, per arrivare primi, a tutti i costi? …
- You said it …
- Cosa c’è oltre? …
- Oltre? …
- Ti chiedo il tuo pensiero, ovviamente, ora siamo solo due amici al bar …
- Oltre … Ci siamo noi … Ed in più di un senso …
- Ora siamo entrati nel mio campo, stai parlando di colui che ricerca e che, rimanendo dietro al suo strumento non partecipa al campo della sua stessa ricerca e sfugge ad ogni teoria e perciò continuerà sempre a porsi domande …
- Alcuni pensano che possa esistere una Teoria del Tutto, ma io sono un po’ scettico su questo punto … La Scienza Quantistica ci porterà sempre di più sulla strada della tecnologia e certamente cambierà il mondo o quello che resterà del mondo, ma temo che ci fornirà sempre meno conoscenza e sempre più fantascienza … Una fantascienza oscura



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