venerdì 27 aprile 2018

Il significato (nascosto?) delle cose ...





Che cosa può voler dire quando in giro per le varie testate mediatiche si possono leggere articoli in cui si delineino  questioni come quelle qui di seguito:

- Aziende che utilizzano dei robot per assemblare i propri prodotti destinati normalmente al bricolage casalingo?
- Le stesse aziende dopo aver riscontrato il successo di queste presunte dimostrazioni pensano di  “assumere” regolarmente tali robot?
- Si pretende di discutere seriamente l’introduzione di leggi per equiparare i lavoratori umani e quelli robotici.

E potremmo proseguire su tale falsariga a piacere …

Non c’è nulla di nascosto, i segnali sono chiari per chi li voglia vedere …

In una società in cui tutto ha valore solo in termini utilitaristici, nulla ha più alcun valore. L’umanità non è più la ragione dietro al mito del progresso, ora lo sono delle entità astratte note solo ai pochi (illusi) manipolatori di turno … Non diversamente da come sia sempre stato, ma forse per l’ultima volta …

Quale può essere il senso di equiparare i robot (droni, computer, o quel che ti pare) agli umani? ... se non il fatto che non si è mai avuto in alcuna considerazione l’umanità ma solo l’interesse a rimanere in comando, a rimanere fra il privilegiati, a gestire il potere globale …?

La mia personale risposta è che tutto si riconduce al “mito del progresso”: la carota appesa davanti al muso dell’asino che tira il carretto.

E l’asino in questione siamo tutti noi. Il “progresso” non esiste mai … è sempre di là da venire … è come il paradiso … è come il piccolo tesoretto da lasciare ai figli … è come ogni promessa di marinaio … aspetta e spera …

Mai come in questo caso vale il detto popolare: “Chi vive sperando, muore cagando!”

Ora, per non concludere in tristezza, ci vorrebbe una nota allegra, una nota di … SPERANZA. 








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(Image credit: publicly available)
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PS. Ecco una considerazione aggiuntiva, conseguenza di un recente dibattito pubblico.



Se si arriva al punto (come si è fatto recentemente in qualche importante dibattito universitario) di chiedersi se esista qualcosa che la AI (Intelligenza Artificiale) non possa fare meglio di noi … Occorre prendere in considerazione seriamente anche un altro tipo di quesito:


C’è qualcosa che noi possiamo fare e che una macchina-AI considererebbe abbastanza utile per sé da permetterci di continuare ad esistere ?! ...



Se tali “macchine-pensanti” dovessero ereditare dai loro creatori anche i criteri di valutazione ... sorgerebbe spontaneo il pensiero, che esse potrebbero trovare per noi una qualche nicchia apposita, magari accanto agli allevamenti di polli, a quelli di maiali e di bovini, alle serre intensive, agli zoo e via dicendo … ma se fossimo fortunati ci sarebbe anche la possibilità di affiancare i fortunati animali da compagnia con tutti i loro privilegi … chissà …

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