giovedì 5 febbraio 2015

Tolomeo ci fa “Marameo” ...

[How comes about that Ptolemy thumbs his nose at us ...]


Abstract:  Non saprei come tradurre la sintetica efficacia di un “marameo” in inglese, ma a Claudio Tolomeo basterebbero una mano ed un naso ... La scienza dei nostri tempi è tutta figlia di Copernico, ma spesso, a seguire la corrente, si ottiene il solo scopo di affogare prima ...
La “Terra al centro dell’universo” può non essere una descrizione fedele della disposizione logistica attuale dei pianeti nel sistema solare, ma non è nemmeno l’idea ingenua e primitiva, di cui spesso ci facciamo beffe, quando qualche fanatico religioso ne faccia un uso improprio ... La cosiddetta “verità” è sempre una brutta bestia: serve solo a giustificare le nostre future vittime ...
“Tu non stai pensando quadrimensionalmente, Martin” ... diceva il geniale “Doc”, nella famosa serie di film, che tutti ricordiamo con piacere ... Ebbene, i primi a non farlo erano proprio gli autori delle sceneggiature, per ovvi motivi di creatività e di sviluppo narrativo ... Che cosa significa, in realtà, “pensare quadrimensionalmente”? ... Di sicuro un gran mal di testa, ma potrebbe esserci dell’altro ...



===



“Cassandra”, diceva il cartello, di fronte alla tenda; nient’altro che Cassandra, a prima vista ... Perché, più da vicino, si poteva distinguere una piccola scritta in greco: “ιέρεια του Απόλλωνα” ...
Il mio greco ha sempre fatto schifo, ma non più del mio latino, per la verità; comunque sia, pensai subito, che l’ultima parte si riferisse al dio Apollo ...  Quindi, mi ricordai che la prima parola richiamava il termine italiano “ieratico” ... La probabile ovvia traduzione era dunque: “Sacerdotessa di Apollo”. Un pochino ambizioso, a dir poco ...
Che razza di veggente da fiera di paese si sarebbe attribuita i poteri profetici di una tal menagramo? ...
Ero ancora dietro a queste amene riflessioni, quando i miei marmocchi arrivarono a sorprendermi, aggrappandosi alla giacca e tirandomi i pantaloni ... “Facci fare ancora un giro, dai papà ... ancora uno ...”
Dopo aver sganciato la grana ai piccoli demoni, sapevo di aver un quarto d’ora da spendere in qualche modo, così entrai nella tenda ... “Facciamoci due risate, pensai ...” ...
L’ambiente era saturo di uno di quei profumi da incensiera, non troppo intenso, per fortuna ... Diversi drappi pendevano ondeggiando qua e là; una sagoma nella penombra si stagliava sullo sfondo ... Una voce appena udibile mi chiese di avvicinarmi e sedere sulla panca, ricoperta da un ampio tappeto, proprio di fronte a lei ...
Ero entrato d’impulso, con la sciocca idea di divertirmi alle spalle della malcapitata, ma ora mi sentivo un po’ stupido e la voglia di sfottere una vecchietta, che magari si guadagnava qualche soldo per tirare avanti, non mi allettava più ... Ma ormai era tardi per defilarmi, la donna mi ripeteva di sedermi, in modo garbato ma deciso ...

- E’ venuto da me per un consulto e adesso ha cambiato idea? ...
- No, veramente era solo per curiosità ... Mentre aspettavo che i miei ragazzi finissero di tirare palle ai birilli qui a fronte ...
- E’ normale, nessuno crede veramente a queste cose ...
- E lei? ...
- Io mi limito a rispondere alle domande di altri ma non posso farne alcuna per me stessa ...
- Mi domandavo, poco fa, cosa l’avesse spinta a scegliersi un nome tanto funesto ...
- Per mettere sull’avviso le persone accorte: conoscere il futuro può essere pericoloso e spesso una volta conosciuto si fa il tutto per negarlo e rimuovere tale conoscenza ...
- Sta cercando di impressionarmi? ...
- Ci riesco? ...
- No, no, no ...
- Vuole che provi a rispondere a qualche sua domanda? ...
- Non voglio farle perdere tempo, le pago lo stesso il disturbo ...
- Non le faccio pagare nulla, ma gradirei lo stesso una domanda per qualcuno di suo gradimento ...
- Vuol dire un morto? ...
- Accetto l’ironia ... Allora, vuole sfidare la sua paura? ...
- Perché ci tiene tanto, se non sono indiscreto? ...
- Perché ho il presentimento che lei, con tutto il suo scetticismo, potrebbe essere il mio cliente ideale ... Forse ce la farà perfino a reggere le mie risposte ...
- Non credo che potrò farle domande serie e non ritengo giusto offenderla, signora ...
- Non mi offenderò ... Promesso ...


Fu solo a quel punto che la donna si protese leggermente in avanti, portandosi dove la luce poteva rivelare i tratti del suo volto e la visione mi fece trasecolare ... Era un volto privo di età, ma decisamente attraente; una donna affascinante in un contesto del tutto inaspettato ... Ero ammutolito, lei sapeva certamente come usare il suo aspetto per mettere in soggezione l’interlocutore incauto ed io ero stato decisamente incauto ... Non sapendo che pesci pigliare, azzardai la prima cosa che mi passava per la mente in quel momento e che era stata oggetto del mio interesse negli ultimi giorni ...

- Mi sono spesso domandato che cosa ne avrebbe pensato Isaak Y. Ozimov; di questi ultimi anni di scienza ... Lei ha sentito parlare del famoso autore di fantascienza, più conosciuto come Isaac Asimov, noto precursore dei suoi tempi ...
- Sì, ma ora cerchi di non divagare, io mi devo concentrare ed anche lei lo deve fare: mi faccia la sua domanda e rimanga in silenzio, tutto il tempo necessario a me per entrare in trance ...
- Andiamo ...
- Faccia come le ho detto; ora dobbiamo unire le nostre menti in un intento comune ... Lei chiederà e io risponderò ...
- Se proprio devo ... Vediamo ... Cosa pensa il Professor Ozimov della tendenza alla moltiplicazione delle dimensioni ai giorni mostri ...

Poi il silenzio; sentivo solo l’eco delle mie ultime parole, il resto era silenzio, un silenzio assordante ... Ero tentato d’interromperlo con qualche fesseria liberatoria ... Non capivo la necessità di quella sceneggiata ... E ancora una volta ella mi colse di sorpresa ... D’acchito avevo pensato ad un respiro artificiosamente forzato, ma c’era qualcosa di famigliare ... Era ... Era ... Non era possibile! ... Era il respiro cadenzato di chi si sta masturbando ... Per la miseria! ... Mi ero girato incredulo, solo per vedere la sua mano scivolare ritmicamente sotto l’ampia gonna ... Lo stava facendo sul serio! ... Non volevo violare la consegna e allo stesso tempo, mi sembrava, che la cosa stesse prendendo una piega assai improbabile ...
Così riflettevo e altresì lottavo, per mantenere la concentrazione ... Ma che stavo facendo? ...
Poi la solita voce esile e ancor più cupa di poco prima iniziò a parlare ...


- hhh ffff ... hhhh ffff ... hhh ffff ... hhhh ffff ... Neanche gli Dei ... Sanno tutto quello che c’è da sapere ... Tantomeno gli uomini ... Tuttavia è importante perseverare nella ricerca, perché è questo il meglio che possiamo fare della nostra vita ... hhh ffff ... hhhh ffff ... hhh ffff ... hhhh ffff ... *


Alle parole seguì ancora silenzio e ancora sospiri ... Forse dovevo dialogare con quella voce dal nulla ... Con quei sospiri assurdi ... Con quel nonsenso assoluto ...?

- hhh ffff ... hhhh ffff ... hhh ffff ... hhhh ffff ...
- Professore, posso sapere quale sia la vera natura del tempo? ... (Che stavo facendo? ...)
- hhh ffff ... hhhh ffff ... hhh ffff ... hhhh ffff ... E’ sempre dinnanzi a te, eppure non la vedi ... Lascia il passato al passato e il futuro al futuro: cosa vedi di fronte a te? ... Quando pensi ad una nuova dimensione, che cosa ti aspetti che sia? ...
- Una realtà perpendicolare alle altre che si estenda in entrambe le direzioni all’infinito ... Ma non so immaginare come  applicare ciò mi possa far capire la natura del tempo ...
- Dove si concentra la nuova dimensione? ...
- Emerge in ogni punto ideale e si estende all’infinito in direzioni opposte ... Ma ancora non capisco ...
- Come appare ad un flatlander ** un oggetto proveniente dalla terza dimensione? ...
- Come un ostacolo che compaia del nulla e che vari le proprie dimensioni senza apparente causa per poi scomparire altrettanto misteriosamente ...
- E come descriveresti il comportamento degli eventi temporali? ...
- E’ forse possibile, che l’apparente anomalia del tempo rispetto alle altre dimensioni sia dovuta semplicemente alla nostra prospettiva psicologica? ... E’ possibile che noi vediamo il manifestarsi del tempo come un flatlander vede gli oggetti della terza dimensione? ... Stento a dare un senso a questa cosa ...
- Guarda meglio ... Cosa vedi nel cielo? ...
- Il cosmo? ...
- Quale? ...
- Il passato del cosmo, per lo più ...
- Dove? ...
- Tutto intorno a me, a noi ... Sì, insomma, a me e agli altri come me ... Credo ...
- Ragiona meglio ... Come può un volume di 84 milioni di anni luce  contenere un universo che oggi è grande 93 miliardi di anni luce? ... Come può “circondarlo” e apparirti tutto intorno ?...
- Non può ... Ci deve essere un’altra spiegazione, Professore ...
- Pensa alla terra che hai sotto i piedi ... E’ anch’essa simile ai “sedimenti” di universo, che vedi in cielo ... Ed oggi non è che suolo da calpestare ... Non è il tuo presente, ma il tuo passato remoto concentrato: miliardi di piccole creature vissute nel corso di tempi lontani ... Sei circondato da tutti i lati dal tuo passato e puoi aspettarti solo di andare incontro al futuro ... Ma allo stesso tempo dove sono queste entità, donde arriva il futuro ...
- Ma tu fai domande ... Non è nei patti ...
- hhh ffff ... hhhh ffff ... hhh ffff ... hhhh ffff ...
- Ho capito! ... Non ti arrabbiare ... Hai evidentemente indicato la direzione ed io devo decodificare il messaggio ... Da dove proviene il futuro, dici ... E’ sempre di fronte a me, dici ... Non posso vederlo eppure l’ho di fronte ... Come se fossi un flatlander, mi trovo qualcosa davanti, che per me non ha senso e che tuttavia può esiste, variare e sparire per sempre ... Questo è quello che ci dice anche Einstein sul tempo: il tempo è proprietà del soggetto che ne ha esperienza, in quanto niente che sia fuori dalla sua linea temporale può mai essere da lui conosciuto; eppure esistono infinite linee temporali (e relativi soggetti) tutte egualmente legittime ... Ogni soggetto è ugualmente al “centro dell’universo”, nella misura in cui, il suo punto di osservazione privilegiato non possa appartenere ad alcun altro soggetto, esterno a quella particolare linea temporale ... Non c’è modo di stabilire né un centro, né una periferia: ogni punto è ugualmente il centro dell’universo e non lo è, ogni linea temporale è  simile alle linee di un campo magnetico e stabilisce un tracciato inconfondibile e speciale, che sommato a tutti gli altri, compone la struttura quadridimensionale di cui noi siamo un settore a tre dimensioni ... Mi sbaglio? ...
- hhh ffff ... hhhh ffff ... hhh ffff ... hhhh ffff ...
- Calma, calma ... Sto pensando ... Cosa c’è? ... Forse non si tratta di una struttura ... Forse è solo una questione psicologica, che ci imprigiona in questa nostra percezione tridimensionale? ...
- hhh ffff ... hhhh ffff ... hhh ffff ... hhhh ffff ...
- E’ ovvio che l’esigenza di una struttura da assegnare all’universo è tipicamente psicologica ... Osservare l’universo dal punto di vista tridimensionale è il nostro limite mentale ... Così come i volumi si possono descrivere come caratterizzati dalla composizione di componenti geometriche bidimensionali, così una entità quadridimensionale può considerarsi composta da collezioni di entità tridimensionali ...
- hhh ffff ... Ora sei avviato sulla strada ... Percorrila ... Non fermarti mai troppo a lungo nello stesso posto ... Siamo, o siamo stati, creature del tempo ... Per un po’ di tempo ... hhh ffff ... hhhh ffff ... hhh ffff ... hhhh ffff ...
- Che succede? ...
- Oh, mio dio ... Sono spossata ... Temo di aver perso il contatto, caro Signore ... E temo di non aver più forze residue per ritentare ... Spero abbia ottenuto quello che desiderava ...
- Non posso crederci ... Per la miseria, Cassandra ... Se sia un trucco, oppure altro ... C’è del genio in tutto questo ...
- La prego di lasciarmi, adesso ... Non riuscirò a rimanere cosciente a lungo ... Vedo i suoi figli che si agitano là fuori ... Vada a raggiungerli e, per cortesia, metta il cartello girato, davanti all’ingresso della tenda ... Addio ...
- Grazie, madàm ... Abbia cura di sé ...


“Che storia”, pensavo tra me e me ... Mentre mi allontanavo coi miei figli, verso l’uscita del parco ... La mia mente era un continuo flusso di idee, come zampillassero da una fonte ... Ognuna rincorreva la precedente e si accavallavano e si sovrapponevano ... Non tentavo nemmeno di razionalizzare l’episodio in sé: ero troppo preso dai ragionamenti sul merito del presunto messaggio ... Avrei voluto avere il mio laptop, per buttare giù più appunti che potessi ... Ma le due pesti continuavano a ballarmi intorno ed una voce fastidiosa mi stava bersagliando di insulse domande ...


- Cosa avete fatto di bello, tesoro? ...
- Tirato le balle ...
- Non essere volgare ... Sono i tuoi figli, alla fine ...
- Eh? ... Chi? ... Cosa? ...
- Ma dico ... Ti sei rincretinito? ...
- Che ho fatto? ...
- Farfugli ... Dici volgarità ... Che diamine! ...
- No, no ... Dicevo solo che i bambini si sono divertiti a lanciare delle palle in un tirassegno, cosa c’è di volgare? ...
- Il modo come l’hai detto ...
- Che modo? ...
- Insomma! ... Se hai altri impegni, va pure ... Vorrà dire, che ai tuoi figli ci penserò io ...
- Ho solo bisogno di scrivere ... Devo assolutamente scrivere quello che ho in testa ...
- Tieni, prendi il mio portatile ... Non vorrei che te li facessi addosso ...
- Cosa? ...
- I tuoi preziosi pensieri ...
- Grazie, dammi solo qualche minuto ...
- Venite con me, bambini ... Papà è incinto ...
- Papà è incinto ... Papà è incinto ...



Dovevo scrivere in fretta, dovevo seguire tutti quei filoni di ragionamento contemporaneamente per non perdere di vista niente ... Avrei riflettuto in seguito sulla stranezza di quell’incontro ... Ora c’erano cose troppo importanti da fissare nero su bianco ... Metto giù tutto quello che capita, è l’unica speranza per non perdere niente ....
Se la CMB *** circonda l’intero universo attuale, immensamente più grande, dobbiamo spiegare questo paradosso apparente. Iniziai a considerare la possibilità di uno status amorfo dell’energia, per così dire, a monte di tutto, con l’unica condizione data dalla conservazione dell’energia in presenza del principio di indeterminazione. Un tale substrato instabile non può impedire la formazione di “bolle” causate dalle occasionali e casuali concentrazioni di energia, tali “bolle” sono l’unica possibilità di raffreddamento a fronte dell’aumento incontrollato delle temperature localmente: all’interno delle bolle suddette è possibile che si verifichi ogni genere di condizione “a bassa temperatura”. Fra le infinite possibilità, alcune di queste bolle possono venirsi a trovare composte di grumi di energia sufficientemente “freddi” da condensarsi in materia e possibilmente da strutturarsi nelle forme tipiche da noi conosciute come galassie, gruppi di galassie, sistemi stellari, ecc.. In poche parole queste specialissime bolle sarebbero degli universi sostenibili, all’interno dei quali sussistono le condizioni che noi definiamo “adatte alla vita” ... Sempre all’interno di tali bolle, l’instabilità ereditata dell’ambiente “esterno”, o genitore, conferisce loro una speciale proprietà, che a noi appare come intervallo temporale: il tempo è la scansione che porta la bolla dalla sua formazione alla sua “evaporazione”, per ritornare ad essere parte del vorticoso e intrinsecamente caotico “status” originario ... Quello che abbiamo chiamato “intervallo” è appunto ciò che a noi abitanti della bolla appare come la “dimensione temporale”. In una visione, ipoteticamente “esterna”, la nostra bolla, così come tutte le altre bolle, un’infinità in effetti di esse, non sarebbero che, in una similitudine culinaria, l’acqua in ebollizione pronta per la pasta: niente ci fa pensare ad un universo, mentre contempliamo le bolle che si staccano delle pareti del contenitore e risalgono alla superficie per esplodere ed evaporare nell’atmosfera ... Eppure il nostro universo, nasce, esiste ed evapora in modo simile ... Tutto è frutto della costante trasformazione dell’energia primordiale, in continua trasformazione, intrinsecamente instabile, anche perché, se così non fosse, noi non potremmo essere qui ... E questo è l’unico caso in cui il “principio antropico” **** mi appaia utile ...
Tutto quello che accada all’interno delle bolle, qualunque ne sia la tipologia, e sono possibilmente infinite, non è che un epifenomeno, un episodio minore, un caso fra infiniti altri, ognuno equipollente ed insignificante allo stesso tempo ... Non potremo mai crescere finché continueremo a negare questa evidenza: non è nella nostra esperienza individuale che si può trovare il senso delle cose: solo il “contesto” fornisce il senso ... E il contesto è lì davanti a noi, sempre ... Gli universi si susseguono, né paralleli, né seriali; né unici, né indispensabili; né proprietà degli uomini, né proprietà degli dei ... Tutto prima, o poi, “confluisce” ... Tutto, prima, o poi, si trasforma ... Tutto, prima, o poi, ricomincia ... Un nuovo inizio che non è mai nuovo ...

Non esiste il centro dell’universo, non lo è la Terra, non lo è il Sole, non lo è il Buco Nero della nostra galassia, non lo è il Grande Attrattore del Nostro Gruppo Locale, non lo è il pur ipotetico Dark Flow verso le costellazioni Centauro e Vela: un mondo senza centro è un mondo centrato su ognuno di noi, ma anche su ogni altro elemento del nostro universo, sia esso una montagna, o un topolino; una balena, o persino un pulcino ...

==

Come se avessi imparato la lezione da Cassandra, mi concentro e vedo, in lontananza, levarsi una nebbia e, dalle sue profondità, apparire prima un naso, poi una mano che vi si appoggia e, per un breve momento, sfarfalla ... MARAMEO ...



====

Note:

* Neanche gli Dei (The Gods Themselves, I. Asimov, 1972)

** “Flatlandia” e “flatlander” (“Piatto-landia” e “piatto-landese”; simili ai personaggi rappresentati sui muri dei templi egizi) sono argomenti già ampiamente trattati in passato in questa sede; per chiarimenti si rimanda a tali occasioni. In origine, i termini appartengono al ben noto racconto di Edwin Abbott Abbott. Si tratta di un’ipotetica realtà a due dimensioni, in cui gli abitanti locali sono vincolati a vivere sulla superficie piatta di un mondo composto solo da larghezza e lunghezza e al quale è interdetta l’idea stessa di altezza; i suoi abitanti sono definiti appunto come “flatlander”.
  
*** CMB (Cosmic Microwave Background) = Radiazione Cosmica di Fondo, ovvero il residuo elettromagnetico del Big Bang all’età universale di circa 380.000 anni luce. Dimensione del cosmo all’epoca: circa 84 milioni di anni luce. Dimensione del cosmo oggi: circa 93 miliardi di anni luce.

**** “Principio Antropico”: tutte le osservazioni scientifiche sono soggette ai vincoli dovuti alla nostra esistenza di osservatori. Se siamo scienziati e ci basiamo sulle osservazioni fenomenologiche, allora la prima di esse è che noi esistiamo e siamo collocati nell’universo: ne consegue che l’universo “non possa fare a meno di noi”; così come non potrebbe fare a meno delle formiche, della polvere cosmica, dei neutrini, delle comete, dei brufoli e dei peli superflui, ecc., ecc.. Tutto ciò che esita nel cosmo è necessario alla sua esistenza, altrimenti non esisterebbe: così come non esistono gli asteroidi di marzapane, i politici onesti, le rane a cinque teste, i pianeti quadrati, i politici onesti, le stelle di elettroni, i denti d’oro che ricrescono in bocca ogni volta che li estrai, i politici onesti, le piante di pietra, millepiedi coi piedi dispari, ecc., ecc..



====



==== ====

Nessun commento: