giovedì 18 ottobre 2018

Nothing prevents a beautiful gurl from being intelligent ...

[Nulla impedisce a una bella tosa d'essere intelligente ...]






"I fisici teorici [sic!] un tempo si occupavano di spiegarci ciò che veniva osservato. Oggigiorno sembrano dedicarsi a spiegare perché non riescano a dar conto di ciò che non è mai stato osservato." (S.H.)





"Non si può mentire con la matematica, ma essa può grandemente favorire la mistificazione." (S.H.)




Dr. Sabine Hossenfelder


Le ragazze intelligenti sanno benissimo perché il metodo scientifico consista nell'osservare e replicare i "fenomeni". I "fenomeni da baraccone" invece ... evidentemente no ...



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N.d.T.:
1) Tosa: termine dialettale, genericamente affettuoso, per riferirsi a una giovane donna (i.e.: ragazza).
2) Gurl: Referring to a young lady in generic terms of endearment.
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P.S. En passant, le ragazze intelligenti sono spesso misconosciute. Emmy docet ...

P.S.2 Riflettevo sul fatto che per tradurre in inglese "Fisica teorica" occorra modificare il termine in qualcosa che per noi ha un significato diverso, ovvero si deve tradurre con "Theoretical physics" (Fisica teoretica); questo a me non pare un dettaglio trascurabile, ma un segno del destino. Ammetto che potrebbe anche trattarsi (come spesso si dice negli ambienti "altolocati") di una semplice diversa evoluzione linguistica, ma a me piace pensarla diversamente. Io ho come il sospetto, che dietro al puro fatto linguistico si celi la vera - inconfessabile - ragione: i fisici teorici anglosassoni (specie se made in U.S.A.) sono dei megalomani! ... Essi sono convinti, che la filosofia sia solo una palla al piede e che il compito di fare tutto sia stato ormai ereditato dalla scienza stessa e di conseguenza lo sviluppo delle teorie sia in sé e per sé legato alla riflessione degli scienziati, che ne faranno poi uso; insomma che teorizzare sulla natura delle teorie sia compito, non più per l'Epistemologia e la Filosofia "teoretica", ma per chi studi le teorie scientifiche stesse e ne reclami di conseguenza anche l'eventuale ricostruzione delle fondazioni. Queste nuove fondamenta teoriche non si richiameranno più alla "storia", da cui tutte le teorie sono sorte e quindi agli scopi originari di tale "ricerca", bensì alla matematica ed alla sua presunta coerenza ed eleganza intrinseche. Non so se anche le ragazze saranno d'accordo con me, ma mi piacerebbe.


P.S.3 Ricordo a chi non fosse familiare con i temi filosofici citati sopra, che la ragione per la quale tale distinzione mantiene a tutt'oggi una grande importanza si può riassumere come segue:
La scienza riceve la propria legittimazione dalla filosofia, secondo la mia opinione, per il fatto che di per sé non ne ha: la scienza non è auto-fondante, non può esserlo, né ieri, né oggi, né mai.
La ragione per cui la filosofia invece lo è, sta nel nome stesso: dal gr. philosophía, ovvero ‘amore della sapienza’ (origini circa 1ª  metà sec. XIII). La sete di conoscenza è un istinto connaturato alla curiosità umana e quindi alla sua natura più profonda, ecco cosa intendo per "fondante": noi siamo esseri assetati di sapere e da ciò nasce la ricerca, che è un comportamento ad ampio spettro e globalmente legittimo.
Tale ricerca può svolgersi negli ambiti più disparati: teologico, metafisico, naturalistico, estetico, poetico, alchemico, umanistico, ... a sì ... a volte anche scientifico ...
La scienza non è che un metodo, uno degli ultimi ad essersi manifestato in ordine di tempo, uno dei tanti metodi che l'essere umano può adottare per la sua ricerca, pienamente libera e incontestabilmente legittima. Tutte queste metodologie hanno le stesse radici nella natura umana e perciò sono manifestazioni di un bisogno/amore fondamentale/fondante.
Dalla filosofia sono emerse tutte le conoscenze che oggi vantiamo e la storia di come siamo giunti dove siamo è la storia anche del perché lo abbiamo fatto. Chi si stacca da questa storia può facilmente cadere preda di un delirio di onnipotenza circa la natura della conoscenza: la scienza come "fine".
Chi proponga una scienza in nome della quale l'uomo deve cedere le armi e rassegnarsi a "non capire, ma obbedire [al metodo]" ("Shut up and calculate") ... è il frutto naturale di un tale delirio.
Si risponde spesso a questa contestazione con il presunto immenso successo della meccanica quantistica e amenità affini ... Si elencano i successi e progressi ottenuti con quel modo di pensare ... Senza di esso non avremmo ciò che abbiamo, ecc., ecc.. Stupidaggini!
Non abbiamo niente, non avremo niente: presto o tardi ci arriverà il conto da pagare per aver rinunciato ad essere noi stessi in nome di un mito: tutto ciò che tocchiamo si trasforma in "oro" (tecnologico) ... ma ci dovremmo ricordar anche ... come è andata a finire.
Il mito presso gli antichi non era in grado di spiegare la vera natura dei fenomeni, ma solo le conseguenze che potevano ingenerare per gli uomini e le donne; oggi conosciamo molto bene molti fenomeni, grazie al metodo scientifico, ma abbiamo forse perso la capacità di valutare le conseguenze ... Come direbbe Anassimandro: "... Perché si danno reciprocamente giustizia e ricompensa per la loro ingiustizia in conformità con l'ordinanza del tempo."
Mai filosofo è stato così preveggente e così attuale: la sua concezione dell'infinito come origine di tutto è più che mai adatta alle più recenti scoperte scientifiche: oggi sappiamo che i confini di quello che conoscevamo come uno sconfinato universo si sono dissolte e che potremmo essere immersi in una "infinità di infiniti" ... Ed ecco che Anassimandro ci ritorna alla mente col suo monito: confrontarsi con tale spropositata vastità ci dovrebbe ricordare, come l'unica cosa che conti non può che essere il flusso e riflusso delle compensazioni reciproche ...

Da dove le cose hanno la loro origine,
Quindi anche la loro distruzione avviene,
Secondo la necessità;
Perché si danno reciprocamente giustizia e ricompensa
Per la loro ingiustizia
In conformità con l'ordinanza del tempo.

E' il cosmo a dirigere i giochi e noi possiamo solo stare lì, attoniti, a contemplarlo e, se siamo appena un po' intelligenti, ad imparare, piuttosto che a pontificare.




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