mercoledì 29 agosto 2018

Fatti più in là ...


AbstractIl problema di tutte le teorie scientifiche in campo cosmologico, di cui si sta discutendo al giorno d’oggi, è sempre lo stesso: cos'è lo spazio? (il tempo / lo spaziotempo: a seconda se sono diversi, se sono simili, o se sono un tutt'uno.)





Proviamo a semplificare limitandoci allo spazio: come potrà mai essere “spiegato”, se alla fine di tutti i discorsi c’è poi sempre lui … Una inspiegabile “distanza” fra punti, stringhe, spin, volumi e quant’altro? …
L’unica via d’uscita – per ora – è quella che mi sono “inventato” io!!!

Lo spazio NON ESISTE, quello che chiamiamo tale, facendone un mito con una sua indipendenza, è un falso proprio come il concetto di “nulla” (nothingness, niente, o quel che sia): invece di “spazio” bisogna utilizzare un concetto meno ambiguo, ovvero “distanza”, laddove si parli unicamente di “distanza fra due entità fisiche”, sempre e comunque e mai di aleatorie “distanze” tout-court.
Per misurare le distanze quindi serve un qualche tipo di “riferimento metrico materiale” (Es.: il pavimento, il ripiano di un mobile, un’altra distanza già nota e definita in termini di unità di misura accertate: la distanza di Plutone in unità astronomiche ne sarebbe un esempio).

Lo spazio a questo punto diventa solo la versione “utilitaristica” della distanza: tra il frigo e il lavello c’è una distanza di 70 cm e quindi ci posso mettere la lavastoviglie!! Ecco un esempio della differenza tra i due concetti.
In tutti gli altri casi, in cui non dobbiamo piazzare dei mobili, non ci serve affatto parlare di spazio, semmai di distanze relative agli “oggetti” da collocare IN SENSO ASTRATTO!!!

Fra la Terra e il Sole ci sono circa 150.000.000 di Km, perché noi abbiamo già misurato i km su strada!!!  E ciò ci da un senso di realismo, ma NON E’ AFFATTO POSSIBILE RIEMPIRE QUESTA DISTANZA CON DEI FRIGORIFERI !!!!
E questo, non perché non ne abbiamo abbastanza, ma perché ciò – se anche fosse praticabile - ALTEREREBBE L’INTERO SISTEMA IN MODO CATASTROFICO, INSOSTENIBILE, e in ultima analisi IMPRATICABILE.

Quindi NON SI PUO’ ASSOLUTAMENTE PARLARE DI “SPAZIO” – in termini astronomici - senza finire per confondersi le idee addosso!!!

Le “distanze” astronomiche le può percorrere la “luce”, in certe condizioni, ma per poter considerare possibile il viaggio di altre “cose materiali” ci vuole molta cautela, dato che gli unici manufatti umani hanno percorso solo quantità infinitesimali di tali distanze e che anche i corpi celesti (asteroidi, planetesimi, ecc.) non sembrano poter fare troppe piroette (UFO esclusi).

Esistono troppe lacune sul “contenuto” dell’universo per poter parlare delle distanza cosmiche in termini troppo “famigliari”: le “distanze” siderali è meglio che rimangano tali, per evitare che spunti fuori una nuova mitologia del tipo “spazio”, troppo tristemente simile all’altrettanto debordante e demenziale definizione di “vuoto/nulla”, dai tremendi e inopinati utilizzi.

L’universo non è affatto emerso dal nulla; così come l’energia oscura non è l’energia intrinseca dello “spazio vuoto”: NON ESISTE IL NULLA (è un banale “qui pro quo” linguistico ingigantito da qualche scienziato in preda all’ “alcol”) e NON ESISTE LO SPAZIO VUOTO (a prescindere dai più o meno diffusi “campi” che gli vengono legittimamente attribuiti; il problema è diverso: parliamo di “densità di energia” ma anche di “stato” dell’energia stessa; parliamo di “transizioni di fase” e quindi di “modalità” di manifestazione dell’energia, la quale sola è fenomenologicamente un dato fisico, studiabile e quindi scientificamente accettabile).

Il fatto poi di volerla chiamare “energia oscura” è solo un eufemismo per non dire “non lo so”; ma nella sostanza non si può scappare dal dato di fatto che, se vale la “prima legge della termodinamica” (in qualunque forma matematica la si voglia prendere in considerazione, i.e.: “simmetria temporale”), allora l’universo non è altro che questo: ENERGIA IN CONTINUA TRASFORMAZIONE.

Di conseguenza lo “spazio” NON PUO’ essere “QUANTIZZATO” !!!  Perché? … Provate a quantizzare la noia, oppure il bel tempo, o magari perché no … il nulla! … Si possono quantizzare le fantasie? …

Io un’idea ce l’avrei pure, ma non è meno arbitraria di altre: diciamo di  considerare il “gravitone” come unità di misura cosmologica e che tutte le distanze siano misurate tramite esso, cui attribuiamo un valore (temporaneo - con dei ben definiti limiti spaziotemporali) basato su qualche valore della lunghezza d’onda elettromagnetica (in attesa di tempi migliori per una teoria della gravità quantistica). Questo sistema ci risparmierebbe di continuare a parlare dell’universo come di un posto dove ogni scienziato un po’ alticcio (o anche semplici predicatori posticci) possa collocare “vuoti mitologici”, “azioni spettrali varie”, “lacci per le scarpe multiformi”, “tende multidimensionali ekpyrotiche”, “derive monetarie sui generis” ed altre “panzane mistichegianti” del genere.

E’ vero, come dicono alcuni, che non c’è motivo di limitare la fantasia … l’universo, il multiverso e il capoverso, in fondo, ce lo consentono … c’è tanto SPAZIO la fuori …


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Image credit, excerpt from: http://www.spreafotografia.it/photo-30949-fatti-pi-in-l-.html
Quote credit: "Fatti più in là" by Renzo Arbore, 1978.
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