lunedì 14 maggio 2018

Simmetrica mente





Lungo i pendii che i sentieri delle mie montagne attraversano, spesso ci trovi di tutto, di questi tempi poi, ed è più la spazzatura che la vegetazione … si fa per dire. Nei gironi scorsi, mentre passeggiavo in alto, vicino ai picchi rocciosi, dopo le piogge fitte di un temporale d’agosto, ho notato con occhi nuovi lo scorrere dell’acqua verso valle; i suoi mille rivoli, le pozzanghere, gli ingorghi di fogliame e di rametti a formare piccole dighe; le zone già asciutte e quelle ancora inzuppate; gli insetti intenti a ripristinare i loro cunicoli, spingendo fuori la terra a formare curiose montagnole simili a piccoli vulcani e varie altre piccole cose, che il più delle volte non avrei neanche notato. Ero uscito per riposare un po’ gli occhi e distrarmi dal lavoro, dopo ore di concentrazione su letture ponderose …
La strana conformazione di alcune conche colme d’acqua e lo scorrere lento di quei placidi sgocciolamenti mi riportava il pensiero a qualche schema visto dianzi sulle illustrazioni dei miei testi, curiose combinazioni, scherzi della stanchezza … o forse no.
Poco prima di alzarmi dalla sedia, riflettevo sui cosiddetti “falsi vuoti”, quelli che caratterizzano l’evoluzione cosmologica … ed ecco un chiaro esempio: l’acqua che scorre e si incista, lungo un pendio, dopo la pioggia. L’energia esplosiva dei primordi fluiva alla ricerca di un equilibrio, come acqua che scaricata in alto dalla pioggia segua il suo percorso, obbligato dalla gravità, verso il punto più basso tra quelli … “possibili”. Se però incontra un’incavo o un altro tipo di ostacolo, il suo minimo, il suo punto di equilibrio, il suo fine corsa, diventerà un falso minimo, un falso punto di equilibrio, un falso fine corsa … Basterebbe un niente per rompere quell’equilibrio precario e farla proseguire fino al mare, dove effettivamente troverebbe il suo vero “minimo”, il suo “equilibrio” terminale, l’effettiva “fine” della sua corsa.
Quando si legge che il nostro universo potrebbe essersi formato in un settore in “equilibrio metastabile”, in fondo, si parla di qualcosa di simile ad una pozzanghera sul bordo di una scarpata, la cui acqua potrebbe per un nonnulla tracimare o franare verso valle in qualunque momento e per mille possibili accidenti del caso. Così come capita che la pioggia col suo improvviso impulso di energia di caduta possa generare non solo rigagnoli d’acqua che scorrono direttamente a valle, ma anche intasamenti di materiali galleggianti che formano estemporanee dighe in grado di formare pozze più o meno grandi … allo stesso modo un’improvviso BigBang che dia vita a un universo in espansione può provocare ogni genere di spinte, sfondamenti e contraccolpi in grado di ingarbugliare i flussi e i controflussi, di alterare la densità in modi diversi in zone diverse, perfino di scatenare la formazione di strutture puramente dinamiche ma che al proprio “interno” contengano “mondi” … E noi potremmo anche essere uno di quei “mondi”, sull’orlo di una cosmica “scarpata” …
Certo vi sono differenze non trascurabili e tuttavia il confronto regge: la ricerca dell’equilibrio è alla base di ogni fenomeno, anche se nel caso dell’acqua è la gravità del nostro pianeta a dettare le regole, mentre qualcosa di diverso spiega il tipo di equilibrio di cui la pura energia delle origini è alla ricerca. Semmai occorre precisare meglio ciò che il concetto di equilibrio rappresenta al di là delle parole.
Il bambino che è in noi si chiederebbe subito “perché” la ricerca dell’equilibrio dovrebbe avere tanta importanza … ma non noi, noi lo sappiamo fin dalle elementari: l’acqua cerca l’equilibrio che ha perso quando, dal mare in cui paciosamente si trastullava, il caldo del sole l’ha fatta evaporare in cielo a formare nuvole che poi, col freddo di altre correnti d’aria, hanno provocato la pioggia e la discesa su terreni impervi e sopraelevati, dai quali a fatica ogni goccia s’è dovuta fare strada verso … “casa”; ma come c’entra tutto questo col BigBang? …
Facciamo un passo alla volta e definiamo meglio il concetto di equilibrio. Nel caso del ciclo atmosferico dell’acqua, l’equilibrio ha a che fare con le variazioni di temperatura che coinvolgono mare, aria e terra, nonché il sole: Il sole immette energia nella nostra atmosfera e questo comporta lo sbilanciamento, la perdita di equilibrio, dell’intero sistema; dopodiché il sistema parte alla ricerca dei un nuovo equilibrio e tutto quello che accade nel frattempo non è che il passaggio di energia in eccesso, da un settore ad un altro, fino al raggiungimento di un nuovo stato simmetrico tra le varie componenti. La parola magica dunque è SIMMETRIA. Se manca la simmetria, i settori si agitano per trovare un nuovo equilibrio che la ristabilisca.



Non importa di quale particolare argomento si stia parlando, se c’entra l’energia, c’entra la simmetria e se manca la simmetria è necessario ripristinare l’equilibrio tra le varie forze in gioco per ritrovarla. Sembra facile, ma non lo è! …
La simmetria NON ESISTE, per definizione, non nel nostro universo, non per quel che ci è dato sapere! …
Il dato scientifico per cui tutto è alla ricerca dell’equilibrio rimane, ma nessuno ha mai visto, o riesce ad immaginare, ciò che invece possiamo osservare nel caso dell’acqua, che quando giunge al mare è a casa. Nell’universo non può mai esserci un tale esito, la ricerca dell’equilibrio è perenne ed assomiglia di più all’equilibrio “in caduta” di chi cammina: non saremmo qui se l’universo conoscesse la simmetria perfetta.
Se mai esistesse una spiegazione del BigBang, essa avrebbe a che fare con l’impossibilità di raggiungere lo stato a entropia zero (simmetria perfetta): proprio perché ciò non è possibile, l’universo è l’ipostatizzazione del cambiamento, sotto forma di energia indistruttibile.
Detto in altre parole: Può l’universo NON esistere? No! Se potesse lo farebbe. L’universo esiste e quindi non può che essere eterno: l’universo è la storia di tutte le possibili trasformazioni che l’energia è in grado di esprimere; esso è la manifestazione dell’impossibilità di distruggere l’energia, così come di crearla: l’energia è eterna e irrefrenabile e si trasforma perennemente. Quando, occasionalmente, l’entropia (disordine) si riduce al minimo entrano in gioco le cosiddette fluttuazioni quantistiche che rendono impossibile ulteriori passi in quella direzione, probabilmente provocando fenomeni parossistici come quelli che noi comunemente chiamiamo BigBang. Un BigBang sarebbe la reazione occasionale all’eccesso di “ordine”, ovvero alla situazione per cui l’entropia globale dovesse risultare casualmente (statisticamente) troppo ridotta.
Questo tipo di spiegazione si richiama ad alcune ipotesi scientifiche che prevedono il cosiddetto universo ciclico: un universo in cui i minimi e i massimi dell’entropia si verificano a scadenze, più o meno regolare, che si ripetono e che producono sempre nuovi universi più o meno duraturi, più o meno adatti alla fenomenologia che conosciamo e/o a leggi fisiche di un qualsiasi tipo. Altre strade suggeriscono la proliferazione caotica  di “sacche” di universi, che nascono e muoiono in continuazione ad infinitum. Nella scatola dei cioccolatini ci sono anche i cosiddetti “universi paralleli”.
Avete mai notato che, anche se smette di piovere, prima o poi ci rifà? …
Anche l’universo ci rifà … ma solo perché non ha alternative: l’universo è l’espressione del perenne mutare dell’energia che lo costituisce e che tenta costantemente di raggiungere l’equilibrio (lo stato simmetrico perfetto) ma è impossibilitato a farlo dalla sua stessa natura: in un esperimento tipico della meccanica quantistica un raggio laser viene fatto passare per un foro minuscolo, che viene poi ridotto ulteriormente; finché il raggio ha lo spazio per passare esso colpisce lo schermo di fronte come un punto, ma appena il foro si riduce sullo schermo il punto si allarga a dismisura. L’energia non tollera costrizioni e quando è costretta senza via di scampo può … creare un universo.


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P.S. Ora vediamo il concetto di simmetria sotto una luce diversa e scopriamo se sia poi così complessa e astrusa come può apparire all’ascoltatore distratto. Ci muoveremo passo passo, a rischio di dare l’impressione di intrattenere una discussione sul più e sul meno … Starà a voi raccoglierne i frutti, sani o ammaccati, acerbi o maturi che siano.
Un paio di premesse ci possono agevolare: la prima è che per simmetria si intende l’estensione del concetto classico (e dal suono un po’ dogmatico) di “legge fisica”, nell’intento di inglobare alle precedenti conoscenze meccaniche sulle macchine termodinamiche (motori, ecc.) anche tutte le nuove osservazioni sperimentali nell’ambito subatomico; la seconda è che consideriamo la natura come fondamentalmente “neutrale” ed “equilibrata” in condizioni ideali, mentre nella realtà prevalgono gli effetti di un insieme di “forze” (i.e anomalie) che generano tendenze e squilibri solo apparentemente misteriosi.
In condizioni normali un panno, una bacchetta di plastica e alcuni pezzetti di carta appoggiati su un tavolo sono indifferenti (neutri / in equilibrio) dal punto di vista elettrico: tale neutralità si può esprimere sinteticamente in termini di perfetta “simmetria di carica elettrica”.
Ora prendiamo il panno e ci strofiniamo per bene la bacchetta; questo semplice gesto è in grado di “strappare“ elettroni dalla superficie della bacchetta che adesso non è più elettricamente neutra e che vi permetterà di sollevare i vari pezzetti di carta come se vi fosse un adesivo a tenerli attaccati alla bacchetta … Quello che accade invece, è che lo strofinamento, rimuovendo degli elettroni ha prodotto una cosiddetta “rottura di simmetria” e un conseguente squilibrio di carica: le cariche positive spaiate nella bacchetta attirano gli elettroni superficiali dei pezzetti di carta che a loro volta sono attratti anche dai nuclei dei quali fanno già parte nella carta. E’ un po’ come giocare con delle calamite, avvicinandole tra loro e osservando come, anche senza adesivo, esse tendano a restare appiccicate tra loro (qui è in gioco la “carica magnetica” anziché quella elettrica).
Rompere una simmetria (come quella elettrica) equivale a scatenare delle “forze” - prima assenti – che continueranno ad agire finché lo squilibrio non venga ricomposto, in modo diretto o indiretto (cioè recuperando gli elettroni persi, o aderendo ad un’altra superficie, per condividerli con essa).
Com’è possibile che una forza in grado di far aderire la carta alla bacchetta compaia dal “nulla”? … Già il famoso “nulla” … che non c’è. Dunque, da dove proviene la forza che spinge la carta a rimanere vicino alla bacchetta? …
L’energia come sappiamo non si crea e non si distrugge, ma si può trasformare ovvero trasferire, anche se con qualche piccolo inevitabile “spreco”. Ogni vola che spostiamo l’energia dai nostri muscoli ad una qualsiasi azione, come lo sfregamento del panno intorno alla bacchetta, stiamo facendo proprio questo: trasformiamo energia muscolare (biologica) in energia meccanica e – date le giuste circostanze – possiamo provocare la rottura di una simmetria (neutralità) temporanea, come quella degli atomi della bacchetta: la neutralità di carica perduta sviluppa una “tensione” fra le cariche positive e negative delle superfici trattate. Ogni trasformazione dell’energia presuppone un precedente stato dell’energia e quindi andando a ritroso – ad infinitum - ci fa capire come l’energia sia “eterna”.
Da questo semplice esempio, con i dovuti adattamenti, si possono ricostruire tutti i fenomeni naturali; non che ciò sia stato già effettivamente adempiuto in tutti i dettagli, ma la scienza ha percorso una parte importante di tale strada e, salvo sorprese, è plausibile che si troveranno col tempo tutte le soluzioni teoriche in questo tipo di contesto. Come per la carica elettrica, così per tutte le altre manifestazioni fenomenologiche studiate stanno emergendo principi simili, legati alla rotture di simmetrie in parte distinte eppure allo stesso tempo collegate da un ordine gerarchico di cui si intravvedono le linee generali.


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P.S.2 Come in tutte le cose umane, spesso anche per gli scienziati accade che l’entusiasmo porti a dare per scontato ciò che non lo è … Capita così che ci si debba ricredere e fare dei passi indietro per poter trovare una strada diversa e superare ostacoli inaspettati. Oggi, siamo appunto in una di quelle situazioni e ci sono ostacoli imprevisti che sembrano creare perplessità e ripensamenti: sembrava che essendo tutte le forze in natura l’espressione di una particolare simmetria “rotta” (fuori equilibrio / non neutra) ed essendo noto che alcune di esse sono collegate e possono essere gerarchicamente interdipendenti, la logica conseguenza faceva presagire una scala gerarchica che avrebbe condotto ad una “super simmetria” in grado di generare tutte le altre, ovvero di esserne la matrice ... la  madre di tutte le simmetrie, per così dire.
Quest’idea è stata messa alla prova per molti decenni ormai e non sta rispondendo alle aspettative, anche se non è ancora possibile escluderla del tutto. Nel frattempo sono state fatte scoperete rivoluzionarie ed è possibile che servirà altro tempo e altro lavoro prima di ritrovare il bandolo della matassa. SUSY (SUper SYmmetria) potrebbe non essere corretta nelle forme studiate fino ad oggi, ma il fondamento teorico su cui poggia è abbastanza solido da rimanere alla base di tutta la fisica ancora per molto e personalmente mi auguro che presto o tardi la natura ci suggerisca la nuova direttrice di ricerca con uno dei suoi colpi di teatro …
Già passato, mi sono permesso di usare un escamotage per aggirare l’attuale impasse: se non troviamo il sentiero, cerchiamo l’autostrada …
In alcuni dei miei racconti, ho lanciato l’idea che si dia per scontata la SUSY (prima o poi capiremo come “aggiustarla”) e si passi al livello successivo; introducendo quella che all’epoca (con scarsa modestia) battezzai: IPER-SIMMETRIA.
Questo è chiaramente un gioco, ma giocato come se fosse la cosa più seria del mondo, per cui ci sono regole severe da rispettare. Sono le comuni regole che la scienza impone a chi voglia consentire a tutti si sottoporre le ipotesi a verifica, sia di congruenza che sperimentali.
L’ipotesi vuole che tutte le forme di energia rispondano inevitabilmente ad un principio superiore di simmetria, sia che ne conosciamo i dettagli oppure no. Questo  significa che adesso abbiamo ammesso alla partita sia la materia oscura che l’energia oscura, ma non solo, accettiamo anche tutte quelle forme di energia che non avessimo eventualmente ancora scoperto (siano esse scoperte a venire, o anche puri voli pindarici): in questo modo tutte le teorie correnti, o anche solo le ipotesi, possono trovare posto, purché coerenti e sperimentalmente plausibili.
Presumiamo che l’universo (uno, trino, o multiplino che piaccia definirlo) debba – con questo nome o con uno diverso – rendere conto di tutto ciò che identifichiamo nell’ambito della fenomenologia (le “cose” che tutti possiamo direttamente o indirettamente testare e su cui perciò possiamo convenire; e con ciò escludiamo: le opinioni religiose e politiche, i gusti sessuali, i sogni naturali o chimici, ecc., ecc.).
Secondo questa ipotesi, anche nel caso della nostra IPER-SIMMETRIA  possiamo affermare, che si tratta di una simmetria che non esiste … Lo abbiamo  già spiegato in precedenza, ma meglio ripassare: l’equilibrio può essere statico, o dinamico. E’ statico (temporaneamente / apparentemente) come nel caso di una persona in piedi e ferma, ovvero di una bicicletta parcheggiata; viceversa è dinamico come nel caso di una persona che cammini, oppure vada correttamente in bicicletta … In questi due ultimi casi, il moto è possibile proprio perché vi è una costante “perdita controllata dell’equilibrio”, che si risolve nel suo recupero, seguito da un’altra perdita e un altro recupero … ad libitum. C’è dunque differenza tra perdere l’equilibrio e cadere rovinosamente e perderlo quanto basti a produrre un moto basato su una partita di scambio tra perdita e recupero dell’equilibrio stesso.
Noi non dobbiamo dimenticare anche l’importante differenza tra l’energia che osserviamo in un sistema circoscritto come la terra e invece un sistema globale, come sarebbe considerando la totalità dell’universo. La terra riceve continue “spinte” esterne dall’energia degli altri oggetti nel sistema solare e oltre. Viceversa l’universo - come lo abbiamo inteso in questo lavoro - NON HA E NON PUO’ AVERE altri riferimenti che se stesso e l’energia di cui si compone. Questo comporta un preciso concetto: un infinito e un confine. Nessun paradosso! Basta pensare ad una sfera: il numero dei percorsi ammessi sulla sua superficie sono praticamente infiniti ma la sfera ha sempre un diametro finito.
Possiamo pensare all’universo come un’entità dalle dimensioni indefinite, ma se vogliamo che l’energia sia reale, ne consegue anche che sia finita (ovvero NON INFINITA) … Ma le forme che può – e deve - assumere, quelle … sono infinite!
Ci siamo allontanati dalla definizione che ci si aspetta da me circa l’IPER-SIMMETRIA; ma era necessario preparare il terreno. Quello che in effetti intendo descrivere è un cosiddetto “stato” e corrisponde ai vari stati che le sostanze a noi note possono assumere: lo stato solido, liquido, gassoso, ecc. … ma anche lo stato di un sistema: in equilibrio oppure in evoluzione … ovvero lo stato di un atomo che può essere o meno “eccitato” … e così via dicendo. Introduciamo l’idea di uno “stato iper-simmetrico”: sarebbe lo stato in cui si troverebbe l’universo se … NON ESISTESSE! … ma esiste!!
Siccome l’universo “esiste” l’iper-simmetria è una simmetria permanentemente “rotta”, proprio come lo è la simmetria di carica elettrica quando sfreghiamo la bacchetta con il panno. E proprio come in quel caso emergono le forze elettriche a tentare di riportare il sistema alla “neutralità elettrica”, anche nel caso della rottura dell’iper-simmetria entrano in gioco – a cascata – tutte le forze che conosciamo e le rotture delle altre simmetrie gerarchicamente sottostanti a cercare di riportare l’universo verso l’equilibrio, verso la neutralità … verso quel “nulla”, che non può esistere.

  
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P.S.3 Se si verificasse effettivamente lo “stato iper-simmetrico” nulla potrebbe manifestarsi, nel senso in cui noi intendiamo gli eventi reali; ma il fatto che ci siano davanti a noi le persone, i motori, i pianeti, le stelle, le galassie, ecc. … ci dice che troppe cose si comportano come ci si aspetta in base alle “leggi fisiche” / “simmetrie di natura” perché si possa pensare a pure coincidenze: l’energia nelle sue manifestazioni fenomenologiche è un dato col quale fare i conti e i migliori conti si fanno con la matematica e la matematica ha rivelato – per prima a una “certa Signora” Emmy Noether - come tutto ciò si possa ricomporre.
In fin dei conti però, a cosa serve l’ipotesi dell’IPER-SIMMETRIA? … Diciamo che potrebbe rispondere ad alcune domande sulla fine e sul principio dell’attuale “ciclo cosmologico”, se così lo vigliamo chiamare.
Se noi consideriamo questo nostro universo solo uno fra tutti quelli possibili e accettiamo che gli eventi non hanno avuto inizio col BigBang, né avranno fine coi BigCrunch, o BigRip di cui si parla e se escludiamo che “parallelo” possa darci le risposte che cerchiamo, allora ci serve qualche nuovo spunto su cui puntare … Vediamo se il mio è buono abbastanza.
La simmetria di carica ci ha insegnato a ragionare in termini di simmetria e della sua rottura e ci ha aiutato a pensare a tutte le forme di energia in questi termini. Mentre per le forme comuni di energia la simmetria equivale all’equilibrio, o alla neutralità, nel caso di una simmetria che coinvolga l’intero universo abbiamo concluso che ciò non sia possibile e tuttavia ciò non significa che a tale simmetria non si possa tendere, come a qualsiasi altra. Quando prendiamo in considerazione i momenti estremi di un universo, non possiamo evitare di chiederci quali inimmaginabili forze possano entrare in gioco. In natura, conosciamo solo pochi eventi così estremi: il presunto BigBang stesso e i più che reali Buchi Neri.
Purtroppo entrambi sono riconducibili all’unica forza di natura che non è ancora riconducibile ad una teoria simmetrica: la gravità ci appare come una forza puramente “attrattiva” e non sembra avere una controparte “repulsiva” e quindi non sappiamo come essa potrebbe emergere da una scissione, o “rottura”, di una qualche simmetria originaria.
Almeno fino a quando non spingiamo il gioco al suo limite: se invece di pensare al BigBang come ad un inizio, lo pensassimo specularmente, come la fine e pensassimo a cosa succederebbe negli ultimi istanti di quel mostruoso collasso globale … In fondo esiste già una teoria, che prevederebbe il cosiddetto BigCrunch, in cui tutto collassa in un punto alla fine di un ciclo universale.
Se procediamo passo per passo, ci troviamo a ripercorrere le fasi di “rottura” al contrario ed esse ci appaiono come transizioni verso un fase gerarchicamente più “integra” di quelle preesistenti: al crescere dell’energia le differenze diminuiscono, le forze si unificano e si semplificano.
Allo stadio successivo, al crescere ulteriore dell’energia e del collasso gravitazionale non ci sono più distinzioni rimaste e non c’è più spazio per le differenze di posizione, tutto sta per convergere in un punto adimensionale … ma non ci stiamo dimenticando di qualcosa? …
Cosa dicevamo alla fine della sezione principale: “L’energia non tollera costrizioni e quando è costretta senza via di scampo può … creare un universo.

Ecco dove si trova il “contraltare” della gravità: l’energia non può subire costrizioni e quando ciò accade si scatena in tutta la sua “potenza” e lo fa in modo incontrollato e violento, creando – o ricreando – tutto lo spazio (l’universo) di cui non può fare a meno.
In termini quasi scientifici, si potrebbe dire che esiste una “iper-simmetria” per la quale alla gravità puramente attrattiva si contrappone il principio di indeterminazione di Heisenberg, il quale - nelle condizioni adatte – è in grado di trasferire/trasformare tutta la potenza della gravità in una nuova forma: lo spaziotempo. Meglio ancora, in una fase di collasso che avvicini l’intera energia del sistema allo stato iper-simmetrico si raggiunge un punto critico, oltre il quale avviene una transizione di fase tra gravità-attrattiva e inflatone – o altro (questa è materia per quelli bravi!) – e l’espansione ha inizio.


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(Image credit: publicly available)
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