sabato 27 novembre 2010

Delirio ? Autogeno …

[Qualcosa, in questo racconto, è stato ‘sognato’, a suo tempo, anche da C.G. Jung]



Abstract:
Viene da chiedersi se il processo di “alienazione”, spesso attribuito agli individui delle società evolute, sia da considerare come circoscritto ad un preciso periodo storico, o piuttosto non sia una “deriva” costante ed ineluttabile, conseguente al perseguimento ossessivo del cosiddetto “progresso” … Se questa ipotesi fosse vera, il futuro ci riserverebbe un declino inarrestabile e terrificante … Ma sarebbe anche lecito chiedersi, quando tale processo abbia avuto il suo reale inizio … Quanto tempo fa noi, eravamo veramente noi? … Quando ha esattamente avuto inizio tale processo? … Come stavano le cose nel passato? … Com’erano le nostre menti antiche? … Cosa mai pensavamo, prima del primo cambiamento? …



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Il risveglio è sempre leggermente problematico. Non mi sono mai veramente abituato, essendo la tecnica stata introdotta quando io avevo già superato i sedici anni, al sonno in immersione. Non ne nego affatto l’efficacia, l’utilità in termini di benessere e d’igiene metabolica, né l’opportunità di farne una premessa vincolante, per chi voglia usufruire dei servizi pubblici … Non è questo, è che non mi sento a mio agio: tutte le mattine, al risveglio, tutto questo tossire, sputare e quant’altro, prima di poter inalare l’aria e riprendere a … Respirare!
Tutto questo, in parte, mi rovina il piacere del momento e, qualche volta, distrae a tal punto la mia mente, da cancellare gli incubi e che incubi! … Sono sempre più frequenti … Non so se definirli incubi, corrisponda alla loro esatta natura; si tratta di sogni, questo sì! Sono particolari, non tanto terrificanti, quanto, come dire … Opprimenti … E qualcosa’altro, ancora, che non so definire, ma che crea disagio, inquietudine, insofferenza …
Si sta facendo tardi, come al solito; devo darmi una mossa, fare la doccia e una buona colazione … La giornata preme con i suoi impegni … Ecco il segnale! Il primo avviso, che sono atteso da alcune scadenze importanti …
Bisognerà mandare un saluto alla mia affettuosa famiglia, senza indugio:


“Operativo! Sulla parete due: Visualizza le stanze di famiglia, se disponibili, per il primo saluto! … Esecutivo!”


A quanto pare Karen è in piedi da un pezzo! Si sta già versando il caffè …


“Buongiorno, papi! … Dormito bene? …”
“Buongiorno, amore mio … E tu? …”
“Come un bebè … Ma sei ancora in vestaglia, dormiglione? ...”
“Non so perché, sono un po’ frastornato anche stamani … Ci ho messo un po’ per uscire dal benedetto contenitore-da-notte …”
“Sbrigati a sistemarti, abbiamo del lavoro urgente, in programma per oggi …
“Va bene, Karen, faccio una rapida colazione e ti richiamo …”
“Ci sentiamo dopo … Non preoccuparti dei ragazzi, a loro penso io …”
“Grazie, li saluto e poi corro sotto la doccia, a poi, mogliettina mia! ...”


“Buongiorno, pa’! …”
“Buona giornata, figliolo! … Che combini, già a quest’ora del mattino? …”
“E’ un’esercitazione, che facciamo col mio gruppo, in vista dell’esame … Ieri sera non ho fatto in tempo a finire … Così, mi ci son messo stamane, appena sveglio …”
“A più tardi … “
“Cia’, cia’, pa’! …”


“Gina, biscottino mio, non saluti papà? …”
“Giongiorno, papino … … …”
“Cosa stai facendo, amore? …”
“Pappa … … …”
“Chi c’è vicino a te? …”
“Sacchiotto … … …”
“L’orsacchiotto? … E lui, ha già mangiato la sua pappa? …”
“Gi … … …”
“Ci vediamo più tardi, pasticcino di papà … Mangia tutta la tua pappa e fai quel che ti dice il Tata-bot … Capito, amore? …”
“Gi, papino …”


“Operativo! Fine collegamenti! … Esecutivo! … Uuuuaaaaaah! … Che sonno, ragazzi! La odio quella vasca, ma mi ci tufferei di nuovo dentro, se potessi … Oh! … Se potessi! …”


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Ora, finalmente una doccia, per togliermi di dosso questo dannato appiccicaticcio post-sonno … Mi chiedo se non fosse possibile progettare un liquido meta-amniotico un po’ meno fastidioso a contatto con l’aria … A sentire “WikiWaki-En-ciclope”, sembra che il necessario contenuto zuccherino finisca per aderire alla pelle, una volta che l’acqua evapori col calore del corpo … Sarà! … Certo che è una bella “seccatura”! … In tutti i sensi … Hehehe … Buona questa! …


“Operativo! Sulla parete a vetro del bagno: Fiction: ’Sentimenti e Passioni’: Ultimi sviluppi! Monodirezionale! … Esecutivo!”


“La Lalalà lalalà lalalà … Lllla Lalalà lalalà lalalà la Lalalà lalalà lalalà … Dum dum dum dududù dududum …”


“Operativo! Sanitari: Abbassa temperatura acqua: due gradi! ... Operativo! Media: alza volume: tre tacche! … Esecutivo!”


Accidenti, tra il sapone negli occhi e il vapore della doccia, non vedo la scena … Quello mi sembra Damien, che parla con sua moglie Brooke … Chissà cosa le dirà, ora che lei lo ha sfidato apertamente …

… …
“… Cara … I miei sentimenti li conosci, ma quello che mi chiedi supera le mie capacità …”
“Caro, come puoi rifiutare ai miei genitori il diritto di conoscere le persone che amo? …”
“Amore mio, io non nego il diritto di tuo padre e di tua madre di conoscere tutte le persone della tua vita, ma quella di invitare i tuoi tre amanti a trascorrere le festività di fine anno presso di noi, a questo scopo, è una scelta che può creare qualche imbarazzo e non credo sia una buona idea … Sai che sono sempre stato indulgente con te, per il grande amore che porto per te … Ma questa volta, devo proprio insistere …”
“Non sarai ostile a questa idea perché temi per la tua posizione? … Se è così, non hai nulla da temere, il tuo patrimonio è tale, rispetto al loro, per cui tu sarai sempre in primo piano, rispetto a tutti gli altri …”
“Grazie, amore … Le tue premure mi lasciano senza parole …”
“ … Fine della 3465.sima puntata della ‘fiction’ per adulti: ‘Sentimenti e Passioni’. La prossima puntata, fra novantacinque minuti … Nel frattempo, ecco alcune raccomandazioni, per il vostro benessere e la vostra felicità …”


Mi sa che la prossima puntata me la perdo … Il ritardo che sto accumulando, in qualche modo andrà recuperato.


“Operativo! Tavolo/Colazione: Uova al bacon e caffè! … Operativo! Sulla parete due: News: Selezione notizie, essenziale! … Esecutivo!”


“… E con questo passiamo dalle notizie sul clima del pianeta, alle notizie politiche. I nostri governanti sono tutti in ottima salute e ci fanno sapere, che la situazione dell’economia procede nel migliore dei modi. E possibile un leggero ritocco verso l’alto delle aliquote di tassazione per il prossimo anno, ma non è il caso di drammatizzare, presto le cose miglioreranno di nuovo. … …”


Altre tasse! … Non mi sembra poi, così tranquillizzante … Questo caffè è freddo accidenti! …


“Operativo! Tavolo/Colazione: Ancora caffè caldo! … Esecutivo!”


Ah! Ecco, questo sì che è un caffè, come dico io … Non c’è proprio granché nel notiziario, a quanto pare … Meglio così, un po’ del tempo perduto l’ho già recuperato …


“Comunicazione in entrata! Mittente: Signora Karen. Attendo disposizioni!”


“Operativo! Sulla parete due, bidirezionale! … Esecutivo!”


“Ciao, caro … Sei pronto? … Dobbiamo metterci al lavoro, sai …?”
“Amore, sto finendo di vestirmi … Possiamo cominciare, intanto …”
“La modifica dell’impianto di filtraggio delle acque ci è stata confermata, ma con alcuni necessari aggiornamenti, che pensavo di suddividere fra noi … Tranne forse uno, che se sei d’accordo, essendo abbastanza banale, affiderei al nostro Glenn, per fargli fare un po’ di pratica al generatore 3D … Che ne dici, John? …”
“Su quest’aspetto mi affido al tuo giudizio, Karen … Per il resto, metti pure i file di mia competenza nella cartella condivisa … Io mi metto al lavoro all’istante. Ci pensi tu a dare le dritte necessarie a Glenn?”
“Naturalmente, John … Ti passerò un po’ più della metà del lavoro, perché ho ancora delle pratiche amministrative da sbrigare … Ci risentiamo all’ora di pranzo, caro, bacioni …”


“Comunicazione terminata!”


Vediamo un po’ queste modifiche … Cosa mai vorranno ancora introdurre in quel maledetto impianto, che già non sia stato previsto? … Ah, ecco! … Quindici file! Accidenti! … Chiamale modifiche! … E’ una mezza rivoluzione! … Non ci voleva, oggi … Con questo strascico di sonno … Eppure non dovrebbe essere il caso col tipo di riuscita previsto dal sonno in immersione … Deve trattarsi di un qualche genere di problema psicologico … Forse dovrei chiedere assistenza al Call Centre Medico … Comunque sia il dovere ha la precedenza … Vediamo se stamattina riusciamo a portarci avanti col lavoro, nel pomeriggio potrei prendermi una pausa e rifletterci con calma …


“Comunicazione in entrata! Mittente: Giovane Glenn. Attendo disposizioni!”


“Operativo! Sulla parete due, bidirezionale! … Esecutivo!”


“Cia’, pa’ … Posso parlarti? …”
“Dimmi, giovanotto! …”
“Ma’ vuole che lavori al vostro progetto, ma io sono già preso da altre cose … Come faccio? …”
“Io ho un gran mal di testa, ho dormito male stanotte, faccio fatica a concentrarmi sul lavoro e tua madre mi ha appena passato quindici nuovi file da revisionare … Vorrei tanto riposare, sai, ma … Come faccio? …”
“Mi prendi in giro, pa’? …”
“Dobbiamo tutti rispondere a qualcuno, figliolo, ai vantaggi dell’età, bisogna mettere in conto anche lo svantaggio di una sempre maggiore responsabilità … I tuoi doveri cresceranno col passare del tempo, caro Glenn, tua madre sta solo facendo del suo meglio per portarti gradualmente a quello che sarà il tuo, come di tutti noi, destino futuro … Il consiglio che ti posso dare e quello di riorganizzare le tue priorità, ricordando che quanto meglio farai il tuo lavoro, tanto più tempo libero avrai per i tuoi hobby …”
“Ma non è così, in nessuna delle ‘fiction’ che segui anche tu … “
“Ragazzo mio, le ‘fiction’ sono racconti verosimili, tuttavia non riportano sempre le situazioni fedelmente … Manca spesso una chiara descrizione del contesto dei fatti e quindi non vanno prese ad esempio, in modo troppo diretto …”
“E’ vero che in passato le persone s’incontravano? …”
“Mi è stato detto che un tempo era così, ma ciò causava seri problemi, non ultimo dei quali, il diffondersi di gravi malattie di massa, chiamate ‘epidemie’ … Molti altri problemi nascevano in conseguenza di questi contatti fisici: le nascite, l’ordine pubblico, la salute individuale, il controllo dell’efficienza del lavoro, il giusto contributo alle entrate dello stato, tutto ciò e molte altre realtà, non erano controllabili … Questo creava elevata instabilità sociale e politica, sfociando, non di rado, nella morte di molti individui, in quelle che erano guerre incredibilmente sanguinarie … Oggi tutto ciò è scongiurato, grazie alla virtualizzazione dei contatti … Oggi viviamo sicuri, ognuno nel suo spazio fisico vitale, isolato materialmente, ma aperto ad ogni tipo di connessione mediale … Siamo fortunati, oggi, figlio mio … E questo al ben misero prezzo, di dover contribuire al benessere di tutti, col nostro lavoro, per alcune ore, di ogni nostra giornata … Ecco perché, ti esorto a rispettare le indicazioni di tua madre: sappi che l’alternativa è molto peggiore, del piccolo sacrificio, che lei ti chiede …”
“Che cosa intendi, pa’? …”
“Non vorrei sembrarti eccessivo, Glenn, ma quando un giovane adulto non risponde ai metodi educativi della propria famiglia, dopo aver ricevuto alcuni richiami ufficiali, da parte dell’autorità costituita, viene sottratto alla potestà parentale e sottomesso sotto la guida diretta dell’Istituzione Correzionale Pubblica …”
“Cosa sarebbe questa: Istituzione Correzionale Pubblica? …”
“E’ un brutto destino, figlio mio … Le persone vengono messe in condizione di lavorare, non più in cambio di un’esistenza libera, con poche ore da dedicare al lavoro, ma sono tenute a fornire il loro lavoro per tutto il tempo non dovuto, per legge, al riposo in vasca-idrostatica … Niente più tempo per sé, niente più ‘fiction’, niente più famiglia, niente di niente, altro che lavoro … E’ questo, che vorresti per te? …”
“Lo dici per spaventarmi, pa’? …”
“No, Glenn, non avrei voluto nemmeno parlartene … Purtroppo, è proprio così! … Se vuoi fartene un’idea indipendente, collegati al ’link’ dell’ICP, all’indirizzo ‘IPV9.correctional-inst.gov’ … Tua madre ed io vorremmo che tu avessi un futuro felice e quello che facciamo è quanto di meglio possiamo, per aiutarti ad avere i mezzi necessari, per essere indipendente e libero …”
“Vabbè, pa’ … Cia’, cia’ …”


“Comunicazione terminata!”



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Oggi è proprio una giornata tremenda … Non riesco a concentrarmi … Pensavo di arrivare almeno all’ora di pranzo con una buona parte del lavoro al sicuro, ma sono già distrutto a metà mattinata … Forse farei meglio a prendermi una pausa, sdraiarmi e chiudere un po’ gli occhi …

“Operativo! Luci: livello minimo! … Esecutivo!”

Che cosa mi sta succedendo, mi chiedo … Ho la mente invasa da pensieri, che nulla hanno a che fare col lavoro … Tutto ciò può mettere a rischio la qualità di quello che faccio e questo non me lo posso permettere … Karen ed io ci siamo impegnati a fornire l’attuale livello di prestazioni, in modo da poter garantire un miglior stile di vita ai nostri due figli … Questa mia défaillance potrebbe mettere a repentaglio tutti i nostri sacrifici … Devo assolutamente fare qualcosa …

“Operativo! Comunicazioni: Contattare: Call Centre Medico! … Esecutivo!”

“Call Centre Medico, buona giornata, questo è l’operatore XP362, come posso aiutarla? …”
“Ho necessità di consultare un’assistenza psichiatrica esperta …”
“Qual è il suo problema? … Disturbi generali, disturbi da menopausa, disturbi digestivi, disturbi mestruali, disturbi …”
“Ehi! Ehi! Ehi! … Fermo, fermo, fermo! … Non sono sicuro di quello che mi affligge, proprio per questo ho chiesto un aiuto di esperienza …“
“Per poterla indirizzare, è assolutamente necessario che io conosca le sue problematiche, Signore …”
“Lei, immagino sia un giovane praticante della scuola di medicina, io non sono in grado di spiegarle i miei problemi, quindi le ripeto la mia richiesta di essere messo in contatto con un consulente psichiatrico già formato e con notevole esperienza clinica …”
“Spiacente, il nostro servizio non prevede la possibilità di mettere gli assistiti direttamente in contatto con il personale medico … A meno che …”
“Bene! Opto per ‘a meno che … ’, di cosa si tratta? …”
“Il Servizio Sanitario deve essere formalmente mallevato da ogni responsabilità giuridica circa le conseguenze di una prassi non ortodossa …”
“Accetto, senza riserve …”
“Dopo che avrà riformulato la sua richiesta sotto formale registrazione per i nostri archivi, provvederemo a cercare una figura professionale corrispondente alle sue esigenze e disponibile a seguire il suo caso … Appena possibile la ricontatteremo … Ora proceda con la sua dichiarazione formale …”
“Chiedo l’intervento diretto del medico richiesto, rinuncio a qualsiasi rivendicazione legale …”
“La contatteremo appena possibile. Cordiali Saluti dal Call Centre Medico.”


“Comunicazione terminata!”


Speriamo che questa gente dimostri tanta efficienza quanta è la loro pignoleria … Ancora qualche minuto di riposo e poi vediamo se riuscirò a riprendere il lavoro … Un po’ di riposo … E’ tutto quello che chiedo … Solo un po’ di riposo … Senza incubi, né sogni … Né niente … Solo silenzio …



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No! … No! … Aiuto, papà, ho paura! … Portami via! … Portami via! … Che cosa mi sta facendo? … Che schifo, papà … Toglimelo di dosso! …
Che cosa significa ‘fare le fusa’, papà? … Perché lo fa? … Io non avevo mai sentito una sensazione simile, non so come descriverla … Ho visto tante immagini di ‘gatti’, non sapevo che fosse possibile incontrarli e nemmeno che si avvicinassero a noi, tantomeno che facessero, come dici tu, le “fusa” …
Riportami al chiuso, papà … Non so se posso resistere a tutte queste sensazioni fisiche … Ne sono sopraffatto …
Che cos’è la paura, papà? … Tutte queste sensazioni nascono dal non sapere quello che potremmo ancora incontrare, dici? … Cosa vuole dire, che ‘devo imparare a convivere con la paura’ …?
Correre? … Perché devo correre? … Dove? … Dove sono? … Perché ci inseguono? … Corro, corro! … Cosa vogliono da noi? … Papà, che significa: ‘preda appetitosa’? …
Non so se ce la farò, papà! … Il cuore mi scoppia! … Sono saltati su quel trasporto e stanno scardinando lo sportello … Vogliono appropriarsi del carico! … Ma perché? … Potrebbero averlo facendone richiesta, no? … Che significa ‘rubare’? … Privi di diritti? … Emarginati? … Terroristi? … E’ questo che accade fuori dalle nostre abitazioni, papà? … Perché non torniamo dentro, allora? … Cosa mai posso imparare, da tutta questa violenza e brutalità? … Scelta consapevole … Come sarebbe, papà? …
No! … No! … Basta! … Hahh … Hahh … Hahh … Non respiro! … Mi manca l’aria! … Aiutami, papà! … Aiutami, ti prego …

“Comunicazione in entrata! Mittente: Signora Karen. Attendo disposizioni!”

No! … No! … Basta! … Hahh … Hahh … Hahh …

“Comunicazione in entrata! Mittente: Signora Karen. Attendo disposizioni! Signor John, è richiesta una risposta, prego!”

“Eh? … Cosa? … Accidenti! Mi sono addormentato come un sasso … Operativo! Ripetere messaggio! Esecutivo!”

“Comunicazione in entrata! Mittente: Signora Karen. Attendo disposizioni!”

“Operativo! Sulla parete due, bidirezionale! … Esecutivo!”

“Ciao, amore … Che succede? … Perché ci hai messo tanto a rispondere?”
“Scusami, Karen … Mi devo essere addormentato … Non sto troppo bene, decisamente no! …”
“Altri incubi? …”
“Sì! … Sono tremendamente frastornato … Ancora non riesco a far mente locale …”
“Hai preso qualcosa? …”
“No, ma forse farei meglio … Stamattina non sono riuscito a combinare granché …”
“Non preoccuparti di questo, ora … Prendi un analgesico e riposa ancora un poco …”
“Scusami cara, ma oggi sono proprio inutile! … Cosa volevi? …”
“Ah! … Non importa, ne possiamo parlare in un altro momento …”
“No, ti prego … Di pure, di che si tratta? …”
“Ti volevo raccontare di Glenn … Mi ha preso alla sprovvista, con delle domande un po’ imbarazzanti … Sono cose che dovrebbe discutere con te, credo … E’ più naturale, penso …”
“Cosa voleva sapere, da te? …”
“Sai … Mi ha chiesto che cosa fosse il ‘casco’ che ha intravisto qui da me e … Si insomma, come funzioni e se può averlo anche lui, tradendo il fatto che qualcosa sull’argomento già gli è arrivata … Curiosità più che naturale per quelle cose, sai …? …. E io gli ho detto che sarebbe meglio ne parlasse con te … Sei d’accordo, no? …”
“Certo, certo! …”
“John, ho l’impressione che nostro figlio sia giunto all’età in cui certi interessi iniziano naturalmente a manifestarsi … Forse è tempo che anche lui si trovi qualcuno ed abbia un suo ‘casco’ personale … Io e te in fondo avevamo la sua età, quando abbiamo avuto le prime esperienze …”
“Karen, so che questa sera, toccherebbe a noi, secondo gli accordi, ma in queste condizioni … Non so se sarebbe una buona idea …”
“Rimandiamo pure, John, ci sarà modo di recuperare … Ed anche per quanto riguarda Glenn, non serve che te ne occupi subito, sai … E’ meglio se ti riposi, c’è sempre tempo! …”
“Lo so, Karen, ma tanto ci vorrà un po’, prima che il medicinale faccia effetto … E’ una cosa che va fatta, meglio che me ne occupi subito … Stai tranquilla!”
“Va bene, John … Riguardati, amore! … A più tardi, caro …”
“Ciao …”

“Comunicazione terminata!”

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“Operativo! Richiesta comunicazione: Glenn! Sulla parete due, bidirezionale! … Esecutivo!”

“Ciao pa’ … Che c’è? …”
“Sei occupato? … “
”No, pa’ … Ho appena finito il corso e stavo per fare uno spuntino …”
“Tua madre dice che t’interessi a cose … Per così dire …”
“Ah! … Te l’ha detto! … Io volevo solo sapere cos’era quell’apparecchio …”
“Non se l’aspettava, probabilmente … Sperava che io e te ne avremmo parlato per tempo e invece …”
“Ma non è un problema, pa’ … “
“D’accordo, ma già che ci siamo, meglio affrontare la cosa, del resto i tempi sono maturi, mi pare …”
“Vabbè! …”
“Il ‘casco-emotisex’, che hai visto sul letto di tua madre e di cui presto verrai in possesso anche tu, è il più diffuso metodo per mediare i rapporti sessuali tra partner … In teoria può essere utilizzato anche individualmente … Anche se ne va un po’ a scapito delle prestazioni … Immagino che tu abbia già sentito attrazione per qualcuna delle tue conoscenze …”
“ A dire il vero sì … Qualcuno c’è, che mi attrae, ma non capisco bene come gestire la cosa, pa’ …”
“Succede all’inizio … Ma tutto si andrà sviluppando normalmente, nella direzione naturale ed i supporti tecnologici intervengono a completare l’opera … Ovviamente possono, nel momento opportuno, consentire la costituzione di una nuova famiglia indipendente … E’ per questo che ti chiedevo, se avessi già trovato la persona adatta …”
“Quando prima ti ho chiesto, se le persone, un tempo, si ‘incontrassero’, in realtà, alludevo a questo … Se s’incontrassero fisicamente, per fare i figli … “
“Mi risulta che fosse così, e come ti dicevo … La cosa non era priva di conseguenze, non sempre gradite … D’altro canto, sembra che, per la mentalità di quei tempi, i vantaggi superassero gli svantaggi e che il ‘piacere fisico’ fosse qualitativamente diverso, da quello prodotto tramite le nostre ‘neuro- tecnologie’ …”
“Tu hai provato la differenza, pa’? …”
“No, ai miei tempi era già in vigore il regime attuale ma mio padre me ne ha parlato, credo … Anche se, non ricordo in che circostanze … So solo, che ci fu molta opposizione, quando si trattò di eliminare del tutto i rapporti fisici, a favore dell’attuale ‘società protetta’ …”
“Come avviene la procreazione, in pratica, adesso? … Voglio dire, come si realizza il contatto dei gameti? …”
“Quando i genitori desiderano avere figli, oltre ad utilizzare il casco, se vogliono avere anche un’esperienza amorosa, devono indossare un apposito ‘costume-stagno’, come quello che indossiamo nella ‘vasca’ ad immersione, per dormire la notte … E’ solo leggermente diverso, in quanto deve raccogliere il seme di noi maschi e conservarlo per il successivo intervento di fecondazione artificiale, a carico delle strutture sanitarie preposte … Naturalmente, in separata sede, viene fatto il prelievo dell’ovulo, in modo da completare l’opera …”
“Ci sono altri metodi, dicevi, per avere rapporti? …”
“Più che alternativi, direi complementari … Tua madre ed io non siamo mai stati interessati, perciò posso parlare solo per sentito dire … Ho conosciuto qualcuno che utilizza queste protesi e ne ho visto alcune … Si tratta di una sorta di tuta, in meta-materiali vari, da indossare e che aderisce a tutte le parti del corpo, anche, opportunamente, alle zone erogene … Durante l’atto, sotto il controllo del ‘casco’, si può decidere di programmare la stimolazione, diciamo normale, quella neurologica, oppure ottenere la stimolazione delle superfici erogene del corpo, ovvero una combinazione variabile di entrambe …”
“Tu e ma’ … Perché non lo fate? …”
“Tua madre ha sempre puntato su altre priorità …”
“E tu? …”
“Io amo tua madre! …”
“Cosa si prova col ‘casco-emotisex’? …”
“Lo scoprirai presto … Comunque, dipende molto dall’intesa tra i due partner … In sostanza, si ottiene un congruo rilascio di endorfine, che associato allo stato d’animo, creato dalle due persone, con la loro intesa, può portare al pieno appagamento, sia fisico che mentale …”
“Dovrà avere un ‘casco’ anche la persona che ho scelto … Bisognerà che i suoi siano d’accordo …”
“Naturalmente, ma suppongo che non ci siano ostacoli, se siete coetanei … A proposito, il genere? …”
“E’ una ragazza … Fa differenza per te? …”
“Non particolarmente, anche se la nostra famiglia è molto legata alle sue tradizioni …”
“Come funziona per i figli, quando una coppia è omologa? …”
“Non cambia molto, si tratta di trovare una donatrice consenziente, con la quale definire i termini della donazione stessa, onde evitare contestazioni future … Di solito, a sua richiesta esplicita, le si riconosce il 3° grado di parentela, a tutti gli effetti, ed il titolo appropriato di zia verso il nascituro, con diritto di seguirne l’educazione fino al raggiungimento dell’età adulta … A quel punto il giovane saprà come stanno le cose e potrà prendere le sue decisioni di conseguenza …”
“Che faresti, se scegliessi qualcuno del mio stesso sesso, alla fine? …”
“Niente, è una tua scelta … C’è forse un motivo per chiedermelo? …”
“La mia prima scelta è una ragazza, ma se le cose non dovessero andare bene, le mie simpatie ricadrebbero su un compagno, per il quale provo un grande affetto …”
“Non avere fretta di decidere … Oggi è solo la prima volta che affrontiamo l’argomento, ci sarà tutto il tempo di riflettere e di valutare … Cerca, nella persona che dovrà condividere la vita con te, le cose importanti, le affinità che vi porteranno a crescere una famiglia felice e con finalità convergenti … Questo è ciò che conta …”
“Quando credi che verrà il momento di dividerci da te, ma’ e Gina per mettere su la mia famiglia? …”
“Beh, di solito la legge lo consente dopo i sedici anni, se la famiglia di origine ha maturato le benemerenze necessarie …”
“E’ il caso nostro? …”
“Grazie a tua madre, sì! … Tu pensa a fare la scelta giusta, è il compito più difficile …”
“Che succederebbe, se sbagliassi? …”
“Partiresti col piede sbagliato e lo Stato non ti darebbe più le stesse chance … I tuoi figli non si troverebbero avvantaggiati come lo sei tu in questo momento … E questo è uno scotto che nessuno della nostra famiglia ha mai dovuto pagare, almeno fino ad oggi! … E, voglio sperare, che sia così anche in futuro …”
“Tu come hai fatto? … Cosa ti ha convinto a fare la tua scelta? …”
“E’ stato facile! … Tua madre aveva le idee chiare, più ancora di me … Ma un grande aiuto me lo ha dato tuo nonno, lui considerava Karen la migliore occasione che un uomo potesse avere e mi disse che se me la fossi lasciata sfuggire non me l’avrebbe mai perdonata … Ma comunque era anche già la mia convinzione … Ci fu solo qualche difficoltà per via della mia salute … Ebbi dei problemi e ci furono dei ritardi … Infine ci siamo sposati ed eccoci qui …”
“Tu non hai mai avuto dubbi, pa’? …”
“Dubbi di che genere, Glenn? …”
“Certe volte, durante la notte, sono convinto di fare delle esperienze che poi di giorno solo a fatica distinguo da ciò che vivo da sveglio … Non so se mi spiego? …”
“Credo di capirti, Glenn … Ma tieni presente che, citando un noto scienziato: ‘… ogni cosa di cui facciamo esperienza è un prodotto della nostra immaginazione. Anche se ci sembrano accurate e veritiere, però, non è detto che le nostre sensazioni riproducano la realtà. Molte esperienze riflettono gli stimoli fisici da cui giungono segnali al cervello. Ma gli stessi meccanismi cerebrali che interpretano i segnali provenienti da occhi, orecchie e altri organi di senso sono responsabili anche dei nostri sogni, delle illusioni sensoriali e delle mancanze della nostra memoria. Il reale e l'immaginario, in altre parole, hanno nel cervello la stessa origine fisica.’ … Queste parole mi sono rimaste limpidamente impresse nella mente, per quanto ne sono rimasto colpito … La realtà non è un dato univoco e certo, ma un processo del quale siamo partecipi, più o meno occasionalmente …”
“Non so se capisco bene, pa’ … A me sembra che ci sia differenza tra il sogno e la vita vigile, anche se qualche volta un po’ di confusione, in effetti, c’è! …”
“Glenn, so che non è facile da capire, ma ti consiglio di riflettere sul fatto che noi non abbiamo strumenti per poter inequivocabilmente identificare alcunché: non solo non possiamo dichiarare niente sulla realtà, ma nemmeno sui sogni! … Per poter costruire una visione del mondo coerente, noi dobbiamo utilizzare la nostra immaginazione, altrimenti la nostra visione del mondo sarebbe un’accozzaglia di eventi sconnessi … Ma dal momento che entra in campo l’immaginazione, siamo creatori di realtà, più che fruitori … I nostri sensi ci danno informazioni, attraverso la mediazione di quegli stessi circuiti neuronali, che entrano in gioco nell’elaborazione dei sogni e delle fantasie vigili … Non ci sono meccanismi diversi, tali da poter individuare qualcosa di fantastico contrapposto a qualcosa di reale! … L’immaginazione è il primo ’media‘ della storia umana … Non ci sarebbe alcuna realtà senza l’immaginazione … La vera difficoltà che ho incontrato io, è stata comprendere come, quello che noi chiamiamo realtà sia, in effetti, il risultato di una modalità di consenso generalizzata, cioè quello che la maggior parte di noi accetta come reale genera la realtà … Non, come potrebbe sembrare, il contrario …
“Tu stai dicendo che niente è reale a priori, ma che qualunque cosa può diventarlo, purché vi sia sufficiente consenso … E’ questo? …”
“Non è tanto una mia affermazione, quanto una conclusione obbligata alla quale ci portano le conoscenze scientifiche degli ultimi decenni … Devi solo approfondire un po’ della fisica che già conosci … Non ci sono strumenti possibili per identificare una realtà oggettiva … Né strumenti individuali, perché gli organi sensoriali sono mediati, come dicevo prima dai meccanismi dell’immaginazione, né strumenti meccanici, perché di questa presunta realtà oggettiva nessun 'acceleratore' ha mai colto l’essenza … Gli scienziati già da molto tempo enunciano le loro teorie alla ricerca della coerenza interna e dell’eleganza matematica, avendo rinunciato alla verificabilità sperimentale … Semmai qualcosa esistesse ‘là fuori’, potrebbe trattarsi di un vago turbinio di particelle effimere … Ma potrebbe darsi che non lo sapremo mai … Nel frattempo, tutto quello che si svolge nel nostro ‘mondo’ continua a tenerci prigionieri nella nostra gabbia dorata …”
“Tu sai se queste due possibili realtà abbiano qualcosa in comune, pa’? …”
“Ci sono stati lunghi dibattiti su questo, ma in passato, oggi non sembra interessare più questo genere di cose … Alcuni esperimenti, ai tempi in cui esisteva ancora la ricerca pura, hanno suggerito che esista una possibile estensione dell’equivalenza einsteiniana tra energia e materia … Forse, ma ribadisco che non si è andati in fondo a questa strada, quindi dico forse … Ci potrebbe essere un’ulteriore equivalenza tra energia e informazione, almeno a livelli estremi … Questo comporterebbe, il condizionale è d’obbligo, che in una fase primordiale della formazione dell’universo, o forse della fine termica del medesimo, quando appunto sono in gioco entità quantistiche, l’informazione sia stata in grado di influire sul livello di entropia, alterando il quale, dal caos si possa passare ad una bassa entropia, cioè ad un elevato grado di ordine, che è la premessa per un ‘nuovo’ inizio … Se l’informazione si può trasformare in energia e, come sappiamo per certo, l’energia in materia, allora abbiamo una spiegazione plausibile di come il cosmo intero possa emergere, da una perturbazione statistica …”
“Non so se ho capito, mi sembrano cose un po’ troppo specialistiche, pa’ … Spero che ne parleremo ancora … Ora però devo proprio dedicarmi ad altro! …”
“Ok, ragazzo mio … Pensa a quello che ti ho detto! … Le tue scelte decideranno per te, pensa bene, prima di farle! …”
“Cia’, pa’! …”
“A presto, Glenn …”


“Comunicazione terminata!”



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Cosa mai avrebbe fatto mio padre al posto mio? … Eppure dovrei saperlo … E’ da lui che ho imparato tutto, sul modo di affrontare la vita e le scelte che essa comporta … Ma è come se una parte di me non fosse più presente … Spero di aver dato a Glenn tutto l’aiuto che merita, ma qualcosa mi dice che quegli incubi di poco fa hanno a che fare con questi vuoti di memoria … E forse anche coi mal di testa e con le difficoltà di riposo … Ancora qualche minuto sul divano, prima di rimettermi al lavoro … Che giornata! …


“Comunicazione in entrata! Mittente: Prof. Benjamin Smith. Attendo disposizioni!”


Accidenti! Non so se essere contento, o disperato! … Non ho avuto dieci minuti sani di riposo … Chissà se questo dottore servirà a stare meglio, o a peggiorare le cose …


“Operativo! Sulla parete due, bidirezionale! … Esecutivo!”


“Buon Giorno, Sig. John Nolan … Lei ha presentato una richiesta di consulenza specialistica, in base all’articolo 493/B, del contratto pubblico di assistenza medica … Sono a sua disposizione per una breve valutazione del suo problema, sulla base della quale deciderò se assisterla direttamente o rinviare il suo caso alla struttura competente … E’ consapevole di quanto sopra? … Se sì, lo scandisca chiaramente per la registrazione in archivio …”
“Sono consapevole delle condizioni imposte da questa prassi di consultazione e le accetto.”
“Bene, Sig. Nolan … Vuole illustrarmi i suoi problemi? …”
“Proprio oggi, per fare un esempio, poche ore fa, ho avuto uno dei soliti incubi che mi assalgono, disturbando il mio sonno … Lo stesso era accaduto durante la notte scorsa, impedendomi di riposare … E questo stato di cose si ripete ormai da tempo, inficiando le mie capacità lavorative ed anche la mia vita privata … Ho bisogno di risolvere questo problema, o ne va della salute e del lavoro …”
“Qual è, nello specifico, la tipologia di queste sue ossessioni? … “
“Non so specificare, ma le immagini che vedo non sono l’aspetto veramente opprimente, quello che più mi stressa sono le sensazioni fisiche che le affiancano … Provo fatica a respirare e sento il cuore battere all’impazzata … Inoltre è come se ci fosse sempre qualcuno con me a spronarmi a dirmi di affrontare la situazione con decisione … Ma io sono sempre più sopraffatto e desidero solo fuggire e sottrarmi a quella situazione … Ma non ci riesco e di nuovo mi trovo minacciato dalla presenza fisica di cose come piccoli animali, od ombre indefinibili …”
“Riesce a risalire, Sig. Nolan, al momento, in cui questi fenomeni sono apparsi, per la prima volta? …”
“Ci ho pensato, Dottore, ma per strano che possa apparire, non riesco a focalizzare uno specifico momento … E’ come se fossero presenti da sempre ma con un’accentuazione crescente, nell’ultimo periodo …”
“Da quanto tempo, le percepisce, in questo modo invalidante? …”
“Nell’ultimo periodo, forse negli ultimi mesi …”
“C’è stato qualche episodio degno di nota nella sua vita, nello stesso periodo? …”
“Mah! … Non saprei … Le solite cose … La preoccupazione principale sono i figli … Non tanto la piccola Gina, che è un tesoro di dolcezza e simpatia, quanto il maschio, che presto avrà l’età per affrontare il mondo da solo … Karen, mia moglie, nell’ultimo periodo, era piuttosto ansiosa circa la necessità che io affrontassi con lui, da uomo a uomo, gli stati d’animo che la sua età poteva innescare … Io non ritenevo ci fosse tutta quell’urgenza e ho rimandato la cosa giorno, dopo giorno, fino ad oggi, ma evidentemente, Karen aveva visto giusto e si è trovata spiazzata di fronte alle domande di Glenn … Non so perché fossi così recalcitrante ad affrontare Glenn …”
“Non crede che questa cosa necessiti di una spiegazione? …”
“Lei dice, vero? …”
“Temo di sì! …”
“Eppure non ho incontrato alcun problema a spiegare poi le cose a Glenn, tutto si è risolto, penso, con reciproca soddisfazione …”
“E’ proprio sicuro che il suo stato d’animo sia stato calmo e rilassato e che nessun turbamento l’abbia assalita? …”
“Poco prima che chiamasse lei, Professore … Mi chiedevo se fossi stato all’altezza delle aspettative di mio figlio … E, non so perché, sono stato assalito dal dubbio su ciò che avrebbe fatto mio padre al mio posto, ma questo è assurdo perché dovrei sapere bene cosa, in effetti, egli fece, per introdurmi alle cose della vita … Fra le altre situazioni che mi opprimono, c’è questa sensazione di non ricordare episodi della mia vita … Non cose di poco conto, bensì fatti importanti … Lacune che riguardano momenti significativi del mio rapporto con papà … Mi sono perso una parte di me … Lei lo crede possibile? …”
“Non sarebbe certo il primo caso …”
“Vorrebbe spiegarmi questo concetto? … Com’è possibile, che ciò accada? …”
“Lei sa, come tutte le persone con istruzione superiore, quale sia la natura della mente umana … E sa, quindi anche, che per poter costruire una visione del mondo coerente, noi dobbiamo utilizzare la nostra immaginazione, per riordinare i messaggi che riceviamo dai nostri sensi …”
“E’ curioso, ma poco fa, con mio figlio, ho ribadito proprio questo concetto …”
“In conseguenza a quanto sopra, bisogna considerare l’esistenza individuale (Io, Sé, Es, o qualunque nome si voglia attribuirgli) come solo UNA delle possibili istanze, che emergono dall’insieme delle SESAZIONI PSICO-FISICHE prodotte dai nostri sensi, veicolate al nostro cervello ed elaborate dalla nostra immaginazione in un quadro coerente, in base al quale noi, soggetto pensante, reagiamo all’ambiente … Alla nostra ‘fantasia’ d’ambiente! …”
“Razionalmente, queste cose mi sono note …”
“L’individuo ‘emerge’ da questo confuso insieme di stati d’animo, come un picco svetta in una catena di montagne … Esso non è ‘la’ montagna, ma solo una delle creste, per quanto ben visibile, pur sempre una parte circoscritta, di un tutto assai più vasto … Spesso ognuno di noi, finisce per identificarsi solo col ‘picco’, perdendo di vista il resto … Ma in questo modo veniamo sviati, da ciò che veramente siamo e quindi ci vengono sottratte componenti importanti della nostra esperienza …”
“Ci perdiamo i pezzi, così facilmente? …”
“Il fatto è, che la cosiddetta realtà e le cosiddette fantasie/sogni provengono dalla stessa fonte organica e sono quindi PRODOTTE allo stesso modo! … Noi non siamo in grado di distinguerle! Non è possibile, occorre quindi, dare peso ad entrambe! Non può che essere così, non resta che farsene una ragione! … La nostra esperienza umana è completa, solo se accettiamo anche la parte negletta della nostra esperienza umana … Quando il fulcro della nostra attenzione scivola inesorabilmente verso le cosiddette cose importanti e gradualmente perde interesse in tutto il resto, qualcosa di noi sembra perduto, ma non lo è … Semplicemente si posiziona al di sotto del nostro livello percettivo, ma continua ad agire, in modo subdolo … In modi a volte imprevedibili! … Quello che credevamo eliminato dalla nostra vita, ha ora preso il controllo esclusivo di una parte di noi e, prima o poi, come dice il filosofo, chiederà il conto dell’ingiustizia subita …”
“Sembra che lei, la dipinga come una personalità parallela, Professore …”
“Niente di più appropriato, Nolan … Il fatto che lo diventi, a tutti gli effetti o meno, è del tutto incidentale … Può essere un problema di intensità emotiva, tra una semplice ossessione ed una malattia mentale vera e propria … E’ questo che va sottolineato: il pericolo che trascurare componenti della nostra esperienza diventi un problema, molto più ostativo, delle distrazioni stesse, che si vogliono evitare … I pensieri che, apparentemente, disturbano la nostra attenzione primaria, non possono essere derubricati senza pagare un prezzo, un prezzo crescente, al ripetersi di tale sottovalutazione … Questo perché noi NON SIAMO IN GRADO DI ‘APPREZZARE’ LA VALENZA REALE DI CIO’ CHE PENSIAMO … La nostra mente produce un flusso continuo proveniente dal nostro corpo e mediato dalla nostra immaginazione … Tutti questi messaggi fanno parte della nostra vita, fisica e mentale … Nulla può essere, impunemente, trascurato! …”
“Ma in questo modo, la nostra vita intellettuale sarebbe un continuo vagabondare senza meta …”
“In realtà, lo è ugualmente, perché ciò che crediamo di poter trascurare, prima o poi, trova la strada verso la superficie e riconquista il suo diritto ad esistere! … Ed eccoci al punto che la riguarda …”
“Intende dire, che ho trascurato qualcosa e che, adesso, mi trovo a fare i conti con ‘quel qualcosa’, Dottore? …”
“Ritengo, verosimilmente, che sia questo il caso … Lei diceva, esplicitamente, poco fa, di sentire di aver perso parti di sé … E’ su questo aspetto che occorre lavorare … Se mi permette, le consiglierei di fare, in prima battuta, un tentativo autogeno, senza il mio aiuto intendo … Se non avrà successo, ci risentiremo e cercherò di guidarla … Tenga presente che i sintomi che la assillano, non sono che messaggi, provenienti da quella parte del suo sé in ombra, quella parte che si sente trascurata e defraudata, dalle sue scelte di vita … Si prenda il tempo necessario, per veder emergere queste ombre, alla luce della sua coscienza vigile … Non serve altro che questo: dedicare tempo a quel che appare una 'perdita di tempo'! …”
“Mi piacerebbe, ma ho una moglie e un lavoro …”
“Non sono proprio loro a pagare un prezzo, insieme a lei medesimo, in seguito alla situazione attuale? … Non crede che sua moglie sia in grado di capire che lei è di fronte ad un bivio … Con la possibilità di risolvere il problema, o di vederlo peggiorare …? Forse lei è ancora in tempo e forse una breve vacanza, in compagnia del suo ‘inconscio’, sarebbe sufficiente a superare questa situazione …“
“Va bene, Dottore, farò un tentativo in questo senso e sono certo che mia moglie mi sosterrà, viste le premesse … In caso contrario, la cercherò ancora …”
“E sarà sempre il benvenuto, Signor Nolan! … La saluto.”
“Grazie, Professore. I miei omaggi.”


“Comunicazione terminata!”



Adesso speriamo di poter finalmente riposare, almeno per un paio d’ore … Sarà vero quel che dice il buon Dottore? … Basterà dedicare tempo al tempo, per vedere emergere ricordi, affondati chissà quanti anni fa e per veder svanire i disturbi che mi assillano? … Mah! …



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Edward Nolan, mio padre … Lui soleva raccontarmi le storie di un tempo, le ricordava bene, lui! … Suo padre, mio nonno Robert, era stato testimone di cambiamenti … E che cambiamenti! … Ah! Se potessi ricordare … Quante storie mi raccontava, mio padre … Perché i miei ricordi sono così confusi? … E perché solo nei miei sogni, sembrano emergere brandelli di memorie? …
Il nonno non aveva sempre vissuto, come noi, protetto in un ambiente e connesso al mondo tramite i media … Papà mi raccontava come, a quei tempi, la gente s’incontrasse in luoghi aperti ed avesse ogni genere di contatti fisici … Che cosa rivoltante … Eppure già allora esistevano sistemi mediali che consentissero rapporti più sicuri tra gli individui e qualcuno, volontariamente, se ne serviva … Com’era quel nome … Loro li consideravano passatempi … Kine … No! … Cine … Ecco assomigliava a ‘cinema’, ma con una differenza! … ‘Cinetic-play-…’ … Sì, dev’essere proprio quello il nome: ‘Cinetic-play-gamer’! … Ecco il nome che mi era sempre sfuggito! … Quel sistema assomigliava molto ai nostri, ma non era obbligatorio tenerlo in casa … Era la prima volta, diceva mio padre, in cui un sistema, mediatico entrava nelle case ed era in grado, oltre a fornire servizi e comunicazione, di acquisire informazioni ambientali … Subito dopo fiorirono i sistemi simili prodotti dalla concorrenza, per non lasciare a un solo produttore il privilegio di avere informazioni di marketing di prima mano e di calibrare le proprie promozioni in funzione delle singole utenze collegate …
Nonno Robert era uno di quelli fermamente contrario all’uso di quel tipo di connessione … Diceva che avrebbe introdotto surrettiziamente nelle case un controllore tipo ‘grande fratello orwelliano’ … Non ho mai capito bene cosa significasse … Nonno doveva essere contro il progresso e tutti i vantaggi che oggi riceviamo da quelle prime sperimentazioni … Lui era strano, mentre tutti vivevano in quelle forme familiari a diretto contatto fisico, lui preferiva starsene solo, nella sua casa in riva al mare, in un posto da lupi, lontano da tutti … Cosa mai poteva attirarlo, in quel modo di vivere? … Papà me l’ha spiegato tante volte … Ma io non so se l’ho mai capito … Cosa diceva in proposito? … Perché non ricordo? …
La mia testa! … Uuuuhmmm! … Non c’è più verità, nei rapporti umani … La gente non si fida del proprio prossimo e cerca continuamente metodi surrogati di comunicazione: telefoni, computer, reality show televisivi … Di questo si lamentava, nonno Robert, e aggiungeva che la solitudine sembrava essere l’unica possibile strada per non cadere nell’inganno! … Chiesi molte volte a mio padre, cosa veramente volesse dire, cosa si dovesse intendere con ‘inganno’ … Papà diceva che nelle relazioni comuni a quel tempo, i rapporti fisici tra persone, ognuno recitava una parte, si comportava inizialmente in modo anche troppo affettato, per poi cambiare e, una volta entrati in confidenza, si dava tutto per scontato e ci si comportava senza più regole del tutto … Il nonno non ne poteva più di quel genere di ipocrisia ed il suo rifugio era la solitudine e la possibilità di gestire tutti i rapporti con il tramite dei media del tempo, in special modo internet, lo liberava da quegli imbarazzi … Vivendo la propria esperienza in quel modo, non c’era più alcun ‘inganno’ possibile … Ogni giorno era necessario fare i conti con se stessi, nel bene e nel male, e non c’erano possibili alibi … Egli era solito dire a papà: ‘Non puoi dare la colpa ad altri e devi ritrovare, continuamente, le ragioni del vivere quotidiano, giorno per giorno e senza scampo’ … All’inizio, il nonno credeva d’impazzire, diceva mio padre … Spesso fu sul punto di rinunciare, di trovarsi un'altra compagna per risposarsi … Ma, in ultima analisi, finiva per ‘rinsavire’, diceva lui … Gli ultimi anni li trascorse così e quando entrò in vigore il nuovo regime obbligatorio di isolamento fisico, per lui non cambiò poi molto, era già in quell’ottica, da anni … Tuttavia, non ne fu mai succube, anzi …
… Anzi … E’ questo che quasi era sparito dai miei ricordi … Il nonno volle che mio padre sapesse come era il mondo ‘esterno’, quel mondo che non esisteva più, ufficialmente, per le nuove generazioni … Edward ebbe la possibilità, grazie a suo padre, di avere un contatto con l’ambiente 'naturale' … E’ così che, in seguito, ha potuto raccontarlo anche a me … E non solo …
Possibile che i miei incubi, tali non siano? … Papà ha portato anche me a contatto con la natura fisica, fuori dall’ambiente in cui sono nato? … Ma come fu possibile? … Se fosse vero, io dovrei ricordare come mi fu possibile sfuggire dai miei locali e … Bontà divina! … Incontrare mio padre! … Oooh! … Sì! … Io ricordo, adesso, quell’incontro … Quel contatto fisico! … Le strane sensazioni che provai … Tutte in successione, tutte travolgenti, opprimenti, entusiasmanti … Ero dominato dalle sensazioni fisiche, incapace di controllarmi, spaventato e tremante … Proprio come negli incubi successivi, fino ad oggi … Possibile che abbia creduto di sognare, mentre stavo solo ricordando? …




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“Comunicazione in entrata! Mittente: Signora Karen. Attendo disposizioni!”

“Operativo! Sulla parete due, bidirezionale! … Esecutivo!”

“John, amore … Scusa se ti devo disturbare ancora … Come stai? …”
“Un po’ meglio, Karen … Sono riuscito a riposare un po’, ma soprattutto, ho avuto un proficuo colloquio con uno psicologo del Servizio Medico … E tu? … Che mi dici? …”
“Sono contenta di sentire che stai meglio … Io ho un grosso problema, John … Si è guastata la stampante 3D ed ho un sacco di campioni da predisporre per i test … Non so davvero come fare! … Ho già naturalmente richiesto la sostituzione, ma il guaio è che per consegnarmela, devo contestualmente restituire il modello in mio possesso, previo imballaggio appropriato … Ma come si fa, John, non c’è modo di farlo entrare nella sua scatola …”
“Amore … Bisogna disassemblarlo, come quando ti è arrivato … Solo così può entrare nel suo contenitore …

“Accidenti, se ci ho provato … In tutti i modi, ma non c’è verso! …”
“Prendi le istruzioni ed esegui tutti i passaggi al contrario … Dovrebbe funzionare …”
“Per favore rimani in linea, mentre ci provo, vuoi?...”
“Certo, cara … Fa con calma …”
“Dunque, vediamo … L’ultimo dei passaggi per metterla insieme è questo … Perciò, dovrebbe essere il primo, in questo caso … Adesso sì, ci siamo! … Mi mancava proprio il primo pezzo da smontare … Ecco, ora il resto è facile … Grazie, amore! …”
“Quando ti arriva il pezzo nuovo? …”
“Appena confermo la possibilità di restituire il modulo danneggiato, col vagoncino di ritorno …”
“Ottimizzazione dei costi, sai com’è! … L’alternativa sarebbe stata pagare la differenza per il trasporto del reso …”
“Ci mancherebbe pure! … Non siamo nella stagione giusta per gli sprechi … Ora che Glenn potrebbe, da un momento all’altro, prendere il volo …”
“Non essere così ansiosa, Karen! … Questa faccenda ti sta mettendo in agitazione più del dovuto … E’ ancora giovane, in fondo! Glenn ha solo delle curiosità più che normali alla sua età, ma non è detto che abbia tutta questa fretta di andarsene … Anzi, credo che gli ci vorrà del tempo per decidersi …”
“Come lo sai? …”
“Gli ho parlato! … Ti dissi, che l’avrei fatto … E’ solo curioso, per il momento, sta esplorando un mondo nuovo per lui: le sue sensazioni adolescenziali … Ma ho l’impressione che, per il resto, si stia ancora guardando intorno …”
“Forse hai ragione … Che dici, John, è il caso di sigillare il contenitore? …”
“E’ meglio di sì, Karen … Quando il vagoncino arriva a destinazione, il tizio che estrae il contenitore potrebbe inavvertitamente perdere qualche pezzo, se la scatola non fosse accuratamente sigillata … La responsabilità in quel caso sarebbe tua! …”
“Ora che me lo dici, mi viene in mente che una volta è successo proprio così, ad una mia amica, e lei ha dovuto pagare una maggiorazione, perché mancava qualcosa dalla scatola non sigillata … Alla centrale di smistamento ci sono, per lo più, robot non particolarmente sofisticati … Del resto, lo sappiamo, che ci mettono gli scarti e i modelli più obsoleti …”
“Pensare che mio padre è stato uno dei progettisti della ‘Material-Internet’ … Lui e gli altri si sono dannati l’anima per renderlo un servizio impeccabile …”
“Così l’aveva battezzata, lui? … ‘Material-Internet’? … Mi sembrava di ricordare, che l’idea del primo nome fosse ‘Underground-Delivery’? …”
“Quella, se non sbaglio, è un’idea che gli diede mio nonno e che non piacque ai suoi capi … Loro volevano chiamarla ‘Goods-Web’ … Nome senza fantasia … No, per la verità papà riteneva che il nome migliore dovesse essere pratico e intuitivo e così propose ‘Express-Line’ … Ma poi si scatenò il 'toto nomi' e ognuno voleva il merito per sé … Mi ricordo alcune delle proposte, tipo ‘Tube-Service’, o ‘Internet-Fisica’ e quant’altro … In effetti, ‘Material-Internet’, piaceva a mia madre e lei la indicava sempre così, forse per questo, ogni tanto, mi viene di chiamarla in questo modo … “
“E allora di chi è stata, in origine, l’idea di uso corrente, ‘Wagon-net’? …
“La famosa definizione standard … ‘Rete a Vagoncini’, o ‘Wagon-Web’ … Aspetta! … Papà me l’ha detto … Era di un tipo che gli dava sui nervi, uno davvero antipatico, che non poteva soffrire … Come si chiamava?! … Sì, Jimmy ... Jimmy Carter, ecco! …”
“Mi ricordo ancora i vecchi tempi, quando c’era solo una linea, a bassa capienza, per la spesa … Ai tempi la gente s’era inventata il nomignolo ‘Foodtubes’… E c’è ancora qualcuno che lo usa …”
“Tu lo sai com’era nata l’idea? …”
“A cosa ti riferisci, John? …”
“I primi esperimenti, all’epoca di mio nonno, si erano ispirati alla cosiddetta ‘posta pneumatica’ … Una roba che esisteva prima di internet … Preistoria, praticamente … Quella funzionava con tubazioni sotto vuoto, ma per percorsi molto limitati … In realtà, i militari ci provarono a sfruttare la tecnologia a vuoto, ma fu un fallimento, sulle lunghe e lunghissime distanze … Si dovette ricorrere ai motori a induzione lineare, come quelli delle allora diffusissime metropolitane, da cui uno dei nomi proposti …”
“Ovvio, era l’unico modo per rendere il trasporto indipendente da distanza e peso … Solo così negli anni successivi fu possibile sviluppare i diversi sistemi in parallelo, in modo che vi fosse il giusto rapporto fra il tipo di merce da consegnare e la capacità dei mezzi per il trasporto … Quando ho cominciato gli studi d’ingegneria, si stava per introdurre il 3° livello del sistema di consegne merci ingombranti … Ricordo che proprio il nostro gruppo presentò la sua tesi sul software per lo smistamento elettromagnetico …”
“Vuoi che non lo ricordi, Karen? … Io ero nella commissione d’esame e c’era una biondina nel gruppo, che mi faceva l’occhiolino, durante tutto il tempo della discussione …”
“Sono contenta, John, di sentire che hai di nuovo voglia di spettegolare con tua moglie … Segno che stai migliorando …”
“Sì, amore, sto decisamente meglio! … Ora ti lascio al tuo lavoro e cerco di applicarmi ai consigli del dottore … A presto, Karen”
“Ho distribuito il tuo carico di lavoro al personale di riserva; questo ti da qualche giorno di respiro, perché tu possa rimetterti … Ci sentiamo dopo, John …”



“Comunicazione terminata!”



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Se tutto ciò che mi ha perseguitato fino ad oggi, non erano incubi ma ricordi … E’ necessario, che io provi a rimettere insieme il mio passato, che ricostruisca la mia identità da capo e che trasmetta a mio figlio qualcosa di più vero, di quanto abbia fatto fino ad oggi … Non voglio essere io la causa della fine della nostra tradizione famigliare … Perché mio padre mi ha sempre ripetuto, quanto fosse importante la nostra tradizione … Fino ad oggi quel concetto è stato vagamente astratto per me, ma questi ‘nuovi’ ricordi stanno dando un nuovo senso a quell’idea …
Ora, finalmente, comincio a ricordare! … Anche nonno Robert si connetteva spesso con me e giocavamo alla moda dei suoi tempi, prima che … Se ne andasse … Ma ancora non so focalizzare, come avvenne che se ne andò … Non morì il nonno, questo lo ricordo bene … Non ci fu un funerale, né pregammo per lui … Semplicemente se ne andò ed io non riuscii mai a capire perché … Papà tentò di spiegarmelo … Ma non ricordo bene … Papà diceva spesso, che lo capiva, che, se avesse avuto più coraggio, l’avrebbe fatto anche lui, ma l’amore per mia madre lo aveva sempre trattenuto, mentre Robert, suo padre, era rimasto vedovo, a un certo punto, e non riusciva più a dare un senso ai suoi giorni … Adesso ricordo, che mio padre tentò di spiegarmi, quanto fosse stato difficile per lui, accettare la decisione finale di mio nonno … Sapere che non l’avrebbe visto e sentito più, ma che lo avrebbe continuato a pensare vivo, lo metteva a disagio, gli impediva di elaborare il lutto ma comportava un permanente senso di perdita … Forse è questo che inconsapevolmente io stesso provavo, in una forma infantile, continuando a chiedergli dove fosse il nonno e perché non mi contattasse più …
Fu il nonno a parlarmi per primo di quei giochi che lui, da bambino, faceva ‘insieme’ … ‘Fisicamente insieme’ agli altri della famiglia: I fratelli, i suoi genitori e gli amici! … In quel tempo, mi raccontava, tutte le persone si potevano incontrare nello stesso luogo e giocare con il ‘Cinetic-play-gamer’, l’unico sistema esistente allora per interfacciarsi con il computer … Davvero primitivo! … Egli sosteneva che la gente, a quel tempo, non si rendeva conto delle conseguenze … Di quello cui stavano andando incontro, con quei giochi, apparentemente innocenti … Io non capivo, lo ricordo bene, e nonostante lui ripetesse la spiegazione con vari esempi, per me era difficile immedesimarmi … Io non sapevo proprio cosa significasse il ‘contatto fisico’ … E perché per il nonno fosse così tremendo perderlo per sempre … Era quella la sua idea fissa: Quel gioco infernale, diceva, fu la prima tappa verso la fine della ‘libertà’ … Il ‘Cinetic-play-gamer’ affascinava tutti, grandi e piccini, a quei tempi, perché era la prima volta che non occorreva utilizzare oggetti vari per interfacciarsi, per la prima volta bastavano i movimenti del corpo che, interpretati dai sensori, venivano inglobati nel mondo virtuale del gioco … Solo molto più tardi ci si rese conto, che l’apparecchio, non ‘leggeva’ soltanto i movimenti dei giocatori, ma tutto ciò che caratterizzava l’ambiente, utilizzando le informazioni, così ricavate, per fornire un feedback al marketing delle aziende produttrici e forse anche ad altre entità interessate … In questo modo fu definitivamente bypassata l’ultima barriera della privacy individuale … Gli individui furono, diceva nonno Robert, esattamente inquadrati, uno per uno, negli archivi delle aziende, fornendo loro le informazioni necessarie per produrre proprio ciò, che ognuno dei loro clienti ‘desiderava’! … In breve tempo, la dipendenza dai mondi virtuali fu tale, che quasi nessuno protestò, quando furono proposte le leggi per introdurre l’isolamento degli individui e la ‘mediazione’ di ogni rapporto, nella forma che ci ha portato allo stato attuale … Nessuno sentiva più il bisogno di avere rapporti fisici con gli altri … Erano troppo ‘attratti’ da ciò che trovavano nei nuovi ambienti virtuali … Erano già abituati a comunicare con i ‘messaggi’ e le ‘chat’, per rimpiangere le ‘chiacchierate fra amici davanti ad un bicchiere di birra’ … Così diceva il nonno, anche se per me tutto ciò era molto oscuro … E allora provavo ad insistere con le domande che avevano significato per me: Cosa si prova a stare vicino ad una persona? … Come ci si deve comportare? … E’ possibile toccarsi e se sì, in che modo? … E così via …
Il nonno sembrava perplesso a quel mio insistere su cose che per lui erano secondarie, ma poi si lasciava andare e mi spiegava tutto quel mondo di sensazioni e stati d’animo … Le chiamava esperienze ‘al di sotto della soglia delle percezioni’ … Non so bene cosa fosse veramente, ciò di cui parlava … Ma fu proprio la mia incapacità di comprendere il senso di cose per lui così naturali, a spingerlo a trovare il modo di farmi vivere quelle esperienze, come per lui era stato possibile … Ecco la nostra ‘tradizione di famiglia’ … Il padre che porta il figlio a conoscere la ‘vera vita là fuori’! …



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Mio padre Edward era stato il primo ad essere introdotto ai segreti perduti dei ‘rapporti interpersonali fisici’ … Ciò accadde molto avanti negli anni rispetto a me, perché nonno Robert, inizialmente non era certo di doverlo fare … Ma quando il nonno capì pienamente le conseguenze del nuovo regime, non fu capace di adattarvisi e, prima di abbandonare il suo isolamento verso un futuro incerto di libertà, decise che mio padre dovesse essere in grado di scegliere a sua volta … Fu così che nacque la nostra tradizione … Fu il nonno ad ingegnarsi per escogitare il modo di sfuggire ai blandi controlli che a quell’epoca confinavano ogni cittadino nella propria abitazione … L’organizzazione social-mediale era appena stata introdotta e non risultava difficile sottrarsi ai controlli, niente a che vedere con la situazione attuale! … Del resto gli impianti della ‘internet fisica’, quella che oggi viene amichevolmente chiamata la ‘Wagon-Web’, non erano del tutto implementati, specie nelle zone periferiche, ragion per cui era spesso necessario, che il cittadino entrasse in contatto con il personale addetto alle consegne di merci e servizi … Una cosa che la maggior parte delle persone trovava sconveniente ma inevitabile! … Per lo più, in quelle rare occasioni, ci si comportava in modo distaccato e formale, sempre nel timore di essere ripresi dalle telecamere di controllo in atteggiamenti ‘sospetti’, o peggio denunciati da più o meno interessati testimoni … Infatti, erano previste severe sanzioni per contatti interpersonali non a norma, così come incentivi per eventuali testimoni denuncianti …

Molto più complessa, sarà la ricerca di una ‘via di fuga’, se io vorrò mostrare a Glenn i residui del mondo che fu … Non impossibile tuttavia … Mi farà gioco la negligenza di quei burocrati cui spesso ho dovuto riferire e che hanno sempre ignorato le possibili falle da me segnalate e che sono ancora lì, dopo anni, difficilmente identificabili per le persone comuni, ma non per chi ha sottomano i progetti ed ha implementato gran parte degli adeguamenti, introdotti nel tempo …
Ma io non sono mio nonno e nemmeno mio padre! … Io devo prima trovare il coraggio, il coraggio per me stesso e, non da meno, trovare il modo di infonderne in Glenn! … Povero il mio Glenn, nemmeno se lo immagina cosa mi passi per la testa! … Forse non vorrà affatto tentare questa impresa e forse io lo dovrei capire meglio di chiunque, visto che ci sono passato, visto che non desideravo farlo e mio padre mi ci trascinò più con le minacce che con la persuasione … E s’è visto il trauma che ho subito! … E dopo che solo adesso ne sono uscito, sono già pronto a fare lo stesso a mio figlio! … D’altra parte, chi sono io per privare Glenn di questo potenziale arricchimento e di nascondermi dietro alle mie paure per privare lui di una chance? …
Devo trovare il modo di portarlo dalla mia parte senza forzature e nello stesso tempo occorre pianificare la corretta sequenza di passi per poter guadagnare insieme la ‘libertà’ …


Fine della prima parte.


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Seconda parte
(Dove ritroviamo i nostri protagonisti, solo alcuni giorni dopo …)


… E’ stato tutto così eccitante, come non ricordavo di avere mai vissuto! … Spero che anche Glenn, come me, sia riuscito a rientrare senza problemi nel suo alloggio … Nonostante i miei timori iniziali, posso ritenermi soddisfatto: le parole pronunciate da mio figlio, poco prima del rientro, sono un conforto indescrivibile, una soddisfazione inaspettata, un successo davvero insperato … Glenn, per mia fortuna, ha reagito in modo completamente diverso da me alla sua età, ha colto a pieno l’occasione di conoscere il mondo al di fuori del nostro paradigma sociale, ha saputo affrontare senza patemi, o remore l’esplosione emotiva che colpisce chi, per la prima volta nella vita si trova all’esterno, nel mondo dei rapporti fisici tra individui anche di specie diverse … E, se non sbaglio, sembra avere più forza di quanta ne avessi io ai miei tempi nel ritornare repentinamente ad uno status, come quello che ci e lo aspetta per il resto della vita: lui come tutti, dovrà vivere in questo mondo ‘iper-mediale’ il resto dei suoi giorni … Forse dopo questa nostra avventura, qualcuno prenderà provvedimenti per sanare le falle che noi abbiamo sfruttato per ‘uscire’ … Forse, con questa nostra avventura, si chiuderà definitivamente la nostra tradizione di famiglia …
Ora dovrò affrontare Karen e le necessarie spiegazioni cui ha diritto … Non ho voluto consultarmi con lei preventivamente, ho preferito che, nel bene o nel male, la responsabilità di questa rischiosa iniziativa ricadesse solo su di me … Non voglio nemmeno pensare alle conseguenze, se fossimo stati individuati … Karen avrà senz’altro recuperato il file criptato, in cui le anticipavo, le assenze mia e di Glenn per qualche giorno dal ‘network-sociale’, per evitarle motivi di allarme … Ora però dovrò riprendere la vita di sempre, fingendo pubblicamente che nulla sia successo, se non un periodo di malattia concomitante di padre e figlio, con riposo forzato a letto … Ma presto sarà necessario fornirle, col solito codice privato, che già usavamo da ragazzi, tutte le spiegazioni del caso … So che capirà, ma è giusto che le racconti quanti più dettagli possibile …



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“Comunicazione in entrata! Mittente: Giovane Glenn. Attendo disposizioni!”

“Operativo! Sulla parete due, bidirezionale! … Esecutivo!”

“John, papà … Eccomi! Io, tutto bene e tu? …”
“Glenn!! … Cielo ti ringrazio! … Ehem! … Tutto bene, figliolo … Il momento più tremendo é stata questa interminabile attesa … Ho avuto il cuore in gola fin qui, ma per fortuna è andata bene … Ora posso respirare … Stavo giusto pensando di chiamare tua madre per dirle che … ‘ci siamo finalmente alzati dal letto …’ … Ricorda di farle un saluto appena puoi …”
“Certo, stai tranquillo pa’! … Lo farò senz’altro … Ma lascio a te le spiegazioni dettagliate …”
“Naturalmente, a questo penserò io … Tu come va? … Hai avuto qualche difficoltà? …”
“No, niente del tutto … Solo che sono … Come dire … Vorrei che non fosse ancora finita, mi capisci? …”
“Lo so, figliolo, lo so! … Ma prudenza, prima di parlare, rifletti attentamente …”
“Sì, sì … Stai tranquillo pa’ … Ho mille cose per la testa, tante cose da dire e tante domande da fare, sapessi! …”
“Ci sarà tempo per discuterne … Quanto ne vuoi, pure troppo …”
“Anche tu avrai avuto mille domande per il nonno, a quei tempi …”
“Io non ho avuto il tuo stesso spirito, in quell’occasione, per me è stato un trauma … Un’esperienza da dimenticare … Se non terrorizzato, di certo ne fui sopraffatto … Non volli più parlarne né col nonno, né con altri, fino a questi giorni …”
“Pa’ …”
“Sì, figliolo? …”
“Perché non ci è permesso di tenere uno di quegli animaletti … Sai quali intendo … Perché non possiamo averli nelle nostre dimore? … Non possono certo causare danni …”
“La nostra società, caro Glenn, si basa sulla mediazione … Capisci? … Niente di diretto deve interferire con le nostre vite, altrimenti il nostro mondo crollerebbe … Poco per volta, ma finirebbe per crollare, si comincerebbe con piccoli animali domestici, ma presto nascerebbe la curiosità per i contatti fra individui … No, figliolo, non farti illusioni, questa è una strada senza ritorno … Tieniti stretti quei pochi ricordi e fa i conti con la vita che ti aspetta … Soffrirai di meno … Questo nostro modo di vivere, nel bene o nel male, è frutto dell’evoluzione che ci siamo dati, da tempi immemorabili … Siamo approdati a questo e non senza contrasti … Oggi sai che non tutti si sono rassegnati, ma sai anche quanto miserabile sia l’esistenza ‘fuori’ … ‘Fuori’ vuol veramente dire: esclusi, senza possibilità di contatto , continuamente braccati, privi di diritti, affamati, terrorizzati nell’unico bene per cui ci si batte: i contatti umani possono nascondere il tranello di un ‘infiltrato’, pronto a tradirti, consegnandoti all’autorità del regime ICP … L’Istituzione Correzionale Pubblica farà di quei disgraziati poco più che degli schiavi … Una punizione che può durare una vita … Non so se potendo tornare indietro, molti di quelli che si ribellarono al nuovo sistema sociale, lo rifarebbero ancora …”
“Ma tu ed io in questi giorni, allora …”
“Come già ti dissi, non senza una tormentata riflessione, ho deciso di attenermi a quella che è stata una tradizione di famiglia, introdotta da tuo bis-nonno … Lui, lo disse a mio padre, che lo ribadì a me, così come io ho cercato di trasferirlo a te … Non so se tu potrai materialmente fare lo stesso con tuo figlio, ma spero vorrai fare, per quanto possibile la tua parte … Per conto mio devo ancora dirti qualche cosa, qualcosa che è rimasto celato nella mia mente, per molti anni e che è riemerso, anche a seguito degli ultimi fatti …”
“Di che si tratta, pa’? …”
“ … Non so se si possa cambiare qualcosa di quello che non condividiamo, ma è certo che la nostra famiglia ha sempre mantenuto il ricordo di cose, che oggi la maggior parte delle persone non reputa più di alcun interesse … Possiamo dimenticarcene nel nostro quotidiano, dovendo fare i conti con problemi concreti, sempre pressanti ed incalzanti … Tuttavia, quando ci viene di porci domande su quello che siamo, non possiamo ignorare il senso che la nostra tradizione famigliare da alla vita: il nostro lotto è quello che viene affidato a tutti gli esseri viventi, agli animali, ai mammiferi, alla nostra specie insomma: non ci sono verità massime e assolute; questo è il nostro lotto e, quando sarà finito, saremo in una casella, in una delle tante cronologie, delle tante “ricerche”, incasellate nel database del tempo. Saremo stati uno dei tanti punti di vista esplorati in questo mondo, forse da ‘qualcuno’, un qualcuno di cui mai sapremo nulla … Il nostro “anelito” è solo la percezione del nostro istinto di sopravvivenza, che ci spinge a sopravvivere/nutrirci/riprodurci, al solo scopo di mantenere in vita la nostra specie … Non c’è altra verità, né occorre che ci sia … Ecco perché c’è anche un motto nella nostra famiglia … Un motto che riconduce a quello che veramente siamo: solo uno dei tanti “punti di vista possibili”, ma unico, in qualche modo … Nessun altro potrà sapere ciò che sappiamo noi e di più, siamo gli unici a poter scegliere come condurre il gioco … “Post fata nihil est”, il nostro motto di famiglia, può essere inteso in molti modi, ma tutti riconducibili al limite di possibilità, che ognuno di noi ha in dotazione e al di fuori delle quali non c’è nulla per noi: cogliere il nostro piccolo lotto, vivere le nostre chance, sapendo che né prima, né dopo ci sia ‘altro’ … E se anche ci fosse, non potrebbe in alcun modo riguardarci … Il presunto ‘altro’ è stato speso mentre noi vivevamo la nostra esperienza, così come noi siamo, a nostra volta, stati anche ‘altro’ per tutte le diverse esperienze possibili … Il tempo, che a noi, a chi lo esperisce, appare fluire, non è, in realtà, che un singolo ‘istante’, in cui ‘tutto avviene’, nella cui completezza la totalità della Storia ‘è’! … Anch’esso in fondo obbedisce alla stessa legge: ‘alla fine delle storie, nulla più’ …”
“E poi, pa’? …”
“E’ nella nostra natura, Glenn, porci sempre una nuova domanda … Anche quando non ha senso farlo, mio nonno, che se lo aspettava, a quel punto si faceva una risata e soleva rispondere: … “ E poi? … E poi, c’è sempre qualcuno, che cambia argomento e … Racconta un’altra storia …”



“Comunicazione terminata!”




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