[… Ma i fisici teorici … sognano di pecore
astratte? …]
Sommario: Ci sono teorie sempre più mirabolanti
negli ambienti della fisica teorica e ogni giorno ne vengono proposte di nuove
ancor più “spinte” … C’è solo un problema comune a tutte: esse non sono in
grado di dirci più alcunché sulla realtà e anzi spesso aspirano a proporne una –
o molte – del tutto propria …
Sono sempre stato affascinato dalla mentalità
scientifica, pur non essendo particolarmente dotato nei suoi fondamentali.
Ammiro quindi coloro che vi sono portati e che grazie ai loro studi sono
pervenuti a padroneggiare le tecniche e i metodi necessari per svolgere
professionalmente tale attività.
A me non è rimasto e non rimane che dedicarmi
a letture amene sull’argomento, proposte dai vari divulgatori scientifici. Per lo
meno questo è quello che ho fatto per molti anni e faccio ancora volentieri …
Tuttavia, nel corso del tempo, ho maturato una certa familiarità con gli
argomenti in oggetto e, sebbene questa cultura non abbia fatto di me uno
scienziato nemmeno lontanamente, penso di aver colto alcuni aspetti “collaterali”
– per così dire – di quell’ambiente che mi disturbano un poco e che non sembrano
purtroppo stimolare i suddetti mediatori, nella loro ansia di compiacere l’intervistato
di turno, o la teoria a cui si sono affezionati.
Tutto ciò non mi sembra affatto nello spirito
che dovrebbe muovere la scienza, a partire, se vogliamo, già dai suoi primi
passi … D’altra parte per profani come me non è facile entrare in contatto con
le “fonti” dirette e quindi non mi resta che buttare giù qualche appunto sui
dubbi che mi tengono sveglio la notte …
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Per non tirarla tanto per le lunghe mi
limiterò a citare solo l’ultimo esempio della serie ed è quello che riguarda la
possibilità che per spiegare un mondo (il nostro universo) bisogna tirarne in
ballo una miriade di altri (gli anglosassoni usano addirittura l’espressione
googolplex; cioè 1 seguito da 100 zeri).
La questione non è, come potrebbe sembrare,
se questi altri universi esistano o meno, bensì se la loro esistenza di per sé
possa spiegare alcunché: se non ne posso spiegare 1, avendone aggiunti 100 mi
ritroverei con 101 spiegazioni di meno … Se poi ne aggiungo un googolplex …
annegherei nell’ignoranza per l’eternità, mi viene da pensare … Ma loro (i
fisici teorici) no. Loro ritengono che avendo tanti, tantissimi universi in
circolazione diventerebbe statisticamente plausibile ognuno di essi, per quanto
strampalato (e il nostro a modo suo lo è!) possa essere.
Allora se ne deve dedurre che un universo
così speciale (a causa delle sue peculiarità fisiche nonché biologiche) non
sembra avere una spiegazione scientifica, ma se ce ne sono un’infinità allora è
tutto chiaro e i dubbi cadono.
Spesso, quegli stessi “teorici” ci dicono
come non sia possibile comprendere le leggi che governano il mondo subatomico
con la logica del mondo macroscopico e che esistono invece nuove leggi e nuove
logiche – molto più fondamentali – con le quali non solo si può
accedere al quel tipo di ambiente, ma a causa delle quali siamo anche tenuti a riconsiderare tutte le
nostre conoscenze e in particolar modo la natura dell’universo, la sua storia e
le sue origini. Tale metodologia è riconducibile alla meccanica quantistica,
alle teorie quantistiche dei campi e in ultima analisi al cosiddetto “Landascape”
della teoria M e correlate varianti basate sulle “stringhe”. Tutto ciò si può condensare
in un modo di pensare massimamente “astratto”, basato quindi sul pensiero
matematico più avanzato.
Senza voler sottovalutare il lavoro che c’è
dietro a tutto quanto così brevemente accennato, a me preme notare come “alla
fine della fiera” per quanto si disprezzi il modo di pensare “classico”, che è
poi quello di tutti i giorni, tutti finiscono, prima o poi, per andare a
sbattere lì … E questo vorrà pur dire qualcosa.
Intanto, a furia di ”tirarsela da astratti”,
a qualcuno gireranno i coglioni e i cordoni della borsa potrebbero serrarsi e
questo risolverebbe di colpo la maggior parte dei “googolplex” problemi,
applicando la sana legge darwiniana che sopravvive il più adatto … E guardate
che certe cose sembrano lontane, ma poi avvengono inopinatamente …
L’idea che certe teorie saltino fuori solo
dalla necessità degli scienziati di pubblicare, pubblicare, pubblicare (per la
pagnotta) … Non mi sembra poi tanto peregrina.
Comunque sia, ciò che mi preme, è piuttosto
il fatto che troppa spocchia “astrattista”, secondo me, può portare fuori
strada alla grande.
Alcuni scienziati, per tutta la vita,
guardano con sufficienza, se non disprezzo, alla filosofia, ma quando finiscono
in un cul-de-sac improvvisamente si
scoprono filosofi … Ma il fatto è che a quel punto non sono che filosofi da
strapazzo: a ognuno il proprio mestiere!
La filosofia se ci insegna qualcosa … ce la
insegna a tutti: amore per la sapienza [di ϕιλο- «filo-» e σοϕία «sapienza»] e
non ci vuole una laurea per questo.
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PS. Ed eccovi una chicca, en passant, la intitolerò: "Il topo di Schrödinger".
Come tutti – più o meno - sanno, la Meccanica
Quantistica ci spiega che a livello sperimentale ogni osservazione di un ente
microscopico inevitabilmente altera l’oggetto della nostra osservazione e causa
quindi l’mpossibilità di ripetere la stessa osservazione in seguito: l’oggetto
non sarà più lì! … E quindi potremo tutt’al più fare una nuova osservazione, su
qualcosa di completamente diverso.
Tutto ciò è ampiamente dimostrato da infiniti
esperimenti e verifiche di ogni tipo ed è proprio per questo che la suddetta
metodologia è così affermata e affidabile.
Quello che ai nostri giorni qualcuno ha
deciso di verificare è decisamente malizioso: se quanto detto è vero - come finora ci
siamo convinti che sia - e se non c’è modo di fare due volte la “stessa” misura
per controprova, non si potrebbe aggirare l’ostacolo e sottoporre ad
esperimento ... lo sperimentatore? …
Supponiamo di eseguire un classico
esperimento in cui uno scienziato compia l’osservazione di una particella e che
parallelamente un secondo scienziato (magari di nascosto …) si mettesse ad
osservare il primo sperimentatore mentre compie la sua osservazione e contemporaneamente
di straforo osservasse anche i dettagli del suo esperimento …
Cosa mai potrebbe capitare? …
Il primo osservatore non farebbe che ripetere
un esperimento dall’esito scontato, come è ovvio …
Ma il secondo osservatore nel registrare
tutto il procedimento e focalizzandosi su ciò che viene osservato dal primo
osservatore … potrebbe vedere la stessa cosa del primo (duplicando
surrettiziamente l’esperimento) oppure no? …
La meccanica quantistica potrebbe convivere
con una tale contraddizione? … O troverebbe il modo di imporre una “censura”, come quella che (in ambito diverso) impedisce di osservare una “singolarità nuda”, mascherandola in
un “buco nero”? …
Vi lascio nel dubbio per ora … ma ne
riparleremo.
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Image credit:1) publicly available // 2) Felix the Cat vs. Mickey Mouse (by
MarcosPower1996 -
https://www.deviantart.com/marcospower1996/art/Felix-the-Cat-vs-Mickey-Mouse-287359432)
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