Abstract: Il problema di tutte le teorie scientifiche in campo cosmologico, di cui si sta discutendo al giorno d’oggi, è sempre lo stesso: cos'è lo spazio? (il tempo / lo spaziotempo: a seconda se sono diversi, se sono simili, o se sono un tutt'uno.)
Proviamo a semplificare limitandoci allo
spazio: come potrà mai essere “spiegato”, se alla fine di tutti i discorsi c’è
poi sempre lui … Una inspiegabile “distanza” fra punti, stringhe, spin, volumi
e quant’altro? …
L’unica via d’uscita – per ora – è quella che
mi sono “inventato” io!!!
Lo spazio NON ESISTE, quello che chiamiamo
tale, facendone un mito con una sua indipendenza, è un falso proprio come il
concetto di “nulla” (nothingness, niente, o quel che sia): invece di “spazio”
bisogna utilizzare un concetto meno ambiguo, ovvero “distanza”, laddove si
parli unicamente di “distanza fra due entità fisiche”, sempre e comunque e mai
di aleatorie “distanze” tout-court.
Per misurare le distanze quindi serve un
qualche tipo di “riferimento metrico materiale” (Es.: il pavimento, il ripiano
di un mobile, un’altra distanza già nota e definita in termini di unità di
misura accertate: la distanza di Plutone in unità astronomiche ne sarebbe un esempio).
Lo spazio a questo punto diventa solo la
versione “utilitaristica” della distanza: tra il frigo e il lavello c’è una
distanza di 70 cm e quindi ci posso mettere la lavastoviglie!! Ecco un esempio
della differenza tra i due concetti.
In tutti gli altri casi, in cui non dobbiamo
piazzare dei mobili, non ci serve affatto parlare di spazio, semmai di distanze
relative agli “oggetti” da collocare IN SENSO ASTRATTO!!!
Fra la Terra e il Sole ci sono circa 150.000.000 di
Km, perché noi abbiamo già misurato i km su strada!!! E ciò ci da un senso di realismo, ma NON E’
AFFATTO POSSIBILE RIEMPIRE QUESTA DISTANZA CON DEI FRIGORIFERI !!!!
E questo, non perché non ne abbiamo
abbastanza, ma perché ciò – se anche fosse praticabile - ALTEREREBBE L’INTERO
SISTEMA IN MODO CATASTROFICO, INSOSTENIBILE, e in ultima analisi IMPRATICABILE.
Quindi NON SI PUO’ ASSOLUTAMENTE PARLARE DI “SPAZIO”
– in termini astronomici - senza finire per confondersi le idee addosso!!!
Le “distanze” astronomiche le può percorrere
la “luce”, in certe condizioni, ma per poter considerare possibile il viaggio
di altre “cose materiali” ci vuole molta cautela, dato che gli unici manufatti umani hanno percorso solo quantità infinitesimali di tali distanze e che anche
i corpi celesti (asteroidi, planetesimi, ecc.) non sembrano poter fare troppe
piroette (UFO esclusi).
Esistono troppe lacune sul “contenuto” dell’universo
per poter parlare delle distanza cosmiche in termini troppo “famigliari”: le “distanze”
siderali è meglio che rimangano tali, per evitare che spunti fuori una nuova
mitologia del tipo “spazio”, troppo tristemente simile all’altrettanto
debordante e demenziale definizione di “vuoto/nulla”, dai tremendi e inopinati
utilizzi.
L’universo non è affatto emerso dal nulla;
così come l’energia oscura non è l’energia intrinseca dello “spazio vuoto”: NON
ESISTE IL NULLA (è un banale “qui pro quo” linguistico ingigantito da qualche
scienziato in preda all’ “alcol”) e NON ESISTE LO SPAZIO VUOTO (a prescindere
dai più o meno diffusi “campi” che gli vengono legittimamente attribuiti; il problema è
diverso: parliamo di “densità di energia” ma anche di “stato” dell’energia
stessa; parliamo di “transizioni di fase” e quindi di “modalità” di
manifestazione dell’energia, la quale sola è fenomenologicamente un dato
fisico, studiabile e quindi scientificamente accettabile).
Il fatto poi di volerla chiamare “energia
oscura” è solo un eufemismo per non dire “non lo so”; ma nella sostanza non si può
scappare dal dato di fatto che, se vale la “prima legge della termodinamica” (in
qualunque forma matematica la si voglia prendere in considerazione, i.e.: “simmetria
temporale”), allora l’universo non è altro che questo: ENERGIA IN CONTINUA
TRASFORMAZIONE.
Di conseguenza lo “spazio” NON PUO’ essere “QUANTIZZATO”
!!! Perché? … Provate a quantizzare la noia, oppure il bel tempo, o magari perché
no … il nulla! … Si possono quantizzare le fantasie? …
Io un’idea ce l’avrei pure, ma non è meno
arbitraria di altre: diciamo di
considerare il “gravitone” come unità di misura cosmologica e che tutte
le distanze siano misurate tramite esso, cui attribuiamo un valore (temporaneo
- con dei ben definiti limiti spaziotemporali) basato su qualche valore della
lunghezza d’onda elettromagnetica (in attesa di tempi migliori per una teoria
della gravità quantistica). Questo sistema ci risparmierebbe di continuare a
parlare dell’universo come di un posto dove ogni scienziato un po’ alticcio (o anche
semplici predicatori posticci) possa collocare “vuoti mitologici”, “azioni
spettrali varie”, “lacci per le scarpe multiformi”, “tende multidimensionali
ekpyrotiche”, “derive monetarie sui generis” ed altre “panzane mistichegianti”
del genere.
E’ vero, come dicono alcuni, che non c’è
motivo di limitare la fantasia … l’universo, il multiverso e il capoverso, in
fondo, ce lo consentono … c’è tanto SPAZIO la fuori …
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Image credit, excerpt from: http://www.spreafotografia.it/photo-30949-fatti-pi-in-l-.html
Quote credit: "Fatti
più in là" by Renzo Arbore, 1978.
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