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giovedì 1 agosto 2013

Un nuovo caso per il Commissario Malfidato

[A new case for Chief Inspector Malfidato]

Abstract: “A Fiumicino non succede mai niente; ma quando succede qualcosa … Succede di tutto!”. Diceva così Malfidato al suo assistente, mentre prendevano un caffè, al bar … E questa storia, sembra proprio dargli ragione …


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- Commissario, Commissario! …
- Che c’è … Cosa vuoi? …
- L’abbiamo trovata! …
- Trovato cosa? …
- La ragazza! … Sì, quella … BlackHolly
- Quando? … Dove? …



Malfidato e l’Agente semplice Delcapanno si affrettarono, attraverso il grande ufficio centrale, verso i corridoi … In giro c’era parecchia agitazione ed un capannello si era formato, proprio all’altezza dei servizi … L’agente continuava a fare ampi segni  con le mani, mentre, con voce trafelata, ripeteva a tutti di fare largo al Commissario …
Nel momento che i due erano quasi arrivati, dalla porta stavano uscendo due colleghi, che sorreggevano una pallida figura femminile … Era proprio la ragazza, che poco prima aveva fatto perdere le sue tracce, in compagnia di un ambiguo personaggio, fermato in seguito a un conclamato furto di proprietà governative … Il Commissario era palesemente soddisfatto del nuovo sviluppo, ma presto fu colto dalla preoccupazione, per l’apparente pessimo stato, in cui la donna si presentava … A malapena si reggeva sulle gambe, la sua testa appariva penzolare, priva di tono … Che fosse in pericolo di vita? … Malfidato scrutava con ansia la figura della donna, in cerca di ferite evidenti e continuava a chiedere agli agenti, se avessero riscontrato ferite, o sangue sul suo copro … 
Gli agenti lo rassicurarono … Si trattava di un semplice stato di shock … La donna era stata rinvenuta sul pavimento, apparentemente svenuta, ma dopo pochi minuti e con qualche sorso d’acqua, lentamente si era ripresa … Tuttavia, sembrava ancora in un leggero stato confusionale … Malfidato la fece accompagnare immediatamente in infermeria e diede precisi ordini di piantonarla, con la massima attenzione, a scanso di ulteriori fughe …
Quella giornata, per il Commissario, era iniziata, apparentemente, con una buona notizia; ora però bisognava affrontare il previsto colloquio col Questore … Già gli si stringeva lo stomaco; aveva cercato di non pensarci fino a quel momento e ora non era più possibile. Sarebbe riuscito a spiegare, come due individui si fossero sottratti alla sorveglianza e fossero riusciti a fuggire dal suo commissariato? … Per fortuna, in aiuto gli si era presentata questa cattura; certo, bisognava giocarsela bene e forse, almeno in parte, avrebbe potuto raddrizzare le cose … Gettare la croce addosso agli FBI, quei bastardi non ci avevano avvertito, che avevamo per le mani un James “fottuto” Bond! … Se l’avessero fatto, avremmo preso provvedimenti … Eh! Per forza, dovrà capirlo pure lui, che non ce le possiamo sognare le cose …
Borbottando e immerso nei suoi pensieri, il Commissario lasciò, infine, i suoi uffici, per recarsi al suo appuntamento …


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Il giorno successivo, un caldo soffocante opprimeva come una cappa l’intera città ed era addirittura peggio in aeroporto, causa le piste infuocate, i motori accesi, la folla di agosto e chi più ne ha …
Gli uffici di polizia, come da regola non scritta ma ineluttabile, vedevano la morte definitiva del già cagionevole impianto di climatizzazione: tutte le finestre spalancate, contribuivano a far circolare meglio, la feroce aria calda dall’esterno …
Utenti e poliziotti, al pari, erano intenti a sventolare fazzoletti e cappelli, nell’illusione di sottrarsi a sicura morte, ma le speranze scemavano ad ogni interminabile minuto, scandito, crudelmente, da un beffardo orologio a muro d’ordinanza …
Con lieve ritardo, ecco sopraggiungere il Commissario … E come per magia, all’unisono, una metà di quei disperati, riprende un filo di forze e richiude colletti, mette in testa cappelli, poi se li toglie e corre a metterli sulle apposite mensole e ancora scatta sugli attenti, saluta formalmente, si scusa, farfuglia, si dà da fare e cosi via … L’occhiataccia del “capo” era andata a segno ed egli, a quel punto, poteva accomodarsi alla sua scrivania … Un momento di riflessione, un gesto, un “porca puttana!” … E poi la porta che sbatte, fragorosamente … Ed ora, tutti, per un attimo, restano in attesa della vetrata che finisca in frantumi, ma … No, anche questa volta se l’è cavata … Ok … La vita continua … Niente di che …




- Gualtieroooo! …
- Dica, Commissario …
- Che abbiamo? …
- Ci sarebbe quella questione, sa … La ragazza ricoverata; sembra che stia meglio; se vuole sentirla la faccio portare qui … Il dottore dice, che è a posto e ora sta a Lei …
- Va bene, sentiamo cosa ci racconta, ma vediamo di fare alla svelta, vero? …
- Sissignore … Ehem, se mi posso permettere … Come sono andate le cose, ieri? …
- A quanto pare, era già incavolato di suo con gli americani e perciò, quando gli ho dato il “la”, è partito in quarta e non si è più fermato … Ora sembra, che interverranno i “Servizi” e penseranno loro a dare la caccia all’evaso … Noi, per il momento, torniamo alla nostra routine, poi si vedrà … Ma certo che, se mi fate un altro scherzo del genere … Intanto a te ti faccio sbattere in Sardegna …
- Magari! …
- Che dici? …
- E’ due anni, ormai, che ho fatto domanda di trasferimento … Non si ricorda? … Mia moglie è di Sassari, noi abbiamo la casa lì e …
- Agente scelto Sassofrassi …
- Agli ordini …
- Ecco bravo, vedi di eseguirli …



Pochi minuti dopo, BlackHolly era nell’ufficio del Commissario e i due parlavano dei fatti accaduti … La donna era seduta, dando la schiena alla porta, mentre Malfidato camminava, fermandosi, ogni tanto, per guardarla e porle una nuova domanda … Egli, in un primo momento, chiuse la porta del suo ufficio e, in seguito, lentamente, fece girare le lamelle delle veneziane, fino a chiuderle del tutto … Gualtiero e gli altri si guardarono interdetti … Non era frequente una cosa del genere … Ci fu perfino qualcuno, che si lasciò scappare un battutaccia, ma il Sassofrassi  non perse tempo a redarguirlo … Tuttavia, anche lui sembrava perplesso …


La “chiacchierata” si protrasse per ben oltre un’ora e finalmente la porta si riaprì e i due ne uscirono, in una specie di atteggiamento colloquiale, perfino amichevole … Poi il Commissario ordinò, che la ragazza fosse riaccompagnata a casa … Ma dovette ripetere l’ordine, per vincere lo stupore generale, che aveva “come congelato” i suoi subalterni …

  


- E’ prudente, signor Commissario? … La lasciamo andare e se poi quella ci scappa …
- E per andare dove, Gualtiero? … Dimmi, per andare dove? …
- Non lo so, ma lo ha già fatto una volta …
- Ma c’era un motivo … A sentire lei, si è trovata sotto la minaccia di uno strano tipo di arma, una specie di “penna-pistola”, o qualcosa di simile … Sembra, che lui le abbia mostrato la pallottola in canna …
- Lei, le crede? …
- Anche se le singole affermazioni possono generare dei dubbi, la storia nell’insieme regge … Il tizio aveva anche gli strumenti da scasso, dice lei; è così che ha potuto forzare le porte … E poi, è stato anche capace, con uno dei suoi gadget, di disattivare l’allarme della porta antincendio … Come altro si può spiegare questo fatto? …
- Non so che dire … Certo, vista in questo modo … Ma se fossero complici? …
- Che se ne faceva di una complice del genere, un tipo sofisticato come quello?... Non ti sembra più logico, che gli servisse un ostaggio e che abbia preso il più a tiro? …
- Questo è pure vero … Ma lasciarla andare …
- Deve tornare domani, per una deposizione formale … Ho voluto darle modo di smaltire lo shock e di riordinare i fatti, non mi è sembrato, che avesse del tutto le idee chiare … Inoltre … Ecco qui, il suo libretto universitario, me l’ha lasciato in garanzia, dicendo, che è la cosa più preziosa, che ha … Credi davvero, che ci rinuncerebbe? … Ha fatto la vita, che ha fatto fin’ora, per pagarsi l’università … E ora butterebbe via tutto, per cosa? … Tanto, la riprenderemmo comunque … E dove va, quella? …
- Se lo dice Lei …
- Tieni, domani quando avrà rilasciato la sua dichiarazione, restituisciglielo …
- Agli ordini …



Quella giornata, si rivelò per quella che si era annunciata … Un distillato climatico di patimento … Ma solo fino alle prime ore del pomeriggio … Poi, improvvisamente e drasticamente, peggiorò …


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Malfidato soleva fare una pausa pranzo, verso le prime ore del pomeriggio e quel giorno non era diverso dagli altri, se non per il gran caldo, che gli aveva fatto perdere l’appetito; per questo aveva optato per una granita al caffè. Il commissario sorseggiava la sua bibita seduto all’aperto, leggermente defilato ma ancora in vista dell’ingresso del suo edificio. Il vai e vieni lo lasciava indifferente, mentre i suoi pensieri vagavano senza meta.

- Salve, Commissario …
- Cosa? …
- Si sta rilassando …
- Oh! … Sei tu … Come mai da queste parti? …
- Non ricorda? … Dovevo presentarmi per la deposizione …
- Ah, sì … Ci stai andando? …
- No, sono già stata lì  e ho fatto tutto, compreso questo …
- Il tuo prezioso libretto universitario …
- Sì, dice bene! … E’ per questo che l’ho disturbata, volevo dirle grazie di avermi dato fiducia … Capisco che non era tenuto a farlo e l’ho apprezzato molto …
- Spero ne possa uscire qualcosa di buono per te …
- Le va un po’ di compagnia? …
- Non mi starai facendo proposte sconvenienti, vero? … Potresti essere mia figlia …
- Ho clienti di parecchio più cresciuti, lo sa? …
- E proprio a me vieni a dirlo! …
- Non vorrà arrestarmi? …
- Senti, BlackHolly, non sei tenuta a farlo …
- A fare cosa? …
- Qualunque cosa tu abbia in mente … Se veramente mi sei grata cerca di mettere la testa a posto, trovati un bravo ragazzo e vivi la tua vita lontano dalla polizia …
- Un po’ di paternalismo vecchia maniera, vero Commissario? …
- Sarà, ma tu hai l’età che avrebbe avuto mia figlia … Non ci vedo altro in te, scusami …
- Non c’è di che … Che è successo a sua figlia, se posso chiedere? …
- Non è mai nata e mia moglie se ne è fatta una colpa … Non ha avuto più pace e le cose fra noi sono andate sempre peggio, fino alla separazione e poi al divorzio … Non vorrei proprio che mia figlia facesse la vita che fai tu …
- Non dovrebbe generalizzare … Anche i figli, prima, o poi, diventano adulti e devono affrontare la vita per quello che essa riservi loro … Non è col sentimentalismo, che si rimedia ai colpi che la vita ci riserva … Io forse non sono il modello di figlia che lei e sua moglie sognavate, ma nessuno mi ha messa sulla strada … Non posso dire che sia una vita da sogno, ma non comporta più compromessi di tanti matrimoni che conosco … Comunque se proprio non vuole accettare i miei “servigi”, lasci almeno, che le paghi la sua granita …
- Già fatto, ma è come se avessi accettato … Ma tu non hai proprio di meglio da fare? …
- Ho capito, non sono “all’altezza” … Grazie di avermi aiutata, nonostante quello che pensi di me, Signor Commissario.
-  … Aspetta … Non andare … Scusami, non volevo affatto essere scortese. Non penso male di te, davvero … Ero immerso nei miei pensieri e non ho colto subito le tue buone intenzioni … Fermati ancora qualche minuto, finché finisco la mia bibita … Anzi, ti prego, prendi qualcosa anche tu …
- E’ buona la granita? …
- Sì, BlackHolly, è ottima …

Il vai e vieni della stazione di PS dell’aeroporto continuava come al solito, mentre il commissario e la ragazza parlavano, sorseggiando caffè freddo, ad un tavolino, in quella calda e afosa giornata … E non si sarebbe detto che ci fosse niente di strano in quella scena …
Poco dopo, Malfidato rientrò in ufficio  per il sollievo del suo collaboratore, che gli veniva incontro in uno stato alquanto alterato …

- Finalmente, Signor Commissario … Non sapevamo più dove cercarla … E’ successo l’inferno …
- Che minchia dici, Gualtiero? … Ero al bar, come tutti i giorni … Che è successo, parla …
- C’è un aereo bloccato a terra, da più di mezz’ora … Il Comandante ci ha fatto intervenire per far scendere tre passeggeri …
- Tre … Sei sicuro, addirittura! …
- Sembra che uno di loro fosse svenuto, o forse drogato e che gli altri due lo avessero fatto salire, in qualche modo, coercitivamente … Prima gli Steward e poi il Primo Ufficiale, hanno tentato di convincerli, ma di fronte al loro rifiuto è dovuto intervenire il Comandante che ha ordinato lo sbarco di tutti e si è rifiutato di partire in quelle condizioni …
- E adesso, come siamo messi? …
- Sono in stato di fermo, tutti e tre, nel suo ufficio …
- Pure quello svenuto? …
- No, sta benissimo … Dice che ha fatto la sceneggiata, perché lo stavano obbligando a partire …
- Chi? …
- Gli altri due, i russi …
- Russi? … Anche il terzo è russo? …
- No, svizzero …
- Ma che centra uno svizzero, con gli altri? …
- No, non uno svizzero, ma “lo svizzero” … Così lo chiamavano i russi …
- I russi chiamavano il terzo individuo con l’appellativo “lo svizzero”? …
- Sì, Signore … Non è stato possibile appurare altro, perché i russi si rifiutano di collaborare … Dicono di essere diplomatici …
- Ci risiamo, altri casini internazionali, appena siamo usciti da quelli con gli americani e ora ci capitano i russi e pure gli svizzeri … Porca puttana! …
- Ma non è tutto, Signor Commissario …
- Come sarebbe, non è tutto … Che c’è ancora? …
- Appena è andato via, ci hanno comunicato che qualcuno si era sentito male in una delle toilette per uomini e naturalmente ho mandato qualcuno a controllare …
- Eeeh, certo …
- In realtà, si trattava di un cadavere, bello freddo … Morto ammazzato, Signor Commissario … Un colpo di “22” a bruciapelo, dritto nel cuore: lavoro da professionisti, il proiettile è rimasto dentro e non ci sono bossoli in giro, già fatto i primi controlli e ho già avvisato la Malleson, all’ufficio del Medico Legale … Stanno per arrivare … Spero di aver fatto bene, in sua assenza …
- Merda, che storia! … Ah, scusa, ma certo, certo, Gualtiero … Ehem … Agente scelto Sassofrassi: ottimo lavoro! … Ma ora, bisogna mettere ordine in questo casino! ... Appena arriva la patologa, voglio essere avvertito; nel frattempo vediamo che cazzo stavano combinando quei tre stronzi …


Sassofrassi e il commissario s’affettarono verso gli uffici, dove i tre eleganti individui erano piantonati da due guardie.
Appena essi si resero conto, che era arrivato il commissario, tentarono subito di avvicinarsi a lui, protestando ad alta voce, contro i presunti abusi della polizia italiana, ma i due piantoni, con decisione, sbarrarono loro la strada. Poco dopo, entrato nel suo ufficio, Malfidato ordinò al suo collaboratore di fare entrare solo l’individuo indicato come “lo svizzero”.

- Dunque, allo stato delle cose, Lei, sarebbe il cosiddetto “svizzero” … Dico bene? … Vuole declinare le sue effetive generalità, o devo denunziarla …
- No, Signor Commissario, assolutamente, no … Ecco il mio passaporto. Io, in questa vicenda, sono solo un vittima. Quei due energumeni, mi hanno sequestrato e minacciavano di rapirmi, per ottenere certi indebiti vantaggi …
- Vediamo … Lei sarebbe … Il signor Franz Josef Kurtz, di Zurigo, Svizzera … Ah! ... Ecco che si spiega il soprannome …
- Esatto, Signor Commissario … Come vede, non ci sono misteri, per quel che mi riguarda …
- E i due signori che Lei accusa, dico: accusa! … Di rapimento, spero si renda conto della gravità delle sue affermazioni …
- Ci sono i fatti, Signore … Non sono semplici accuse … Quando mi hanno trascinato sull’aereo ero semi svenuto …
- Su questo ci sono pareri discordi, basandomi sul verbale, stilato a bordo dell’aereo e con le testimonianze degli steward e dei due ufficiali …
- Ma loro non possono conoscere i dettagli di quanto avvenuto prima che salissimo a bordo … Possono parlare solo del mio tentativo di attirare l’attenzione, al solo fine di sottrarmi ai miei rapitori …
- Lei, dunque insiste, nel formulare gravi accuse, nei confronti di due cittadini stranieri, che per giunta sembra godano di immunità diplomatica …
- Io e Lei sappiamo come certi individui possano ottenere certe credenziali …
- No, scusi … Lei parli per sé  … Quello che posso, o non posso, sapere io è cosa di cui non intendo discutere in questa sede …
- Chiedo scusa … Quello che intendo dire e che i due individui in questione, sono in realtà addetti commerciali, venuti qui per trattare un affare col sottoscritto e, non essendosi trovato un accordo economico … Hanno pensato bene di forzarmi la mano, impadronendosi di me e dei miei progetti e sentendosi protetti dalla loro cosiddetta immunità …
- E dove sarebbero, questi progetti e di cosa si tratta? …
- Ecco, proprio questo è il punto. Io non posso dirle dettagli di una tecnologia in attesa di brevetto … Ma comunque il materiale adesso si trova in vostro possesso, in quanto i miei bagagli a mano sono stati sequestrati dai suoi agenti. Io vorrei che mi venissero al più presto restituiti.
- Sa, Signor … Kurtz, dico bene? … E’ così che si pronuncia? …
- Sì, sì …
- Vede, come già saprà, qui in Italia, la burocrazia ha tempi lunghi … Non sempre l’efficienza e la buona volontà del singolo possono abbreviare le cose … Ma io le assicuro, che farò il possibile … Purtroppo, oggi è una giornata che non promette bene … Sarà pure una sfortunata coincidenza, ma quando c’è un cadavere sparato di mezzo, le nostre priorità ci obbligano a dargli la precedenza …
- Ma io che centro? …
- Purtroppo, anche se non c'entriamo, tutti ci andiamo di mezzo …

  

Proprio in quel momento, Sassofrassi, attraverso le tende, stava segnalando l’arrivo del medico legale e il commissario, scusandosi con l’uomo, si affrettò verso il luogo del delitto …
Il nastro di sicurezza formava un semicerchio intorno alla porta di una delle toilette … Una immagine che riportava alla mente di Malfidato l’immagine assai simile che un paio di giorni prima si era svolta poco più in là … Questa volta però c’era di mezzo un cadavere e lui stava cominciando a pensare che tutti questi avvenimenti concomitanti non potevano essere coincidenze, ma quale fosse il possibile legame tra quei fatti non era nemmeno lontanamente al suo orizzonte …

- Tamzin! … Ci si rivede, a quanto pare … Si direbbe proprio che tu ti sia innamorata dell’Italia? …
- Ciao, Alessandro … Lo sai bene, che non è solo l’Italia ad avermi fatto innamorare …
- Ehem! … Cosa abbiamo qui, Dottoressa? …
- Vuoi una pasticca per la gola? …
- Scusa, non voglio essere scortese, ma siamo nella merda … Sii gentile, dammi una mano … So che ne sei all’altezza …
- Ok … Non so cosa esattamente ti serva, ma ti posso intanto dire che questo individuo non va d’accordo coi documenti che si portava appresso … Qualcuno ha manomesso il passaporto, non so per quale motivo, ma in ogni caso questo non passerebbe per un americano, neanche se lo avessi trovato in un cesso del McDonald …
- Ma non mi dire! …
- Questo è palesemente un individuo europeo, ma ti sarò più precisa dopo l’autopsia … Ovviamente, come già saprai, gli hanno appoggiato una “22” sul cuore ed hanno premuto il grilletto, ma il tizio era già privo di conoscenza … Probabilmente a causa del colpo, che ha  causato l’escoriazione, che ha sulla nuca … Inoltre ci sono alcuni segni di strangolamento, probabilmente un tentativo non riuscito … In poche parole, il tizio ha lottato per difendersi, ma poi è stato sopraffatto e per dargli una morte rapida e sicura l’hanno sparato al cuore … Hai qualche domanda? ...
- Tu dici, che hanno cercato di farlo passare per un americano? … E perché mai? …
- Questo è il tuo lavoro, il mio mi permette di dirti, che questo, a occhio e croce, è un tipo mitteleuropeo …
- Accidenti! … Sei un fenomeno …
- Mettigli il naso vicino alla bocca … Il tizio aveva mangiato poche ore fa … Probabilmente prima di prendere l’aereo, che l’ha portato qui … Ma ora mi sto esponendo un po’ …
- Senti, Tammy …
- Dillo ancora …
- Cosa? …
- Tammy …
- Forza, Dottoressa, componiti …
- Mi sembri Tiberio Murgia … Cosa volevi, dai! …
- Se dicessi, che questo tizio è uno svizzero, sarei fuori strada? …
- Vuoi che indaghi in tal senso? …
- Mettici tutto l’impegno necessario, è una questione importante per le indagini …
- Contaci, Ale ...
- Grazie, Tammy ...
- Potete rimuoverlo, adesso …
 

Malfidato prese il corridoio verso gli uffici, completamente assorto nei suoi pensieri; stava rimuginando l’intero dialogo appena avuto col medico legale … Qualcosa si stava affacciando alla sua mente, ma mancavano dettagli importanti e questo non gli permetteva di chiudere il cerchio ideale del suo ragionamento … Bisognava trattenere i tizi dell’aereo almeno fino ad autopsia ultimata e soprattutto separati bene gli uni dall’altro … Ma c’era anche la faccenda dell’immunità da considerare … Quanto ci avrebbero messo quelli dell’ambasciata Russa ad intervenire, sempre ammesso, che gli interessasse esporsi, su una faccenda del genere, poteva pure darsi, che a loro il silenzio e la discrezione, interessassero più del culo dei loro due uomini … Forse, con un aiutino dall’alto, si poteva fare in modo di tenerli fuori gioco il tempo necessario … Chissà …

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Ancora una volta all’apparire del commissario negli uffici, i tre individui si erano alzati, protestando a voce alta, e solo la prontezza dei loro custodi li aveva mantenuti al loro posto … Malfidato si era limitato a far loro un cenno vagamente allusivo alla sua impotenza di poter fare più in fretta, ma sapeva che non era possibile ignorare ancora a lungo i due russi e perciò dopo aver riesaminato per l’ennesima volta tutte le dichiarazioni comunicò al suo assistente di farli entrare in nel suo ufficio …





- Prego, Signori, accomodatevi …
- Noi deve protestare, Signuor Commissariuo …
- Calma, calma … Signori … Cercate di capire, che in questo momento noi dobbiamo far fronte ad una situazione particolare e che perciò, per quanti sforzi, facciamo … Per quanta buona volontà si possa avere, esistono delle priorità, ineludibili. Sarebbe stato scortese da parte mia farvi parlare con qualcuno dei miei sottoposti e d’altra parte un caso di omicidio richiede la mia presenza e l’assoluta priorità rispetto ad ogni altra considerazione … Perciò vi avverto che le vostre proteste, per quanto in alto voi possiate indirizzarle, mi vedrebbero assolutamente giustificato nel mio procedere. Quindi se volete continuare a protestare, fatelo pure, ma in tal caso questo colloquio sarà ulteriormente posticipato … Non dovete dimenticare di essere stati la causa di notevoli problemi per questo aeroporto, per la compagnia aerea, e per tutti i passeggeri del volo che avete interrotto … Il vostro comportamento non è certo quello che ci aspettiamo in questo paese da dei diplomatici …
- Noi vogliamo esprimere nostro rammarico per problemi causati, ma noi abbiamo diritto di riavere nostri bagagli immediatamente e di essere autorizzati a lasciare vostruo paese … Noi non qui per creare problemi … Noi stati impediti chiamare nostra ambasciata, questo non regolare …
- Se volete partire, o telefonare, non ci sono problemi. Ma per quanto riguarda i bagagli temo che sarà necessario dimostrare che siano vostri, dato che il Signor Kurtz ha avanzato la stessa richiesta; io sono tenuto a verificare formalmente, che cosa sia di chi … Immagino che voi possiate dimostrare quali bagagli siano i vostri …
- Noi, diplomatici … Noi non deve dimostrare niente … Signor Kurtz creato solo confusione forse vuole rubare lui a noi …
- In questo caso, vi consiglio di sporgere denuncia …
- Noi non ha tempo per questo …
- Forse dovremmo chiedere ai nostri ufficiali doganali di verificare il contenuto dei bagagli, in modo da appurare se vi sia la possibilità di identificarne la proprietà …
- Ma questo è scandalo, noi ha immunità diplomatica …
- Lo vada dire ai nostri doganieri … Loro hanno le loro idee e vai a sapere cosa ti possono combinare, se li trovi in una giornata storta … Specialmente se si tratta di missioni commerciali … Quelli ci vanno a nozze …
-  Che entrano  nuozze in questa situazione? …
- Lasciamo perdere, era solo un modo di dire … Pensateci bene, Signori … Se volete percorrere la via dura, allora io non posso che seguire tutte le formalità, una per una … E con il da fare che abbiamo, temo che ci vorrà parecchio … Comunque, voi ora vorrete contattare la vostra ambasciata; ne avete tutti i diritti e anzi mi scuso se, a causa della lingua i miei collaboratori non ve lo abbiano permesso prima … Prego, vogliate accomodarvi …
- Come? … Cosa dire … Lei, non fa niente? …
- Vi faccio accompagnare a un telefono … Appena avrete parlato coi vostri referenti, cercherò di trovare il tempo per un nuovo incontro … Ma bisognerà che senta anche l’altra campana, voi mi capite? …
- Io, no! … Ora perché Lei parla di campane? … Che entra campane con bagaglio? …
- Forse dovremmo far venire un interprete, non vorrei, che questi problemi con la lingua, compromettessero ulteriormente la situazione … Naturalmente, ci vorrà un po’ di tempo per trovarne uno disponibile … Vedrò cosa posso fare …
- Noi non vuole interprete, noi vuole nostruo bagaglio … “Kak vy govorite, chert!”
 


Malfidato si era mosso in un modo apparentemente indaffarato e aveva fatto segno al Sassofrassi di venirgli in aiuto, mentre manovrava per sganciarsi dai due russi … Prima ancora, che si spegnesse l’eco di quella loro imprecazione in lingua madre, egli era già fuori dall’ufficio, impegnatissimo nel dare improbabili ordini, a destra e a manca … Ma poco dopo al suo assistente ordinò di portargli tutto il materiale sequestrato e, in seguito, anche quel tale Kurtz, nella sala riunioni, dalla parte opposta, lontano dal suo ufficio …


  


- Ah! … Signor Kurtz … La prego si accomodi …
- Io devo protestare …
- Ma si accomodi pure, oggi è la giornata della protesta …
- Lei, Commissario, si prende gioco di me …
 - Ma che dice mai … Caro il mio Signor Franz Josef Kurtz … Che ne direbbe se facessi venir qui il capo scalo … Sa, lui è svizzero e parla perfettamente il tedesco di quelle parti … Potreste farvi un bella rimpatriata e parlare il vostro dialetto … Magari davanti a un bel piatto di wurstel e crauti … Che ne dice, lo faccio venire? …
- Non è necessario, Signor Commissario …
- Ha intenzione di continuare a prendermi in giro? …
- Ok, ha vinto … Le dirò la verità … Io sono dei servizi interni della CIA, sto dando la caccia ad un nostro agente che si è messo in proprio, durante la trattativa con il vero Kurtz per aggiudicarsi il suo brevetto. Quando sono arrivato era troppo tardi, lo svizzero era già stato ammazzato … Ma sono riuscito a impedire che Chris Charter, questo è il nome del collega indagato, si impadronisse dei documenti e del bagaglio di Kurtz …
- Non sarebbe il caso che mi dicesse anche il suo nome? …
- Ah, che sbadato … Io sono l’Agente Speciale Halton Arper. Ho prelevato il materiale dello svizzero, ma mentre ero in procinto di uscire, sono stato assalito dai due russi che mi hanno immobilizzato …
- Ma scusi, perché hanno preso lei …
- Vede, io avevo deciso di sostituirmi allo svizzero, per scovare chi erano i suoi contatti e segnalarli ai nostri servizi come soggetti da tener d’occhio … A questo fine avevo nascosto il cadavere e sostituito i documenti miei con i suoi … Loro mi hanno scambiato per Kurtz perché non lo conoscevano …
- Ma la foto sul passaporto? …
- Quella siamo in grado di “correggerla”, con una tecnica che non sono autorizzato a rivelarle …
- Va bene, quindi Lei viene scambiato per Kurtz e loro la prelevano iniettandole qualcosa per stordirla …
- Esattamente … Però, in un modo, o nell’altro, dopo un po’, arrivati sull’aereo, io ho un momento di lucidità e mi riesce di inscenare quel caos, che poi impedirà la riuscita del piano dei russi …
- E fin qui … Diciamo che fila … Ora veniamo al motivo del contendere …
- Non posso rivelarle tutti i dettagli, Commissario …
- Capisco … Speravo di consegnarle questi oggetti … Ma veda, quei signori li rivendicano  a loro volta ed essendo corrieri diplomatici autorizzati, temo che abbiano più credenziali di quante ne abbia Lei …
- Commissario! …
- Agente Speciale! …
- Stiamo parlando di tecnologia militare … Qualcosa che potrebbe essere utilizzato a scopo di terrorismo … E’ sicuro di voler sapere cose che potrebbero metterla sotto la lente di ingrandimento del nostro governo? …
- Miii! Che spavento! …
- Voi italiani! …
- Che c’è no le piacciamo? …
- Al contrario, volevo dire che siete unici …
- Non voglio indagare oltre, su questa affermazione … Che vogliamo fare? …
- Può almeno prendere l’impegno che se non interesserà direttamente le sue indagini la cosa resterà tra di noi? …
- Non ho interesse nell’affare; del resto siamo alleati ed io ho il massimo rispetto per la NATO …
- Okey, come vuole … Si tratta di un progetto e di un prototipo: le informazioni sono contenute in quel Laptop ed il prototipo è all’interno della valigetta … Il prototipo è concepito per essere una dimostrazione, letteralmente, ambulante delle potenzialità del sistema …
- Cosa contiene? …
- Una pistola …
- Cosa? … Che sta dicendo, non sarebbe mai potuta passare ai controlli …
- Invece è andata proprio così! …
- Sarebbe questo lo scopo …
- Gli scopi sono molteplici, ma già solo il fatto, che un oggetto proibito possa passare i controlli di un aeroporto, senza essere rilevato, da l’idea dell’enormità della cosa …
- Sa come funziona? …
- E’ un tipo di gel che aderisce all’oggetto da nascondere e lo rende trasparente, o comunque ne altera le proprietà ottiche, in modo da apparire uniforme … Può essere sottoposto a vari tipi di personalizzazioni  a seconda del tipo e del volume di ciò che si vuole mimetizzare …
- Formalmente, i russi hanno qualche titolo, per rivendicare queste cose? …
- Assolutamente no! … Non hanno mai incontrato lo svizzero … In realtà nemmeno io, da vivo …
- Quindi l’omicidio sarebbe in carico a questo tale, Chris Charter? … E, secondo Lei, che fine ha fatto? …
- E’ nascosto da qualche parte, non lontano da qui … Aspetta che io spunti, per farmi la pelle e prendersi questo materiale …
- Già perché lui non sa niente di tutta questa storia e crederà ancora, che sia Lei ad avere tutto quanto … Senonché, non vedendola uscire dall’aeroporto potrebbe farsi delle idee …
- Questo è possibile, ma finché non salto fuori da qualche parte continuerà a cercarmi: lui ha i mezzi per verificare i miei spostamenti; io, per muovermi, devo usare la carta di credito dell’ufficio e lui lo sa …
- Naturale … Quindi, possiamo supporre, che si aggiri ancora da queste parti …
- Esatto …
- Quello è il mio assassino e io lo voglio … Io faccio una cosa per te e tu fai una cosa per me … Dite così anche da voi? …
- Una specie … Quando potrò avere quella roba? …
- Quando potrò avere il mio uomo? …
- Lei deve considerare, che queste cose non possono essere tenute in questi uffici, come una qualunque valigia piena di biancheria … Non è nemmeno escluso che qualcuno degli interessati possa compiere azioni di forza, o atti di destrezza per impossessarsene … Occorre trovare un luogo adatto al livello di rischio che presentano …
- Abbiamo una filiale di banca con il caveau … Penso, che possa offrire le necessarie garanzie … Specie se facciamo il tutto senza dare nell’occhio …
- E’ un’idea … Suggerirei di procedere appena possibile …
- Intanto, creerò un po’ di via vai, in modo che non si capisca chi va e dove … Nel mentre passeremo per le scale antincendio per scendere alla banca …
 

Proprio come aveva detto, Malfidato fece fare un mezzo trasloco al suo personale, creando un caotico via vai di personale e scartoffie per tutto l’ufficio … E in quella situazione nessuno avrebbe potuto vedere i due scendere verso la filiale al pian terreno … Una volta arrivati, il direttore, già avvertito per telefono, li accompagnò direttamente alle cassette di sicurezza, dove il prezioso materiale fu segregato.


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Dopo quei fatti, il Commissario sembrava essere sparito dalla circolazione: nessuno sapeva dove fosse e nessuno poteva parlarci; specialmente i tre personaggi coinvolti nella faccende dello “svizzero”.
Fra i suoi collaboratori, nei corridoi, si sussurrava che fosse stato visto in Questura, ma alcuni parlavano anche del Ministero … Come se tutti fossero in attesa, che succedesse qualcosa di veramente fuori dal normale.
Diverse ore più tardi, quando fuori già si accendevano i lampioni delle strade ed il movimento negli uffici si andava diradando, si presentarono due strani personaggi che, seppur vestiti in borghese, avevano l’aria di essere più in divisa di qualunque soldato in alta uniforme …
Tutti nell’ufficio si bloccarono con lo sguardo fisso su di loro, mentre si rivolgevano all’agente di turno col semplice gesto di mostrargli i loro tesserini. Dopo una breve occhiata il giovane poliziotto era scattato in piedi e, quasi correndo, aveva raggiunto il Sassofrassi, che stava riordinando alcune carte nell’ufficio del commissario …


- Sovrintendente, Sovrintendente …
- Che c’è? … Possibile, che mi dobbiate tutti promuovere, per forza …
- Guardi chi c’è …
- Chi? … Quei due? Beh! … Allora, che cosa vogliono? …
- Hanno due tessere … C’è scritto qualcosa di strano, ma ho letto anche una sigla leggibile, diceva FSB … Quelli sono del KGB! …
- Non esiste più il KGB … Stai tranquillo, ora sono dei colleghi … Speriamo solo, che parlino almeno un po’ d’italiano …


I due si avvicinarono agli ufficiali russi e, scandendo bene le parole, il Sassofrassi chiese loro come poteva aiutarli …


- Noi qui per prelevare, prigionieri …
- Prigionieri … Quali prigionieri? …
- Quei prigionieri …


Nel dire ciò, uno dei due puntava il dito in direzione dei due russi che erano stati fermati poco prima e si erano presentati come corrieri diplomatici …


- Ma noi non ne sappiamo niente … Non ho ordini in proposito … Non capisco …
- Noi ha ordini anche per voi, priego, leggere questo documentuo …


I due poliziotti, con grande stupore e circospezione, lessero il foglio che veniva loro porto e notarono subito, che portava il timbro della Questura e tutte le firme richieste … Ci volle del tempo, perché il Sassofrassi lo rilesse più volte e ad ogni rilettura, le sue spalle si stringevano e le sue braccia si allargavano …


- Mi fa specie che il Signor Commissario non mi abbia avvisato … E’ una cosa un po’ insolita, per me prendere questa decisione, in assenza del mio superiore … Io non so se ho l’autorità …
- Non preoccupare … Io parlato con Suo superiore, lui detto me che stare tranquillo … Lui molto da fare, in questo momento … Tu esegui ordine scruitto … Poi, lui spiega … Quando tuorna … Priesto …
- Mah! … Visto, che adesso siamo colleghi, penso di potermi fidare … Potete procedere, prego Signori …
- Gruazie, colliega …


Non appena i due pseudo diplomatici si accorsero della presenza degli ufficiali FSB, ebbero una improvvisa reazione violenta contro la guardia che li piantonava e subito dopo tentarono la fuga … Ma un improvviso, potentissimo, colpo di pistola gelò tutti quanti sul posto: i due alzarono le mani e si voltarono …
Uno dei poliziotti russi aveva imbracciato l’arma di ordinanza ed aveva esploso un colpo in aria … E, mentre tutti erano ancora in preda allo stupore, l’unico rumore che si sentisse, proveniva dalla polvere di calcinaccio, che continuava a cadere, lentamente, dal soffitto … E poi, in un quasi impercettibile sussurro …


- E’ una Podbyrin 9.2mm … Fuori ordinanza … Quella sì, che è una cazzo di pistola …
- Che ne sai tu, pischello? …
- E’ il mio passatempo, Signore: mi interesso di storia delle armi, specialmente quelle in uso alle polizie di tutto il mondo …
- Beh! … Comunque sia, a me non va, che si spari in casa mia, come se fossimo nel fottuto “far west” …
- “Far east” …
- Cosa? …
- Questi vengono da est, non da ovest …
- Mi cominci a stare sul cazzo, ragazzino, non so se mi spiego …
- Agli ordini, Signor Sovrintendente …
- E dai! …


I due ufficiali russi stavano, intanto, ammanettando i prigionieri e uno dei due si rivolse al Sassofrassi, con poche, essenziali, parole …


- Signuori, vi siamo grati per collabuorazione … Vi prego di scusare noi, ma uso di fuorza inevitabile … Voi fa pervenire elenco danni a nuostro ufficio Mosca e presto loro rimbuorsa … Spasiba, harasho! Dasvidania ...
- Dasvidania ... Colleghi …
- C’ha detto? …
- E chi lo sa … Dasvidania l’ho capita, ma il resto no.
- Per lo meno, due stronzi ce li siamo levati di torno, resta ancora il terzo …
- Ma che fine avrà fatto il Signor Commissario? …
- Li hai sentiti, no? … E’ molto occupato … E visti i risultati, sembra che il suo tempo lo stia occupando bene …
- Sì, Signor Sss ….
- Aaah! … Se lo dici un’altra volta, ti metto al turno di notte per un mese …
- Sissignore …


La mattina dopo, arrivando, Sassofrassi notò, che le tendine dell’ufficio del commissario erano tutte abbassate: non era in grado di vedere se ci fosse, ma la luce accesa sembrava suggerire, che egli fosse lì …
Bussò alla porta con discrezione e restò in attesa … Sentiva parlare, ma, lì per lì, non ricevette risposta … Poi, dopo aver distintamente sentito il telefono, che veniva riagganciato …


- Entra, Gualtiero …
- Buongiorno, Signor Commissario …
- Buongiorno a te! … Indovina con chi stavo parlando? …
- Non so … Ultimamente non mi tiene molto al corrente …
- Hai ragione, Gualtiero … Mi devi scusare per ieri, ma appena questa storia finisce, ti spiegherò per bene come sono andate le cose … Ma per adesso bisogna che ti accontenti così, purtroppo i fatti si accavallano e non c’è tempo nemmeno di pensare, figuriamoci poi di parlarne …
- Ma cosa dice, Signor Commissario, Lei non è certo tenuto a farmi rapporto … Comunque, cosa stava dicendo della telefonata …
- Erano i colleghi americani … La CIA …
- Perbacco! … Ha saputo qualcosa di nuovo? …
- Sai il bel tipo, che abbiamo in custodia? …
- Lo “svizzero”? …
- Quello finto, sì, proprio lui … Ieri mi ha raccontato la sua storiella, ma io non me la sono bevuta, così come ho sospettato dei russi e infatti quelli già li abbiamo sistemati … S’è scoperto che erano in licenza e che si stavano organizzando un loro giro d’affari privato, servendosi di informazioni e materiale recuperati durante il loro ultimo incarico, ivi compresi i passaporti diplomatici … Comunque tornando allo svizzero-americano, come ti dicevo … Questo ha cercato di farmi credere, che lui e quel Chris, che è sparito, avevano l’incarico di trattare questo famoso brevetto segreto per cui si sono scannati … Ma, con la scusa che volevo catturare l’assassino, ho bloccato in banca la roba che voleva … Sai mi serviva tempo … Dovevo capire meglio le varie parti in commedia, non so se mi spiego? …
- Credo di sì, fin qui, mi pare tutto chiaro; vada pure avanti …
- Quelli con cui stavo parlando, mi hanno confermato, che due dei loro erano in missione per verificare certe voci circa una probabile trattativa sottobanco, che il “vero svizzero” potrebbe aver intrapreso, dopo aver dichiarato che non erano sufficienti i soldi offerti dai governi sia russo, che americano … C’era la possibilità che entrassero in gioco altri governi, o peggio qualche organizzazione pericolosa …
- Un bell’intrigo …
- Ma il fatto è, che a un certo punto quello che abbiamo in custodia, che dovrebbe essere l’Arper, Halton Arper … Dicevo, questo tale comunica ai superiori che l’altro suo collega, quel tal Chris Charter, sarebbe sparito senza lasciar traccia …
- Humm …
- Insomma! … E’ una storia che puzza … Tanto alla CIA, quanto a me … Poi, salta anche fuori che il nostro Arper ha un curriculum piuttosto pesante: ha fatto di tutto, la guerra, il cecchino, il killer, l’organizzatore di rapimenti e ha persino lavorato alla sparizione fittizia dei testimoni di giustizia … E qui la cosa mi ha fatto scattare una molla …
- In che senso, Commissario? …
- Questo lavoro comporta una serie di attività, più o meno legali, specie negli USA, per le quali, a volte, si fanno apparire come morte persone che devono cambiare identità … E questo comporta la necessità di manipolare cadaveri, in vari modi … Non se se mi segui, Gualtiero …
- Sì, sì … La seguo benissimo, Commissario … Lei, sospetta, che questo tale possa aver fatto sparire non solo lo “svizzero”, ma anche il Charter, il suo partner … Già; ma come provarlo? …
- E’ lo stesso dubbio che avevo io … Ed è per questo, che ho dovuto darmi da fare e inventarmi qualcosa … Così ne ho parlato con la Dottoressa Malleson e … Indovina quella femmina cosa non è andata a inventarsi? …
- Bella femmina, se permette …
- Non divagare, Gualtiè …
- Mi scusi … Diceva? …
- Quella non s’è messa al computer e s’è collegata al database generale degli obitori ed è andata alla ricerca dei decessi non identificati, ovunque nel paese; per dire … Una mente contorta, ma utile …
- Eee …
- Ci sono alcuni casi, che potrebbero interessarci … Così, la Malleson ha ordinato l’esame del DNA per tutti e ci siamo fatti mandare dagli americani il “profilo” dello scomparso …
- Ha già i risultati? …
- Non ancora, no … Ma è tutto predisposto, con la Dottoressa … Appena ricevuta la conferma scatterà il nostro piano e, in questo piano, anche tu avrai la tua parte … Io non sono qui e non sai dove sono, fino a nuovo ordine …
- Che forza, sta cosa! … Che devo fare, Signor Commissario? …
- Vedi Gualtiero, per fare le cose per bene, ci servirebbe quella benedetta “22” … Mi segui? …




I due continuarono a confabulare a lungo … Ma la porta dell’ufficio era chiusa, le tende abbassate … Ovviamente nessuno poteva sentire cosa si stessero dicendo …
 

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La solita confusione delle prime ore, caratterizzava anche quella mattina, il varco dei controlli bagaglio … Gente che scarica il proprio bagaglio a mano, i portafogli, ogni genere di gadget elettronici e magari la cintura dei pantaloni sui nastri trasportatori delle macchine per il backscatter a raggi X.
Fra gli altri passeggeri in coda, un volto noto aspetta tranquillamente, che il proprio bagaglio esca dal controllo … Era l’agente americano Arper, apparentemente in procinto di tornarsene in America … Nessuna difficoltà sembra essersi presentata e l’uomo, rapidamente, stava prelevando le sue cose e si avviava verso il suo gate.
Poco lontano, due figure seguivano la scena in questione, in attesa di qualcosa …
 


- Sei proprio sicuro di quello che stai facendo, Alex? …
- In ogni caso sarebbe un po’ tardi per cambiare idea, non credi, Tammy? … Ma comunque, sì … Sono abbastanza sicuro di fare la cosa giusta …
- Sono quelli lì, che stanno arrivando, i due doganieri, che mi dicevi? ...
- Sì … Uno solo è un vero doganiere, l’altro è un loro agente travestito … E’ lì per avvalorare tutta l’operazione … Poi, se guardi più in là, vicino al gate, ne vedrai altri due in attesa di intervenire …
- Ah, sì … Li vedo … Allora, è un’operazione congiunta? …
- Non c’era altro modo, senza la pistola non abbiamo granché in mano … Tutta la faccenda si sarebbe risolta in un pasticcio internazionale, con la possibilità che un duplice assassino ci sfuggisse dalle mani … Senza il tuo brillante intuito, non avremmo saputo come ritrovare la prima vittima; ma senza questo tentativo non avremmo il modo di incriminare l’assassino …
- Sì, ma a beccarlo saranno gli americani? …
- Pensi che saranno teneri con uno che ha fatto fuori il proprio collega e stava per sottrargli un simile affare? … Noi qui, non avremmo certo potuto fare di meglio … Che se lo tengano pure, e ci dovranno pure un favore …
- Ma quella tecnologia, Alex, come mai la lasciamo a loro? …
- Decisioni dall’alto. Noi, probabilmente, non avremmo saputo gestirla e loro, almeno in parte, la condivideranno con noi per senso di gratitudine … Comunque, Tammy, non è proprio oro tutto quello che luccica …
- E questo che vorrebbe dire? …
- Il mio amico direttore di filiale ha fatto entrare un nostro uomo nel caveau e ci siamo fatti una copia del disco fisso …
- E cosa pensi di farne? …
- Ufficialmente verrà consegnata ai nostri servizi, poi loro provvederanno a fornire le informazioni necessarie, a chi deve prendere le contromisure adatte nei nostri aeroporti …
- Ufficialmente? … Ma, cos’hai esattamente in mente? …
- Prima che gli americani abbiano finito di leggere i progetti su quel computer … Qualcuno pubblicherà una “pre-print”, sul sito dell’Università Cornell, con i dati fondamentali del progetto e, contemporaneamente, anche una pubblicazione divulgativa comparirà sui siti scientifici popolari americani … Nessuno saprà risalire agli autori, perché il materiale sembrerà provenire dai server più disparati e improbabili … E in questo modo la tecnologia diverrà di pubblico dominio e converrà a tutti lavorare sulle contromisure, non credi? …
- E come l’hai combinata tutta ‘sta cosa? …
- Amici e amici di altri amici, nonché qualche contatto fuori via e qualche favore da riscuotere …
- Ecco, guarda, Alex, l’hanno intercettato …
- Andiamo, Tammy …



Due robusti ufficiali di dogana si erano avvicinati all’agente Arper, in procinto di allontanarsi verso l’imbarco e gli avevano indicato la dicitura bilingue sulle pettorine, con la scritta “Dogana/Customs”, pregandolo poi di seguirli verso l’apposito bancone per le ispezioni …



- Prego Signore, voglia cortesemente aprire il suo bagaglio a mano …
- Ma ho appena passato i controlli … Che cosa cercate? …
- Noi non siamo interessati al terrorismo, ci interessiamo alle frodi fiscali e commerciali … Prego, esegua, o perderà l’aereo …
- Ma non capisco … Io sono un collega americano, ecco qui il mio tesserino … Sono qui per servizio … Un poco di cortesia tra di noi, eh? …
- Potrebbe avere liquori … In quella valigetta …
- Ci sono solo rapporti di servizio, andiamo …
- La apre, o la dobbiamo fermare per accertamenti? …
- Ecco la chiave …

 

Il doganiere aprì la ventiquattrore e si trovò davanti alcuni fogli, spostando i quali trovò una strana sostanza gelatinosa, ma solida, abbastanza simile al comune silicone isolante. Dopo un momento di esitazione, iniziò a tastare la superficie, con le mani protette da guanti di lattice, lungo i margini. Infine riuscì a sollevarne un primo strato, sotto il quale ce n’era uno assai più spesso, con un incavo sagomato al centro e proprio lì c’era un piccolo revolver. L’ufficiale lo sollevò attentamente e lo passò al suo collega; questi aprì il tamburo ed estrasse tutti i proiettili …
Dopo averli controllati, uno per uno, trovò quello che stava cercando e, con espressione soddisfatta ne sollevò uno, evidentemente già esploso, in alto, mostrandolo in direzione del commissario al di là dello sbarramento. Malfidato gli rispose col segno di vittoria ed il pollice alzato …
Nel frattempo l’Arper, resosi conto della trappola, fece per girarsi e tentare la fuga, ma i due suoi colleghi, nel frattempo gli si erano parati alle spalle, con le braccia sui fianchi, lasciando chiaramente spuntare le loro pistole …
Arper stette immobile a guardarli per pochi istanti, poi, scuotendo la testa, si lasciò andare, sedendosi sul bancone, proprio a fianco della valigetta, che lo aveva tradito …
Poco lontano, Tammy e Alex si complimentavano l’un l’altro, con grandi pacche e strette di mano …




- Sei stato grande, Alex … Non solo sei un bell’uomo, ma sei anche intelligente …
- Non so trovare le parole, Tammy, per ringraziarti … Niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza il tuo aiuto …
- Scommetto, che la parlantina ti tornerà presto; appena dovrai inventarti una scusa, per rifiutare il mio invito a cena per stasera …
- No, non ci penso nemmeno; però vorrei invitarti io, al miglior ristorante di Roma, dove bisogna prenotare un mese prima … Ma a me fanno sempre trovare un tavolo libero; vedrai è una cucina indimenticabile …
- Forse un'altra volta, stasera non voglio andare in un posto affollato, dove avresti troppe vie di fuga … Invece a casa mia, anche per uscire, ci vuole la chiave …
- Accidenti! ... Ma cosa mi vuoi fare? …
- Tu non te lo immagini nemmeno! …



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giovedì 4 luglio 2013

Universi Para... culi

[Parall... arse  Universes]


Abstract:  Sottoponiamo a verifica la tesi, recentemente avanzata, secondo cui sarebbe lecito uccidere tutti i sostenitori delle teorie che avallino l’esistenza di Universi Paralleli; sulla base di possibili normative in corso legale presso alcuni di tali “altri mondi” …

 
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PARTIZIONE A – Ambientazione: Aeroporto Fiumicino, Roma


Leon S. Ardo pilotava un jet privato, sottratto all’aeroporto di Washington, qualche ora prima … Quando fu affiancato da due jet F-35, di seconda mano … Dell’aviazione italiana. I due top gun segnalavano al pilota di seguirli, a scanso di ulteriori atti dissuasivi … Leon aveva notato da subito, con sorpresa, che i due caccia erano privi di armamento e si andava ripetendo che avrebbero comunque potuto abbatterlo a “pietrate” …
Naturalmente non era il caso di mettersi a discutere in quel frangente e sarebbe anche stato inutile pignoleggiare sul fatto, che fosse comunque diretto a Roma di suo e che non servivano le minacce per convincerlo ad atterrare in quel di Fiumicino.

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Dall’ambasciata USA era giunta una richiesta, che aveva provocato parecchio trambusto presso le autorità italiane e spinto il ministero ad attivare la Questura, tramite il Pefetto, affinché una pattuglia venisse inviata ad accogliere il presunto fuggiasco.
Nessuno di loro sembrava capire cosa esattamente ci fosse dietro e si sperava di non dover affrontare qualche esaltato, magari in vena di sparatorie … Gli americani si erano rivelati ossi duri in quanto a dettagli sulla faccenda. Il Questore era parecchio seccato di doversi ritrovare quelle patata bollente in arrivo, senza la minima speranza di poterne gustare un’equa razione …
Dal ministero erano stati chiari: gli americani la considerano una faccenda interna e si erano spesi per convincere gli “amici italiani” a non fare troppe domande … A scendere anche al Questore era stato chiesto di “soprassedere” per quanto possibile, tralasciando di indagare troppo … La cosa non gli piaceva, ma aveva abbozzato, per andare pari con favori “pendenti”.
La volante era stata istruita proprio in quel senso, ma con l’accortezza di tenere costantemente informato il Questore in persona, passo dopo passo …


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La pattuglia seguiva tutte le fasi di avvicinamento del velivolo, presso  le transenne esterne del deposito bagagli, incuriositi dai passaggi radenti dei topgun, che indicavano il percorso obbligato al pilota pirata. Nel frattempo uno dei carrelli, si era perso una valigia e uno degli agenti si agitava per attirare l’attenzione dell’incaricato.  Il collega ne sembrava infastidito e continuava a richiamarlo all’importanza della missione.
Una mezz’ora più tardi gli agenti scortavano lo strano individuo verso gli uffici della polizia aeroportuale.  L’uomo sembrava infastidito dalle manette che gli erano state imposte e farfugliava frasi incomprensibili ai due poliziotti, che dal canto loro non parlavano altro che la loro lingua.
Sistemato il detenuto, gli agenti si erano attivati per trovare qualche poliglotta, fra i colleghi, in grado di aiutarli nell’identificazione.

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Leon si guardava intorno, spaesato, in quella stanza spoglia; oltre un tavolino e un paio di sedie, c’erano solo un attaccapanni e una vetrata con veneziane, che dava sull’ampio ufficio a fianco. Dalla vetrata poteva vedere i due agenti indaffarati a discutere con altri colleghi. Li sentiva bene, perché parlavano ad alta voce, gesticolando in tutte le direzioni.
Poco dopo alcune persone entrarono nella stanza.

- Senta, Signore, qui abbiamo un problema … Tutti gli interpreti sono impegnati in questo momento, o assenti … Lei dovrebbe gentilmente, dirci se capisce la nostra lingua … Do y-o-u … understand? …
- Si certo! …
- Come certo? … Ma che mminchia mi combinate …. ? Eeeeh, Assistente? …
- Scusi sa, Agente scelto … vede la spallina …
- Sì, sta pensare alla spallina questo … Oooh, io non c’ho mica tempo da perdere … Questo parla italiano, l’ha sentito, o no? …
- Ma che vuole che dica, Commissario,  un momento fa parlava strano, gli ho  chiesto i dati, ripetutamente, ma non dava segni di capire.
- Scusi signore, lei ha imparato l’italiano negli ultimi minuti? … No, perché adesso voglio capire …
- Sì …
- Come sarebbe sì, cosa significa? …
- Io mi chiamo Leon S. Ardo, vengo da un altro mondo e ho imparato la vostra lingua, guardandovi parlare attraverso il vetro, poco fa …
- Sì, sappiamo che viene dall’altra parte del mondo, ma che storie ci racconta … Ha fatto finta di non capire la nostra lingua, poco fa coi colleghi. Guardi che qui non abbiamo tempo da perdere, siamo in periodo di alta stagione, ho tutti gli uomini impegnati e lei mi tiene bloccato qui a discutere di sciocchezze. Se vuole una denunzia per false generalità e resistenza a pubblico ufficiale, io l’accontento subito …
- Io non capivo, prima, ma adesso ho capito e voglio collaborare; io non vengo dall’altra parte di questo mondo, ma da  un mondo  diverso dal vostro e devo parlare con chi comanda qui …
- Aaah, coso … Beh, Sovrintendente, ora potete cavarvela da soli …
- Commissà, Agente scelto, già l’ho detto  … Vede le mostrine …
- Tranquillo, ti ho promosso sul campo, per meriti culturali … Ora vedete un po’ di rendervi utili; prendetegli le generalità e contestategli quanto stabilito e poi ricordatemi di contattare il Questore … Capito bene? …
- Signorsì …

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I due agenti erano visibilmente contrariati con lui e Leon cercava di rabbonirli, sfoderando un tentativo di sorriso complice, ma la cosa sembrava non funzionare …

- Sarai contento … Visto che figura ci hai fatto fare? … E poi, cos’è quest’altra fesseria … Tu vieni dagli Stati Uniti, questo già lo abbiamo appurato … Se non ti decidi a dirci le cose come stanno, mi sa che si mette male per te …
- Peggio di così? … Lo cerca mezzo mondo e ha pure fatto incazzare il Commissario …
- Zitto tu, lascia parlare, l’indiziato …
- Io, voglio parlare con i vostri capi, in questa realtà … Devo mettervi in guardia, ci saranno gravi conseguenze se non riesco a mettervi in guardia contro i pericoli che vi aspettano …
- Ma che sta dicendo questo? … Prima fa finta di non capire la lingua, ora cerca di passare per matto … Ce li vuoi dare i tuoi dati personali, sì, o no? …
- Io mi chiamo Leon S. Ardo, vengo da un altro mondo e …
- Questo ce l’hai già detto! … Perché hai rubato un jet e sei fuggito dal tuo paese, gli Stati Uniti. Dove volevi andare? … Hai qualche complice? … Sei un terrorista politico, o hai dei problemi personali? … Allora vuoi parlare, una buona volta? …
- Io mi chiamo Leon …
- Basta, va a chiamare il Commissario. Il soggetto è reticente e si rifiuta di declinare le generalità …
- Sei sicuro? … Non è che poi questo ci fa fare un'altra figura di merda? …
- Non stare a discutere, fa come ti ho detto.

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I due poliziotti avevano portato Leon nell’ufficio principale, insieme ad altri soggetti in attesa di provvedimenti, in modo che fosse sorvegliato dai colleghi e  si erano allontanati. Leon era spaesato, tutti gli altri lo fissavano incuriositi, bisbigliando frammenti di notizie sul suo conto, che iniziavano a trapelare …
Proprio al suo fianco, sedeva una donna, pesantemente truccata e anche lei lo fissava, con un sorriso d’occasione … Era stata ripetutamente lì, lì per dirgli qualcosa, ma poi rinunciava e con un sospiro scuoteva la testa e guardava in alto, senza dire niente.  Anche Leon la guardava, pensando che avrebbe detto qualcosa, ma ogni volta lei cambiava idea e lui non sapeva che dire … Finché …

- Ciao, mi chiamo BlackHolly … Almeno dopo una certa ora e tu? …
- Io mi chiamo Leon …
- Sei americano? …
- No, vengo da un altro mondo …
- Sì, certo … E’ questo che hai detto ai due sbirri? … Così ti metti nei guai, quelli non se la bevono che sei “fuori”, ne hanno visti troppi … Meglio che ti cerchi un’altra strategia, senti a me …
- Ma tu chi sei? …
- Una battona, perché non si vede? … Per meglio dire, faccio pompini nei cessi dell’aeroporto, quando non mi beccano, si capisce … Veramente sarei un fisico teorico, come attività principale, ma di questi tempi, uno deve sbarcare il lunario come può … Non mi posso lamentare, sai … Con solo qualche ora di lavoro, mi pago la retta all’università, l’affitto e qualche altra cosetta … Ho molto tempo libero per studiare e non mi faccio troppe illusioni sulla vita … E tu, che storia è questa, che vieni da un altro mondo? … Vorrai dire da oltre oceano; forse non sai bene l’italiano? …
- Io l’ho imparato un quarto d’ora fa, mentre aspettavo in quell’altra stanza …
- Che bel soggetto! … Non raccontarmi frottole, sarebbe solo tempo perso, tanto vale che stai zitto …
- Chi è che comanda, qui? …
- Qui dove? …
- In questo universo …
- Dio, suppongo … Anche se sembra esserci un qualche tipo di disputa tra un certo Javè ed un altro di cui non ricordo il nome …
- Come? …
- Ti sto canzonando, sciocco … Tu prendi in giro me, io prendo in giro te ... Così gira il mondo.
- Io non scherzo … Perché credi che scherzo? …
- L’alternativa è che sei seriamente scemo … Lo sei? …
- Scusami, BlackHolly, forse capisco questa lingua, meno di quanto credessi …


Mentre i due parlavano, un improvviso trambusto si era scatenato nella stazione. Tutti correvano da tutte le parti, persino dei cani antidroga si aggiravano confusi, abbaiando e saltellando eccitati. Un tale, scoperto con la droga nella finta pancia, cercava di scappare, trascinandosi la panca cui era incatenato.
Leon guardava la scena interdetto, mentre tutti gli altri suoi vicini se la ridevano alla grande … Specie BlackHolly che non riusciva a trattenere le lacrime dal tanto ridere e cominciava a colare rimmel dagli occhi …

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Nel frattempo in Questura, qualcuno sbraitava al telefono ogni genere di improperi … Nessuno riusciva a spiegare cosa stesse accadendo all’aeroporto, con il pirata dell’aria di cui tanto si era raccomandato con i subalterni.  Non erano sicuri nemmeno sul nome, come accidenti era possibile? …



- Io non capisco, il Commissario Malfidato è sempre stato all’altezza in occasioni precedenti. Non ho mai avuto problemi in precedenza. Davvero non me ne faccio una ragione … Come sia possibile, che dopo una mattinata in custodia, non siano riusciti ad ottenere un’identificazione certa del soggetto.
- Signor Questore, potremmo essere davanti ad uno squilibrato, nel qual caso è possibile che i colleghi non si sentano in grado di accogliere come affidabili le sue dichiarazioni … Pensi solo che questo individuo ha sottratto un velivolo in uno degli aeroporti più sorvegliati del mondo e ha pensato di potersi sottrarre alla sorveglianza di uno dei cieli più controllati che esistano … Se non è matto uno così, non so chi lo possa essere … Non crede anche Lei?
- Può darsi, Angelino, ma comincio ad averne abbastanza di questa faccenda. Non possiamo soprassedere a tutto quanto, solo perché gli americani vogliono evitare brutte figure … Che cazzo! Dobbiamo fare noi la figura dei fessi, per salvare la facciaccia a loro? …
- Lo chiede a me? …
- Ma che dici, Mastrocastro … Mi ti sei rincoglionito? … Era una domanda retorica …
- Che devo dire al Commissario, Signor Questore? …
- Digli che usi il suo buon senso, che non si faccia mettere i piedi in testa e che però non se ne faccia accorgere …
- Tutto insieme? …
- Va’, vai … Non farmi dire altro, Angelì … Quanto sei indisponente, quando vuoi …
- Sì, Signor Questore.



La patata bollente, tornava nella nodose mani del Commissario Malfidato, responsabile della stazione di PS presso l’Aeroporto di Fiumicino.

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In quel mentre, all’aeroporto di Fiumicino, il Commissario sedeva ad una delle scrivanie dell’ampio salone, con una mano sul microfono del telefono, ascoltando quanto gli veniva detto e contemporaneamente, segnalando a questo e a quello di fare questa, o quella cosa … Nel contempo, di quando in quando, confermava a monosillabi di capire quanto gli veniva detto …


 - Si certo, capisco … Era proprio quello che pensavo di fare … Dica al Signor Questore di stare tranquillo, che qui non ci facciamo intimorire, ma allo stesso tempo ci renderemo massimamente disponibili nei confronti degli amici dell’FBI … Che non si deve preoccupare, ho capito perfettamente … Deve però, anche lui, rendersi conto che il soggetto in questione da segni di scarso equilibrio mentale … Non possiamo prendere per buone le cose che dice e d’altra parte non disponiamo di una identificazione certa dai colleghi americani … Quindi abbiamo le mani impicciate e dobbiamo stare attenti a non fregarci da soli … Digli che non è cattiva volontà, ma è una situazione molto, molto delicata … E’ chiaro, sì? …


Evidentemente dall’altra parte dell’apparecchio, il Commissario aveva ricevuto la risposta che si aspettava e quindi la comunicazione poteva terminare … Subito dopo egli si era diretto nel suo ufficio, per poi chiudersi dentro …


Nella grande stanza, intanto, si era formato un capannello intorno al pirata dell’aria, perché tutti si stavano interessando alla sua storia e al trambusto che stava ingenerando in tutti gli ufficiali presenti, tanto che le altre questioni erano state accantonate …


Leon se ne stava in silenzio, ascoltando tutti gli altri fermati, che discutevano animatamente del suo caso, ognuno con una propria teoria da sostenere, le più fantasiose, e ponendo domande per le quali non attendevano la risposta, o addirittura se la davano da soli … L’unica che non partecipava al dibattito era BlackHolly che osservava con aria interdetta quel pirata dell’aria di Leon 


- Leon … Leon …
- Eh? …
- Non li senti? … Stanno parlando di te … Perché non dici niente? …
- Non so … E’ che sto cercando di assimilare meglio la vostra lingua … Prima, mi sono reso conto di avere lacune importanti … Solo ascoltando, posso colmarle …
- Tu dici sul serio, vero? … Tu ci credi a queste storie che racconti? … Ma ti rendi conto che qui nessuno si sogna di prenderti sul serio …
- Perché dici questo? …
- Il tuo problema non è la lingua … O per meglio dire, non il principale problema;  quello che dici, se anche fosse vero, non sarà mai accettato dalle labbra del primo venuto, che per giunta ha appena commesso più di un reato … Qui da noi funziona così, che ti piaccia, o no … Dovrai imparare molte, ma molte cose, oltre la lingua, per portare avanti le tue idee …
- Tu mi stai aiutando, sembra, perché? …
- Io non conto niente, in questo mondo … Proprio come te … Se vuoi davvero essere ascoltato, devi aver tanti soldi e tanto potere e, probabilmente, chissà quante altre cose, che non mi vengono in mente … Un volta ho visto un film dove c’era un alieno, che veniva sulla terra per avvertirci, che se non avessimo fatto qualcosa, il suo robot gigantesco ci avrebbe distrutti … Ma quello aveva un robot distruttore … Mica discorsi … Caro mio, coi bei discorsi, al massimo, puoi finire in croce …
- Come? …
- Era una metafora, una figura retorica insomma, non devi prenderla alla lettera. Volevo dire, che questi, gli FBI, se ti prendono, ti mettono in prigione e buttano la chiave … E tu finirai per parlare ai muri, per il resto della tua vita.
- Tu puoi essermi utile? …
- Io faccio pompini, caro mio … Non miracoli …
- Io voglio risparmiare al vostro universo quello che è capitato al mio …
- Sei solo un altro incompreso, che andrà ad allungare una lunga fila …
- Signorina, scusi perché non lo lascia parlare … Se a lei non interessa, qui c’è qualcuno, che vorrebbe sentire quello che il signore ha da dire …
- Oh, mi scusi tanto … Signor … Signor? …
- Io sono Rossi, Rossano Rossi, lavoro come custode in un condominio e sono qui solo perché volevo riportare la valigia a degli inquilini in partenza e questi mi hanno accusato di averla rubata … Comunque se permette, come dicevo prima, vorrei sentire quello che stava dicendo il signor Leon, qui … Vada avanti, la prego … La signorina non è l’unica, che abbia voce in capitolo … Lei parlava di pericoli … Quali pericoli? …
- Il vostro mondo è in pericolo, ci sono molti universi là fuori … Tanti da non poterli contare … E molti di questi universi sono una minaccia oscura, per chi tenti di interagire con essi …
- Come sarebbe, “interagire”? … Vuol dire, che è possibile? … Si insomma, che sia possibile passare da uno all’altro? …
- Non è una cosa semplice, signor Rossi … Anche se avviene tutti i giorni, anche qui da voi … Ma ci sono vari aspetti da considerare e occorre comprendere bene la differenza tra quello che accade naturalmente e quello che viene fatto tramite metodi,  come direste voi, “tecnologici” … Perché il pericolo viene proprio da questi ultimi …
- Si spieghi meglio, Leon …



Proprio mentre venivano pronunciate queste parole il Commissario era uscito dall’ufficio, urlando qualcosa e mettendo in agitazione tutti … La cosa aveva preoccupato il gruppetto dei fermati, che si erano diligentemente rimessi a sedere ai loro posti.


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Attraverso la porta aperta dell’ufficio del Commissario era possibile notare la presenza di due individui dall’aria molto distaccata e severa, in perfetto completo da poliziotti in borghese, ma con strani distintivi che pendevano dal taschino esterno …  Ad un occhio buono era possibile decifrare una grossa scritta un blu: FBI.



- Quando vi ho raccomandato di prendere in consegna il pilota pirata, non intendevo per farci un giro in aeroporto e offrigli un caffè … Che figura ci facciamo coi colleghi americani? … Penseranno che siamo degli incapaci e tutto per colpa di due sprovveduti che per raccogliere i pacchi di una vecchietta si sono fatti scappare un prigioniero … Ma vi sistemo io, garantito: la promozione la vedrete col binocolo e ringraziate il cielo che non vi sbatto a casa, con lo stipendio sospeso …  E guai a voi se provate a rispondere! … Non dovete farvi più vedere finché quel tale non sarà stato ripreso … Fuori di qui e anche di corsa, capito! …



Tutti stavano a sentire le urla del Commissario,  nel più assoluto silenzio … Ognuno guardava l’altro e poi intorno a sé, cercando di capire con chi ce l’avesse, ma lo sguardo del commissario era diretto verso uno scaffale di pratiche, dove non c’era nessuno e quindi lo stupore e la perplessità erano la comune espressione visibile sui volti dei presenti …

Proprio mentre si richiudeva la porta, si erano udite le ultime parole del Commissario dirette ai due ufficiali americani …



- Scusate, cari colleghi, per la sfuriata, ma io non tollero i lavori fatti male … In fondo i ragazzi si sono lasciati trasportare da un gesto di istintiva cortesia verso una persona anziana … Ma certo questo non li giustifica affatto. In separata sede farò loro una ramanzina coi fiocchi, ma non volevo umiliarli troppo in pubblico … Ora pensiamo a fare il necessario per recuperare la situazione … Voi dovete capire, che il caso si presenta piuttosto complesso, proprio a causa delle scarse informazioni che ci avete fornito e soprattutto per il fatto, che non esiste una identificazione certa del soggetto: io non posso fermare della gente per bene a caso, solo per cercare un Mister X …



Poi la porta si era richiusa e non si era più sentito niente, ma BlackHolly era rimasta interdetta da quei distintivi … E con un atteggiamento tra il misterioso e il sibillino si era rivolta a Leon …



- Ma se quelli erano dell’FBI … Forse stanno cercando proprio te … Di sicuro nessuno di noi sfigati può interessare agli americani … Non resti che tu …

- E’ possibile … Ma se mi riprendono loro la mia missione rischia di fallire … Sarebbe un danno più per voi che per me …

- Io vorrei aiutarti, ma bisogna che tu ti spieghi meglio … Non so ancora se posso fidarmi di te …

- Senta, BlackMolly, o come si chiama … Magari se la smettesse di interromperlo, riuscirebbe a finire il suo racconto …

- BlackHolly, BlackHolly … Cosa c’è di così difficile? … E poi … E’ proprio tipico da portinaio, non riuscire a farsi i fatti propri …

- Custode, prego … Anche a me piacciono le cose precise, io sono il custode … Non apro porte, vigilo, io …

- Prego, per favore, statemi a sentire, io non posso farcela senza il vostro aiuto … Perciò vi racconterò tutto, in modo che possiate aiutarmi, almeno ad uscire a qui … D’accordo? …

- Sì, sì … D’accordo …

- Sì, anch’io … Siamo tutti d’accordo, vero gente? …

- Sì … Sì … Sì, certo …



Un sibilo di sì, si era levato in coro da tutti i presenti, che, chi più chi meno, cercavano di ascoltare quanto veniva detto.



Leon si era quindi messo a raccontare la sua storia, anche per quelli che non l'avevano seguita dall’inizio e aveva ribadito come l’unico scopo del suo gesto fosse quello di mettere in guardia questo nostro mondo dai pericoli, che possono nascondersi in certe teorie, che se diffuse potrebbero alimentare una corsa alla ricerca di collegamenti con altri universi … Tale fenomeno si era già verificato nell’universo da cui Leon proveniva ed aveva causato una reazione a catena di disastri, che lo stavano portando alla distruzione. Per questo motivo alcuni governi avevano deciso di eliminare il problema alla radice, ma non potendo farlo nel loro universo, si erano decisi ad emanare leggi contro i propugnatori delle teorie sugli universi paralleli ovunque. Ciò aveva portato alla istituzione di squadre di agenti speciali, da inviare anche negli altri universi potenzialmente collegati e che costituissero un minaccia, in modo da eliminare fisicamente il pericolo alla radice …



- Ma è una cosa terribile, uccidere le persone per le proprie idee …

- C’è idea e idea, mia cara signora … Quanti ne deve uccidere un’idea, prima che diventi abbastanza pericolosa, secondo lei? …

- Sì, ma qui c’è la democrazia, non si può uccidere la gente per prevenire un crimine …

- E’ per questo, in genere, che le democrazie durano molto poco … Nel nostro mondo la democrazia è finita, quando i criminali sono diventati la maggioranza ed hanno eletto i loro rappresentanti a governarci tutti … Da allora, è stato necessario scegliere a cosa rinunciare …

- Deve essere un mondo molto crudele il vostro, Leon …

- Forse, BlackHolly, ma, fossi in te, non ci scommetterei … Comunque, io non sono qui per darvi lezioni di diritto politico, ma come dicono volgarmente gli americani, per salvare il vostro culo! … Il giorno in cui qualcuno su questo pianeta riuscirà a controllare il passaggio tra gli universi, alla maggior parte di voi non resterà molto per cui vivere …

- Aspetti, aspetti un po’ … Che significa controllare il passaggio? … Lei intende che il passaggio c’è già, ma che nessuno lo controlla? …

- Sì, signor Rossi … E’ proprio così … Gli universi sono molti ed interconnessi e per giunta in comunicazione continua, solo che normalmente nessuno controlla questa connessione … Quelli che ci riescono, pensano di poterli sottomettere alla propria volontà ed interessi, ma questo è impossibile … C’è un’espressione terrestre per questo: aprire il vaso di Pandora …
- Vuol dire che tutti i venti si scatenerebbero insieme? …

- No, signora, quello è l’otre che il dio Eolo diede a Ulisse … Viceversa il vaso, che Zeus diede a Pandora, quando fu disgraziatamente aperto, scatenò sulla terra tutte le disgrazie … Ed è quello che succede quando gli universi si mescolano in modo improprio …

- Che vuol dire “in modo improprio”, Leon? … Esiste forse un modo giusto? … E qual è? …

- D’accordo, BlackHolly, proverò a spiegarvelo, anche se non per tutti sarà facile …

- Beh, la “Signora” qui è laureata, semmai ci aiuterà lei a capire …

- Proprio perché sono una signora, non le starò a rispondere …

- Volete che continui … sì? …

- Scusaci, Leon … Vai avanti …

- Gli universi comunicano tutto il tempo … Voi non ve ne rendete conto, ma questa è la regola ovunque e sempre … Le persone nascono e muoiono, continuamente …

- E questo che c’entra? …

- Vede signor Rossano, se si considera l’universo nel suo insieme, nelle sue parti visibili, come quelle invisibili e, badi bene, non sto parlando di spiriti, ma di fenomeni reali, fisici, concreti, anche se invisibili … Dicevo, se si vedono le cose in un’ottica abbastanza globale, il fatto che si parli di uno, di due,  o di tanti universi ha poca importanza … Questo tipo di ragionamenti dipende da come si consideri il tempo …

- Questa l’ho già sentita, credo …

Naturale, se stai studiando fisica, BlackHolly, per parlare di universi paralleli occorre considerarli in un preciso momento nel tempo … Ma come tu saprai, avendo studiato la Relatività, il tempo è legato a questo nostro momento: non esiste un tempo valido ovunque, nemmeno per un singolo universo, figurarsi se può esistere per una moltitudine di universi distinti … Certi concetti non possono essere messi insieme, senza le dovute cautele … Comunque per quanto riguarda i collegamenti tra universi, questi riguardano il fatto, che quando si muore in un universo, qualcosa, o qualcuno può nascere in un universo diverso …

- Vuol dire che ci reincarniamo? … Lo sapevo! … Lo sapevo, che c’era la reincarnazione … l’ho sempre detto a mia moglie, ma lei non voleva darmi retta …

- No, attenzione, io no l’ho mai detto, questo … Quello che cerco di dire è che nulla può andare distrutto, o sparire del tutto e che, quando ciò stia per succedere in una realtà, allora è quasi sempre pronto un ricettacolo adatto in qualche altro luogo e se ciò non fosse possibile, comunque si presenteranno diverse alternative minori, grazie alle quali un’entità che termina si scompone in entità più piccole, ma che nell’insieme raccolgano l’eredità intera di ciò che ha chiuso il suo ciclo … In questo modo nulla va distrutto, né per quanto riguarda la parte materiale, né per quanto riguarda le informazioni, che tale entità avesse elaborato in vita … Ogni entità si trasforma, così come ogni universo si trasforma … Niente può andare perduto … Questa è la regola che governa gli universi …

- Dunque, siamo immortali? …

- Allora, portinaio, sei proprio duro di comprendonio? … Te l’ha appena detto, che non si tratta di questo …

- Come no …

- Temo che abbia ragione BlackHolly , quello che voglio dire è che l’energia e l’informazione sono immortali, non noi … Noi, ad ogni passaggio, perdiamo il filo di ciò che succeda e, normalmente, non saremmo mai in grado di ricordarci quello che eravamo, o quello che abbiamo fatto … Questo ci rende, a tutti gli effetti, mortali …

- Fermo lì! … Adesso sono io ad avere un dubbio, Leon …

- Dimmi, BlackHolly , qual è? …

- Hai appena detto “normalmente” … Normalmente non saremmo in grado di ricordare … Che vuoi dire? …  

- Che nelle vostre culture, sono esistiti momenti in cui vi siete avvicinati alla verità … Senza mai coglierla fino in fondo, tuttavia …

- In che senso, signor Leon? … A chi si riferisce? …

- Alcune antiche culture e religioni, signor Rossi, hanno intuito almeno una parte della verità … Per esempio, fra gli Egizi …

- Ah, sì … Io ho visto un documentario, che parlava degli antichi alieni che sono stati in Egitto e ci hanno insegnato a costruire le piramidi …

- Quello era un film …

- No, no, no … State facendo confusione … Sono due cose diverse il film e il documentario … Io li ho visti entrambi e uno è solo fantascienza, mentre l’altro deriva dagli scritti di un famoso teologo e storico, che si chiamava … Aspetta un momento … Van, van  … Qualcosa … Ah, sì … van Domeniken! …

- Sì, sì, l’ho sentito anch’io … L’hanno trasmesso in tv … Ma sono tutte balle …

- Vogliamo stare a sentire il resto della storia, signori miei … O no? …

- Temo che siate tutti fuori strada … Quello di cui parlavo io, riguarda un re che non ha niente a che fare con le piramidi, ma che ha cambiato tutta la cultura del suo paese e costruito una nuova capitale nel deserto, per adorare il dio unico Aton … Egli aveva per primo intuito come l’energia del sole fosse in grado di interagire con il campo magnetico della terra in modo da creare le condizioni per il contatto tra due universi … Tuttavia questo tentativo era appena agli inizi quando il re morì e suo figlio, ancora troppo giovane per imporsi, rinunciò all’impresa per garantirsi l’appoggio dei sacerdoti e salvare il suo status … Ma c’è anche un altro caso interessante, in una regione sperduta dei questo pianeta, ancora oggi in essere …

- Di chi stai parlando? …

- Sono alcuni monaci tradizionali del Tibet … Essi sanno che quando muore un loro monaco, particolarmente saggio, potranno ritrovarlo almeno in parte in qualche nuovo nato … Essi fanno delle ricerche fino a che non trovano qualcuno che sia in grado di riconoscere le cose, o le abitudini del monaco scomparso …

- E’ perché credono nella reincarnazione … Lo dicevo io …

- Sì, questo è quello che credono loro, non necessariamente quello che accade effettivamente … In realtà, essi credono che si tratti di reincarnazione, mentre quello che si manifesta è solo un tipo di affinità che inevitabilmente lega tutti gli universi tra di loro … Ma il modo per permettere effettivamente a qualcuno di passare informazione tra gli universi richiede ben altre conoscenze e tecnologie … Il vostro mondo è ancora lontano dal comprenderne i meccanismi e questa è la vostra fortuna … Per ora …

- Quindi, in pratica, non è possibile passare da un universo all’altro senza speciali tecnologie? …

- Non è solo una questione di tecnologie, siete ancora lontani dalla logica di base … Le vostre teorie colgono solo la superficie della natura dell’universo … Ma il vero problema è la strada che la vostra cultura prenderà in futuro:  cercare a tutti i costi di concepire la conoscenza come conquista, oppure scegliere la strada che porta a conquistare la conoscenza …

- E questo cosa vorrebbe dire? … Sembra un gioco di parole …

- Puoi essere sempre un passo avanti, solo perché questo lascia tutti gli altri indietro … Oppure puoi scegliere di fare solo i passi che consentano a tutti di tenersi in pari … Dipende solo dal genere di persona che vuoi essere … Questo vale tanto per gli individui, come per le società ed anche per gli universi …



Tutti ascoltavano con interesse ed erano così concentrati che non si accorgevano di essere osservati da uno dei poliziotti e la sua interruzione li colse di sorpresa …



- Che vi credete di essere a un talk show? … Mica siamo in televisione, aoh! … Cercate di stare al vostro posto e, soprattutto niente confidenza con lo straniero … Quello è sospettato di un crimine, non è proprio il caso di fare capannello … Ma guarda questi! … Che roba! … Da non credere …

- Scusi tanto, Sergente …

- Assistente capo, sono Assistente capo … Le vedi queste spalline? … E’ il grado di Assistente capo … Capito bene? …

- Sissignore, Assistente capo …  Adesso ho capito …

- Fossi in te, non farei tanto la spiritosa, cara la mia BlackHolly, tu stai tirando troppo la corda e se non stai attenta, non sai i guai che ti aspettano …

- Posso fare qualcosa per metterti di buon umore signor … Assistente capo? …

- Le cose che fai tu non mi interessano, io sono un uomo sposato …

- Capisco … Ci pensa la tua signora …

- Cosa capisci tu? … Non ti devi permettere, certe confidenze … Mi sono spiegato? …

- Chiedo scusa … Sergente!! …




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Lentamente le cose erano tornate nella norma, alla stazione di polizia. Il Commissario si era allontanato da un’uscita secondaria con i due agenti americani ed il gruppetto dei fermati si scambiava solo qualche battuta sottovoce, cercando di non ridestare l’attenzione del loro custode … Erano trascorse un paio d’ore tranquille, quando qualcuno s’affacciò ad una porta suggerendo di accendere la tv sul canale CNN … Il notiziario trasmetteva, come al solito, gli ultimi eventi, in inglese e la cosa non sembrava destare troppa attenzione nei presenti; ma Leon e poco dopo anche BlackHolly, si accorsero delle scritte che scorrevano in “sottopancia” …

- Leon … Ma lo vedi cosa dicono quelle scritte? … Com’è possibile? … Lì c’è scritto, che sono stati uccisi un numero imprecisato di scienziati in tutti gli Stati Uniti e che si sospetta di un individuo che è fuggito rubando un aereo …
- Mi dispiace, BlackHolly, ma non ho potuto essere del tutto sincero con te …
- Ma come è possibile? … Tu sei qui! … Allora non sei venuto da solo … E’ proprio come nel film …
- Una specie, solo che io non ho un robot distruttore, ma un sistema di bio-chip in grado di entrare in simbiosi con gli organismi umani di qui … Quando mi sono fatto catturare dall’FBI e loro mi hanno portato nei loro uffici, ho fatto in modo di introdurre una dose di questi oggetti nel loro distributore d’acqua ed anche nell’acqua del loro distributore di caffè …
- Tu mi hai mentito … Brutto bastardo! … Ma come sono state uccise quelle persone? …
- Dalle stesse guardie che erano state loro assegnate, per proteggerle da me … E’ proprio per individuarle più in fretta che le ho minacciate apertamente … Così, l’FBI ha dovuto mandare qualcuno e questo ha permesso agli ufficiali che hanno assorbito i miei bio-chip, bevendo acqua, o caffè di individuarli e, modificandone il comportamento senza che se ne rendessero conto, condizionarli in modo da fungere loro stessi da killer … Anche io sono dotato di un tale bio-chip e questo fa sì che tutti insieme formiamo un sistema informatico, perfettamente interconnesso a distanza …
- Che scema che sono … E pensare che volevo aiutarti … Pensavo che fossi un poveraccio, spaesato e perseguitato … Uno sfigato come me … Invece sei un assassino a sangue freddo … Un fottuto terrorista del cazzo! …
- Tu ora pensi questo, ma se avessi visto giusto prima e ti sbagliassi ora? … Pensaci … Bastano poche righe di un telegiornale, per cambiare quello che senti? … Io non posso uscire di qui, se non mi aiuti … Quello che è successo è la logica conseguenza di quello che ti ho raccontato, ricordi? … Non ti ho affatto mentito! … Io ho approfittato di voi per avere un alibi inattaccabile … Ma non c’era bisogno che vi raccontassi tutta la storia … Né che adesso mi preoccupassi di quello che pensi … Qualcuno da questa parte dovrà pure iniziare a pensare in modo diverso ed anche a vivere in modo diverso …
- Non mi freghi più …
- Ok … Come vuoi …
- Cosa, “come vuoi”? …
- Se hai cambiato idea, non posso obbligarti …
- Non puoi appiccicarmi una di quelle porcherie, che condizionano il cervello? …
- Potrei, ma non voglio … Tu non sei un pericolo per questo universo, le leggi del mio mi impediscono di danneggiati … Io sono qui solo per proteggere il mio universo, non per aggredire il tuo …
- Io non dirò niente, ma prima o poi questi sapranno quello che è successo …
- La cosa non mi preoccupa, il meccanismo che ho innescato funziona da solo, ormai è autonomo e chiunque porti avanti certe teorie pericolose verrà, prima, o poi, eliminato … Questa tecnologia è una specie di “selezione artificiale”, in cui non sopravvive, chi viola le nostre “leggi” …
- Chi vi da il diritto di decidere così …
- E’ qui ch ti volevo, BlackHolly
- Che? … E questo cosa vorrebbe dire? … Dov’è che mi volevi? …
- Dimmi chi decide certe cose nel tuo mondo? …
- La legge, in base al diritto … Suppongo …
- Non ci credi neanche mentre lo dici …
- Beh … Certo … Di solito, alla fine, è sempre il più forte ad avere la meglio … Ma non è giusto … Non dovrebbe essere così …
- Non dico che sia giusto … Ma ti ripeto, che nel mio mondo abbiamo rinunciato, molto tempo fa, a farci delle illusioni … Erano un lusso, troppo pericoloso … Le illusioni fanno più morti delle pistole …
- Io non voglio essere la complice di un assassino, o di un terrorista …
- Io ho la licenza di uccidere …
- Coosaa? …
- Proprio così … Non sarei mai potuto venire qui altrimenti: il nostro governo è l’unico ad avere le tecnologie per questo tipo di spostamenti e non manda nessuno a spasso per gli universi, a meno che non sia in grado di portare a termine la sua missione … Nel mio universo sono perfettamente in regola … Peccato che non potrò mai tornarci …
- Come sarebbe, Leon? …
- Da questo tipo di viaggi non si fa ritorno … Non da vivi …
- Allora devi rimanere qui? … Ma perché? …
- Nessuna tecnologia può consentire di andare avanti e indietro tra gli universi … Ciò creerebbe paradossi tali da portare alla distruzione di tutto, molto rapidamente … E se siamo ancora qui, vuol dire che tali paradossi non si possono verificare …
- Che cosa farai, da adesso in poi, qui? …
- Questo dipende da te, BlackHolly
- Oh, cazzo! …


Per tutto il tempo, Leon e BlackHolly  avevano sussurrato, tenendo d’occhio il loro custode, in modo da non farsene accorgere,  ma lui ogni tanto sollevava lo sguardo dalle sue scartoffie, facendo il viso truce, come a dire: “a me, non mi fate fesso!” … E allora BlackHolly  gli sorrideva, mettendosi un dito in bocca, in un inequivocabile gesto, che lasciava l’uomo a bocca aperta, solo per qualche istante …


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Lentamente le attività della stazione di polizia si andavano normalizzando; qualcuno dei fermati era stato fatto spostare nei separé dove stavano sostenendo il colloquio, che avrebbe dovuto chiarire la loro posizione … In giro si era rianimato il vai e vieni di poliziotti alle prese con qualche fascicolo, o qualche insormontabile battibecco tra colleghi … Il gruppetto dei fermati, sentendo di non essere più al centro dell’attenzione, aveva ripreso il chiacchiericcio occasionale ed i soliti tre o quattro erano ancora incuriositi dal caso del pilota pirata che, per tutto il tempo, in sordina, aveva continuato con BlackHolly  una sua serrata discussione …


- Senta, Lei … Ci faccia capire qualcosa anche a noi … Cos’è successo alla fin fine? … E’ stato scagionato, dunque? …
- Sembra di sì, signor Rossano … A quanto pare l’FBI non crede che da qui io possa aver commesso dei crimini negli States … E se lo dicono loro … Comunque resta in piedi il dirottamento, ma è possibile, che a questo punto si rimettano alla legge italiana …
- Ma allora, Leon … Perché ha rubato l’aereo? …
- Io confermo tutto quello che ho già detto … Non rispondo di quello che credono, o non credono, gli americani …
- Lo sa, che li è proprio matto? …
- E’ quello su cui faccio affidamento …
- Affidamento per cosa, Leon? …
- Lasciamo perdere …  Ormai l’unica cosa che importa è se potrò filarmela col vostro aiuto, oppure finirò in carcere in un paese straniero …
- Beh, per quel che mi riguarda …
- Dobbiamo essere tutti d’accordo, caro il mio “custode” … Io posso fare qualcosa per lui, ma se poi qualcuno di voi spiffera, mi ritrovo nei guai …
- Senta, signorina …
- Signora, prego …
- Non mi vorrà far credere, che è sposata? …
- No, solo che sono una “signora”, per lei! …
- Come pensa di farlo scappare, si può sapere, “signora BlackHolly“? …
- No, signor Rossano, non si può … Un domani potrei averne bisogno per me stessa …
- Vi prego signori, state di nuovo bisticciando … Non vi sembra che ci siano cosa più importanti? …
- Sì, ha ragione Leon … Ma vorrei sapere altre cose, prima che se ne vada …
- Ma sì, facciamo un bel dibattito letterario … Tanto nessuno ci corre dietro …
- Ti prego BlackHolly, lascia che soddisfi le loro curiosità … Del resto, anche tu hai voluto parecchie risposte …
- Avanti … Fate pure …


Nessuno si curava più di loro, l’ufficio era ormai la solita bolgia. Erano arrivati diversi voli e accompagnati da solerti agenti, alla fila dei fermati, si andavano aggiungendo via, via altri soggetti …


- Cosa voleva sapere, signor Rossano? …
- Il mio amico Franco, qui,  ha sentito che parlavate degli antichi alieni, che avrebbero invaso la terra e insegnato a noi umani tutto quello che sappiamo …
- Piacere, signor Franco … Mi chiamo Leon …
- Piacere mio … Franco Allamano e questo qui è mio cugino dall’Uruguay, Esteban Iguazù …
- Piacere …
- Piacere …
- Vedete, amici … Io non intendevo affatto sostenere queste idee, ne avete parato voi … Quando ho citato un preciso periodo, quello della Diciottesima Dinastia, più o meno gli anni 1340 A. C.. In quel particolare periodo, in Egitto, emersero alcune misteriose nozioni, mai viste né prima né dopo, che indicavano in una precisa zona del deserto, il luogo ideale per costruire un nuovo regno ed una nuova religione …
- E’ quello delle piramidi? …
- No, stiamo parlando di circa 1200 anni dopo Cheope … Un periodo in cui la capitale del regno fu spostata in pieno deserto, in un posto chiamato Tell-el-Amarna … Dove in apparenza non c’era niente di speciale … Ed è quello che pensavano gli eredi del faraone che l’aveva voluto, infatti alla sua morte riportarono la capitale alla sua vecchia sede di Tebe …
- E cosa c’era di speciale? …
- Una particolare alterazione del campo magnetico terrestre, che, quando si allinea con specifiche conformazioni del campo magnetico solare, può consentire l’interscambio tra universi … Ed è questa intuizione che portò gli egizi a pensare di potersi divinizzare, sfruttando particolari luoghi e particolari architetture … Ma le loro dispute politiche interne li tennero lontani dalla vera comprensione dei fatti …
- Allora non c’è niente di vero in quello che dicono sugli UFO, signor Leon? … Quel tale, van Domeniken, che ne parla è un esperto della Bibbia, possibile che non ci sia proprio niente di vero? …
- Io non sono un esperto di queste cose, Franco, ma ci sono tanti modi per tirare a campare … Se capisci quello che voglio dire … Comunque, per quanto riguarda i cosiddetti “Alieni” … Non è detto che sia così facile riconoscerli … Infatti ora ne hai uno di fronte …
- Oh, cavolo! … E’ vero! …
- Meglio non credere alle favole per adulti, signor Franco e anche suo cugino … Già è difficile verificare i fenomeni … Senza andarsi a cacciare nei guai con le fantasie …
- Cosa intende dire, Leon? …
- Come potrebbe spiegarvi altrettanto bene la vostra BlackHolly qui, ci sono tanti “misteri” nel modo reale, che non è proprio il caso di andarsene a cercare anche altrove … Che ne dici, BlackHolly? …
- Non so se a questi signori possa interessare, tuttavia nonostante quello che tu rappresenti qui, io vorrei tanto sapere se esistono, o non esistono, effettivamente i cosiddetti “universi paralleli”? …
- Quella degli universi paralleli è la vostra moda corrente in fisica teorica, ma niente di più … Allontanare le domande imbarazzanti (come, per esempio, cosa sono lo spazio e il tempo, cos’è il vuoto, che separa le particelle a livello  subatomico ed anche quelle a distanze cosmologiche, ecc.), creando nuovi problemi da risolvere è il modo migliore per nascondere il dito sporco di marmellata …
- Quindi, Leon? …
-  Ogni visione dell’universo è arbitraria, ma può diventare utile per qualche scopo pratico, a patto di definire allo stesso tempo il suo limite di validità …  Noi siamo parte del tutto: il tutto comprende noi e non viceversa …
- Vorrei tanto poter fare una domanda imbarazzante al mio “prof” di meccanica quantistica, hai un consiglio?  …
- Chiedigli come sia possibile calcolare le probabilità di un qualsiasi evento, in un multiverso in cui tutto, prima, o poi, accada e si ripeta, senza fine … E’ come se ognuno, che giocasse alla roulette, dovesse  vincere: ci vorrebbe un sacco di tempo, ma  il banco andrebbe sistematicamente in rovina …
- E qual è la risposta? …
- Che per avere senso, al lotto deve vincere uno solo e tutti gli altri perdono; mentre il banco incassa da tutti e ne paga uno e così può continuare a gestire il gioco: non succederà mai che tutti i giocatori si rifacciano delle perdite, in nessun universo, né che il banco continui a gestire un gioco da cui perde soltanto … Ti pare? …
- Quindi, quello che vuoi dire è che l’universo, qualunque cosa sia, deve essere “uno e finito”; in modo da essere una sorta di “metro di fondo”, per le cose che contiene? …
- Qualcosa del genere …
- Ma … Allora tu da dove vieni? …
- Lasciami qualche segreto in serbo … Altrimenti, che ne sarà di tutto il mio fascino esotico? …
- Ora mi prendi in giro …
- Invece ho grande stima di te, cara BlackHolly, al punto che voglio lasciare a te il mio piccolo messaggio …
- Davvero? … Di cosa si tratta? …
- Di tutte le cose che ci assalgono ogni giorno, dobbiamo scegliere, fra lasciarci governare dalle fesserie del quotidiano, oppure appartenere alla storia più grande del cosmo in cui siamo capitati … Non è idealismo a buon mercato, ma una scelta di scala … Se siamo parte del cosmo, nessuno su questo pianeta potrà decidere il nostro destino … Solo se siamo noi a metterci nelle loro mani, i piccoli esseri insignificanti, che governano gli stati, le economie e le religioni potranno metterci gli uni contro gli altri; a combattere per il nulla, ad arrabattarci per privilegi fatti di fumo, a soffrire per illusioni costruite su impossibili desideri … Anche noi, come le catene montuose, siamo composti di sedimenti , più o meno, accartocciati … Anche noi, come i pianeti, siamo assemblati dall’attrazione reciproca fra particelle … Anche noi , come l’universo, siamo un cosmo in espansione e proprio come l’universo, un giorno collasseremo in un Big Crunch, o in un Big Rip, o forse in un Big Bounce …  Solo per riconvertirci in qualcos’altro, non migliore, non peggior, ma diverso … Perché solo così, col cambiamento, ci accorgiamo, che siamo “vivi” … Finché guarderemo questo pianeta e questo universo solo come qualcosa, che sta “là fuori” e non come qualcosa, che “siamo”, tutto ci sembrerà ostile, tutto ci farà paura …
- Non so, se io sia la persona giusta a cui affidare questo messaggio, Leon … Ma se mai avrò occasione di parlarne, se mi sarà dato di essere ascoltata … Credo che saprò farlo, per quel che vale … E’ improvvisamente una sensazione famigliare, per me … Ricordo, infatti , che niente mi piaceva di più, quando ero bambina, che l’essere presa, di sorpresa, alle spalle, dal mio papà … Perché poi, quando mi girava e mi guardava negli occhi, io “riconoscevo“ quella parte di me, che mi stava di fronte …


Qualcuno, in quel preciso istante era uscito dall’ufficio del Commissario e aveva fatto cenno al sorvegliante, che era scattato in piedi e gli si era avvicinato … I due avevano confabulato per un po’, facendo ripetutamente cenni malcelati verso Leon …
Nel gruppetto di fermati si bisbigliava, che non c’era più tempo da perdere, se si voleva aiutare l’amico misterioso …
BlackHolly voleva che stessero zitti, evitando di far vedere, che qualcosa bolliva in pentola … Intanto lei spiegava a Leon cosa avrebbe dovuto fare …


- Ehi! … Senta …
- Che c’è? …
- Il signore, qui … Ha bisogno del bagno …
- E come mai non può parlare da solo e ha bisogno della segretaria? …
- Anch’io devo andare, sa … Mi scappa … Lui vuole che vada prima io, fa il cavaliere, ma magari gli scappa pure a lui …
- Ho capito … Ho capito … Ora vi ci accompagno …
- Sassofrassi! … Scusa, Gualtiero …
- Che c’è? …
- Devo accompagnare questi due ai servizi, per favore, tieni d’occhio questi altri, qui … Non si sa mai …
- Vai, va …
- Andiamo, coraggio … Cerchiamo di fare in fretta, che io non ho tempo da perdere a farvi da balia, vero …
- Eh, ma che maniere …
- Signorina BlackHolly, prima, o poi …
- Sì, sì … prima, o poi …


Leon e BlackHolly erano stati accompagnati ai rispettivi servizi e il poliziotto si era piazzato in mezzo, tra le due porte.
Un volta dentro BlackHolly si era avvicinata ad una porta comunicante chiusa, che separava il settore dei maschi da quello delle femmine e che serviva agli inservienti per le pulizie. Frugando nella sua borsetta , estrae un mazzetto di chiavi e ne prova un paio: la porta magicamente si apre. Dall’altra parte c’è già pronto Leon, che rapidamente si trasferisce dall’altro lato e aspetta che la porta venga richiusa. Poi i due si avvicinano ad una porta con la scritta “magazzino” di cui ancora una volta la donna ha la chiave. I due passano nel nuovo ambiente e si trovano effettivamente in mezzo a pacchi da carta igienica, detersivi, scopettoni, ecc., ecc.


- Ecco, fin qui è stato facile … Ora speriamo che il mio amico sia di turno …
- Non ne sei sicura? …
- E’ uno dei suoi giorni di turno … Ma ci vuole sempre un po’ di fortuna …
- Hai la chiave, anche per quella porta? …
- No, quella è una porta tropo importante … La chiave costa molto cara … Ancora non me la sono comprata, ma a me non serve, normalmente … Ma per fare uscire te ci serve … Dobbiamo procurarcela …
- E come? …
- Conosco un dipendente del deposito bagagli, che usa questa porta per i suoi giochetti … Mi ha offerto la chiave altre volte, ma vuole in cambio un particolare “favore” …
- E’ quello che penso? … Non devi fare queste cose per me …
- E’ la mia vita … Che vuoi che sia? … Se è per una buona causa … Ora però fai silenzio, devo fargli un segnale e vedere se è in vena e se non c’è il suo capo …
- Ok.


BlackHolly aveva cominciato a bussare sulla porta di sicurezza, che si trovava in fondo al magazzino e che ovviamente era controllata da un sistema d’allarme, pronto a scattare, se qualcuno se ne fosse servito, in assenza di un incendio.    
Lei era tutta intenta a sentire, con l’orecchio appoggiato, ogni rumore dall’altra parte …
Dopo diversi tentativi, era arrivata una risposta: un numero di bussate, ripetuto a intervalli regolari. Poi un rumore riconducibile ad un interruttore sollevato ed un'altra serie di bussate … E finalmente BlackHolly stessa aveva spinto sulla grande maniglia, accedendo ad un enorme ambiente rumorosissimo … Era il deposito bagagli dell’aeroporto …
Leon assisteva allo scambio di battute tra BlackHolly ed uno strano tipo in quella che sembrava una divisa di un qualche tipo … I due scherzavano, come se avessero una certa confidenza, ma l’argomento era pesantemente allusivo e Leon ne era parecchio imbarazzato, tanto che se ne stava in disparte, quasi cercasse di non sentire quell’assoluta mancanza di rispetto verso la sua nuova amica …


- Giannino, mi serve un piccolo favore, mi hai sempre detto che se avevo bisogno di qualcosa, tu eri pronto a tutto per un mio bacio, te lo ricordi, sì? …
- Io non parlavo mica di baci, passerottina … Guarda che ti sbagli …
- Beh, ma si tratta di una sciocchezza … Un bacio non ti basta? … Vedi questo mio amico, non vuole incontrare la suocera e vorrebbe uscire da qui … Che ti costa, farmi questo piccolo favore? …
- Eh, io rischio forte … Ci vuole altro … E poi, quanti favori già mi devi? … Che fai, non te li ricordi? …
- Tu fallo uscire e io ti accontento, scegli tu …
- Che ha combinato, l’amico? … Non mi state mica immischiando in qualche casino di droga? …
- Ma che dici, ti sembra un drogato, quello?... E’ un impiegato di banca … Cose di corna … Stai tranquillo …
- Vabbé, digli che vada in ufficio e stia lì; poi gli dico io quando deve uscire … E tu non svicolare, capito? …
- Adesso lo saluto e poi resto qui con te, stai tranquillo …


BlackHolly  si era avvicinata a Leon e i due si erano guardati a lungo senza parlare. Lei aveva messo il suo dito sulla bocca di lui ed aveva ripetuto il gesto, quando egli aveva tentato ugualmente di dire qualcosa …  Lei lo fissava negli occhi e Leon non sapeva perché, né cosa fare … Almeno per un po’ … Poi gli sembrò, improvvisamente, di capire … BlackHolly …


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PARTIZIONE B – Ambientazione: Studio Produzioni Fiction MEGASINC Srl, Roma

 

La Segretaria era al telefono con una delle sue amiche, come al solito, quando dalla porta si affacciò Steva, così lo chiamavano tutti, anche se il suo nome era Stefano, ma era un lontano discendente di un grande comico genovese e tutti glielo ricordavano con quel nomignolo, a voler significare, che proprio di sola parentela si trattava … La ragazza, si limitò a fargli notare che, stava telefonando e lui, come al solito, si rassegnò a fare da solo …

Egli stava ancora versando il caffè nei bicchierini, quando la segretaria, gli chiese cosa volesse … Lui fece un vago cenno con la mano e si avviò verso la sala riunioni, col suo vassoio in una mano e la zuccheriera nell’altra …

La ragazza si accese una sigaretta, si sedette alla scrivania e riprese a leggere il suo copione del Re Lear …

Intanto Steva era rientrato col caffè, proprio mentre un acceso battibecco infuriava tra due dei presenti …

 
- Ma non vi si può lasciare per un momento, a voi due, che vi saltate al collo … Cosa c’è tanto da urlare, Tizi? …
- Il tuo compare, qui, sta diventando un megalomane …
- Che significa? … Di che parla, Ezi? …
- E’ lei che si è montata la testa … Figurati che è salita in cattedra, dall’alto del suo essere la soggettista … Come se fossimo a un convegno di scassa cazzi ….
- Nel caso, tu saresti il conferenziere ufficiale …
- Che ne dite di bere il caffè prima che si freddi? …
- Sì, forse è meglio, passami lo zucchero, per favore …
- Potrei sapere qual’era il motivo del contendere? …
- Quella mentecatta non riesce a capire, perché io voglia evitare dialoghi troppo lunghi a proposito dell’episodio di Akhenaten …
- Non si capisce di cosa stai parlando … Come l’hai scritta tu, Ezi stronzo, nessuno ne capirà il senso …
- Non ha alcun senso, è una storia che appartiene ad un mondo fantascientifico, non deve rendere conto a questo universo, più di quanto lo debba ad uno qualsiasi degli altri, o presunti tali … Se non te ne fossi accorta, non ha senso nemmeno il resto della storia … E’ per questo che ce la stiamo inventando! …
- Ma esattamente, perché ne parliamo allora? …
- Senti, Steva, ti ricordi quante volte abbiamo discusso sulla serie tv, alla quale ci siamo inspirati, o meglio non-ispirati? …
- Vuoi dire “Frange”, ne abbiamo detto peste e corna e allora? …
- Sì, ma il punto di fondo qual era? … Ve lo ricordate? … Questi si sono inventati ogni genere di idiozia, ammucchiando un bel po’ di parole difficili, senza darne alcun conto e senza un minimo di distacco critico … Poi gli hanno appiccicato tutte le minchiate possibili e immaginabili, con la buona scusa della fantascienza … Ora noi dovremmo diventare i paladini della verità ultima … No, cara … Non è così! …
- E com’è? …
- Ci sono elementi importanti, nel nostro stile, ed altri meno … Siamo noi a decidere e, se vogliamo evidenziare, attraverso la nostra narrazione, il nostro punto di vista critico, sulle proposte che la scienza porta avanti, non per questo dobbiamo martellarci le palle, su ogni frase di contorno, che scriviamo … Noi proponiamo un tema a partire da una componente critica e verosimile, accanto ad una ludica e fantastica … E’ questo che stavo cercando di dire, quando questa pazza mi ha aggredito …
- Non gli piace quel brano, tutto qui, Ezi … Non per questo è pazza …
- Non mi serve un avvocato, Steva … Fatti i cazzi tuoi …
- Tra poco arriverà Che e vorrà sapere a qual punto siamo e cosa abbiamo fatto, mentre lei si faceva il culo per farci approvare il progetto … Il minimimo che avrebbe diritto di aspettarsi è che noi si sia completata la stesura del pilota.
- Ecco la parola magica … Hai detto bene, Steva … Questo è solo il dannato episodio pilota, avremo tutto il tempo per elaborare gli argomenti in seguito …
- Io non voglio essere di intralcio. Ho detto quello che penso e ora possiamo passare ad altro …
- Bene … Qual è il prossimo argomento, Ezi? …
- Qui, ho segnato la questione del “prof” di BlackHolly , ne vogliamo parlare? …
- Già, anch’io la trovo un po’ criptica … Che volevi dire Steva? …
- Questo volta, sono io ad appellarmi al diritto di riservatezza, Tizi … Non avrebbe senso riscrivere la fisica in un racconto. Noi lanciamo un sasso nello stagno e guardiamo l’effetto sulla superficie … Ma se è per capirci tra noi, allora la questione è diversa … Quel mio amico della facoltà di Fisica, mi ha dato qualche spunto, come sapete e questo che discutiamo era proprio in risposta ad una mia domanda in tal senso …
- E cioè? …
- Gli avevo appunto chiesto una cosa, che avrebbe stupito un insegnante, se posta da uno studente? …
- Ma in pratica? …
- In pratica, sarebbe, per quel che io possa capire … Se in meccanica quantistica, come risulta, ci si basa sulla probabilità come descrizione dei fenomeni fisici, allora è fondamentale che il contesto sia ben definito, cioè che non ci siano dubbi sull’universo in cui si svolgono i fenomeni. Altrimenti, non c’è modo di calcolare le probabilità …
- Non ti seguo, Steva …
- Tizi, come si calcolano le probabilità? ...
- Una certa quantità rispetto a un totale fatto cento …
- Esatto! … Ma se il tuo cento improvvisamente si moltiplica indiscriminatamente, cosa ne è della tua percentuale? …
- E’ questo che farebbero gli universi paralleli alle probabilità della fisica? …
- Questo è solo un legittimo dubbio, che alcuni fisici pongono sulla bilancia … Non c’è una risposta certa … Pensa che, ad un calcolo approssimativo, si possono contare una quindicina di interpretazioni della meccanica quantistica … Ecco perché, io penso, sia l’argomento giusto da mettere in quel dialogo … E’ del tutto opinabile …
- Io mi associo, tu cosa dici, Tizi? … Passiamo ad altro? …
- D’accordo …
- Allora, procedi Ezi … Cosa viene adesso? …
- Uhmm … Ci sarebbe la questione … Sì, insomma … Questo cazzo di pilota, viene, o non viene da un universo parallelo? …
- Beh, ma questo … Assolutamente non si deve capire! … Dico bene, Tizi? …
- No, qui concordo anch’io … Noi non dobbiamo prendere posizione, siamo super partes …
- Infatti, sono i personaggi a dover argomentare …
- Sì, però … Un conto è non prendere posizione … Cosa diversa è non farsi capire …
- Che vuoi dire, Tizi? …
- Leon non risponde alla domanda di BlackHolly, perché? …
- Perché altrimenti ci giochiamo tutta la serie, cara … Se rispondiamo a tutte le domande nella puntata pilota, cosa cazzo raccontiamo per il resto della serie … E’ ovvio, che sui temi principali, dobbiamo essere abbottonati …
- Temo di essere d’accordo anch’io, su questo, Tizi …
- Se è veramente così, mi sta bene … L’importante è che non si riveli un vicolo cieco …
- Ok … Visto che provochi, te lo spiego … Leon potrebbe venire dal futuro, potrebbe essere un alieno, potrebbe essere gay … E chissà quante altre cose … Siamo in un regno senza limiti … Che problema ci potrà mai essere? …
- Andiamo avanti … Non ho più energie da sprecare …
- Adesso ci sarebbe la questione proposta da Che, l’ultima volta che ha partecipato … Non so se vi ricordate, che ci suggeriva di far entrare in gioco la figura dell’autore della storia, come se si trattasse di una “fluttuazione” della realtà … Una specie di interferenza, che sovrapponga l’autore alla sua storia …
- Si mi ricordo di questa idea, ma non avevamo detto, che sarebbe stato meglio rimandare la cosa ad un eventuale futuro episodio? …
- Davvero? … Non l’ho scritto, scusate, lo faccio adesso … Sì, sono d’accordo con voi, comunque …
- Vogliamo darci una mossa, gente? …
- Ci sarebbe la questione, se vogliamo parlarne adesso, di quale sia la filosofia ultima di Leon e se questa debba essere una guida per l’intera serie …
- Tocca a te Steva, mi sembrava che la questione fosse una di quelle studiate col tuo amico professore …
- Beh, certo che ne abbiamo parlato, ma si tratta di vedere se l’idea piace anche a voi … In sostanza, a partire dai dati scientifici più recenti, potremmo attenerci all’idea che l’universo barionico, cioè la materia visibile, è, nel nostro universo, solo un fenomeno emergente, se raffrontato con la Materia Oscura e l’Energia Oscura, …  E di conseguenza noi  non possiamo e non dobbiamo dargli troppo peso … La motivazione del tutto, in ultima analisi, non ha a che fare con noi! … E quindi noi non avremo mai modo di avvicinarci all’essenza ultima delle cose … Ma questo non può impedirci di trovare consolazione nel raccontarci, che siamo il centro dell’universo e che tutto è a nostra misura … Sarebbe una bugia pietosa, eppure è tutto quello che ci resta …
- Ma siamo sicuri, che ci serva questa cosa? …
- Forse no, Tizi, ma nel caso di dubbi, meglio avere uno schema di fondo …
- Se lo dici tu … Piuttosto, io ero favorevole a inserire quel tuo esempio di entanglement quantistico … Mi era piaciuta quell’idea, ma ho visto  che l’hai sacrificata, perché? …
- Ezi dice, che è un po’ fuori tema a questo punto … Forse più avanti …
- Ma scusate, non è affine proprio all’idea di universi paralleli? … Quale modo migliore per spiegare il concetto …
- E’ più una spiegazione del  problema della cosiddetta “non-località" e ci verrebbe utile in una puntata in cui affrontassimo il tema …
- Era accattivante, poteva farci gioco … Com’era quella cosa della mano mozzata? …
- Se un serial killer mozza le mani della vittima e poi le getta via …
- Sì, sì … Poi i due le vanno a cercarle e possono scambiarsi informazioni superando la velocità della luce …
- Non proprio … Anzi, veramente è proprio il contrario …
- Come sarebbe, Steva, non dicevi che …
- Dicevo che se uno dei due trova una delle mani, l’altro saprebbe istantaneamente cosa “deve” trovare l’altro, ma non se l’ha veramente trovato … Si tratta di un paradosso dell’informazione: per quanto uno dei due sappia qualcosa di certo sull’altro, finché non comunicano normalmente quell’informazione risulterebbe inutile …
- Spiegati meglio …
- Supponiamo, che io e te siamo gli investigatori e siamo ai due capi del paese … Io a New York e tu a Los Angeles e che la nostra radio sia rotta …
- Va bene e poi? …
- Tu trovi la mano destra della vittima, ma non puoi comunicare con me … A  questo punto tu sai per certo che io posso trovare solamente la mano sinistra, ma se prima non comunichiamo in modo classico, non puoi sapere se ho effettivamente trovato qualcosa … Ecco il punto: tu hai un’informazione istantanea, ma inutilizzabile, a meno che non faccia ricorso ad una telefonata di tipo tradizionale … Ma questo può anche indicare qualcosa sulla natura ultima del cosmo e di quelle, che noi chiamiamo particelle …
- E cioè? …
- Cosa pensi del fatto, che due mani siano state trovate in posti così diversi? …
- Che c’è un pazzo in giro …
- Ma come mai non pensi a due entità in grado di vivere autonomamente e scambiarsi informazioni, a velocità superluminale? … Domanda scema, ma legittima … Infatti tu sai, che le due mani devono appartenere ad un corpo, che un tempo era in vita … Ma se non avessi mai visto un essere umano, il dubbio potrebbe sorgere …
- Vorresti dire che le famose particelle entangled potrebbero, in realtà, essere parte di qualcosa di unitario, in qualche altro contesto? …
- E’ una delle tante domande … Per le quali abbiamo un set di risposte piuttosto limitato …
- E gli universi paralleli? …
- Secondo me, non rispondono a nessuna domanda … Ma spostano più in là il problema e questo a qualcuno può essere utile …

 

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- Ah, eccoti Cesarina …
- Salute, gente … Cosa stavate discutemdo? …
- Ciao, Che … Stavamo per introdurre l’ultimo punto … Sarebbe la possibilità, che Leon e BlackHolly abbiano una discussione sulla natura ultima dell’universo, nella quale lui le suggerisce di pensare al peso della sua persona, nell’economia del cosmo e lei gli risponda, che rispetto all’età dell’universo, la sua vita non rappresenti, che una frazione di miliardesimo … Del tutto insignificante, insomma, e forse comparabile ad una trascurabile oscillazione di tolleranza … A ciò, Leon risponderebbe, che tuttavia sono lì a parlarne … E le chiede cosa ne deduca? … Un evento tanto insignificante, che pure a fronte di cotanto cosmo sta avvenendo e quindi, in qualche misura, “non potrebbe non avvenire” ed anche come esso “faccia ormai parte inalienabile dell’universo”! … Come ciò è vero per lei e per lui, lo deve essere per tutti quanti e per tutti gli eventi di questo e di eventuali altri universi e quindi andiamo incontro ad un facile trabocco di infiniti che interagiscono con altri infiniti ed in questo modo, il rischio è, che vada perso ogni significato dei singoli eventi: essi divengono del tutto evanescenti, privi di peso specifico … Tutto si confonderebbe con tutto e alla fine le nostre preziose “misure fenomenologiche” si trasformerebbero in niente … Allora un pensiero si farebbe strada per ridare “senso” alle cose: non ci sono tanti universi, bensì tanti “punti di vista” sullo stesso universo, qualunque sia la sua estensione … Ogni punto di vista può anche legittimamente essere chiamato “un universo a sé”, ma in ultima analisi, come ipotizzava Einstein, l’universo è “statico ed è finito”; siamo noi a “tagliare fette sottili (o parallele) di esso”, ogni qual volta lo osserviamo da una particolare prospettiva …
- Questa è meglio riservarla per l’ultima puntata … Se ne discutiamo adesso, mi sparo … E poi, Steva,  non mi avevi detto che volevi aggiungere un punto che non era nei tuoi appunti? …   
- Ah, sì, c’era una questione relativa alla sovrapposizione delle varie “onde”, che descrivono gli universi e, che possono, legittimamente comporre delle “armoniche” … In questo caso, avremmo una risultante composita, come la somma dei vari strumenti di un’orchestra, che risultano in una sinfonia … Ma dato, che qui, a sovrapporsi, sarebbero infinite “onde”, ne risulterebbe un gran caos, un suono massimamente confuso, una specie di rumore di fondo …
- Cosa ne pensi, Che? … Ehi! … Sei con noi, ragazza? …
- Scusate gente … Non sapevo come dirvelo, ma non voglio prolungarvi la sofferenza … Insomma, ci hanno tagliati fuori … Si sono comprati l’altra serie, quella sulla coppia gay, che adotta una scimmia in procinto di partorire e frequenta il coro della parrocchia … Mi dispiace … Non so che dire … Le ho provate tutte, ma gli altri avevano dalla loro gli sponsor e non c’è stato verso … Siamo morti.
- Cazzo! …
- Merda! …
- ‘fanculo! … E ora che facciamo?
- Per noi non c’è futuro … Non so neanche, se mai ci sia stato un passato …

 
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PARTIZIONE C – Ambientazione: Casa privata al mare, Promontorio Sud, Trinacria

[Sono presenti: Autore del racconto (Z.) – BlackHolly (BH.)]

 

BH.:       - Uhmmm … Uhmmm … Uhmmm …
Z.:           - Ahhhh … Ahhhh … Ahhhh … Ahhhh …
BH.:       - Uhmmm … Uhmmm … Uhmmm …
Z.:           - Ahhhh … Ahhhh … Ahhhh … Ahhhh …
BH.:       - Uhmmm … Uhmmm … Uhmmm … Uhmm … Uhm … Uhm …
Z.:           - Ahhhh … Ahhhh … Ahhhhiiii … Ahhhh … Aaaaaahhhhhh! … Ha! … Ha! … Ha! …
BH.:       - Puh! … Puh! … Puah! … Scusam … mm … mmi …
Z.:           - Dovresti farlo in bagno, lo sai …
BH.:       - Scusami, scusami, zietto … La prossima volta, prometto che me lo ricordo …
Z.:           - Mi rovini l’estasi … E’ un peccato …
BH.:       - Vieni qui, zietto … Lascia che ti dia un bacetto sulla ferita …
Z.:           - La ferita è all’orgoglio, ma continua pure a baciare lì …
BH.:       - Lo sai che devo essere prudente, vero zietto ? … E’ l’istinto di conservazione, perdonami … Cattiva, cattiva BlackHolly, che ha fatto arrabbiare il suo adorato zietto … Sciaff … Sciaff … Sciaff …
Z.:           - Non è, che tutte le volte, che dici “zietto”, in realtà pensi “nonnetto, nonnetto …”?
BH.:       - Accidenti! … A voi psicologi non si può proprio nascondere niente …
Z.:           - Io non sono psicologo, te l’ho già detto … Sono un ex psichiatra, ormai in pensione …
BH.:       - Perché? … Voglio dire, alla tua età potresti benissimo praticare …
Z.:           - Perché ? … Di scemenze ne ho sentite abbastanza e mi diverto di più a scrivere … Chi me lo farebbe fare? …
BH.:       - Se avessi una moglie e una famiglia …
Z.:           - Perché? … Non sono mica scemo …
BH.:       - Non dovresti andare a puttane, per esempio? …
Z.:           - Mica ci vado, sei tu che vieni a casa mia …
BH.:       - Ah, è così? … Per te dunque, io sono solo una puttana? …
Z.:           - Sì … Mi sbaglio, forse? …
BH.:       - Questa discussione ha preso una piega, strana … Forse è meglio che vada …
Z.:           - A tassametro, mi spetta ancora qualche minuto … Non ti sarai offesa, vero? …
BH.:       - La mia parte l’ho fatta, professionalmente parlando …
Z.:           - Vuoi che ti ripeta quello che già sai? …
BH.:       - No, meglio di no! … Finiremmo in un altro cul-de-sac
Z.:           - A proposito …
BH.:       - A proposito di cosa? …
Z.:           - No, niente …
BH.:       - Quella tua piccola mente perversa stava per dire qualcosa di perlomeno improprio … Cos’è? …
Z.:           - Sai, che domani è il mio compleanno? …
BH.:       - Davvero? … E quanti sarebbero? …
Z.:           - Cosa sei, un dannato contabile? …
BH.:       - Non ti vergognerai mica, vero, zietto? … Alla tua dolce nipotina BlackHolly, puoi dirlo …
Z.:           - E’ proprio a te, che non voglio dirlo … Da zietto, o nonnetto … Passeresti a trisavolo …
BH.:       - Confessa, vecchio sporcaccione … Ma quanto ha, questo bel pisellino, che fa tosto capolino, tra pollice e mignolino? …
Z.:           - L’uso reiterato del suffisso, spero, non voglia essere allusivo …
BH.:       - Come ragioniere … Da un punto di vista statistico, valutando la media ponderale, considerando i fattori ambientali, prendendo nota del leggero sovrappeso …
Z.:           - Dacci un taglio … Di sicuro, avrai visto di meglio … Sono al dodicesimo lustro … Ecco la cruda verità …
BH.:       - Non te la prendere, zietto, dai! … Piuttosto torniamo a bomba … Prima volevi chiedermi qualcosa … Ho avuto la netta sensazione, che fosse una porcheria; il che ti rende titubante … Non è forse così? …
Z.:           - La tua intimità posteriore, se proprio ci tieni …
BH.:       - La mia che? … Ma … Che diavolo stai dicendo … Hhhhh! … Ho capito, porco! …
Z.:           - Che c’è? … Una metà del cielo, ormai lo fa di continuo … Perché io dovrei  essere un porco …
BH.:       - Quello è un fare reciproco e paritetico … Tu, cavernicolo, vuoi solo umiliare e sottomettere una femmina …
Z.:           - Sta a vedere, che non l’hai mai fatto! …
BH.:       - Mai, con un uomo …
Z.:           - E questo cosa vorrebbe dire? …
BH.:       - Io e la mia Jenny lo facciamo, di quando in quando … Ci scambiamo i ruoli … E’ tanto per fare una cosa diversa, se capita …
Z.:           - Con quei cosi … Quei dildo? …
BH.:       - Beh, Jenny preferisce indossare lo strapon
Z.:           - E quindi va bene sempre e in tutti i modi, ma se ne parlo io, sono un porco … E’ così? …
BH.:       - A prescindere …
Z.:           - Non so se potrò perdonarti, questo volta … Me ne torno al computer, a finire la mia storia … Ciao, BlackHolly.
BH.:       - Mi ci fai dare un’occhiata? … E’ quella che parla di me, vero? …
Z.:           - Lo sai che non è possibile, prima della pubblicazione … E poi, perché dovrei? … Hai forse fatto qualcosa per me, tu?? … Anche noi vecchi sporcaccioni abbiamo i nostri principi: un pittore non mostra il suo quadro, prima che sia terminato …
BH.:       - Cosa dici di me? … Di cosa parla la tua storia? … Ti prego …
Z.:           - Sono adamantino …
BH.:       - Non vorrai mettere la tua dannata storia con le mie chiappe? … Spero …
Z.:           - Non vorrai mettere le tue dannate chiappe con la mia storia! … Spero …
BH.:       - Se non fosse per me, ora tu non saresti altro che un vecchio bavoso, intossicato e dipendente dalle pasticche azzurre …
Z.:           - Questo è un colpo basso, avevi promesso di non rivangare questa storia …
BH.:       - A questo punto, non faccio più prigionieri! …
Z.:           - Tu sei una professionista … E’ a questo che servono i professionisti! … Io avevo la testa altrove … E poi, ti ho sempre dato più del dovuto …
BH.:       - Io ti ho fatto conoscere il “paradiso” … Parole tue …
Z.:           - E’ un ricatto … E’ una cosa illegale …
BH.:       - Io vivo nell’illegalità, è un fatto risaputo …
Z.:           - Voglio il tuo culo! …
BH.:       - Voglio leggere la tua storia, adesso …
Z.:           - E’ una cosa troppo intima …
BH.:       - Più del mio sedere? …

 

Lo studio era inondato di luce, al punto che Z. aveva dovuto chiudere tutte le veneziane e ancora si vedeva benissimo l’intero ambiente. BlackHolly era tutta eccitata e, nella sua nudità, sembrava emanare un qualche elisir di giovinezza, in grado di far sentire di nuovo i suoi vent’anni a Z.

Il desktop dello scrittore era in standby, con una riproduzione animata di Z., che correva da una parte all’altra dello sfondo nero del monitor, fermandosi a pisciare ad ognuno dei quattro angoli … BlackHolly se la rideva a crepapelle e voleva che Z. lo lasciasse girare ancora un poco …

  

BH.:       - E’ proprio vero, che ti stai per fidare di me, così tanto? …
C’è stata mai un’altra, prima di me, qui? …
Z.:           - No, BlackHolly, tu sei la prima e sarai l’unica …
BH.:       - Davvero, zietto? … Sono così speciale per te? …
Z.:           - Tu sei l’unico paradiso, di cui abbia le prove …
BH.:       - Lo dici per adularmi … Ma lo so a cosa pensi …
Z.:           - Non siamo ancora in pari? … E’ così poco importante per te … La realtà? …
BH.:       - Non lo so ancora … Presto, presto … Non posso più aspettare …
Z.:           - Neanch’io …

 

Io non so più nulla … Mi sono sempre chiesto cosa successe a quel punto … So che mi sono ritrovato a vagare, come in sogno, in mezzo a persone mai viste, a cose mai viste, a luoghi mai visti … Voglio dire, che i miei ricordi da allora e per un lungo periodo, sono come … Mescolati … BlackHolly non era più lì … Neanch’io ero più lì … In quel mentre sono successe tante cose … Cose così confuse

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