NON
ESISTONO "LEGGI DELLA FISICA"! …
NON ESISTONO "LEGGI"! …
IL MITO E’ OVUNQUE! …
E' indubbiamente un'affermazione un po' forte ...
Quello che intendo dire è che tutta la cosiddetta scienza, così come i
miti, le religioni, la filosofia e in genere il pensiero sono nient’altro che
una “SELEZIONE” di “elementi di realtà”. Non che esista qualcosa che si
possa definire “realtà” in quanto tale, NO! …
E’ solo che, prudenzialmente, preferiamo elencare per gradi il senso del nostro discorso; diciamo che ci serva di smantellare il pregresso per gradi, in modo da lasciare il tempo di assimilare una visione tanto sconvolgente perché possa essere colta al balzo … dai più …
E’ solo che, prudenzialmente, preferiamo elencare per gradi il senso del nostro discorso; diciamo che ci serva di smantellare il pregresso per gradi, in modo da lasciare il tempo di assimilare una visione tanto sconvolgente perché possa essere colta al balzo … dai più …
Qualunque posizione scientifica richiede una quantità di premesse tali da non
poter mai essere definita né oggettiva, né tantomeno assoluta e quindi non c’è
verso di considerarla una “legge”.
Noi trascuriamo troppo spesso – nell’affermare
i nostri “principi scientifici” – quanta approssimazione essi implichino prima
di poter dire che si tratti di qualcosa di “preciso e rigoroso” … in realtà le cose stanno in un
modo molto diverso e noi ignoriamo tutto ciò che non ci convenga e valutiamo
positivamente solo ciò che ci torni utile (l’utilitarismo è alla base della “nostra”
scienza!!!).
Nessuna “legge” può derivare da una “selezione” di premesse: la Meccanica Quantistica - per esempio - funziona
solo se fra le premesse indichiamo il “punto di vista” dell’osservatore e
quindi anche qui abbiamo un’indicazione importante di come NON ESISTA UNA REALTA’, bensì tutte le possibili realtà e tutti i
possibili osservatori (è normale perciò che chi utilizzi la M.Q. finisca
inesorabilmente per credere nei ridicoli “universi paralleli”).
Tutti gli osservatori sono legittimi, ma “noi”
siamo speciali e in quanto tali siamo interessati solo alle soluzioni “classiche”
… Non ci può bastare un universo plausibile, volgiamo descrivere l’universo che
osserviamo nella quotidianità, perché è quello che a suo tempo noi - e prima
di noi i nostri antenati – abbiamo scelto di studiare, di capire e di … possedere.
Tuttavia, se andiamo al fondo delle
cose, NON ESISTE PROPRIO PER NIENTE QUALCOSA CHE SI POSSA LEGITTIMAMENTE CHIAMARE
IL “NOSTRO UNIVERSO” … Nemmeno nelle più recenti visioni del mondo che gli
stessi scienziati propongono. Il motivo ne sia, che nessuno può descriverne i
confini, né nell’infinitamente grande, né nell’infinitamente piccolo, né nell’infinità
complessità - anch’essa del tutto sfuggente – delle nostre menti … Ciò che non
ha confini non può nemmeno essere posseduto … né compreso … né – tanto meno –
gestito …
E’ proprio per questo che ci sfugge la “comprensione ultima”:
NON C’E’ ALCUNCHE' DA COMPRENDERE!
Noi, solamente, … “FACCIAMO PARTE”.
In quanto tale, la nostra esistenza ci appare
sospesa, incerta, incompresa ... come di chi navighi sperduto in acque infestate dai
racconti mitici di chi ci ha preceduto … e la scienza non fa eccezione o … non
la farà …
Budda col suo “silenzio” (sul concetto ultimo di nirvana), forse si è
avvicinato - a suo modo - a questa stessa idea.
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P.S. E' un work in progress, quindi soggetto ad ulteriori riflessioni, ma il nocciolo è già abbastanza delineato.
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