L'universo non ci deve affatto una spiegazione.
The universe owes us no explanation whatsoever.
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Dedicato a tutti quegli ingenui, che ancora cercano il senso delle cose, della vita, della realtà ...
Dedicated to all those naive people, who still seek the meaning of things, of life, of reality ...
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La ricerca
del SENSO della vita - come quella di ogni altro ente che ci si possa rappresentare mentalmente – non ha ragion d’essere in sé e per sé … Può averne
solo in quanto “misurazione”, cioè ai soli fini pratici … Ineluttabilmente!
Non esiste altro meccanismo nella ricerca del
senso, se non quello per cui misuriamo ogni altra cosa con ogni altro metodo. Perché
diciamo questo?
Ogni volta che cerchiamo il “senso” di
qualcosa noi la stiamo “misurando” in relazione al nostro “metro” di realtà e
di tornaconto: non siamo mai capaci di quella che ridicolmente definiamo “oggettività”,
per noi, per tutti noi, scienziati compresi, l’unico metro è l’utilità, sia
essa pratica/economica, ovvero psicologica/filosofica …
Non abbiamo i mezzi per fare diversamente! …
La nostra stessa esistenza è il frutto delle leggi di natura, che sono leggi di
conservazione e dunque massimamente utilitaristiche. Tutte le nostre belle
filosofie umanitarie non spostano di una virgola quella che è una realtà di
fatto, INELUTTABILE! ... Tutto il resto è grancassa e fumo negli occhi e può al
massimo servire a metterci la coscienza a posto … ma anche questo ha i suoi
esclusivi fini pratici!
Quando aspiriamo a cogliere il “senso” delle
cose – le più varie – siamo mossi da un’ansia interiore, dal bisogno di capire
il perché delle cose (fini più pratici di così non so immaginarli !!!) e quindi
da una necessità puramente egoistica e soggettiva: la nostra tranquillità
interiore!
Ma perché proprio la “ricerca del senso”? …
Il motivo può avere a che fare con la necessità di comprendere le ragioni del
vivere, ma soprattutto quelle del morire … Prima o poi tutti facciamo i conti
con questo aspetto ineluttabile dell’esistenza, non ci si può esimere, perché
certi eventi ci si parano davanti e si impongono alla nostra attenzione, in un
modo o in un altro. Ed ecco che sorgono le varie domande sul perché e sul
percome della vita, della noia e della sofferenza umana …
Il senso delle cose, della vita, del destino,
della sofferenza e della morte ... E' questo, in ultima analisi, ciò a cui tutti i
nostri dubbi vanno ricondotti ed è proprio per questo che ne consideriamo l’aspetto
utilitaristico: se a morire fossero solo gli altri, la cosa non stimolerebbe
tali ansie … E’ egoismo puro! … Senza dubbi! … Preoccupazione per quello che il
mondo può fare anche senza di noi e per il destino delle nostre cose, delle
nostre ambizioni e delle nostre speranze
andate deluse … In pratica desiderio inconfessato di controllare il futuro.
Per quanto riguarda l’ipotetico “senso”
oggettivo delle cose, esso non esiste, non serve! Non c’è alcun bisogno di “senso”
per le cose del mondo, esse esistono e
basta! Esistono in modo caotico ed improvvisato, in modo tale che i destini si
incrocino e si compenetrino, finendo per portare a quella che viene chiamata “selezione
naturale” (tranne che dagli ego maniaci - che la chiamano “evoluzione”),
ovvero alla scomparsa di alcuni ed al successo di altri, senza che vi sia alcun
progetto, alcun architetto, alcuno scopo (lo “scopo” altro non è che il paradigma dell’utilitarismo!!)
…
La conoscenza attuale del cosmo - se ci dice
qualcosa - è che si tratti di puro caos: tutto può avvenire, ma non tutto avviene in un
determinato contesto; ma nulla esclude che vi siano altri “contesti”, in
cui gli eventi possano evolvere diversamente e possano portare ad un tipo di “senso” totalmente diverso da quello che noi consideriamo
tale, qui ed ora.
L’universo potrebbe manifestarsi in modi
infinitamente vari, nello spazio e nel tempo, oppure seguire una linea di
sviluppo del tutto arbitraria, per poi collassare nella totale assenza di ogni fenomenologia per l’eternità: può essere che questa nostra sia una parentesi
temporale (e del tutto casuale) nell’intera storiografia cosmologica.
La ragione per la quale quindi noi non riusciamo
a trovare un “senso” al mondo e alla realtà è che esso non esiste; e non esiste perché in
ultima analisi esso non potrebbe che essere soggettivo e quindi irreale, ridicolmente moltiplicato per quanti siamo, e perciò non solo inutile ma addirittura del tutto privo di … “senso”.
Se fossimo interessati al sapere per il
sapere, allora varrebbe il motto condiviso da non pochi scienziati:
“L’universo non ci
deve affatto una spiegazione”.
In conclusione, l’idea della ricerca di un
“senso” delle cose è una sorta di sintomo di qualcosa di più profondo, di cui
non vogliamo - o possiamo - parlare esplicitamente, di cui sostanzialmente siamo per
lo più inconsapevoli: questo qualcosa a sua volta è un residuato psicologico
dell’impulso primario per eccellenza, ovvero l’istinto di conservazione. Nel caso specifico la nostra
ricerca del senso della vita (così come di tutto quanto il nostro “pantheon”) è
plausibilmente l’espressione della volontà di conservarla in eterno; nella
misura in cui “capire” possa essere inteso - almeno in parte - come surrogato di “possedere”
… Capire il senso non è quindi che una – seppur patetica – alternativa all’impraticabilità
del possesso vero e proprio di ciò che (la vita eterna) con la comprensione
diventa almeno in parte di nostra proprietà: io do un “mio” senso alle cose e
tramite ciò le possiedo per sempre … Esse sono, in ultima analisi, proprio come
“io” le ho capite e non rimangono più quindi un mistero eternamente sfuggente.
Il senso delle cose si presenta a noi come un
bisogno interiore, come una necessità alla quale non sia possibile sottrarsi: abbiamo un bisogno interiore che le
cose abbiano senso! … Ed è proprio questo “bisogno” a puntare il dito contro il
fatto che non si tratti di un interesse “oggettivo”, bensì di una questione
personale, psicologica, ovvero appunto egoistica ... nonché: egotistica, egocentrica ed ego maniacale! …
P.S. Lavori in corso.
P.S. Le traduzioni ve le potete fare voi stessi, proprio come faccio io x la maggior parte del tempo ...
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