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* Principio Antropico: i grandi “scienziati" del nostro tempo si stanno scervellando sul problema del cosiddetto “fine tuning” del nostro universo: si tratta dell’improbabile “perfetto adattamento” dei parametri delle leggi fisiche dell’intero cosmo alle condizioni richieste per l’esistenza della vita sul nostro insignificante pianeta.
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(incipit - materiale grezzo)
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Troppa scienza fa scemenza!!!
Una delle regole da tener presente in questo mondo dalle “conoscenze scientifiche diffuse” è che un conto sono le scoperte scientifiche ed il loro linguaggio matematico, altra cosa sono le “metafore esplicative” e le giustapposizioni misticheggianti, altro ancora è il “culturume” di bassa lega che aleggia nel “popolino dei qualunquisti ad ogni costo”; ma il peggiore di tutti i pericoli è, come diceva il W., il tentativo di usare la “lingua corrente” per “ragionare” di filosofia e/o scienza. La lingua parlata è troppo primitiva per essere usata in tali contesti: si creerebbero “paradossi d’osso” inconcludenti e privi di qualsiasi logica intrinseca … Meglio lasciar perdere e limitarsi a mantenere i concetti circoscritti ai loro specifici ambiti di appartenenza. Non è detto che sia sempre la religione a danneggiare la scienza, esiste anche il rischio opposto!! Meglio niente Ying e Yang in fisica e niente materia e anti-materia in religione.
Tutti sono capaci di fare l’insalata mista, il problema, semmai, è saper mantenere separate le cose, per assaporarne meglio le specificità e saper “accostare” i sapori, per ampliare i propri orizzonti, ma con “gusto” …
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Riflessioni sulle dimensioni
Considerando ad esempio un foglio A4, per costruire la terza dimensione, occorre “alzare” un numero infinito di punti in direzioni ortogonali contrapposte per ogni punto sul foglio; se ci limitiamo alla costruzione del solido, basterà alzare del corrispondente lato.
Se si prende in considerazione un quadrato e si aumenta il numero dei lati, via via, si passa al pentagono, esagono, ecc., e si finisce per arrivare all’N-edro ed infine al “cerchio”!!!
Ma non è vero!!!!
Perché, esistendo una lunghezza di Planck, essa ci blocca prima!!!!
Perciò non esiste il cerchio perfetto, ma solo una approssimazione, che ne fa bene le veci.
Detto questo, anche nel costruire le dimensioni su cerchio e sfera si segue lo stesso criterio e, per ogni punto della sfera (o cerchio) occorre “costruire” la figura corrispondente e adiacente, con il residuo finale, che può collegarsi solo in presenza della nuova dimensione, che si sta predisponendo, altrimenti resta “aperto” come per l’ipercubo!!
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Persevera fervido il dibattito sui possibili destini della Meccanica Quantistica e sulla sua “classica” plausibilità; in faccia ai suoi innegabili successi ed al cambio di paradigma, che essa ha imposto alla scienza tutta.
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- Aaaahhhh! ... Accidenti, l'acqua bolle ... Vado a buttare la pasta. ... Anassimandrooooo .... Che ti pago afffare ... Se neanche stai dietro al mangiare! ...
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- Anassimandro! ... Anassimandrooooo ... Dove cazzo si e è cacciato il fottuto scansafatiche? ...
...
- Ooops!... Spegni il microfono ... sbrigati ... e spegniiii ...
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Viene prima l’amore o l’interesse? … !! …
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Configurazioni 6BX7R-D7
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([Juan de Yepes y Álvarez] - dall’epitaffio sul sacro testo del Budino Zen)
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* Principio Antropico: i grandi “scienziati" del nostro tempo si stanno scervellando sul problema del cosiddetto “fine tuning” del nostro universo: si tratta dell’improbabile “perfetto adattamento” dei parametri delle leggi fisiche dell’intero cosmo alle condizioni richieste per l’esistenza della vita sul nostro insignificante pianeta.
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Tutti gli universi possibili sono “fine tuned” per quello che contengono!!!!!
Non può essere diversamente da così: altrimenti cosa dovremmo pensare? che
possa esistere un universo con i “pesci nel deserto” ? … oppure con gli uomini
che vivono nelle profondità marine? … O magari un universo in cui tutte le
leggi fisiche vengano sistematicamente violate da “esseri magici” che non vi si
assoggettino? … Che senso mai potrebbe avere l’universo in assenza del
principio antropico? Esso non è che tautologia! … I pesci non si trovano nel
deserto perché stanno in mare ed è quello il loro posto, perché il mare è “finely
tuned” per loro … ma anche il reciproco: i pesci sono “finemente adattati al
mare” perché ne sono parte integrante, componente associata e non semplici comparse
occasionali … Noi non siamo qui per caso e nemmeno i padroni: l’universo è
composto da tante “cose”, fra le quali ci siamo anche noi! Non è detto che il
tempo “fluisca” nella direzione che crediamo!!! … forse va al contrario e forse
la nostra evoluzione ci porterà a divenire prima Dèi, per poi confluire in un
Dio creatore; al quale potrà ricondursi, “come
un ricordo”, tutta la storia del “nostro” universo, appena “trascorso”
...
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* i
pesci si trovano nel mare, perché solo lì ci sono le condizioni sufficienti e
necessarie a permetterlo e, di contro, non ci sono pesci nel deserto, per le
stesse e opposte ragioni.
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l’uomo appartiene a questo universo (e al relativo “inspiegabile fine tuning”)
e non ad un altro, per lo stesso motivo per cui i pesci appartengono al mare e
non al deserto …
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… e questo non è ancora niente! ...
"Ci sono più cose in cielo e per terra, Oronzo,
di quante ne sogni la tua filosofia" … [S?]
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(incipit - materiale grezzo)
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Troppa scienza fa scemenza!!!
Una delle regole da tener presente in questo mondo dalle “conoscenze scientifiche diffuse” è che un conto sono le scoperte scientifiche ed il loro linguaggio matematico, altra cosa sono le “metafore esplicative” e le giustapposizioni misticheggianti, altro ancora è il “culturume” di bassa lega che aleggia nel “popolino dei qualunquisti ad ogni costo”; ma il peggiore di tutti i pericoli è, come diceva il W., il tentativo di usare la “lingua corrente” per “ragionare” di filosofia e/o scienza. La lingua parlata è troppo primitiva per essere usata in tali contesti: si creerebbero “paradossi d’osso” inconcludenti e privi di qualsiasi logica intrinseca … Meglio lasciar perdere e limitarsi a mantenere i concetti circoscritti ai loro specifici ambiti di appartenenza. Non è detto che sia sempre la religione a danneggiare la scienza, esiste anche il rischio opposto!! Meglio niente Ying e Yang in fisica e niente materia e anti-materia in religione.
Tutti sono capaci di fare l’insalata mista, il problema, semmai, è saper mantenere separate le cose, per assaporarne meglio le specificità e saper “accostare” i sapori, per ampliare i propri orizzonti, ma con “gusto” …
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Riflessioni sulle dimensioni
Considerando ad esempio un foglio A4, per costruire la terza dimensione, occorre “alzare” un numero infinito di punti in direzioni ortogonali contrapposte per ogni punto sul foglio; se ci limitiamo alla costruzione del solido, basterà alzare del corrispondente lato.
Se si prende in considerazione un quadrato e si aumenta il numero dei lati, via via, si passa al pentagono, esagono, ecc., e si finisce per arrivare all’N-edro ed infine al “cerchio”!!!
Ma non è vero!!!!
Perché, esistendo una lunghezza di Planck, essa ci blocca prima!!!!
Perciò non esiste il cerchio perfetto, ma solo una approssimazione, che ne fa bene le veci.
Detto questo, anche nel costruire le dimensioni su cerchio e sfera si segue lo stesso criterio e, per ogni punto della sfera (o cerchio) occorre “costruire” la figura corrispondente e adiacente, con il residuo finale, che può collegarsi solo in presenza della nuova dimensione, che si sta predisponendo, altrimenti resta “aperto” come per l’ipercubo!!
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Configurazioni
4
Noi potremmo essere “emersi”, come sistemi
biologici, all’alba del nostro “raffreddato” pianeta, come uno dei tanti metodi
di “ossidazione” presenti in natura: un modo, semplicemente molto elaborato,
per ossidare determinate molecole, allora presenti nel “ciclo atmosferico
terrestre” … Tutto il resto non è che “sovrastruttura” …
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Configurazioni
7
Il limite
principale di qualsiasi “configurazione” (ovvero di qualsiasi individualità
umana) è proprio ciò che “sa” !!!!!
Quello che
“conosce” è esattamente la “configurazione” che gli fa da “orizzonte” e quindi
da “confine” e quindi da “limite”!!
Non potrà
mai superare quel limite. Non potrà mai essere diverso da quell’ “insieme”, da
quella “configurazione” !!!
Il
“contenuto” è esattamente ciò che da “forma e sostanza” ai nostri limiti !!!
Per essere
quello che siamo è dunque necessario “escludere” ciò che “non siamo” e quindi
costituire quel “limite” oltre il quale non siamo in grado di andare !!!!!!
Non siamo
“limitati” da qualche volontà esterna, ma dalla “necessità di essere quel che
siamo, per poter essere ciò che siamo” !!!!!
Non saremmo
nulla, se non fossimo “limitati” !!!!
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Configurazioni
16
La “moda” degli Universi Paralleli:
Quanti universi ci sono? ....
(Kōan, non di “questo” mondo!)
Persevera fervido il dibattito sui possibili destini della Meccanica Quantistica e sulla sua “classica” plausibilità; in faccia ai suoi innegabili successi ed al cambio di paradigma, che essa ha imposto alla scienza tutta.
Grandi menti hanno concluso, che la “soluzione
a molti mondi” sia l’unica “sensatamente” praticabile e che, di conseguenza, ad
ogni “stormir” di fotone, il “nostro” universo si diparta, verso un proprio
nuovo futuro; privato di tutte le possibilità fino a quel punto alternative e
portando con sé una quota parte di quell’energia, che noi sempre pensammo inevitabilmente
conservata …
E’ dunque vero, che vi siano tante
copie di ognuno di noi (e dei nostri “dintorni”) quante sono le possibili
scelte, che ci si pongano innanzi, ma con la piccola postilla, che “essi non
siano accessibili”, in alcun modo, né, tantomeno, testabili scientificamente …
ma questo non sarebbe che un dettaglio …?
Tutti gli universi immaginabili sono
anche possibili … ma ve n’è uno, e uno solo, testabile scientificamente: a
tutt’oggi questa è l’unica “certezza”.
Tutto il
resto è … “boria”!
(Hýbris, con la
debita licenza poetica)
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Configurazioni
17
“Dal
momento che nasce, una stella è destinata a morire …” … Con questa
“metafora” inizia la descrizione della “vita” di una stella nel documentario, che sto seguendo … A parte il non sapere bene cosa sia “in metafora” e cosa no,
c’è l’idea stessa di “inizio/fine” ad essere “in ballo” !!
Niente ha veramente “inizio/fine” se
non lo si preceda con la premessa, di solito arbitraria, che ne costituisca il
“soggetto”.
Perché mai dovremmo parlare di una
stella? … O di una persona? … O di un elettrone? … O di una diga? …
In poche parole, perché descrivere
un “episodio/evento” particolare nella storia del tutto? …
Ecco dove sta l’arbitrio, che poi si
ripercuoterà su tutto il discorso successivo: le cose sono in continua
trasformazione (badate bene: “trasformazione” E NON “evoluzione”
!!!) e in ciò non si può introdurre, proditoriamente, un “inizio”
del tutto soggettivo, senza sconvolgere la logica di tutto il processo!!!!
Come si può pretendere di spiegare
la natura di qualsiasi cosa, se la si “estirpa” arbitrariamente dal suo
contesto? …
Poniamo, per esempio, di sradicare
una pianta dal suolo, portarla in un “laboratorio”, metterla in una camera
asettica, surgelarla e, solo a questo punto, far entrare degli studenti e
chiedergli di scoprire come possa essere “spiegata”! … Perché debba “nascere e
morire”, ecc. …
“Nascita e morte” fanno parte del
contesto, cui un evento appartiene: non possono essere spiegati “per sé”.
Niente nasce per "un motivo", semmai per “milioni
di motivi”: tanti quante siano le circostanze che lo hanno preceduto; così come la
morte è la conseguenza dei milioni di eventi, che si sviluppano in conseguenza
di quella nascita e di tutte le circostanze, che costituiscano il suo ambiente,
lungo il tempo della sua durata …
Il “fatto apparente” dell’individualità,
che “la vive” e quello di “chi la osservi”, non può coglierne il significato
completo!
Entrambi questi “fatti apparenti”
sono da considerare “estratti dalla vita di …”. Come dire … Punti di vista “artistici”,
che poco, o nulla, dicono della complessa realtà nel suo insieme (anche solo nella
prospettiva delle migliaia di altri punti di vista parziali, che potrebbero
essere presi in considerazione).
Chi, meglio di “noi” potrebbe dire
di conoscere il nostro Sole? … Eppure infiniti punti di vista, presi a caso
nell’immensità del cosmo, potrebbero dare una “idea” altrettanto legittima di
esso … Chi può decidere quale, o quali, di esse rientrerebbero “legittimamente”
nella “storia” della vita del Sole, per l’enciclopedia universale? …
Allo stesso modo, chi può dire che
la nostra vita individuale sia “correttamente” descritta dal nostro (per quanto
privilegiato) “punto di vista”? …
Forse, la nostra “individuale”
esistenza appartiene ad un contesto più generale (prima ancora che al contesto
globale dell’intero cosmo!!!) e questo, già di per sé, le assegna un
significato più comprensibile, anche per i “non credenti”, di quanto
solitamente ci venga di pensare … Ed è proprio quello che i “credenti” (di
tutti i tipi!!) tentano di fare: essi “inscrivono” la loro esistenza in una
fede, sia essa religiosa, politica, sociale, familiare, filosofica, ecc., in
modo tale da contestualizzarla e con ciò attribuirle quel “senso”, che
altrimenti “non avrebbe” …
... Ma non sarebbe possibile che tale “senso”
fosse, naturalmente, conseguenza del suo essere in un contesto, più
semplicemente, “diretto”: il cosmo là fuori !? …
Noi vogliamo i figli per lasciar
loro un’eredità, economica/culturale, che sia esclusivamente loro!!! … Con ciò,
escludendo coloro, che della famiglia non siano … E di questa “famiglia”, ci
dobbiamo poi convincere, che sia “parte di noi” ed è questo, che ci da,
attraverso l’illusione della continuità, un forma di consolazione a fronte dell’ineluttabilità
della morte.
Nessuno sembra affrontare la “perdita
delle proprietà” (materiale e biologica), conseguente alla morte individuale,
come semplice “restituzione” di quanto abbiamo ricevuto “in prestito”, al
momento della nascita ..
Forse, anche, in ossequio alla
massima di Anassimandro da
Mileto:
“Tutte le cose hanno origine l’una dall’altra e periscono l’una nell’altra,
secondo la necessità. Esse si rendono l’un l‘altra giustizia, e si ricompensano
per l’ingiustizia, in conformità con l’ordine del tempo.”
- Aaaahhhh! ... Accidenti, l'acqua bolle ... Vado a buttare la pasta. ... Anassimandrooooo .... Che ti pago afffare ... Se neanche stai dietro al mangiare! ...
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- Anassimandro! ... Anassimandrooooo ... Dove cazzo si e è cacciato il fottuto scansafatiche? ...
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- Ooops!... Spegni il microfono ... sbrigati ... e spegniiii ...
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Configurazioni
23
Quello che si può evidenziare di notevole,
in un’onda, secondo il mio punto di vista, è il fatto, che la cosiddetta
“cresta” possa essere, non solo molto alta, bensì altissima, persino oltremodo
alta e anche di più …
Su altri pianeti, e forse anche nel
nostro remoto passato (o futuro? …), è possibile vi siano onde di altezza nell’ordine
dei tremila metri, tanto per dare un’idea … Non credo si possa neppure
stabilire un tetto massimo a tali misure … Potremmo immaginare onde ben più
alte, per esempio nel plasma stellare; e allora parleremmo di cifre anche ben
maggiori …
Quello che, tuttavia, ne consegue,
in questo mio ragionamento, è il fatto che, ad ogni “cresta”, debba necessariamente
seguire il relativo “ventre”, il quale non sarebbe affatto un fenomeno “da meno”
…
Cosa sia più spaventoso trovarsi
davanti: un muraglia, diciamo pure, di tremila metri … o un precipizio
equivalente …
Non è, in fondo, che la stessa cosa
vista da due prospettive opposte e, ciononostante, per noi tale vetta sarebbe
uno spettacolo ed un’ambizione, mentre la fossa ci risulterebbe orrida …
Ed ecco: sono una cosa sola! …
Insieme costituiscono una “singola onda”;
necessaria a se stessa, necessaria al “senso”, che essa porti con sé …
La metafora della vita: con i suoi “alti”,
ma “in cambio” degli altrettanto ineluttabili “bassi” …
Se non capiamo un’onda, non capiremo
noi stessi.
Se non capiamo un’onda, non
troveremo la “completezza” in noi e nelle nostre vite.
Se non capiamo un’onda, non vedremo mai
“tutto il mondo”.
Se non capiamo un’onda, non sapremo
distinguere alcun inizio ed alcuna fine.
Se non capiamo un’onda, non ci sarà alcun
senso nel nostro futuro.
Se non capiamo un’onda, non
riusciremo a risalire … al “termine” delle nostre creste.
Se non capiamo un’onda, non
arriveremo al “fondo” delle cose.
Se non capiamo un’onda, non coglieremo
mai la “particella”, che è in noi …
…
Se non capiamo un’onda, non ci
accorgeremo, che, ad ognuna di esse, ne segua un'altra!
E che dietro all’onda si nasconde il
ciclo, la ripetizione, il ritorno …
- Oh, porca puttana! … Non un altro,
fottuto, pistolotto sulla reincarnazione!? …
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Configurazioni 44
Viene prima l’amore o l’interesse? … !! …
Sapremo mai cosa sia
la causa di cosa? …
Non puoi avere quello che vuoi,
perché “non esiste” … Esiste invece quello che “credi di volere”, perché te lo
sventolano sotto il “naso” e nessuno sa resistere al profumo che “non sente”… e
proprio questo è “il” problema!
Mente e cervello non sono che una
“configurazione”; ordita dalla natura e tessuta dall’ambiente: la risultante è
“necessariamente” del tutto casuale; non ha a che fare con alcuna “volontà”,
non è affatto teleologica, non ci
appartiene, non comporta alcuna “evoluzione”, non è altro, infine, che un
accrocchio, come un altro … Tutto quello che vediamo (l’intero universo) è accrocchiato
e, forse, lo è anche tutto ciò che non vediamo!
Non c’è, tuttavia, motivo di
affliggersi, forse è perfino meglio così …
PS. Non dite che sono nichilista,
pessimista, o stirneriano … non è questo il punto: chi vi parla dell’esistenza
di un essere supremo, non importa il nome, chi vi dice che v’è “una”
spiegazione per tutto, chi vi fa credere di essere solo un umile adoratore del
“creatore supremo” … non sa di che parla (ammesso pure, che sia in buona
“fede”) … E’ un surrogato di empietà da mercato rionale … Non fateci caso …
Nessuno può capire il mondo, tranne i bugiardi! …
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Configurazioni 53
Leggevo un recente articolo sull’estinzione
dei Neanderthal: oltre ai motivi già da tempo noti, può aver influito il fatto,
che i N. (che vissero sul nostro pianeta per più di 300 mila anni!!!!), avessero già completato il loro ciclo, come molte altre specie, ma quando è subentrato l’homo
S. (che pure, mi si dice, non era più intelligente di loro), hanno capito che “razza
di specie” erano i nuovi arrivati, la loro voracità e aggressività, e non hanno
avuto la “forza” (né, forse, la volontà) di opporsi, i loro epigoni hanno
assistito al predominio di quella nuova specie, la più feroce, che la terra abbia mai visto:
feroce non solo verso tutte le altre specie e verso se sessi, ma feroci nei
confronti del pianeta, che non per nulla chiamiamo "nostro", al quale hanno sottratto ogni risorsa, per pura
ingordigia e continueranno a farlo, finché non rimarrà null'altro, che la loro
stessa carne, da predare !! ….
Mentre mi veniva alla mente l’antico motto “Homo
homini lupus”? …
E valutavo l'ovvia variante “Homo
omnium lupus”; mi accorgevo, che anche altri, sul web, avevano avuto, probabilmente per altre vie, lo stesso pensiero; così che ne voglio fornire, a mia volta, una personalizzazione:
Homo "S." Omnium Rerum Rapax
Dove, l'inserto tra virgolette vuole alludere alla presunta "sapienza", che ben poco si accosta alla rapacità, per conto mio ...
Non mi considero, strettamente parlando, un ecologista, ma ho gli occhi anch'io ... e spero di non doverli usare, primo o poi, solo per piangere.
Non mi considero, strettamente parlando, un ecologista, ma ho gli occhi anch'io ... e spero di non doverli usare, primo o poi, solo per piangere.
Il motivo, più lampante, per il quale i Neanderthal non erano affatto più "primitivi" di noi è, a mio avviso, il fatto che loro siano "durati" tanto e che "noi" in questi "nostri brevi" ultimi 40-mila anni, ci siamo già quasi "fumati" il pianeta. Dureremo quanto loro? ... e a quel punto, ci sarà ancora qualcuno, in giro, per assegnare la coccarda al vincitore? ...
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Configurazioni 6BX7R-D7
Kōan sulla natura ultima dell’amore:
“Ossitocina”.
(dal I° sacro testo del Budino Zen)
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Kōan sulla natura ultima della scienza
nel XXI secolo:
“Riccioli d’oro e i tre orsi”.
(dal II° sacro testo del Budino Zen)
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Kōan sulla natura ultima dell’essere umano
:
“ La mente mente ! ”
(dal IV° sacro testo del Budino Zen)
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Kōan sulla natura ultima della “verità” :
“”
(dal IV° sacro testo del Budino Zen; appendice B)
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Kōan sulla natura ultima della
“individuazione” :
“ Le caratteristiche del passero
solitario sono cinque:
la prima: si porta più in alto possibile;
la seconda: non sopporta la compagnia di altri uccelli, neppure della stessa
specie;
la terza: tende il becco verso il vento;
la quarta: non ha un colore determinato;
la quinta: canta soavemente” …
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alla prossima occasione, al prossimo post, se ci sarà ...
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